I prezzi delle case in Italia sostanzialmente tengono. Nell' Europa continentale calano, invece, in misura mediamente compresa fra il 5% ed il 10% e un eventuale calo dei prezzi italiani nel 2009 difficilmente potrebbe superare la soglia del - 5%. E' quanto emerge dal "III Rapporto sul Mercati Immobiliare 2008" realizzato da Nomisma.

Secondo le stime di Nomisma per le grandi operazioni degli investitori istituzionali il calo dei volumi del mercato è almeno del 50% (del 60% in Europa), mentre nel mercato della casa la diminuzione delle compravendite a fine anno potrebbe raggiungere le 160 mila case vendute in meno (-20%) con una perdita del valore mercato immobiliare di circa 24 miliardi di Euro.

Il mercato delle famiglie, sebbene in flessione, mostra una maggiore solidità. Il rallentamento nel numero di compravendite di abitazioni è risultato del -14% fino a metà 2008, se la tendenza della prima parte dell'anno dovesse estendersi alla seconda, si dovrebbero concludere all'incirca 700 mila compravendite, tornando ai livelli del 2000-2001.

"Tuttavia - spiega Nomisma - molti segnali che ci arrivano dagli intermediari immobiliari fanno ritenere che la frenata nella seconda parte del 2008 sarà molto più forte. Si potrebbe azzardare così un calo sul 2008 del 20%, il ché significherebbe una diminuzione del numero di abitazioni compravendute pari a circa 160 mila unità (erano state 806 mila nel 2007) e un minor valore del mercato abitativo di oltre 24 miliardi di Euro (a fine 2007 il valore totale del mercato era stato stimato in 123 miliardi di Euro)".

Su 34 giocattoli acquistati in Italia e portati in laboratorio, ben 19 sono risultati pericolosi. Uno di questi era già stato segnalato al ministero dello Sviluppo economico nel 2004 (il Brio Stacking Clown): a distanza di 4 anni è ancora in vendita, nel totale disinteresse dell'incolumità dei consumatori che li utilizzano, i bambini.

E' quanto risulta da un'inchiesta sulla sicurezza dei giocattoli, realizzata da Altroconsumo su campioni di giocattoli acquistati in negozi specializzati, ipermercati, supermercati e bancarelle. L'indagine allargata ad altri Paesi ha dimostrato che su 83 prodotti a scaffale nelle città del vecchio continente solo il 25% sono in regola: il 57% del campione è pericoloso e un altro 18% non rispetta la legge, dunque non dovrebbe comunque essere venduto.

Il test ha seguito i parametri della normativa di riferimento, la direttiva n.378 del 1988. Sono state eseguite prove di resistenza meccanica, per simulare i lanci e le tensioni a cui i bimbi sottopongono peluche e giochi in genere. A questi è stata aggiunta la ricerca di ftalati e altre sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute, come formaldeide, cadmio, e solventi.

I rischi documentati in laboratorio vanno dal pericolo di rimanere con le dita intrappolate negli snodi e nelle fessure, alle sostanze chimiche, che possono essere inalate, succhiate, assorbite attraverso la pelle. E piccole parti che si staccano facilmente, col rischio di essere ingoiate.

"L'industria è chiamata a realizzare controlli a monte della messa in commercio - scrive in una nota Altroconsumo - I ritiri a posteriori a causa di incidenti o segnalazioni di associazioni di consumatori sono la riprova che il meccanismo è inceppato: c'è chi produce senza rispettare la normativa. E mette in vendita senza subire sanzioni, né richiami".

Altroconsumo un mese fa ha segnalato al Ministero dello Sviluppo economico i giochi pericolosi risultati da questo test. Nessun provvedimento è stato preso. "Chi deve controllare rimane immobile, e ha la sua buona dose di responsabilità in un settore a forte rischio incidenti".

E' stata realizzata anche un'indagine sull'etica nella produzione in questo settore. Le industrie, tutte occidentali, hanno dislocato la produzione in Cina per tagliare sui costi: quasi il 90% dei prodotti in vendita arriva da quest'area. I consumatori dovrebbero premiare, nello scegliere un giocattolo, chi tra le aziende rispetta parametri di sicurezza, corretto trattamento dei lavoratori, rispetto dell'ambiente.

Dal 2004 è stato avviato il programma di monitoraggio della produzione in Asia: Icti Care. E' un passo nella direzione di un maggiore rispetto dei diritti sia sociali che ambientali, ma resta ancora molta strada da fare per raggiungere standard accettabili. Un'alternativa degna di fiducia è quella offerta dal circuito del commercio equo e solidale.

