Buone notizie dall'Unione Europea per i diritti dei consumatori. Un cittadino che acquista beni o servizi attraverso un contratto a distanza ha il diritto di recedere da tale contratto entro 7 giorni lavorativi e non deve essere obbligato a pagare penalità né ad indicare il motivo del recesso dal contratto. Le uniche spese che gli possono essere imputate sono quelle di spedizione della merce al fornitore.

E' quanto ha precisato oggi la Corte di Giustizia dell'Unione Europea intervenendo nella seguente vicenda: una consumatrice tedesca ha acquistato un computer portatile via Internet; otto mesi dopo l'acquisto si è accorta di un difetto del prodotto e ha voluto recedere dal contratto di vendita, poiché il venditore si è rifiutato di rimediare gratuitamente al problema. La consumatrice ha chiesto il rimborso di 278 euro, cui il venditore si è opposto reclamando a sua volta un'indennità compensatrice per gli otto mesi di utilizzo del pc (somma pari a 316,80 euro).

Nella sua sentenza la Corte di Giustizia ha precisato che, in maniera generale, l'imposizione di un indennizzo per l'utilizzo del bene acquistato attraverso un contratto a distanza è incompatibile con gli obiettivi della direttiva comunitaria sulla protezione del consumatori in materia di contratti a distanza (direttiva 97/7/CE del 20 maggio 1997). Il consumatore sarebbe scoraggiato ad esercitare il suo diritto di recessione se questo fosse legato al pagamento di un indennizzo. Soltanto ad alcune condizioni, il pagamento di un'indennità compensatrice può essere imposta al consumatore che utilizza un bene acquistato in modo incompatibile ai principi del diritto civile, come quello della buona fede.


 

A eccezione di alcune regioni dove i saldi continueranno ancora per qualche giorno (Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Gulia, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Valle d'Aosta), nelle altre città si può azzardare un bilancio sulla stagione ormai conclusa. Secondo la stima della CIDEC (Confederazione Italiana degli Esercenti Commercianti) la stagione conclusa è stata negativa.

"Il calo si attesta intorno all'8-10 per cento rispetto all'anno scorso - sottolinea il presidente nazionale Agostino Goldin - c'è chi parla di calo consistente rispetto all'anno scorso e chi di un calo più contenuto ma, a fronte di mesi difficili, che hanno lasciato i magazzini pieni di giacenze, quella appena trascorsa è da archiviare come una stagione estiva negativa".

"Il dato preoccupante riguarda le forti giacenze di magazzino - spiega Goldin - siamo arrivati ai saldi già con stock di invenduti elevati a causa della frenata dei consumi. Quindi l'effetto saldi è riuscito solo in parte a "salvare" una stagione estiva alla fine risultata negativa".

Ad agosto si confermano i segnali di recupero della fiducia dei consumatori italiani, che è cominciata a salire nel mese di aprile. L'aumento è di ben 4 punti, secondo l'inchiesta ISAE realizzata tra il 3 e il 21 di agosto, e la fiducia dei consumatori italiani raggiunge 111,8, uno dei valori più elevati dal marzo del 2007. I dati risultano particolarmente favorevoli per la situazione economica personale che registra un balzo di oltre 6 punti, passando da 118,4 a 125, valore massimo dal marzo del 2002.

Arretra invece lievemente l'indicatore relativo al quadro economico generale, che passa da 87,3 a 87. Favorevole risulta infine l'evoluzione degli indicatori relativi al quadro corrente (da 114,4 a 118 massimo dal giugno del 2002 ) e a quello futuro, che migliora per il quinto mese consecutivo passando da 100,9 a 104,2 (massimo dall'aprile del 2007).

Gli italiani percepiscono inoltre una sostanziale stabilizzazione dei prezzi correnti e si attendono un rallentamento della dinamica inflazionistica. La crescita della fiducia è diffusa a tutto il territorio nazionale, pur risultando relativamente più intensa nel Nord Est (da 107,2 a 114,1) e al Centro (da 107,7 a 112,3) rispetto al Nord Ovest (da 109,2 a 111,6) e al Mezzogiorno (da 108,3 a 110,1).

