Nucleare e rinnovabili sono le chiavi di svolta per ridurre la dipendenza energetica dell'Italia e promuovere l'efficienza di un sistema produttivo che ha ancora carenze strutturali. E' questa la sintesi dell'intervento del Ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, nell'ambito della giornata organizzata oggi a Roma dal Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) sul "problema delle reti" nella politica europea dell'energia.

"La politica energetica è stata uno dei pilastri su cui si è fondata l'Europa: nel '51 è stata il fondamento del Trattato della CECA, nel '57 dell'Euratom. Nel tempo l'attenzione all'energia è calata, ma oggi è di nuovo una priorità assoluta per l'Unione Europea a 27" ha dichiarato il Ministro.

"Sono tre le sfide che si pongono di fronte al mercato energetico interno dell'Europa e queste sono: la sostenibilità ambientale, la sicurezza dell'approvvigionamento e la competitività del sistema produttivo. Purtroppo i margini di manovra a disposizione dell'Europa per rispondere a queste sfide non sono ampi". E qui Scajola ha fatto un quadro della situazione energetica mondiale e italiana.

Oltre il 50% dell'energia utilizzata nel mondo viene ricavata dal petrolio e dal gas; i paesi industrializzati dipendono da un numero molto ristretto di paesi esportatori: soltanto i paesi Opec possiedono l'80% delle riserve petrolifere mondiale, il 64% di queste sono concentrate nel Medio-Oriente. Per il gas la situazione è analoga: l'Europa da sola consuma il 20% del gas mondiale e ne detiene il 2%; tre paesi, Russia, Iran e Qatar, ne possiedono da soli il 60%.

La conseguenza è che l'Europa dipende dall'estero per il 50% del proprio fabbisogno energetico e nei prossimi 20 anni questa percentuale è destinata a crescere fino al 65%.

"In una situazione come questa è evidente - ha affermato Scajola - come ormai la politica energetica sia diventata politica estera. I paesi produttori sono caratterizzati da un elevato tasso di instabilità e hanno dimostrato in più occasioni di voler usare le loro risorse per fini politici".

Entrando nel merito della situazione italiana il Ministro ha spiegato che le difficoltà sono ancora maggiori. In primo luogo la dipendenza energetica elevata: oggi è dell'85%, tra 20 anni potrebbe arrivare al 95%; non meno problematiche sono le carenze infrastrutturali che rendono pesante il trasporto; per finire Scajola ha parlato di uno "squilibrio del mix di generazione elettrica, che è caratterizzato dalla prevalenza dell'utilizzo del gas, dalla totale assenza del nucleare, dal modesto ricorso al carbone e da una quota di rinnovabili che è addirittura in flessione: l'idroelettrico che nel dopoguerra è stata la principale fonte di energia del nostro Paese, fino al 70% della produzione totale, è arrivata oggi al 13%".

"Tutte queste debolezze - ha spiegato Scajola - poi si riversano sulle bollette dei cittadini e rendono ancora più problematico e oneroso il rispetto degli obiettivi europei".

Il Ministro ha ribadito che l'Italia condivide gli obiettivi generali del Pacchetto sull'energia dell'Ue e la volontà di concludere l'iter per la sua adozione entro la fine di questa legislatura europea, ma ritiene che sia necessario fare dei correttivi per rendere più flessibile l'applicazione per attenuarne i pesanti riflessi economici e conciliare le esigenze dei paesi, visto che non partiamo tutti dalle stesse condizioni.

"Sono le tre le aree su cui il Governo italiano cercherà di ottenere i maggiori risultati - ha detto il Ministro - la prima è la creazione di reti e corridoi energetici; la seconda è la diversificazione delle fonti; la terza è la promozione dell'efficienza energetica, attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili e al nucleare".

La produzione di energia nucleare copre attualmente il 15% del fabbisogno europeo e per svilupparsi ha bisogno del forte consenso delle popolazioni. Secondo Scajola la maggioranza degli italiani, come dimostrano recenti sondaggi, ha capito l'importanza del nucleare, ma "bisogna ancora far cadere i pregiudizi ideologici, facendo parlare gli esperti che danno informazioni chiare e non di parte".

"Il nostro obiettivo - ha concluso il Ministro - è inoltre quello di innalzare al 25% il contributo delle fonti rinnovabili al fabbisogno energetico italiano e per far questo stiamo promuovendo la realizzazione di impianti più efficienti".

 

In arrivo nuove regole per ridurre i costi, promuovere la concorrenza e diminuire il numero di tariffe presenti sul territorio nazionale: è quanto ha annunciato l'Autorità per l'energia elettrica e il gas che ha approvato un insieme di nuove regole tariffarie per i servizi di distribuzione e misura del gas. Queste andranno applicate nel periodo 2009-2012.

Obiettivo dell'iniziativa è quello razionalizzare il sistema normativo e dunque di favorire lo sviluppo della concorrenza fra venditori a tutela dei consumatori finali, attravero la riduzione dei costi complessivi dei distributori, investimenti per la sicurezza della rete e la riduzione del numero di tariffe applicate sul territorio nazionale - saranno infatti individuati solo sei ambiti tariffari.