 

 

"Ci adoperiamo costantemente per migliorare il mercato nell'interesse dei consumatori europei e assicurare che abbiano accesso a quanto c'è di meglio sul lato dell'offerta. Ma dobbiamo comprendere le motivazioni dei consumatori se vogliamo rispondere appieno alle loro esigenze". E' quanto ha dichiarato il Commissario Ue alla protezione dei consumatori Meglena Kuneva nell'ambito di una conferenza che si è svolta oggi a Bruxelles per discutere il ruolo che l'economia comportamentista può svolgere nello sviluppo di politiche maggiormente funzionali agli interessi dei consumatori.

"L'economia comportamentista offre strumenti estremamente interessanti che potrebbero aiutarci a tal fine. La conferenza odierna ci offre anche un'occasione per abbattere il muro che separa i ricercatori e i decisori politici in modo da far sì che essi possano imparare gli uni dagli altri e scambiare idee oltre ad integrarsi nelle loro attività a tutto vantaggio dei consumatori."

L'economia comportamentista studia il modo in cui le persone fanno le loro scelte quotidiane, e in tal modo mette in questione i tradizionali presupposti dell'economia in quanto ricorre a indagini sul terreno e a sperimentazioni di laboratorio per investigare le motivazioni reali che sottendono le decisioni dei consumatori.

Questa scienza può contribuire a spiegare perché il comportamento delle persone non sia sempre egoistico (ad esempio essi fanno donazioni in denaro), perché esse non agiscano sempre in un modo economicamente logico (ad esempio rimangono vincolate a un fornitore di energia più costoso invece di passare a un concorrente a più buon prezzo) o perché esse attribuiscano un maggior valore a certi prodotti rispetto ad altri il cui valore reale è equivalente.

In futuro potrebbe essere uno strumento per testare, ottimizzare e snellire le politiche dell'Ue che interessano i consumatori in tutta una serie di ambiti che vanno dalle questioni consumeristiche, all'energia, alla salute, all'ambiente. Essa offre l'opportunità per meglio comprendere le anomalie dei comportamenti degli esseri umani e delle loro risposte in modo da elaborare politiche che meglio rispondano ai bisogni dei consumatori.

La conferenza di oggi esamina i casi in cui l'economia comportamentista ha già portato all'elaborazione di migliori politiche - sia nell'Ue che altrove - e stimolerà il dibattito sul suo uso e impatto potenziali. Una delle questioni importanti in discussione è se i policy maker abbiano il diritto o la responsabilità di intervenire nelle decisioni dei consumatori.

Entro il 2011 le tariffe di terminazione per gli operatori di telefonia mobile saranno ridotte del 10%. E' quanto ha stabilito con un provvedimento l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), presieduta da Corrado Calabrò. La decisione, formalizza il piano strategico dell'Agcom presentato a Bruxelles lo scorso 13 novembre dal presidente Calabrò e accolto con favore dal Commissario europeo alle telecomunicazioni Viviane Reding. Lo rende noto l'Agcom in un comunicato.

Entro i prossimi tre anni dunque le tariffe di terminazione scenderanno a 5,3 centesimi per Tim, Vodafone e Wind, dagli attuali 8,85 centesimi al minuto dei primi due operatori e dai 9,51 centesimi di Wind. Per H3g si passerà a 6,3 centesimi in luogo degli attuali 13. Nel 2012, infine, sarà raggiunta la piena simmetria per tutti i gestori mobili, con una tariffa di terminazione pari, per tutti, a 4,5 centesimi al minuto.

La decisione dell'Autorità punta "sviluppare ulteriormente la concorrenza nel mercato mobile italiano ed è in linea con la bozza di raccomandazione della Commissione europea riguardo le tariffe di terminazione, ovvero i costi che un operatore paga ad un concorrente quando la chiamata di un suo abbonato raggiunge il cellulare di un altro gestore".

"La politica dell'Autorità - - ha dichiarato il Presidente dell'AGCOM Corrado Calabrò - sulle le tariffe di terminazione produce gli effetti più favorevoli per i consumatori e incentiva la concorrenza, tanto è vero che il mercato italiano della telefonia mobile è il più conveniente e il più sviluppato e, al tempo stesso, quello più aperto alla competizione, anche internazionale. L'obiettivo è stato conseguito attraverso una strategia di lungo periodo volta a promuovere per gli utenti durevoli miglioramenti economici e della qualità del servizio, con continue innovazioni di prodotto e investimenti infrastrutturali da parte degli operatori".

 

La Commissione Ue ha inviato all'Italia e ad altri 5 Stati membri, un parere motivato per non aver pienamente applicato la normativa comunitaria che vieta la discriminazione, in materia di lavoro e occupazione, fondata sul genere. I principali problemi, riscontrati dalla Commissione Ue, riguardano le definizioni di "discriminazione diretta" e "discriminazione indiretta", i diritti delle donne in congedo di maternità e il funzionamento degli organismi responsabili dell'uguaglianza di genere.