A contestare questi dati arriva immediata la reazione di Federconsumatori. "Il PIL scende del 6% - scrive l'Associazione dei consumatori in una nota - la contrazione dei consumi è attesa a -2,5%, il tasso di disoccupazione sta raggiungendo le due cifre, mentre la cassa integrazione aumenta a dismisura (comportando ricadute sul potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso di 980 euro annui), tuttavia, gli italiani, per l'Isae, sono felici e contenti".

Anche secondo Adiconsum "l'indagine dell'Isae è condivisibile quando afferma che non ci sono stati aumenti generalisti; non è condivisibile quando afferma che ci sono state riduzioni di prezzi. L'inflazione è a zero, ma i consumatori colgono anche gli aspetti speculativi sui carburanti e tutto ciò è dimenticato nell'indagine.

Quanto alla fiducia verso la situazione economica, Adiconsum non rileva l'ottimismo dell'Ente di ricerca del Ministero del Tesoro. Se la crisi finanziaria, infatti, può considerarsi superata con considerevole perdita di risparmio delle famiglie, quella produttiva e sociale è lungi dall'essere superata con rischio elevato di chiusura delle fabbriche, perdita del posto di lavoro e ricorso alla cassa integrazione.


 

Peggiora la fiducia dei contribuenti italiani nei confronti delle banche. Lo rileva Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani che con lo Sportello Antiusura monitora costantemente la fiducia dei contribuenti nei confronti delle principali banche italiane. Il sondaggio effettuato nel corso della manifestazione Fisco Tour 2009 su un campione di 1.230 famiglie rileva nel mese di agosto un calo di fiducia dei contribuenti italiani dell'1,75%: solo una famiglia su quattro si fida della propria banca. Su 1.230 famiglie, il 18,20% sono a favore della propria banca, mentre il 81,80% sono contrarie.

"E' il peggior dato registrato nel 2009 - ha sottolineato Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - Il risultato è da attribuirsi alla mancanza di trasparenza nei bilanci delle banche. E' importante che si faccia luce sulla qualità dei bilanci bancari.

Argomenti da trattare urgentemente con il ministro Tremonti e con Draghi". "Siamo pronti al dialogo ed al confronto - ha proseguito Carlomagno - per esporre la grave situazione in cui versano i contribuenti italiani. Sarebbe opportuno aiutare le famiglie e concedere anche a loro una tregua per almeno 12 mesi, per il rilancio dei consumi e dell'economia".

 

 

 

 

A breve potrebbe scattare un'azione risarcitoria collettiva contro Sky e Rai "che stanno danneggiando gli utenti impedendo la visione di programmi del servizio pubblico": gli utenti abbonati a Sky, che pagano il canone Rai, in alcune ore della giornata non hanno la possibilità di vederne i programmi.

Lo ha annunciato oggi Federcontribuenti ritenendo "inammissibile, alla luce dell'obbligatorietà del pagamento del canone Rai, che gli utenti abbonati a Sky si vedano oscurare i programmi dei canali della rete pubblica. Di contro Sky - denuncia Federcontribuenti - non garantisce la visione di alcuni programmi, comunque trasmessi dalla rete a pagamento di Murdoch, vedi domenica il Gran Premio di Formula 1 di Spa, costringendo gli abbonati al pagamento di ulteriori somme per la visione di un canale sport di Sky; dunque: doppia beffa e doppio costo per non vedere nulla, se non paghi ulteriormente.

