Il Piemonte occidentale da oggi diventa tutto digitale. Prende il via, infatti, lo switch-off nelle province di Torino e Cuneo (ma anche parte della provincia di Asti e Alessandria e alcuni comuni delle province di Biella, Vercelli e Pavia): le operazioni termineranno il 9 ottobre e seguiranno un calendario che divide i comuni interessati in 5 aree tecniche.
Per quanto riguarda i contributi economici per l'acquisto degli apparati, essi sono rivolti ai cittadini dell'intera provincia di Torino, di Cuneo, di Asti e Alessandria, alcuni comuni piemontesi di Vercelli, Biella e Novara e comuni delle province limitrofe (CO, PV, SV) di età pari o superiore a 65 anni (da compiersi entro il 31/12/2009) e che abbiano dichiarato nel 2008 (redditi 2007) un reddito pari o inferiore a € 10.000. Il contributo ha valore di 50 € e può essere richiesto esclusivamente da chi è in regola con il pagamento del canone Rai e solo da chi non ne ha mai beneficiato in passato.
Le banche italiane hanno i costi dei conti correnti tra i più elevati d'Europa. Il prezzo di un conto corrente può toccare i 253 euro. Ma non è tutto: oltre ad essere molto care le banche italiane sono poco trasparenti e non forniscono al cliente un'informazione chiara e completa. E' il desolante risultato della relazione della Commissione europea sui servizi finanziari al dettaglio, presentata nella giornata di ieri dal Commissario alla Tutela dei consumatori Meglena Kuneva.
Certo che l'Italia non è da sola in questa valle di lacrime. In generale le banche europee forniscono al cliente un'informazione che spesso è di difficile comprensione; i costi dei conti correnti risultano opachi o nascosti e delle consulenze non ci si può fidare. Coloro che vendono prodotti finanziari non sempre hanno una conoscenza sufficiente dei prodotti e i funzionari di banca si trovano spesso ad operare in pieno conflitto di interessi.
Per mancanza di informazione e per l'estrema frammentazione del mercato comunitario c'è un basso livello di cambio di banche: nel biennio 2007-2008 soltanto il 9% dei consumatori europei ha cambiato banca.
Andando nel dettaglio, lo studio della Commissione Ue ha analizzato i prezzi dei conti correnti di 224 banche il cui pesa corrisponde in media all'81% del mercato comunitario. Nel 66% delle banche esaminate i costi bancari erano talmente poco chiari che gli esperti che hanno redatto la relazione hanno dovuto consultare ulteriormente le banche per ottenere le spiegazioni necessarie a determinare i costi reali di un conto.
Dall'altro lato quasi un terzo dei consumatori interpellati non è stato in grado di confrontare le offerte in materia di conti correnti.
Per quanto riguarda i costi l'Italia è in cima alla classifica con i suoi 253 euro per un conto corrente di uso generale e per i suoi 831 euro per i "grandi utilizzatori"; all'opposto troviamo la Bulgaria dove il conto corrente costa 28 euro. Anche i Paesi Bassi, il Belgio e il Portogallo hanno costi bancari minimi. L'Italia, insieme ad Austria, Francia, e Spagna presentano risultati insoddisfacenti sul piano della trasparenza.
Il 79% dei cittadini europei esige informazioni standardizzate chiare e comparabili come ad esempio quelle previste nella nuova direttiva sul credito al consumo.
Ma le banche italiane contestano le cifre della Commissione."Il prezzo del conto corrente in Italia è di circa 100 euro, ben inferiore rispetto a quello diffuso oggi a Bruxelles". Così il Presidente dell'Abi, Corrado Faissola, ha respinto le valutazioni del Commissario Meglena Kuneva. " Non solo il costo di questo servizio è già inferiore ai 10 euro al mese, ma negli ultimi cinque anni ha visto anche una riduzione media di oltre il 27%".
Secondo l'Abi (Associazione bancaria italiana), le banche italiane hanno compiuto passi avanti nella trasparenza, adottando prezzi più chiari, contratti e condizioni più semplici, estratti conto facile da leggere, consulenza pre e post vendita sui prodotti finanziari, trasferimento automatico delle bollette e dei mutui per chi vuole cambiare banca ed eliminazione di ogni altro eventuale ostacolo alla mobilità dei clienti.
"Le dichiarazioni di Bruxelles - ha concluso il Presidente dell'Abi - fanno riferimento a modalità di confronto e a cifre errate, perché calcolate includendo servizi, come quelli di finanziamento che esulano dal conto e commissioni ormai superate. Il mercato è inoltre dominato dai conti a pacchetto, generalmente basati su un numero illimitato di operazioni. In Italia le banche sono convenienti e trasparenti".
Blocco gratuito e automatico delle chiamate a numerazioni costose e a sovrapprezzo a partire dal 1° gennaio 2010 e lancio di una consultazione pubblica sul provvedimento. È quanto disposto dal Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha deciso di reintrodurre, a partire dal 1° gennaio 2010, l'attivazione nella telefonia fissa del blocco permanente gratuito e automatico delle chiamate alle numerazioni costose e a sovrapprezzo. Lo schema di tale provvedimento, che sarà sottoposto a consultazione pubblica, prevede inoltre un aggiornamento delle numerazioni per le quali il blocco potrà essere richiesto.