Italia, Austria, Lituania, Slovenia, Ungheria e Malta hanno due mesi di tempo per rispondere e se non lo fanno in maniera esaustiva, la Commissione adirà la Corte di Giustizia. "La direttiva comunitaria - ha dichiarato Vladimir Spidla, Commissario Ue alle pari opportunità - gioca un ruolo essenziale nella lotta contro la discriminazione fondata sul sesso, che costituisce un importante obiettivo dell'Unione europea. Sebbene questa sia stata approvata all'unanimità dagli Stati membri e adottata nel 2002, la direttiva non può produrre tutti i suoi effetti se non viene trasposta in pieno e in modo corretto nella legislazione nazionale".

Il Gruppo Formez - OLI sulla semplificazione ha realizzato una nuova indagine sulla semplificazione in materia di Commercio, uno dei settori in cui maggiore è stato l'impatto di competenze e funzioni di Regioni ed Enti locali, sia prima della riforma del Titolo V della Costituzione, che dopo, anche a seguito del c.d. pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni (D.L.223/06, convertito nella L. 248/06).

L'indagine che verrà presentata nel corso di un convegno che si terrà il prossimo 4 dicembre a Roma presso l'Auditorium di Via Rieti è nata dall'idea di individuare le migliori normative e prassi sviluppate a livello regionale per poterne, auspicabilmente, promuovere trasferibilità ed efficacia.

La pubblicazione raccoglie i risultati della rilevazione effettuata nelle Regioni e consente di esaminare gli elementi innovativi della normativa, nonché le modalità e i tempi di adeguamento delle Regioni alle modifiche legislative statali. Le tavole sinottiche (contenute nel cd-rom allegato al volume) permettono poi di confrontare la normativa statale, articolo per articolo, con quella regionale, e di cogliere eventuali differenze o scostamenti dalla normativa statale specialmente in termini di maggiore semplificazione dell'iter del procedimento.

Il Formez da anni è impegnato nel settore della semplificazione mediante la realizzazione di attività mirate, fra l'altro, a rilevare la domanda di semplificazione nel rapporto PA-cittadini-imprese, a monitorare le azioni di semplificazione effettuate, a realizzare azioni di supporto a favore delle amministrazioni.

 

Accesso alle frequenze, roaming internazionale, diffusione dell'alta velocità e futuro di internet; questi i quattro temi su cui discuteranno i Ministri Ue alle Comunicazioni elettroniche dei 27 Stati membri che si riuniranno domani a Bruxelles.

A presiedere la sessione saranno Luc Chatel, segretario di Stato francese per l'Industria e il consumo, per la parte normativa, e Eric Besson, segretario di Stato francese per le Prospettive future, la valutazione delle politiche pubbliche e lo sviluppo dell'economia digitale, per la parte relativa alla promozione della società dell'informazione e all'Internet del futuro.

Il primo argomento di discussione sarà dunque la normativa sulle comunicazioni elettroniche con l'obiettivo di rispondere alle nuove esigenze di accesso più facile alle frequenze radioelettriche, di una maggiore tutela dei consumatori e del potenziamento della sicurezza e dell'integrità delle reti. I ministri si pronunceranno, in particolare, su due proposte di direttiva della Commissione che riformerebbero il quadro giuridico adottato nel 2002 e su una proposta di regolamento che creerebbe un'autorità europea di controllo per il mercato delle comunicazioni elettroniche.

Altra questione sul tavolo dei legislatori comunitari è quella della normativa sul roaming internazionale per cui, quando un utente si sposta in un altro Paese Ue, un operatore si fa carico delle comunicazioni e ne carica i costi sull'operatore telefonico nazionale. Dovrebbe essere raggiunto un accordo sulla proroga al 2012 del regolamento che limitava le tariffe massime delle comunicazioni mobili. Visto che tale regolamento ha fatto registrare una diminuzione del 50-60% delle tariffe delle comunicazioni mobili in roaming, si potrebbe estendere anche agli SMS e agli scambi di dati.

Il terzo tema discusso dai Ministri sarà l'accesso universale all'alta velocità, essendo essa diventata un bene quasi essenziale per la il suo carattere determinante per accedere a tutta una gamma di servizi e il suo impatto sulla competitività e sulla crescita economica. I ministri discuteranno sull'opportunità di inserire l'alta velocità nel quadro del servizio universale, potenziando le strategie comunitarie nazionali in materia.

Ultima questione: il futuro di internet, che è divenuta un'infrastruttura strategica con un ruolo economico e sociale fondamentale. La progettazione delle nuove reti ha quindi bisogno di una partecipazione a livello europeo; i Ministri adotteranno delle conclusioni che terranno conto delle nuove necessità e tenteranno di individuare le misure da adottare per rispondervi.