"In Italia - afferma il Presidente di Federcontribuenti, Carmelo Finocchiaro - stiamo assistendo ad una drammatica situazione della comunicazione nei mezzi d'informazione orientata sempre più a interessi di potentati economici o politici. Bisogna reagire in maniera decisa per garantire gli utenti sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista della libera informazione, specie quando per una fascia notevole di cittadini ormai viene impedito in molte ore del giorno l'accesso ad alcuni programmi della rete pubblica, così come impossibile è ormai la visione dei canali Rai Premium e Rai Extra che sono stati totalmente oscurati. La fine del monopolio pubblico - conclude Finocchiaro - che doveva essere una garanzia di informazione per tutti i cittadini adesso è diventato un limite per milioni di italiani".

La Federcontribuenti chiede "l'immediato ripristino di tutti i programmi Rai, in quanto il persistere di tale situazione non potrà che portare alla dovuta richiesta di riduzione del costo dell'abbonamento Sky e per quanto riguarda la Rai a un rimborso del canone oltre che ad una azione legale, nei confronti del CdA, per interruzione di pubblico servizio".

 

E' entrato in vigore oggi il Decreto del Ministero dello sviluppo economico 23 luglio 2009 in materia di sicurezza degli ascensori. Il provvedimento dispone una verifica straordinaria, "finalizzata alla realizzazione di un'analisi delle situazioni di rischio", su tutti gli ascensori installati e messi in esercizio prima del 1999, disponendo inoltre la realizzazione dei "conseguenti interventi di adeguamento", anche in questo caso con scadenze legate alla data di costruzione degli ascensori.

Di fatto secondo l'Assoutenti si tratta di un balzello posto a carico delle famiglie per fare contente le imprese di manutenzione. La normativa vigente, infatti, già prevede verifiche di sicurezza adeguate e le statistiche sugli incidenti non registrano nessuna ragione di verifiche straordinarie.

Secondo alcune stime delle associazioni ascensoristiche il costo medio degli interventi imposti dal decreto del Ministero dello sviluppo economico potrebbe essere di 15.000 euro ad impianto, con un fatturato - e, di conseguenza, un onere a carico delle famiglie italiane - di circa 6 miliardi di euro. Una tassa surrettizia - dichiara Mario Finzi Presidente Assoutenti - con la quale il Governo mette le mani nelle tasche delle famiglie senza considerare la situazione di grave disagio economico che i consumatori italiani stanno vivendo in questi mesi.

 

 

 

Manca poco alla riapertura delle scuole e in questi giorni fervono gli acquisti del materiale didattico: zaini, astucci, quaderni e quant'altro. Secondo un'indagine di Federconsumatori a crescere maggiormente (con punte tra il 10% e il 16% rispetto al 2008) sono soprattutto i prodotti di marca (zaini, astucci, diari), quelli cioè più gettonati dai ragazzi, che vogliono sempre stare al passo con le mode e le tendenze del momento. Rimangono stabili, invece, i prezzi di quadernoni e matite colorate, che hanno già subito un rincaro lo scorso anno.

L'importante, per questo tipo di acquisti, è non avere fretta - consigliano dall'Associazione - Si possono risparmiare fino a 16 Euro per acquistare uno zaino di marca, a patto, però, che si abbia il tempo per confrontare i prezzi applicati in diversi punti vendita, scegliendo quello più conveniente.

Non si dimentichi - avverte Federconsumatori - che, alla spesa iniziale per il nuovo anno scolastico, vanno aggiunti i costi da sostenere durante l'anno per i ricambi del materiale didattico (quaderni, album da disegno, penne, matite, colori, accessori, ecc.) per i quali si arriva a spendere anche 250-300 Euro. A tale proposito Federconsumatori ed Adusbef consigliano di effettuare una scorta di questi ultimi, approfittando delle numerose offerte che si presentano in questo periodo dell'anno.

Un'ulteriore spesa è quella relativa ai libri, che, quest'anno - secondo le stime delle Associazioni - si attesterà intorno a 440 - 450 Euro annui, registrando cioè un aumento del 3-5% rispetto allo scorso anno.