Dal punto di vista della regolazione di sistema, informa l'Aeeg, il provvedimento definisce nuovi criteri per:

  • l'allocazione dei costi, in particolare di quelli di impianto, in modo da adeguarsi alla dinamica delle nuove concessioni e dare indicazioni certe sul valore riconosciuto alle reti e sui livelli della loro remunerazione;
  • individuare in modo univoco quali siano i soggetti deputati al servizio di misura e quali siano i valori rilevanti per le transazioni economiche del servizio di fornitura del gas naturale;
  • stabilire precise responsabilità relativamente ai tratti di rete, particolarmente critici dal punto di vista della sicurezza, che vanno dai confini di proprietà ai punti di misura.

Dal punto di vista strettamente tariffario, il provvedimento definisce nuovi criteri per:

  • ridurre drasticamente il numero di tariffe presenti sul territorio nazionale, individuando solo 6 ambiti tariffari, in cui viene applicata la medesima tariffa (contro una situazione attuale di circa 2000 tariffe diverse);
  • definire un percorso di recupero delle inefficienze dei costi di gestione (peraltro definiti con maggior aderenza ai costi reali) sia imponendo una riduzione graduale di tali costi verso i livelli di maggior efficienza rilevati a livello nazionale, sia definendo meccanismi incentivanti per le aggregazioni delle piccole e medie imprese;
  • valutare una più puntuale incidenza dei contributi pubblici e privati a detrazione del capitale investito e della conseguente remunerazione riconosciuta in tariffa;
  • incentivare alcuni investimenti connessi alla sicurezza delle reti (ad esempio l'ammodernamento dei sistemi di odorizzazione, la sostituzione delle condotte in ghisa con giunti canapa e piombo).

Anche in automobile si possono ridurre gli sprechi. Una guida attenta e responsabile può far risparmiare fino al 10-15% dei consumi con un risparmio di carburante fino a 150 euro l'anno. È quanto afferma il Ministero dello Sviluppo economico che ha pubblicato la "Guida annuale 2008 al risparmio di carburante ed alle emissioni di anidride carbonica delle automobili", che sarà diffusa in 35 mila copie attraverso concessionari automobilistici, Camere di Commercio, operatori del settore nonché sul sito internet del Ministero.

Quali le accortezze? Fra le più semplici, quella di evitare brusche frenate e cambi di marcia inutili, spegnere il motore ai semafori e tutte le volte che è possibile, evitare di viaggiare con i finestrini aperti perché questo  determina un effetto negativo sull'aerodinamica del veicolo aumentando i consumi di carburante.

"La Guida vuole stimolare un comportamento responsabile degli automobilisti attraverso piccole azioni quotidiane che sembrano banali, ma che possono contribuire in modo significativo  alla riduzione dei consumi e dell'inquinamento - ha commentato il Ministro Claudio Scajola - In questo momento di difficoltà economiche, con i prezzi dei carburanti elevati, con l'esigenza di ridurre l'inquinamento ciascuno di noi può contribuire a ridurre gli sprechi, non solo in automobile, ma anche in casa o in uffici, con poca fatica e con un rilevante beneficio all'ambiente".

La Guida riporta i dati dei consumi nei vari cicli (urbano, extraurbano e misto) e delle emissioni di tutti i modelli di automobile in vendita al 31 marzo 2008, nonché una graduatoria dei modelli che emettono meno anidride carbonica, divisi per alimentazione a benzina o a gasolio.

LINK: Guida annuale 2008 al risparmio di carburante ed alle emissioni di anidride carbonica delle automobili (PDF)

I più piccoli prediligono bambole, trenini, automobiline. Ma bambini e ragazzi diventano sempre più tecnologici e usano sempre più spesso le opportunità offerte dalla tecnologia. Così cresce l'uso del cellulare, che raggiunge la quasi totalità (92%) dei minori. Aumenta la percentuale di coloro che usano il personal computer: sono il 59,8% dei minori fra 3 e 17 anni. Un terzo dei bambini e dei ragazzi riceve la paghetta e quasi il 40% dispone delle chiavi di casa.

È la fotografia dei giovanissimi italiani che emerge dal rapporto "La vita quotidiana di bambini e ragazzi" presentato oggi dall'Istat.

In testa alla graduatoria dei giochi preferiti dai bambini da 3 a 5 anni, rileva la ricerca dell'Istat, si trovano i giocattoli più tradizionali: le bambole per le femmine (85,6%) e le automobiline, i trenini e simili per i maschi (76,1%).

In questa fascia d'età sono molto amate le costruzioni e i puzzle, il disegno, i giochi di movimento, la manipolazione di materiali come la plastilina, anche se emerge qualche lieve differenza nei gusti: le bambine preferiscono matite e colori in misura superiore ai coetanei maschi (78,8% contro 70,9%), mentre sono meno interessate a costruzioni e puzzle (56,8% contro 68,9%).

Ai primi posti nella graduatoria dei maschi ci sono i giochi con automobiline e trenini (76,1%), disegnare (70,9%), fare costruzioni e puzzle (68,9%), giocare a pallone (63,4%). I videogiochi si collocano al decimo posto (18,7%). Le bambine amano soprattutto le bambole (85,6%), disegnare (78,8%), giocare con le costruzioni e i puzzle (56,8%). I videogiochi si collocano al 15° posto.

Nelle attività di gioco dei più piccoli emerge una differenza: la tecnologia continua a essere preferita dai maschi. Già nella fascia di età fra i 3 e i 5 anni i bambini che amano giocare con videogiochi e computer sono il doppio rispetto alle bambine (18,7% contro 9,5%). Tra i 6 e i 10 anni, questa tipologia di gioco sale decisamente, toccando il 70,4% dei bambini e soltanto il 39,9% delle bambine.