Aumentano le richieste di credito, per piccole forme di finanziamento, da parte dei cittadini stranieri in Italia. Secondo Experian, nei primi otto mesi del 2008 le domande di credito al consumo, prestiti personali e carte revolving provenienti da immigrati sono salite al 15,4% del totale (italiani + stranieri), contro il 12,1% rilevato nello stesso periodo del 2007.

La comunità più credit-active è quella romena, che pesa per il 26% delle richieste di credito da stranieri, seguita a distanza dalle comunità marocchina (7,3%) e albanese (5,3%). Restano però superiori alla media i tassi di rifiuto e le insolvenze. Se infatti in Italia la percentuale dei rifiuti sfiora un terzo delle domande (32,5%) complessive (italiani + stranieri), si passa al 50% per le principali comunità straniere. Proporzioni simili si verificano per i tassi di insolvenza (3,7% per il totale contro il 5% circa per gli stranieri).

"Gli stranieri residenti nel nostro Paese si confermano più credit-active degli italiani, e questo già la dice lunga sul fatto che i rifiuti non si spiegano con pregiudizi o discriminazioni - ha commentato Marcella Antolini, Sales & Marketing Director di Experian in Italia. "Rifiuti e insolvenze sono dunque più direttamente correlati ad altri fattori oggettivi, come livelli di reddito più bassi o la precarietà dell'impiego".

Dalla rilevazione di Experian emerge inoltre che:

  • sul fronte delle richieste di finanziamento, la comunità tunisina è quella che ha più difficoltà, con il 65% di domande rifiutate. Seguono quella egiziana (64,5%) e pakistana (61,9%), mentre la comunità filippina (30,7%) mostra meno difficoltà;
  • per le insolvenze (bad rate 90+, e cioè con ritardi di pagamento per almeno 3 rate di 90 e più giorni), le comunità con maggiori criticità sono le nordafricane, con sofferenze superiori al 10%, mentre filippini (3,4%) e moldavi (3,5%) sono più affidabili degli stessi italiani;
  • la comunità cinese si conferma poco integrata nel sistema socio-economico italiano: solo lo 0,8% delle richieste di credito straniere viene da cittadini cinesi, a fronte di una penetrazione nella popolazione molto più alta;
  • complessivamente, aumentano le richieste di prestiti personali (dal 42,9 al 50%) a scapito delle carte revolving, mentre continua a pesare per circa il 40% il credito al consumo.

Interruzioni di elettricità in calo nel 2007 e regole più stringenti in arrivo per le interruzioni brevi. In Italia sono diminuite le interruzioni nella fornitura di energia elettrica alle famiglie - lo scorso anno la durata complessiva è scesa a una media di 58 minuti per cliente - e si sta riducendo anche il divario fra Nord e Sud. È quanto comunica l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, che ha assegnato alle imprese gli incentivi e le penalità corrispondenti ai risultati ottenuti in relazione ai livelli di continuità del servizio nel 2007.

Il sistema di premi e penalità adottato dal 2000, comunica l'Autorità, ha consentito notevoli miglioramenti sia nella durata delle interruzioni (ridottasi del 70% in otto anni) sia nel numero delle interruzioni del servizio (si sono ridotte del 40% le interruzioni "lunghe", ovvero di durata superiore a 3 minuti). Lo scorso anno la durata delle interruzioni è così scesa a una media nazionale di 58 minuti per cliente: l'Italia si colloca così ai primi posti per qualità del servizio, se si considera che Francia e Gran Bretagna registrano durate di disservizi pari a 81 e 89 minuti di interruzione.

Sulla base dei dati di continuità definitivi in base ai controlli effettuati, l'Autorità ha contestualmente deliberato, per ciascuna delle 23 imprese di distribuzione, gli incentivi e le penalità conseguenti i risultati di continuità del servizio effettivamente raggiunti da ogni singola azienda.

Gli incentivi ammontano complessivamente a 190 milioni di euro e le penalità a 8 milioni di euro. In particolare, prosegue l'Autorità, per Enel distribuzione il saldo netto di 181 milioni di euro deriva sia da incentivi (188,5 milioni di euro) che da penalità (6,8 milioni di euro); incentivi vanno ad Aem Milano, Asm Brescia, Set distribuzione e altre aziende elettriche locali. Tra le aziende con penali l'Acea, che tuttavia è riuscita a ridurle sensibilmente rispetto all'anno precedente (1,1 milioni di euro contro 3,9 del 2006) grazie al programma di investimenti sulla rete romana.

Per il quadriennio 2008-2011 sono previsti ulteriori obiettivi di miglioramento: il nuovo schema di incentivi e penalità, applicabile dal 2008, comprende infatti anche le interruzioni brevi (durata tra 1 secondo e 3 minuti).