In relazione a tale voce di spesa, assai onerosa per le famiglie, Federconsumatori e Adusbef chiedono che vi siano maggiori controlli rispetto al puntuale sforamento dei tetti di spesa fissati dal Ministero (che dovrebbero attestarsi, ad esempio, a cifre inverosimili come 286 Euro per la I° media e 320 Euro per il 4° ginnasio in un Liceo Classico!). Sempre a tale riguardo chiediamo di promuovere iniziative, anche via web, di scambio o vendita di libri usati, incentivando anche l'editoria elettronica o, quantomeno, rendendo disponibili in rete gli aggiornamenti per le nuove edizioni, senza obbligare l'alunno ad acquistare necessariamente un testo nuovo.

"Il periodo delle vacanze è certamente favorevole a coloro che, attraverso la pubblicità ingannevole, sono sempre in agguato". E' quanto ricorda Confconsumatori invitando i cittadini a "non distrarsi".

"La pubblicità - spiega in una nota l'avvocato Carmelo Calì, presidente di Confconsumatori Sicilia - è ingannevole non solo quando non dice la verità, o non la dice tutta, ma anche quando comunica in modo suggestivo e fuorviante alcune informazioni essenziali per le scelte d'acquisto del consumatore. Inducendolo magari a scelte che mai avrebbe fatto".

L'Associazione dei consumatori elenca una serie di casi in cui l'Antitrust ha sanzionato ipotesi di pubblicità ingannevole per servizi che si acquistano proprio in questi giorni.

Ecco alcuni esempi: compagnie aeree che non mostrano in modo trasparente il costo finale dei biglietti aerei, che vendono on-line tramite il loro sito internet. Hotel che hanno pubblicizzato alcuni servizi quali "area benessere con centro massaggi", trattamenti estetici e ristorante a buffet, che erano inesistenti. O ancora i casi in cui le camere d'albergo munite di aria condizionata, con sauna e idromassaggi compresi nel prezzo della stanza, non presentavano traccia di aria condizionata e le saune e gli idromassaggi risultavano a pagamento.

Confconsumatori menziona, poi, "il pacchetto turistico venduto con la partenza in aereo dalla città di residenza del turista, mentre invece si partiva da Roma". "Addirittura c'è stato chi ha avuto la faccia tosta di pubblicizzare un "benvenuti disabili" per una struttura piena di barriere architettoniche".

Altre pronunce hanno riguardato integratori alimentari o prodotti dietetici "spacciati per specialità farmaceutiche o naturali, ma che in realtà non garantivano i risultati promessi; oppure capsule dimagranti, cerotti perdi-peso e prodotti per accrescere le proprietà del latte materno".

"Ma l'Antitrust - denuncia l'avvocato Calì - si è pronunciata anche su offerte che potrebbero essere riproposte con la fine dell'estate, dichiarando ingannevole le pubblicità di società del settore energia, diffuse tramite spot televisivi, internet, brochure e cartelloni stradali, in cui i prezzi erano dichiarati "congelati" senza dar notizia delle spese aggiuntive da sostenere".

"Tutti costoro - scrive Calì - pensavano di aver fatto i furbi, altro che anima del commercio, ma sono stati inesorabilmente sanzionati!"

"Allora, come deve essere la pubblicità? Molto chiara sul prezzo o sul fatto che esso sia realmente vantaggioso o limitato al tempo di una offerta. Altrettanto chiara sui diritti del consumatore come vantaggi o bonus offerti, diritti al rimborso o sostituzione dei beni ovvero diritti di recesso dai contratti, libera scelta dei servizi desiderati, acquisizione del consenso".

"Le riconsegne dei bagagli allo scalo romano di Fiumicino restano troppo lente. Anzi: completamente fuori tempo". Così in un'intervista a La Repubblica il direttore Enac dell'aeroporto di Fiumicino, Vitaliano Turrà. Ieri nello scalo romano sì è consumato l'ennesimo "giorno no" nella riconsegna dei bagagli.