Per l'Istat differenze così accentuate sembrerebbero indicare che il processo di superamento dalle barriere culturali che hanno ostacolato l'accesso delle donne alla conoscenza e all'uso della tecnologia non sia ancora concluso, sebbene l'utilizzo del computer tende ad essere più paritario e le ragazze abbiano praticamente raggiunto i maschi nell'uso del pc e superato i loro coetanei nella maggior parte delle attività.

Il 31% dei bambini e dei ragazzi tra 6 e 17 anni riceve regolarmente la paghetta dai genitori, il 34,6% riceve a volte un regalo o un premio. Ma - evidenzia lo studio dell'Istat - i bambini ricevono più denaro delle bambine: il 32,7% dei primi riceve, infatti, regolarmente la paghetta settimanale a fronte del 29,2% delle seconde.

Fra i 14 e i 17 anni i ragazzi che ricevono regolarmente la paghetta sono il 57,2% mentre tra le ragazze della stessa età la quota scende al 48%. E mentre per le ragazze il denaro è un regalo, un premio, per i ragazzi si connota maggiormente come un flusso più continuo.

L'importo medio della paghetta è di 14 euro a settimana: si passa dai 7 euro dei bambini di 6-10 anni, ai 10 euro dei bambini di 11-13 anni, ai 17 euro dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Nel 2008 il 38,7% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni dispone delle chiavi di casa (era il 37,8% nel 1998).

Aumenta l'uso del cellulare che raggiunge la quasi totalità di minori: considerando gli 11-17enni, tra il 2000 e il 2008 si è passati dal 55,6% al 92%. La crescita maggiore si è verificata tra i più piccoli: la quota di ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che utilizza il cellulare è passata, infatti, dal 35,2% al 83,7%, mentre tra i 14 e i 17 anni dal 70,4% al 97,8%.

Nel 2008 il 68,9% dei bambini e ragazzi di 6-17 anni possiede e usa il cellulare. E non solo per telefonare. Tra il 2000 e il 2008 diminuisce la quota di bambini e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni che utilizza il cellulare solo per telefonare, passando dal 20,3% al 3,8%.

Mentre si affermano tutte le altre funzioni: se al primo posto ci sono le telefonate (93,6%), a brevissima distanza segue l'invio/ricezione messaggi (81,3%). Oltre la metà dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni gioca con il cellulare, il 47,3% fa squilletti, il 46,9% cambia suonerie e il 42,7% fa uso della rubrica telefonica. Al settimo posto tra le funzioni utilizzate si colloca il fare/ricevere foto (38,8%), seguito dall'ascolto della musica (33,3%). E non mancano inviare e ricevere filmati (15,2%), registrare conversazioni (10,3%), utilizzare l'agenda diario (11,2%) e collegarsi ad internet (4,2%).

Giovani più tecnologi anche perchè aumenta, dal 2000 al 2008, la quota di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni che usa il pc (dal 41,7% al 59,8%). E cresce anche l'uso di Internet è cresciuto e così, fra i ragazzi dagli 11 ai 17 anni, l'uso della Rete è passato dal 28,5% del 2000 al 66,9% del 2008.

Nel 2008 sono complessivamente 5 milioni e 135 mila i bambini e i ragazzi tra i 3 e i 17 anni che usano il pc a casa o in altro luogo. Tra i 6 e i 17 anni i bambini e ragazzi che si collegano ad Internet sono 3 milioni e 386 mila (il 49,2% della popolazione di questa età). I bambini e i ragazzi che usano tv, radio e pc leggono di più nel tempo libero, vanno più frequentemente al cinema, praticano di più sport: lo sviluppo delle nuove tecnologie, evidenzia l'istat, fa diminuire il tempo dedicato alla televisione.

La ricerca dell'Istat evidenzia inoltre come le ragazze abbiano raggiunto i maschi nell'uso del pc e superato i loro coetanei nella maggior parte delle attività: lettura (62,3% contro il 51,9% ), fruizione di cinema (79,5% contro il 77,2%), teatro (33,5% contro il 27%) e altre manifestazioni culturali.

 

Entro la fine dell'anno partirà la sperimentazione del progetto "Vetro indietro" per reintrodurre la vendita delle bevande in "vetro a rendere" nei bar e nei ristoranti italiani. Il progetto unisce federazioni di categoria, associazioni ambientaliste e grandi aziende del settore delle bevande con l'obiettivo di promuovere il ritorno all'uso dei contenitori a rendere per le bevande del canale Horeca - acronimo che sta per Hotellerie, Restaurant e Café, il circuito che comprende i consumi di alimenti e bevande fuori casa.

Il Protocollo d'Intesa che sancisce la nascita del progetto "Vetro indietro" è stato siglato in questi giorni, dopo due anni di lavoro, e unisce le maggiori associazioni di categoria del mercato italiano delle bevande consumate fuori casa, Italgrob (Federazione Italiana Grossisti Distributori Bevande), Fipe-Confcommercio, Legambiente, le aziende Sanpellegrino, Peroni e Pago, e Savno (Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale, il consorzio che da 7 anni si occupa della gestione dei servizi di igiene ambientale nel trevigiano).