 

Agevolazioni Irpef sugli straordinari e premi di produttività approdano nella guida bimestrale "l'Agenzia informa": l'ultimo numero dedica infatti ampio spazio al nuovo regime di tassazione degli straordinari introdotto in via sperimentale e offre una panoramica sulla tassazione dei redditi da lavoro dipendente con un approfondimento dedicato alle regole relative ai "fringe benefits".

La guida, disponibile sul sito internet dell'Agenzia e nei prossimi giorni negli uffici delle Entrate, approfondisce le agevolazioni sugli straordinari, il nuovo sistema agevolato di tassazione, introdotto di recente in via sperimentale per i lavoratori dipendenti del settore privato, e da applicare alle somme percepite per il lavoro straordinario e per i premi di produttività.

L'ultimo vademecum pubblicato dall'Agenzia consente al lettore di verificare sia le modalità che il possesso dei requisiti necessari per fruire dell'agevolazione, individuando inoltre gli obblighi del datore di lavoro e del lavoratore stesso, oltre a fornire l'esatta indicazione dei nuovi codici tributo da utilizzare per il versamento dell'imposta sostitutiva dell'Irpef e delle addizionali regionale e comunale. Altro campo trattato dalla guida è quello relativo alle svariate forme di remunerazione aggiuntive alla retribuzione principale, cosiddetti "fringe benefits", concesse dal datore di lavoro al dipendente tra cui, per esempio, i veicoli aziendali, i prestiti e i fabbricati concessi in locazione, uso o comodato.

 

Regole più stringenti per assicurare la massima tempestività nella gestione dei reclami e nella rettifica di ogni eventuale errore di fatturazione, prevedendo anche indennizzi automatici a favore dei consumatori in caso di violazione delle nuove norme. Sono alcune delle principali novità del Testo integrato della regolazione della qualità dei servizi di vendita (TIQV) emanato dall'Autorità per l'energia per migliorare le tutele dei consumatori di elettricità e gas naturale, nei diversi momenti del rapporto commerciale con il venditore di energia elettrica e di gas (reclami, fatturazioni, richieste di informazioni, etc).

Il rimborso automatico è di 20 euro e scatta se il venditore non risponde entro 40 giorni dal reclamo del cliente o se l'errore di doppia fatturazione non viene rettificato entro 20 giorni dalla richiesta, oppure se la rettifica della fatturazione non viene fatta entro 90 giorni dalla richiesta.

Il nuovo provvedimento è stato approvato al termine di una procedura di consultazione pubblica che ha consentito di recepire anche indicazioni delle Associazioni di consumatori e degli operatori del settore.  Il nuovo Testo integrato accorpa in modo organico la precedente regolazione sulla qualità della vendita; ad esempio anche quella per i call center dei venditori che ha fissato obblighi di servizio riguardanti la semplicità del risponditore automatico, l'orario di apertura, la gratuità delle chiamate, l'informazione ai clienti, nonché precisi standard per il tempo medio di attesa, il livello di servizio e l'accessibilità.

In dettaglio, il Testo integrato (delibera ARG/com 164/08, disponibile sul sito www.autorita.energia.it ) prevede:

  • regole più stringenti per migliorare il trattamento dei reclami: l'Autorità ha introdotto l'obbligo per il venditore di indicare la persona ed il riferimento organizzativo ai quali rivolgersi dopo aver presentato il reclamo; inoltre, le risposte fornite al cliente dovranno essere adeguatamente motivate;
  • un unico interlocutore anche per effettuare reclami di tipo tecnico, sia per l'energia elettrica che per il gas. Il venditore farà da tramite con il distributore, qualora sia necessario, semplificando le procedure a carico del consumatore che effettua il reclamo. Questa semplificazione è stata ritenuta opportuna a seguito della separazione tra distributori e venditori, avvenuta con la liberalizzazione dei mercati;
  • maggiore tempestività nelle verifiche di fatturazione: sono stati introdotti il diritto ad una risposta motivata entro 40 giorni alle richieste di verifica della fatturazione.

Gli indennizzi automatici stabiliti dal Testo integrato sono:

  • un indennizzo automatico di 20 euro, a carico del venditore, se le risposte ai reclami supereranno il tempo limite di 40 giorni per sua responsabilità. L'indennizzo, che potrà essere corrisposto (non più di una volta l'anno allo stesso cliente per lo stesso motivo, onde evitare eventuali abusi) si propone di assicurare tempi certi e la massima tempestività nella risposta ai clienti;
  • una disciplina specifica per ritardi di rettifica dei casi di "doppia fatturazione" a seguito del cambio di fornitore: l'errore di doppia fatturazione deve essere rettificato entro 20 giorni dalla richiesta, pena il pagamento di un indennizzo automatico di 20 euro al consumatore;
  • un indennizzo automatico di 20 euro in caso di mancato rispetto del termine di 90 giorni per la rettifica di fatturazione, quando dovuta. Le richieste di rettifica potranno essere inoltrate non solo per le fatture già pagate, ma anche per quelle per le quali è prevista la possibilità di rateizzazione.