Il caos bagagli a Fiumicino non fa differenze di ceto e ha fatto anche una vittima illustre: il sindaco capitolino, Gianni Alemanno, che insieme alla moglie era di ritorno da Venezia nella capitale, l'altro ieri sera ha atteso oltre un'ora la riconsegna delle valigie "in una sala affollata, e con aria condizionata mal funzionante".

Una situazione definita dal sindaco "inaccettabile per un aeroporto che deve essere di portata internazionale". Non a caso, Alemanno ha indetto, il 7 e l'8 settembre, un tavolo di confronto con l'Enac, Adr e le società di handling dell'aeroporto di Fiumicino per affrontare il problema della riconsegna dei bagagli.

Intanto anche l'Enac fa sapere di aver convocato per il 16 settembre gli accountable manager (responsabili dinanzi all'ENAC pena la decadenza del proprio mandato) dei soggetti operanti presso l'Aeroporto di Roma Fiumicino, ovvero la società di gestione Aeroporti di Roma, l'Alitalia, le altre compagnie aeree operanti sullo scalo, gli handler, le società che prestano i servizi di assistenza a terra.

Nel corso della riunione verrà presentata la relazione predisposta dal Direttore Centrale Operazioni di ENAC, Benedetto Marasà, responsabile di un comitato tecnico che da luglio sta conducendo un monitoraggio giornaliero delle attività di Fiumicino raccogliendo dati, evidenziando criticità ed intervenendo, laddove possibile, con le indicazioni per attuare primi correttivi.

Al termine dell'incontro il Presidente Riggio riferirà esclusivamente al Consiglio di Amministrazione dell'Ente e al Ministro di riferimento, Altero Matteoli, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, quanto emerso dal monitoraggio nonché le azioni ritenute necessarie a sanare efficacemente situazioni di mal funzionamento del principale aeroporto italiano e ad innalzarne in maniera permanente gli standard qualitativi.

Il Presidente Riggio ha ribadito che è sempre più essenziale, come ripetutamente segnalato negli ultimi anni in tutte le sedi istituzionali competenti, che entri in vigore il sistema sanzionatorio previsto nei contratti di programma da stipulare tra ENAC e le società di gestione - ad oggi ancora non pienamente efficaci per la maggior parte degli aeroporti nazionali - ovvero che vengano previste sanzioni imposte per legge, come già più volte richiesto dal Presidente Raggio, anche al fine di un diretto intervento dell'Ente in caso di disservizi.

Riggio ribadisce, inoltre, la necessità di rafforzare i poteri di vigilanza dell'ENAC sia attraverso la possibilità di comminare sanzioni alle società inadempienti, in modo da poter intervenire concretamente a favore del funzionamento del trasporto aereo in piena crisi negli ultimi due semestri e dalla quale comincia a riprendersi solo in questi mesi, sia attraverso l'attribuzione di adeguate risorse per lo svolgimento dei propri compiti.

Gli interventi stabiliti dai contratti di programma con le società di gestione sono necessari, infatti, per evitare che i disservizi e i disagi vengano scaricati sui passeggeri, alla tutela dei quali è preposto l'ENAC ai sensi del Reg. CE n. 261/04, che conferisce potestà sanzionatoria, come autorità nazionale, limitatamente per quanto riguarda l'inosservanza delle disposizioni in materia di cancellazioni, ritardi e overbooking.

Le imprese del commercio elettronico in Italia sono in crescita: sono 4.586 quelle attive in Italia nel 2008, in crescita del 34% dal 2007 e del 610% dal 2004. Lombardia e Lazio primeggiano per vendite online, rispettivamente con il 17,9% e il 14,1% del totale italiano di settore, seguite dalla Campania (8,5% nazionale) e dal Piemonte (8,2%). Sono i dati che emergono da un'elaborazione della Camera di Commercio di Milano.

Online si può acquistare di tutto, dal costume da bagno al motoscafo. E se i prodotti più acquistati sono soprattutto libri e riviste (27,9%), abiti e articoli sportivi (25,8%), film e musica (20,4%) non mancano acquisti curiosi, come arredi in miniatura per case di bambole, pesci ornamentali, orologi a pendolo, soldatini di metallo.