Entro la fine dell'anno prenderà il via la prima fase della sperimentazione, con un progetto pilota che coinvolgerà città campione di tutta Italia dove bar e pubblici esercizi introdurranno la vendita di bevande "in vetro a rendere" predisposte dai marchi aderenti. Ci sarà la collaborazione dei consorzi di raccolta e smaltimento rifiuti delle città aderenti.

A dare il via alla sperimentazione sarà la provincia di Treviso (capofila il comune di Conegliano Veneto) ma entro pochi mesi il progetto verrà esteso ad altre città, come Ancona e Salerno, mentre è in fase di trattativa l'attivazione del progetto in alcuni quartieri di Roma. Obiettivo è dunque quello di valutare la fattibilità di un progressivo ritorno al "vetro a rendere" nel canale del fuori casa. I dati raccolti, sulle vendite, sui costi, sui rifiuti prodotti, saranno analizzati ed elaborati dal Centro Interdipantimentale IDEAS per lo Sviluppo Sostenibile dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

Da oggi i consumatori italiani potranno godere di offerte più trasparenti per le connessioni ad Internet, con indicazioni chiare sulla velocità minima che è la "banda disponibile in download nel 95% dei casi" e non la velocità massima teorica che attualmente si è soliti pubblicizzare. Gli utenti stessi, poi, potranno verificare, gratuitamente, le reali prestazioni della propria linea di accesso. Tutto questo rientra in un provvedimento approvato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sulla qualità del servizio di accesso a Internet a larga banda da postazione fissa.

Il provvedimento introduce un nuovo sistema per permettere al singolo consumatore di conoscere, in totale trasparenza, sia le prestazioni relative all'offerta di connessione ad Internet di ciascun operatore, al fine di effettuare una scelta consapevole anche sul piano della qualità dei servizi, sia le effettive prestazioni del proprio accesso una volta attivato il servizio.

Gli utenti potranno confrontare meglio le diverse offerte pubblicizzate, in quanto gli operatori dovranno indicare nelle informazioni, con qualunque mezzo diffuse, la velocità minima risultante dalle misurazioni effettuate. Sarà messo a disposizione dei singoli utenti, in una fase successiva, un servizio gratuito di verifica delle reali prestazioni della propria linea di accesso (velocità di trasmissione, ritardo e tasso di perdita di pacchetti dati, durante le fasi di uploading e downloading).

Entro 30 giorni l'Agcom individuerà un soggetto indipendente che, sotto il proprio coordinamento, avrà il compito di condurre l'attività di misurazione.

Nuovo aggiornamento della lista nera delle compagnie aeree europee, pubblicato oggi dalla Commissione Ue. Oltre alle restrizioni esistenti è stato imposto il divieto di volo alla compagnia cambogiana Siem Reap Airways International. La compagnia non rispetta né i regolamenti relativi all'aviazione civile della Cambogia, né le norme dell'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale (OACI). L'OACI ha inoltre espresso seri dubbi sulla propensione da parte delle autorità cambogiane dell'aviazione civile a mettere in atto e far rispettare le norme di sicurezza internazionali.

La Commissione ha poi esteso il divieto di volo a tutte le compagnie aeree dell'Angola. Restano ferme le compagnie Ukraine Mediterranean Airlines e Ukraine Cargo Airways, che non hanno attestato la messa in atto di misure correttive sufficienti.

"La lista nera è soprattutto uno strumento che garantisce la sicurezza dello spazio aereo europeo - ha dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue e responsabile dei trasporti - Grazie a questa lista i passeggeri aerei europei e non solo, che viaggiano in Europa sanno che è garantito loro un grado di sicurezza. La Commissione proseguirà nel suo dialogo con tutti gli Stati, sia all'interno sia all'esterno dell'Ue, con le autorità dell'aviazione civile e con le compagnie aeree per assicurare un rispetto continuo dei livelli di sicurezza aerea fissati nell'ambito internazionale" ha concluso Tajani.

Per maggiori informazioni cliccare qui

Il Bureau Européen des Unions de Consommateurs, organismo europeo che riunisce 42 associazioni indipendenti di trentuno Paesi, ha eletto nella serata di ieri il nuovo presidente: è Paolo Martinello, di Altroconsumo, che guiderà l'associazione per i prossimi due anni. Al suo fianco, nel ruolo di vicepresidente dell'organismo, Breda Kutin, dell'associazione slovena ZPS.

Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo dal 1995, è dal 2000 membro dell'Esecutivo dell'organismo con sede a Bruxelles, e ne ha ricoperto la vicepresidenza dal 1996 al 1998.
 
"Gli effetti della crisi finanziaria ed economica che oggi si stanno ripercuotendo così pesantemente sui consumatori, in termini di potere d'acquisto, qualità della vita e possibilità di scelta, conferiscono al BEUC responsabilità e impegni maggiori che nel passato - ha dichiararto Martinello - La precarietà dell'attuale scenario economico internazionale dimostra la necessità di realizzare al più presto riforme nel settore dei servizi finanziari, sui fronti del credito al consumo, della trasparenza e dell'informazione. Tali misure non sono solo indispensabili per la tutela degli interessi dei consumatori ma per tutto il sistema economico e la società nella sua accezione più globale".