Le principali disposizioni del Testo integrato entrano in vigore già dall'1° gennaio 2009.

L'Autorità ha inoltre avviato una seconda consultazione (DCO 35/08, disponibile sul sito www.autorita.energia.it) per arrivare a definire ulteriori regole di maggior dettaglio entro fine anno.

In particolare:

  • sulla gestione dei reclami per i quali il venditore dovesse necessariamente richiedere dati tecnici in possesso del distributore;
    sui reclami multipli, per esempio originati da disservizi di vaste dimensioni;
  • sulla pubblicazione comparativa dei dati di qualità del servizio dei venditori, per promuovere una scelta sempre più consapevole del fornitore di energia elettrica o di gas;
  • sugli obblighi di tempestività nelle comunicazioni tra venditori e distributori.

I soggetti interessati ad inviare le proprie osservazioni su queste nuove proposte possono inviarle all'Autorità entro il 12 dicembre 2008.


Nel 2007 la Commissione Ue ha assunto più donne che uomini in tutte le categorie di personale.

Le donne hanno costituito il 50,6% delle nomine a funzioni di amministratore e il 74% delle nomine a funzioni di assistente. I progressi sono particolarmente significativi a livello delle nomine a incarichi di amministratore: il 54,2% delle nomine a funzioni non dirigenziali (contro il 44% nel 2004), il 31,5 % a funzioni dirigenziali intermedie (contro il 23,2% nel 2004) e il 35,1% a funzioni dirigenziali superiori (contro il 12,8% nel 2004).

Nello stesso tempo i servizi della Commissione si stanno adoperando per sensibilizzare il personale, conciliare vita privata e professionale, nonché incentivare la progressione della carriera.

Sono alcuni dati della Relazione annuale pubblicata oggi dalla Commissione Ue sul "Quarto programma d'azione per la parità di opportunità tra uomini e donne presso la Commissione europea (2004-08)", adottato nel 2004. Il programma prevedeva:

  • Progressione della carriera; la Commissione si è prefissa obiettivi annui di assunzione e di nomine di donne per funzioni di amministratore. Gli obiettivi per il 2007 prevedevano il 25% di prime nomine a funzioni dirigenziali superiori, il 30% a funzioni dirigenziali intermedie e il 50% a funzioni non dirigenziali di amministratore. Il 2007 è stato il primo anno in cui si è riusciti a centrare tutti gli obiettivi (rispettivamente con 35,1%, 31,5% e 54,2%);
  • Dal 2007 sono state poste in essere misure vincolanti che hanno facilitato i progressi raggiunti in materia di prime nomine di donne a funzioni dirigenziali intermedie;
  • Uno studio è stato condotto nel 2007 per comprendere meglio i motivi all'origine dello scarso numero di donne candidate a funzioni di dirigenza.
  • Per risolvere il problema del limitato numero di candidature femminili, vengono organizzate specifiche formazioni.

Per conciliare meglio vita privata e vita professionale, dal 2005 è stato istituito un meccanismo che permette una più efficace sostituzione del personale assente per congedo di maternità o per congedo parentale, o ancora per coloro che scelgono di lavorare a tempo parziale. Dal 2007 sono stati istituiti orari flessibili e sistemi di telelavoro. Vengono organizzate inoltre azioni di sensibilizzazione del personale, sotto forma di seminari, tutorato o formazione.

Nonostante i progressi realizzati, le donne continuano a essere insufficientemente rappresentate nella categoria degli amministratori, soprattutto nelle funzioni dirigenziali (18,5% di donne al livello superiore, 20,4% al livello intermedio, oltre al 38,4% nelle funzioni non dirigenziali di amministratore; nel 2004 le rispettive percentuali erano 12,8%, 18,3% e 32,5%).

I principali temi sui quali la Commissione dovrà continuare a lavorare saranno la scarsa rappresentanza delle donne, il numero ridotto delle loro candidature a funzioni dirigenziali, la lentezza nell'evoluzione delle mentalità, la cultura dei lunghi orari di lavoro e il problema dell'efficace sostituzione del personale assente.

La Commissione controllerà rigorosamente l'attuazione dei parametri fissati e si sforzerà, nei limiti del possibile, di combattere qualsiasi discriminazione fondata sul sesso in sede di procedure di selezione, sulla scorta di uno studio condotto dall'Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO).