Come tutelarsi per acquisti sicuri? Prima di comprare bisogna verificare se il sito è sicuro. E dunque attenzione a certificazioni, codici di condotta e loghi che i siti web espongono come segno distintivo. Il sito deve spiegare che tipo di misure di sicurezza adotta per la transazione. Alcuni fornitori prevedono che si possa verificare online lo stato del proprio ordine e spedizione. Il venditore deve dare conferma e ricevuta dell'ordine, indicando bene tempi e eventuali costi di consegna e possibilità di recesso se previsto. Prima dell'acquisto è bene guardare il contratto: il fornitore lo deve rendere disponibile a titolo informativo e senza dover per forza acquistare. Deve essere reso disponibile dal sito il contatto dove poter indirizzare i reclami.

Per contestazioni online, ricorda la Camera di Commercio, per un acquisto non andato a buon fine c'è la possibilità di conciliare gratis via internet fino al 30 settembre attraverso il servizio www.risolvionline.com della Camera Arbitrale di Milano.

Oltre un terzo del totale degli sportelli bancari ha già aderito all'accordo Abi-Cei che prevede un programma nazionale di microcredito per le famiglie in difficoltà a seguito della crisi economica. Ad oggi, infatti, sono 10.672 le filiali pronte a realizzare le opportunità previste dall'intesa che partirà a settembre. Lo comunica l'Associazione Bancaria Italiana che sul proprio sito ospita l'elenco completo delle banche aderenti.

L'accordo è volto a favorire l'erogazione di finanziamenti in favore delle famiglie numerose, o gravate da malattia o disabilità, che abbiano perso ogni forma di reddito e che abbiano un progetto per il reinserimento lavorativo o l'avvio di un'attività imprenditoriale, attraverso la garanzia di un fondo istituito dalla Cei stessa che consentirà di erogare fino a 180 milioni di euro di finanziamenti (garantiti al 50%) che potranno anche aumentare nel corso del tempo.

I finanziamenti ammissibili alla garanzia hanno un importo non superiore a 6 mila euro e vengono erogati in tranche successive, secondo modalità concordate tra banca e cliente. Il finanziamento può essere esteso per ulteriori 12 mesi per un importo massimo di ulteriori 6.000 euro previa valutazione da parte della banca.

L'economia digitale, che conta sulle giovani generazioni cresciute con la tecnologia, può rappresentare un fattore importante per far uscire l'Europa dalla crisi. I progressi ci sono, e sono fotografati dalla Relazione della Commissione europea sulla competitività digitale: oggi il 56% degli europei usa regolarmente internet, l'80% attraverso un collegamento ad alta velocità. Più della metà delle famiglie e oltre l'80% delle aziende si collegano attraverso la banda larga.

Proprio lo sviluppo dell'economia digitale è, secondo la Commissione, fondamentale per riprendersi dalla crisi economica. I giovani europei sono la punta più avanzata nell'uso della Rete, specialmente quelli fra i 16 e i 24 anni: il 73% usa regolarmente servizi avanzati per creare e condividere contenuti online, il doppio della media della popolazione dell'Ue (35%). Il 66% degli europei di meno di 24 anni usa Internet ogni giorno, rispetto alla media dell'Ue del 43%. Non mancano i punti deboli: un terzo dei cittadini dell'Unione non ha mai usato internet e solo il 7% dei consumatori ha fatto acquisti online in un altro Stato europeo. L'Europa è inoltre indietro, rispetto a Stati Uniti e Giappone, per investimenti in ricerca e sviluppo nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

E l'Italia? Si distingue per essere uno dei paesi meno attivi sul web. "Solo una minoranza di italiani - si legge nel documento - usa internet su basi regolari e frequenti e la metà della popolazione non ha ancora mai usato internet". L'Italia, rileva il rapporto, mostra un buon punteggio per quanto riguarda la disponibilità di servizi eGovernment ma rimane ancora indietro nell'eCommerce e nell'uso di internet da casa da parte delle famiglie. In Italia la banda larga è aumentata nel corso del 2008 ma è ancora inferiore di circa quattro punti rispetto alla media dell'Europa a 27. La velocità di connessione alla banda larga raggiunge in maggioranza i 2 MB/sec ma "la percentuale di famiglie connesse a internet rimane una delle più basse in Europa. Nonostante la cifra sia raddoppiata in due anni - si legge nel rapporto - meno di una famiglia su tre ha una connessione a banda larga".