LINK: Bureau Européen des Unions de Consommateurs

Il sistema sanitario italiano si piazza al 16° posto nella classifica annuale europea che comprende 31 paesi. Oggi a Bruxelles è stato presentato l'indice dei consumatori Euro Health Consumer Index (EHCI), edizione 2008 del sondaggio annuale sulla sanità europea. Dal sondaggio risulta che l'Italia ha fatto qualche piccolo passo avanti rispetto all'anno scorso, ma ottiene comunque un risultato mediocre simile a quelli di Spagna e Grecia, restando indietro rispetto a paesi dell'Europa dell'Est come Estonia e Ungheria.

I Paesi Bassi sono in testa alla classifica con 839 punti su un potenziale punteggio teorico di 1.000. Seconda classificata la Danimarca, che vince il Diabetes Index 2008, l'Austria che aveva vinto nell'EHCI 2007 arriva terza, a seguire Lussemburgo e Svezia.

L'Euro Health Consumer Index è suddiviso in sei aree: Diritti e informazione dei pazienti, e Sanità, Tempi di attesa per il trattamento, Risultati, Gamma e ambito dei servizi forniti e Farmaci. L'Index è il prodotto di statistiche pubbliche e ricerche indipendenti ed è realizzato dall' organizzazione di analisi e informazione Health Consumer Powerhouse.

Nelle sei categorie, che coprono 34 indicatori della performance, l'Italia ottiene 640 punti. "Abbiamo osservato alcuni miglioramenti per quanto riguarda l'accesso e i tempi di attesa, che indicano una volta tanto una positiva controtendenza dell'Italia," si legge in una nota del Dr. Arne Björnberg, Direttore della ricerca dell'Euro Health Consumer Index. "Ciononostante - conclude il Dr. Bjornberg - in linea generale il sistema sanitario italiano è mediocre e deve migliorare in tutte le subcategorie".

Che cosa si può fare meglio in Italia? "Come già osservavamo l'anno scorso, il sistema sembra essere ancora governato da Dei in camice bianco e questo non è certo il modo migliore di garantire al paziente la conformità con gli ordinamenti per il trattamento. Il sistema sanitario italiano ha bisogno di un passaggio di potere dai medici ai pazienti," afferma il presidente della Health Consumer Powerhouse, Johan Hjertqvist, nell'analizzare i risultati dell'Index per l'Italia.

"La sanità italiana ha urgente bisogno di una modernizzazione: non è un caso se il nostro paese si colloca al sedicesimo posto tra i sistemi sanitari europei, dietro a paesi come Estonia e Ungheria". Così Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, ha commentato in una nota questi dati.

"A tal fine ho presentato un disegno di legge che mira all'introduzione di un'agenzia di valutazione super partes così come esiste in molti altri paesi moderni, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, poiché il Sistema Sanitario italiano ha bisogno dell'introduzione immediata di criteri di valutazione e verifica basati su indicatori scientifici, che ci aiutino a premiare il merito e ad eliminare sprechi e inefficienze.

I dati parlano chiaro. Il nostro paese - ha concluso Marino - è indietro in importanti settori come l'informatizzazione dei sevizi e l'accesso alle medicine, anche se non dobbiamo dimenticarci dell'enorme risorsa positiva costituita da una sanità universalistica e gratuita come la nostra".

Sulla home page di VendereSicuro c'è una cassaforte.

E accanto, si spiega: "La combinazione per vendere sicuro è semplice. Più vendiamo sicurezza e più venderemo. Seguiamo quattro semplice regole e aumenteremo la fiducia e i profitti".

Le regole? Sincerità, apertura, flessibilità ed efficienza, che insieme formano l'acronimo SAFE - in inglese, sicuro. Questo lo spirito che sta alla base della campagna di educazione alla vendita su web, intitolata Venderesicuro.it, presentata da Polizia Postale e eBay.

Venderesicuro.it è un sito realizzato per spiegare quali sono, nel mondo del commercio elettronico, le regole di base per aumentare la fiducia degli acquirenti e i propri profitti. Sul sito internet è infatti possibile trovare tutte le informazioni per impostare una vendita corretta e sicura. E si può scaricare la "cassaforte della sicurezza", verificare con un semplice test on-line la propria conoscenza delle regole di base e ricevere consigli su come aumentare e migliorare la sicurezza della vendita.

"Mai come in una transazione online è fondamentale il rapporto di fiducia tra chi vende e chi acquista - ha spiegato Domenico Vulpiani, direttore del servizio polizia postale e delle comunicazioni - Sta alla responsabilità e professionalità del venditore avviare la vendita nel rispetto della sicurezza, dando garanzie ai compratori e dimostrando la propria affidabilità".

La campagna si fonda sulle quattro regole Sincerità-Apertura-Flessibilità-Efficienza che formano l'acronimo 'Safe':

  • Sincerità. Quando metti in vendita un oggetto descrivilo in modo dettagliato. Mostra fotografie fedeli senza nascondere eventuali difetti. E ricorda: non vendere oggetti contraffatti;
  • Apertura. Renditi reperibile quando qualcuno s'interessa al tuo oggetto. Rispondi prontamente a tutte le richieste cercando di essere il più chiaro e trasparente possibile;
  • Flessibilità. Cerca sempre un punto di incontro con le esigenze del compratore. Proponi diversi metodi di pagamento e spedizione, assicurandoti che siano tutti sicuri e a norma;
  • Efficienza. Quando hai venduto l'oggetto, spediscilo prontamente e cerca di essere il più accurato possibile nell'imballare e proteggere l'oggetto. Infine segui la spedizione sino alla consegna.

Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha esaminato oggi uno schema di provvedimento relativo alla proposta Telecom Italia di un aumento di 1,26 euro del canone di abbonamento mensile per i clienti residenziali. Il canone passerebbe così da 12,14 a 13,4 euro al mese, a decorrere dal 1° febbraio 2009.

Tale aumento mira a recuperare parzialmente l'inflazione che, dall'ultima manovra di adeguamento del canone telefonico attuata dall'azienda a luglio 2002, ha fatto crescere i prezzi al consumo del 14,6%. I prezzi dei servizi di accesso residenziale di Telecom sono, invece, rimasti fermi a 6 anni fa.

L'Agcom ha chiesto all'azienda di impegnarsi, a fronte dell'aumento, a migliorare la qualità del servizio e ha precisato che per i clienti residenziali in condizioni di particolare disagio economico, ossia per coloro i quali possono accedere alla social card, il canone rimarrà invariato. Rimarrebbe inoltre in vigore la riduzione del 50% del canone per i clienti appartenenti alle fasce sociali agevolate.

Nei prossimi giorni le associazioni dei consumatori saranno consultate su questo schema di provvedimento.

La Commissione Ue ha presentato nuove regole per le agenzie di rating del credito per garantire una qualità più elevata ed evitare condizionamenti da conflitti di interessi. La proposta della Commissione stabilisce condizioni per l'emissione di rating del credito che sono necessarie per ripristinare la fiducia dei mercati ed aumentare la tutela degli investitori.

Essa introduce una procedura per la registrazione delle agenzie di rating del credito intesa a consentire alle autorità di vigilanza europee di controllare le attività delle agenzie i cui rating sono utilizzati dagli enti creditizi, dalle imprese di investimento, dalle imprese di assicurazioni del settore vita e non vita e dalle imprese di riassicurazione, dagli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari e dai fondi pensione all'interno dell'Ue.

Le agenzie di rating del credito dovranno rispettare norme rigorose per garantire:

  • che i rating non siano condizionati dai conflitti di interesse;
  • che le agenzie di rating del credito sorveglino la qualità della metodologia di rating e dei rating;
  • che le agenzie di rating del credito operino in modo trasparente;
  • la proposta pone inoltre in essere un regime efficace nell'ambito del quale le autorità europee di regolamentazione vigilano sulle agenzie di rating del credito.

Le nuove regole prevedono che le agenzie di rating del credito:

  • non prestino servizi di consulenza;
  • non siano autorizzate a valutare strumenti finanziari se non dispongono di informazioni di qualità sufficiente sulle quali basare tali rating;
  • debbano comunicare i modelli, le metodologie e le ipotesi di base sui quali basano i loro rating;
  • siano tenute a pubblicare una relazione di trasparenza annuale;
  • debbano creare una funzione interna per rivedere la qualità dei loro rating;
  • debbano avere nei loro consigli almeno 3 membri indipendenti la cui retribuzione non dipenda dal risultato economico dell'agenzia di rating.

Il loro incarico, non rinnovabile, non potrà superare i cinque anni e potrà essere revocato soltanto in caso di condotta professionale scorretta. Almeno uno di essi dovrebbe essere un esperto in materia di cartolarizzazione e di finanza strutturata.

Alcune delle norme proposte si basano sugli standard stabiliti nel codice della International Organisation of Securities Commissions (IOSCO). La proposta conferisce a tali norme un carattere giuridicamente vincolante. Inoltre, nei casi in cui gli standard della IOSCO non sono sufficienti per ripristinare la fiducia dei mercati e garantire la tutela degli investitori, la Commissione ha proposto norme più severe.

"Voglio che l'Europa adotti un ruolo guida in questo settore. La nostra proposta va oltre le regole che si applicano in altri paesi. Si tratta di norme molto severe che sono necessarie per ripristinare la fiducia del mercato nell'attività di rating nell'Unione europea", è quanto dichiarato dal commissario per il Mercato interno e servizi Charlie McCreevy.


 

Aumentano (ma soprattutto per la presenza degli immigrati), si sposano un po' di più con un aumento dei riti civili, sono sempre più vecchi, sono generalmente insoddisfatti. E' la fotografia dell'Italia e degli italiani è restituita dall'Istat che ha pubblicato oggi l'Annuario statistico italiano 2008.

Nel 2008 le persone che si dichiarano per niente o poco soddisfatte della propria situazione economica si attesta infatti al 53,7% (era il 33,1% nel 2001) con livelli di insoddisfazione maggiori al Sud (64,2%), meno accentuati invece al Nord (45,9%) e al Centro (53,5%).

Le persone che si dichiarano invece molto o abbastanza soddisfatte della loro situazione economica scendono al 43,7% (erano il 64,1% nel 2001). Di più e più vecchi. Alla fine del 2007 i residenti in Italia sono 59.619.290, circa 488.000 in più rispetto all'anno precedente, ma l'incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+494.871 unità).

Gli stranieri residenti al primo gennaio 2008 sono 3.432.651 con un incremento di 493.729 unità rispetto all'anno precedente; gli stranieri iscritti in anagrafe rappresentano il 5,8% della popolazione totale, un valore che conferma il trend crescente degli anni precedenti.