Per favorire inoltre l'equilibrio fra vita professionale e vita privata, sono in fase di esame tre strategie, e le conclusioni sono attese per l'inizio del 2009: si tratta del meccanismo di sostituzione del personale assente, della politica relativa agli orari flessibili e della politica in materia di telelavoro.

 

Inaugurato ufficialmente oggi dal Commissario Ue per la protezione dei consumatori Meglena Kuneva il primo master europeo in questioni consumeristiche. In 13 università di altrettante città europee verrà offerto un programma di diploma promosso dall'Ue che ha il fine di introdurre una formazione professionale per quegli operatori che si occupano del mondo del consumerismo in diversi ambiti: quello aziendale, quello politico e quello delle stesse organizzazioni dei consumatori.

Finora non esisteva una qualifica professionale europea in questo ambito e questi nuovi master intendono colmare la lacuna. I curricola comprenderanno la normativa a tutela dei consumatori, l'analisi dei comportamenti e della psicologia dei consumatori, nozioni di economia, marketing, tecnologie orientate ai consumatori e/o consumo sostenibile. Imprese, governi e organizzazioni dei consumatori hanno già dimostrato interesse ad assumere questi operatori qualificati.

La Commissione europea ha contribuito alla creazione di questi corsi e li sostiene finanziariamente: ogni università interessata riceverà un contributo di 50mila euro all'anno, per 3 anni e ci saranno borse di studio di 3mila euro ciascuna per gli studenti.

Le università coinvolte sono suddivise in 3 consorzi che si occupano ciascuno di un ambito tematico diverso. Il Gruppo 1 si occupa di marketing/management, tecnologia orientata ai consumatori, consumo sostenibile, alimenti e nutrizione, studi consumeristici e sviluppo della filiera della fornitura; il Gruppo 2 si occupa dei comportamenti dei consumatori, delle questioni legali e delle relazioni imprese/consumatori, il terzo Gruppo di economia, marketing, diritto e psicologia. I nuovi corsi di master inizieranno nell'autunno del 2009 e gli studenti possono chiedere di partecipare a questi corsi rivolgendosi direttamente all'università in questione come per qualsiasi altro corso universitario.

Avviando il programma presso l'Università della Haute Alsace a Colmar (Francia) il Commissario Kuneva ha affermato: "Se guardiamo a ciò che accade davanti ai nostri occhi, come ad esempio la crisi finanziaria e l'aumento dei prezzi, non si può sopravvalutare l'importanza di tutelare e promuovere i diritti e gli interessi dei consumatori. Sono quindi particolarmente compiaciuta che l'emancipazione dei consumatori rientri oggi appieno nella formazione universitaria in Europa".

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Nucleare e rinnovabili sono le chiavi di svolta per ridurre la dipendenza energetica dell'Italia e promuovere l'efficienza di un sistema produttivo che ha ancora carenze strutturali. E' questa la sintesi dell'intervento del Ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, nell'ambito della giornata organizzata oggi a Roma dal Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) sul "problema delle reti" nella politica europea dell'energia.

"La politica energetica è stata uno dei pilastri su cui si è fondata l'Europa: nel '51 è stata il fondamento del Trattato della CECA, nel '57 dell'Euratom. Nel tempo l'attenzione all'energia è calata, ma oggi è di nuovo una priorità assoluta per l'Unione Europea a 27" ha dichiarato il Ministro.

"Sono tre le sfide che si pongono di fronte al mercato energetico interno dell'Europa e queste sono: la sostenibilità ambientale, la sicurezza dell'approvvigionamento e la competitività del sistema produttivo. Purtroppo i margini di manovra a disposizione dell'Europa per rispondere a queste sfide non sono ampi". E qui Scajola ha fatto un quadro della situazione energetica mondiale e italiana.

Oltre il 50% dell'energia utilizzata nel mondo viene ricavata dal petrolio e dal gas; i paesi industrializzati dipendono da un numero molto ristretto di paesi esportatori: soltanto i paesi Opec possiedono l'80% delle riserve petrolifere mondiale, il 64% di queste sono concentrate nel Medio-Oriente. Per il gas la situazione è analoga: l'Europa da sola consuma il 20% del gas mondiale e ne detiene il 2%; tre paesi, Russia, Iran e Qatar, ne possiedono da soli il 60%.

La conseguenza è che l'Europa dipende dall'estero per il 50% del proprio fabbisogno energetico e nei prossimi 20 anni questa percentuale è destinata a crescere fino al 65%.

"In una situazione come questa è evidente - ha affermato Scajola - come ormai la politica energetica sia diventata politica estera. I paesi produttori sono caratterizzati da un elevato tasso di instabilità e hanno dimostrato in più occasioni di voler usare le loro risorse per fini politici".