Entro il 31 ottobre ABI e Associazioni Consumatori dovranno rendere noto l'accordo raggiunto per una nuova disciplina dei conti correnti come prescritto dalle nuove norme emanate dalla Banca d'Italia in materia di trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari e di correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti.
 
Il 29 luglio la Banca d'Italia ha emanato la nuova disciplina in materia di trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari e di correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti. Essa intende assicurare ai clienti un'informazione chiara e accessibile, che garantisca l'esatta percezione di tutti i costi connessi ai servizi offerti, la loro facile confrontabilità con offerte provenienti da altri intermediari, la comprensione dei diritti che spettano ai clienti e i modi con cui questi possono essere attivati e applicati in concreto.

Nella sezione III, al paragrafo 4, si prevede, in particolare, la disciplina di un conto corrente semplice, disegnato sulle esigenze di base del consumatori, che comprenderà un numero determinato di operazioni e sarà caratterizzato da una canone annuo fisso. Secondo quanto previsto dalle disposizioni, tale numero viene stabilito dalla Banca d'Italia sulla base di un accordo tra ABI e la maggioranza delle Associazioni facenti parte del Consiglio Nazionale del Consumatori e degli Utenti. L'Associazione Bancaria ha già comunicato alle Associazioni che a settembre inizieranno i lavori dal momento che il contenuto dell'accordo dovrà essere comunicato alla Banca d'Italia entro il 31 ottobre 2009. In mancanza, Banca d'Italia provvederà direttamente d'intesa con la Consob.

Da settembre arriverà il pane con meno sale. Un pane salutare, con il 50 per cento in meno di sale, presto disponibile nei 25mila forni artigianali italiani. Lo annuncia la Federazione italiana panificatori, che ha siglato con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali un protocollo d'intesa nell'ambito del programma ministeriale 'Guadagnare salute'.

La ricetta della nuova tipologia di pane, in vendita dal prossimo settembre, vede ridursi del 50 per cento il quantitativo di sale mediamente utilizzato ma senza intervenire sul sapore, grazie a particolari tecniche di impasto, lievitazione e cottura - messe a punto dalla Federazione con l'ausilio di una squadra di panificatori toscani - che consentono di ottenere lo stesso il sapore tipico del pane artigianale di alta qualità. Questa nuova tipologia di pane sarà in commercio da settembre allo stesso prezzo di vendita del pane comune.

A partire dal primo agosto l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato avvierà la rilevazione della customer satisfaction per i servizi erogati al telefono attraverso il numero verde 800166661, che permette ai consumatori di segnalare presunti casi di pratiche commerciali scorrette, pubblicità ingannevole e occulta.

La nuova iniziativa è frutto del protocollo d'intesa sull'iniziativa "Mettiamoci la faccia" firmato oggi dal ministro della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta e il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà. Il progetto prevede dunque l'uso di emoticons che esprimono il giudizio dei cittadini attraverso le "faccine" verdi, gialle o rosse.

L'Antitrust realizzerà relazioni informative trimestrali sulla soddisfazione dei consumatori che si sono rivolti ai servizi telefonici del suo call center (più di 16 mila le segnalazioni complessivamente arrivate), mentre sul sito web verrà pubblicato un report mensile con il numero degli utenti che hanno fruito del call center, il numero di chi ha espresso una valutazione, il giudizio prevalente e le ragioni dell'eventuale insoddisfazione.

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