La fecondità delle donne residenti nel 2007 è salita a 1,37 figli per donna (da 1,35 nel 2006): è il livello più alto registrato negli ultimi anni, anche se nell'Unione europea, fatta eccezione per la Germania con 1,34 figli per donna, solo alcuni paesi dell'Europa dell'Est hanno livelli di fecondità più bassi (in particolare la Slovacchia con 1,24 e la Polonia con 1,27).

Continua l'invecchiamento della popolazione: un italiano su cinque è ultrassessantacinquenne e anche i "grandi vecchi" (dagli ottanta anni in su) rappresentano il 5,3% della popolazione italiana. Al 1° gennaio 2008 l'indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) registra un ulteriore incremento, raggiungendo un valore pari al 142,6%.

Più nozze fra tradizione e riti civili. I matrimoni sono in lieve ripresa dopo il calo osservato fino allo scorso anno: salgono dunque dai 245.992 del 2006 ai 250.041 del 2007, mentre il tasso di nuzialità rimane costante al 4,2 per mille. Il matrimonio religioso rimane ancora la scelta più diffusa (65%), anche se sono in continuo aumento i matrimoni celebrati con rito civile. Il modello tradizionale prevale soprattutto nelle regioni meridionali dove la percentuale dei matrimoni celebrati con rito religioso è del 79,2% (contro il 53,5% del Nord e il 59,3% del Centro).

Fra salute e patologie croniche. La maggior parte degli italiani valuta positivamente il proprio stato di salute (73,3%) con differenze di genere a svantaggio delle donne. Ma quasi il quaranta per cento dichiara di soffrire di patologie croniche. Il 39,2% dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, in particolare l'artrosi/artrite (17,9%), l'ipertensione (15,8%), le malattie allergiche (10,6%) e l'osteoporosi (7,3%).

Lavoro sì, lavoro no. Nel 2007 gli occupati aumentano di 234.000 unità, arrivando a 23.222.000 (+1% rispetto all'anno precedente). Il numero delle persone in cerca di occupazione è sceso di 167 mila rispetto al 2006: ora si attesta a 1.506.000 con un meno 10%). Il tasso di disoccupazione è al 6,1% dal 6,8% del 2006. Come nel 2006, anche nel 2007 la componente straniera ha contribuito in maniera rilevante all'aumento della occupazione complessiva: circa i due terzi dell'aumento riguarda i cittadini stranieri (+154.000), di conseguenza la quota di lavoratori stranieri sale dal 5,9% del 2006 al 6,5% attuale. La crescita dell'occupazione riguarda entrambi i sessi ma con una crescita maggiore (+1,3%) per la componente femminile. Il tasso di occupazione raggiunge il 58,7% ma resta al di sotto della media Ue, pari al 65,4%.

Cultura: primo il cinema, ultima la lettura. Nel 2008 il 65,2% della popolazione di sei anni e oltre ha fruito di almeno uno spettacolo o intrattenimento fuori casa. Il cinema si conferma in cima alle preferenze: una persona su due è andata almeno una volta a vedere un film in sala. Nella graduatoria seguono le visite a musei e mostre (28,5%), gli spettacoli sportivi (26,8%), la frequentazione di discoteche e balere (22,7%), le visite a siti archeologici e monumenti (21,4%), il teatro (20,7%), gli altri concerti di musica (19,9%) e, all'ultimo posto, i concerti di musica classica che interessano appena il 9,9% della popolazione. Il teatro è l'unica attività fuori casa in cui la partecipazione femminile è maggiore rispetto a quella maschile (22,5% delle donne contro il 18,7% degli uomini). La quasi totalità della popolazione guarda la televisione (un'abitudine consolidata per il 94,3% della popolazione di 3 anni e più) mentre il 57,7% ascolta la radio tutti i giorni. L'abitudine alla lettura invece è meno diffusa: legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 56,6% delle persone di 6 anni e più (erano il 58,8% l'anno precedente) mentre il 44,0% dedica parte del proprio tempo libero alla lettura di libri.

Internet e telefonia. Nel 2008 il 44,9% della popolazione dichiara di utilizzare il personal computer e il 40,2% si collega ad Internet. L'uso del pc riguarda soprattutto i giovani: tocca il livello massimo nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni (oltre l'80%); con il crescere dell'età diminuisce l'uso e nella fascia 65-74 anni la percentuale scende al 9,1%, raggiungendo l'1,9% per i 75 anni e oltre. Resta lo squilibrio territoriale nell'uso del pc e di internet, più diffusi al Nord e al Centro rispetto al Mezzogiorno. Aumentano le linee telefoniche mobili: nel 2008 sono 81,6 milioni (erano 71,9 all'inizio del 2006) e aumentano anche le carte telefoniche prepagate attive che salgono a 73,7 milioni dai 65,3 del 2006. Le utenze internet sono complessivamente circa 11,6 milioni con una maggiore diffusione nell'Italia nord-occidentale e nel Mezzogiorno.

I problemi quotidiani. Traffico, inquinamento dell'aria, difficoltà di parcheggio, rischio criminalità, rumore, diffidenza verso l'acqua del rubinetto sono alcuni dei problemi maggiormente sentiti dalle famiglie italiane nell'area dove abitano. In particolare, i problemi più segnalati sono il traffico (45,6%), l'inquinamento dell'aria (41,4%) la difficoltà di parcheggio (39,3%), il rischio criminalità (36,8%), il rumore (36,0%), il non fidarsi a bere acqua dal rubinetto (32,8%), la sporcizia nelle strade e la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (entrambe 29,4%).