Entrando nel merito della situazione italiana il Ministro ha spiegato che le difficoltà sono ancora maggiori. In primo luogo la dipendenza energetica elevata: oggi è dell'85%, tra 20 anni potrebbe arrivare al 95%; non meno problematiche sono le carenze infrastrutturali che rendono pesante il trasporto; per finire Scajola ha parlato di uno "squilibrio del mix di generazione elettrica, che è caratterizzato dalla prevalenza dell'utilizzo del gas, dalla totale assenza del nucleare, dal modesto ricorso al carbone e da una quota di rinnovabili che è addirittura in flessione: l'idroelettrico che nel dopoguerra è stata la principale fonte di energia del nostro Paese, fino al 70% della produzione totale, è arrivata oggi al 13%".

"Tutte queste debolezze - ha spiegato Scajola - poi si riversano sulle bollette dei cittadini e rendono ancora più problematico e oneroso il rispetto degli obiettivi europei".

Il Ministro ha ribadito che l'Italia condivide gli obiettivi generali del Pacchetto sull'energia dell'Ue e la volontà di concludere l'iter per la sua adozione entro la fine di questa legislatura europea, ma ritiene che sia necessario fare dei correttivi per rendere più flessibile l'applicazione per attenuarne i pesanti riflessi economici e conciliare le esigenze dei paesi, visto che non partiamo tutti dalle stesse condizioni.

"Sono le tre le aree su cui il Governo italiano cercherà di ottenere i maggiori risultati - ha detto il Ministro - la prima è la creazione di reti e corridoi energetici; la seconda è la diversificazione delle fonti; la terza è la promozione dell'efficienza energetica, attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili e al nucleare".

La produzione di energia nucleare copre attualmente il 15% del fabbisogno europeo e per svilupparsi ha bisogno del forte consenso delle popolazioni. Secondo Scajola la maggioranza degli italiani, come dimostrano recenti sondaggi, ha capito l'importanza del nucleare, ma "bisogna ancora far cadere i pregiudizi ideologici, facendo parlare gli esperti che danno informazioni chiare e non di parte".

"Il nostro obiettivo - ha concluso il Ministro - è inoltre quello di innalzare al 25% il contributo delle fonti rinnovabili al fabbisogno energetico italiano e per far questo stiamo promuovendo la realizzazione di impianti più efficienti".

 

In arrivo nuove regole per ridurre i costi, promuovere la concorrenza e diminuire il numero di tariffe presenti sul territorio nazionale: è quanto ha annunciato l'Autorità per l'energia elettrica e il gas che ha approvato un insieme di nuove regole tariffarie per i servizi di distribuzione e misura del gas. Queste andranno applicate nel periodo 2009-2012.

Obiettivo dell'iniziativa è quello razionalizzare il sistema normativo e dunque di favorire lo sviluppo della concorrenza fra venditori a tutela dei consumatori finali, attravero la riduzione dei costi complessivi dei distributori, investimenti per la sicurezza della rete e la riduzione del numero di tariffe applicate sul territorio nazionale - saranno infatti individuati solo sei ambiti tariffari.

Dal punto di vista della regolazione di sistema, informa l'Aeeg, il provvedimento definisce nuovi criteri per:

  • l'allocazione dei costi, in particolare di quelli di impianto, in modo da adeguarsi alla dinamica delle nuove concessioni e dare indicazioni certe sul valore riconosciuto alle reti e sui livelli della loro remunerazione;
  • individuare in modo univoco quali siano i soggetti deputati al servizio di misura e quali siano i valori rilevanti per le transazioni economiche del servizio di fornitura del gas naturale;
  • stabilire precise responsabilità relativamente ai tratti di rete, particolarmente critici dal punto di vista della sicurezza, che vanno dai confini di proprietà ai punti di misura.

Dal punto di vista strettamente tariffario, il provvedimento definisce nuovi criteri per:

  • ridurre drasticamente il numero di tariffe presenti sul territorio nazionale, individuando solo 6 ambiti tariffari, in cui viene applicata la medesima tariffa (contro una situazione attuale di circa 2000 tariffe diverse);
  • definire un percorso di recupero delle inefficienze dei costi di gestione (peraltro definiti con maggior aderenza ai costi reali) sia imponendo una riduzione graduale di tali costi verso i livelli di maggior efficienza rilevati a livello nazionale, sia definendo meccanismi incentivanti per le aggregazioni delle piccole e medie imprese;
  • valutare una più puntuale incidenza dei contributi pubblici e privati a detrazione del capitale investito e della conseguente remunerazione riconosciuta in tariffa;
  • incentivare alcuni investimenti connessi alla sicurezza delle reti (ad esempio l'ammodernamento dei sistemi di odorizzazione, la sostituzione delle condotte in ghisa con giunti canapa e piombo).
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