LINK: vai sul sito dell'Istat e scarica l'Annuario in PDF

Investigazioni difensive e privacy: è stato varato il Codice di deontologia per avvocati e investigatori privati. Il Codice, che sarà presto pubblicato nella Gazzetta ufficiale, entrerà in vigore il primo gennaio 2009. Le garanzie individuate dalle associazioni di categoria hanno infatti ricevuto il via libera del Garante per la protezione dei dati personali. Il Codice, spiega una nota del Garante Privacy, fissa le tutele per il trattamento dei dati personali dei clienti da parte di avvocati e investigatori privati, prevede una semplificazione degli adempimenti e tutele effettive per i clienti.

Le nuove regole di condotta prevedono che avvocati e investigatori potranno informare la clientela una tantum, anche oralmente in modo semplice e colloquiale, sull'uso che verrà fatto dei loro dati personali. L'informativa scritta potrà anche essere affissa nello studio o pubblicata sul sito web. Avvocati e investigatori privati devono adottare adeguate misure di sicurezza dei sistemi informatici per evitare accessi abusivi o furti di dati e custodire con cura fascicoli e documentazione.

Gli avvocati devono fornire concrete istruzioni al personale di studio affinché si pongano speciali cautele in caso di utilizzo di registrazioni audiovideo, di tabulati telefonici e di perizie. Atti e documenti possono essere conservati in originale o in copia, solo se risultino necessari per altre esigenze difensive della parte assistita o dell'avvocato.

Gli investigatori, da parte loro, non possono intraprendere di propria iniziativa investigazioni, ricerche o altre forme di raccolta dei dati. Le investigazioni sono lecite solo se l'incarico è conferito per iscritto da un difensore o da un altro soggetto. Conclusa l'attività investigativa, e comunicati i risultati al difensore o a chi ha conferito l'incarico, i dati raccolti devono essere cancellati.

Il codice di deontologia è stato sottoscritto dal Consiglio nazionale forense, dall'Unione camere penali, dell'Unione camere civili, dall'Unione avvocati europei, dall'Associazione italiana giovani avvocati, dall'Organismo unitario dell'avvocatura italiana, da Federpol e da Aipros.

Si va verso la riduzione delle tariffe del soccorso autostradale. L'Antitrust ha infatti chiuso l'istruttoria avviata il 20 settembre 2007 nei confronti delle società di gestione autostradale e degli operatori Aci e Europe Assistance accettando e rendendo vincolanti gli impegni presi dalle società.

"Le misure adottate - informa l'Antitrust in una nota - renderanno possibile una riduzione delle tariffe grazie all'aumento della concorrenza. Per il soccorso ai veicoli leggeri le selezioni per l'affidamento del servizio avranno una base massima inferiore del 20% al prezzo massimo oggi applicato".

L'attuazione degli impegni presi, spiega dunque l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, "comporterà una significativa riduzione dei prezzi del soccorso, per effetto di un aumento della pressione concorrenziale, derivante dal potenziale ingresso di nuovi operatori interessati a fornire tali servizi sulla rete autostradale".

L'Antitrust ha infatti deciso di accettare, rendendoli vincolanti, gli impegni presentati da Autostrade per l'Italia S.p.A., Strada dei Parchi S.p.A., Società Autostrada Tirrenica S.p.A., ANAS S.p.A., ACI Global S.p.A., Europ Assistance VAI S.p.A. e l'associazione AISCAT, nell'ambito dell'istruttoria avviata per accertare un presunto abuso di posizione dominante da parte delle società concessionarie autostradali e l'esistenza di un insieme di intese tra le concessionarie, l'associazione di categoria e gli operatori di soccorso autostradale, con l'obiettivo di massimizzare i profitti a danno degli automobilisti.

In particolare, le società concessionarie, spiega l'Antitrust, affideranno i servizi di soccorso a seguito di procedure da gara a evidenza pubblica che riguarderanno micro-tratte di dimensioni limitate e saranno distinte per il soccorso ai veicoli pesanti e ai veicoli leggeri.

Per i veicoli leggeri, la tariffa massima a base della selezione sarà pari alla tariffa massima oggi applicata ridotta del 20% e a parità di altre condizioni verranno selezionati gli operatori che offriranno la tariffa più bassa.

Una tecnologia satellitare permetterà inoltre alla sala radio delle società di localizzare in tempo reale il carro di soccorso più vicino. Per gli interventi effettuati in condizioni di sicurezza, come nei parcheggi o nelle aree di servizio, gli utenti avranno la possibilità di selezionare l'operatore di soccorso autorizzato a fornire il servizio sulla base delle condizioni offerte. E ci saranno anche pannelli informativi per facilitare la scelta.

L'Antitrust rileva inoltre che vengono meno i profili relativi all'abuso di posizione dominante in quanto ANAS, Autostrade per l'Italia e le due concessionarie del gruppo (Strada dei Parchi e SAT) hanno eliminato totalmente il contributo di sala radio operativa precedentemente richiesto alle organizzazioni di soccorso, che gravava sulle tariffe finali del servizio pagate dai consumatori.



 

DIALOGO APERTO
LA NEWSLETTER
Archivio