Per tornare ai livelli di consumo precedenti alla crisi economica bisognerà aspettare la fine del 2012, mentre in termini di consumo pro-capite alla fine del 2011 la situazione sarà analoga a quella del 2000. Nel 2008, invece, per la prima volta, i servizi pesano più della metà sul totale dei consumi. È quanto emerge dalla ricerca "Innovo e dunque cresco (e consumo)" presentata da Confcommercio oggi a Venezia nell'ambito della seconda edizione del workshop organizzato dai Giovani Imprenditori di Confcommercio in collaborazione con Ambrosetti.
Nel 2008 dunque, per la prima volta, i servizi valgono più della metà del totale dei consumi: la loro quota di spesa sul totale è, infatti, pari al 50,1% (contro il 32,3% del 1970). Il trend di crescita si rispecchia anche nel fatto che il contributo dei servizi al Pil è oggi pari al 71% (l'industria è solo al 27%) rispetto al 52% del 1970.
Dall'altra parte, l'Italia è ancora indietro se paragonata all'Europa a 27: a pesare sono soprattutto bassa produttività, carenza e inadeguatezza delle infrastrutture, mancate liberalizzazioni e inefficienze della struttura pubblica, che piazzano l'Italia agli ultimi posti rispetto agli altri paesi europei. La terziarizzazione dell'economia, rileva dunque Confcommercio, non è andata di pari passo con l'evoluzione del sistema produttivo e con l'innovazione portata dall'economia della conoscenza, elementi che definiscono una soft innovation sulla quale puntare "per agganciare la ripresa e colmare il gap che ci separa dagli altri Paesi".
Opera nell'agricoltura biologica e nel commercio equo e solidale, nelle energie rinnovabili e nella finanza etica, nel software libero e nel riuso e riciclo dei materiali: è il settore "Altra Economia", che conta in Italia oltre 167 mila imprese, più di 1 milione 400 mila occupati e 60 miliardi di euro di valore aggiunto, pari a quasi il 4% del Prodotto interno lordo. È la fotografia che emerge dal Primo Rapporto nazionale sull'Altra Economia" realizzato da Obi One Coop sulla base dell'incrocio di diversi dati statistici, e presentato oggi nell'ambito della Festa dell'Altra Economia, che si è aperta a Roma presso la 'Città dell'Altra Economia', organizzata dall'assessorato al Bilancio e alla Programmazione economico e finanziaria e Partecipazione della Regione Lazio.
Si tratta di un settore che conta il 6% degli occupati totali nell'economia italiana. Considerevoli le dimensioni delle imprese che lavorano nel settore del riuso e riciclo: sono circa 65 mila, con un valore aggiunto di 23 miliardi di euro, con un sistema industriale che coinvolge soprattutto legno, vetro, carta e metalli. Nel commercio equo solidale si segnalano circa 170 operatori con un prodotto interno lordo pari a 11 milioni di euro. E nell'agricoltura biologica sono quasi 50 mila le aziende operanti, tra produzione, trasformazione, grande e piccola distribuzione, con un prodotto interno lordo a prezzi correnti di circa 1,3 miliardi di euro. Finanza etica e credito cooperativo hanno un valore aggiunto, rispettivamente, di 11 milioni di euro e quasi 5 miliardi di euro.
Nell'ambito delle energie rinnovabili, il rapporto cita dati del Gestore dei servizi elettrici per il quale l'insieme delle fonti rinnovabili in Italia incide per il 17,1% sul consumo interno lordo di energia elettrica: sono circa 360 le imprese che lavorano nel settore energie alternative. Nel comparto del "software libero", infine, al 2008 si contavano quasi 6 mila imprese.
Il turismo tiene, le presenze sono stabili, gli stranieri diminuiscono meno del previsto e gli italiani aumentano, seppure di poco, ma si conferma il calo dei consumi nell'estate 2009. La fotografia è quella di una "estate senza soldi" ed è scattata da Fipe-Confcommercio: le presenze turistiche hanno fatto registrare un andamento migliore del previsto ma il portafoglio dei turisti è rimasto chiuso, con una minore spesa pari a 1,2 miliardi di euro.
Il calo di presenze atteso era dello 0,8% e si è fermato allo 0,2%, con gli italiani in leggero aumento (più 0,1% rispetto al 2008) e con una flessione contenuta dei turisti stranieri, a meno 1,2% contro l'atteso meno 1,8%. "Sarebbe però un errore - rileva la Fipe - archiviare la stagione senza tenere conto dell'elevata variabilità delle diverse situazioni territoriali. Le migliori performances si sono registrate soprattutto nelle località che hanno saputo praticare forti politiche di prezzo, hanno cominciato a cambiare il modello di sviluppo turistico investendo sull'integrazione di diversi servizi, hanno potuto contare su condizioni ambientali ottimali. Sulle coste, ad esempio, le bandiere blu da un lato e le emergenze ambientali dall'altro hanno fatto la differenza tra successo e insuccesso".
Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, ha esaminato ieri il dossier relativo alla piattaforma TivùSat decidendo all'unanimità l'apertura di un'istruttoria per verificare il rispetto, da parte della RAI, degli obblighi di servizio pubblico e del contratto di servizio.
L'Autorità, sulla base degli elementi raccolti, ha infatti riscontrato un' insufficiente informazione agli abbonati sulle modalità di visione dei programmi RAI in simulcast via satellite, la mancanza di preavviso sulle scelte effettuate, la difficoltà di orientamento dei consumatori nella scelta degli apparati e una carenza di informazione sulla regolamentazione e le modalità di criptaggio dei programmi, la mancanza di tutela dei cittadini all'estero.
L'istruttoria dovrà accertare le modalità di distribuzione delle smart card (incluse quelle per gli italiani all'estero) i criteri per la distribuzione dei programmi televisivi privi di diritti per l'estero, la possibilità per tutti gli utenti di ricevere la programmazione di servizio pubblico gratuitamente su tutte le piattaforme distributive anche in linea con quanto avviene in altri paesi europei. Il Consiglio dell'Agcom ha inoltre deciso, a maggioranza, che, allo stato degli atti, non esistono i presupposti per l'avvio di un'istruttoria relativa alla costituzione della società TivùSat ai sensi dell'art.43 del Testo Unico della radiotelevisione. Contestualmente, anche a seguito delle segnalazioni di alcune associazioni dei consumatori e della situazione d'incertezza venutasi a creare tra gli utenti, ha aperto un'istruttoria al fine di accertare le tipologie dei decoder attualmente sul mercato, la loro conformità degli accordi di cessione delle licenze alla normativa di settore nonchè tutte le iniziative utili all'adozione di un decoder unico.
Tre giorni per la portabilità del numero telefonico. Il limite individuato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è stato confermato dal Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso presentato dall'Agcom e ha sospeso la sentenza del Tar del Lazio che aveva bloccato la delibera con la quale si imponeva alle compagnie telefoniche un tempo di tre giorni per attuare la portabilità del numero di telefonia mobile.
L'Autorità aveva infatti deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio, che aveva accolto il ricorso dei gestori contro la delibera Agcom che aveva stabilito un tempo massimo di tre giorni per la portabilità del numero da un gestore all'altro. Con la delibera, l'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni era infatti intervenuta per rimediare ai ritardi protratti da tutti i gestori di telefonia mobile in caso di procedura di migrazione per l'utenza: il tempo limite sino a quel momento era di 5 giorni, ma solo sulla carta. Mediamente per gli utenti la procedura durava 15 giorni. La delibera ha dunque ristretto il tetto a 3 giorni visto che il passaggio avviene in forma automatizzata.
Le Camere di Commercio rafforzeranno i controlli su prodotti di largo uso come materiale elettrico, giocattoli, prodotti a compatibilità elettromagnetica, imballaggi, metalli preziosi: è quanto prevede il Protocollo d'Intesa siglato fra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico, con l'obiettivo di realizzare 30 mila controlli su prodotti e strumenti metrici, 800 verifiche documentali e 2 mila prove di laboratorio.
Il protocollo intende dunque potenziare l'attività di vigilanza delle Camere di Commercio, accrescere la qualità dei controlli in un'ottica di prevenzione dei rischi, rendere omogenee le procedure su tutto il territorio nazionale e alimentare la collaborazione con le diverse autorità, a cominciare dalla Guardia di Finanza. Sarà rafforzata anche l'attività di rilevazione dei prezzi di beni e servizi a sostegno di Mr Prezzi.
Il Protocollo destina 5 milioni di euro e dà il via a un progetto che durerà 30 mesi. Si tratta di un'iniziativa funzionale all'attuazione del Regolamento comunitario 765/2008, che entrerà in vigore nel gennaio 2010 e stabilisce che tutti gli Stati della Ue definiscano e comunichino il proprio piano nazionale di vigilanza su tutti i prodotti non alimentari oggetto di normativa di armonizzazione comunitaria.
Nel primo semestre del 2009 gli acquisti domestici di alimenti biologici confezionati sono aumentati del 7,4%, continuando e migliorando il trend del 2008. A trainare il bio sono gli ortofrutticoli freschi e trasformati.
Il biologico resiste dunque alla crisi: mentre l'andamento dei consumi nazionali risulta stagnante da parecchi mesi, gli alimenti biologici prendono sempre più spazio nel carrello delle famiglie italiane. E' quanto rileva un'indagine Ismea/Nielsen che ha registrato una crescita, in termini monetari, del 5,4% nel 2008 rispetto all'anno precedente degli acquisti domestici di alimenti biologici confezionati.
Trend che si conferma, anzi si rafforza nel 2009 che chiude il primo semestre con un +7,4% su base annua a fronte di un irrisorio aumento dello 0,2% del totale del mercato agroalimentare e di una riduzione dell'1,8% dei prodotti a marchio Dop e Igp. E la rilevazione dell'Ismea non include le vendite presso i negozi specializzati di biologico ed è riferita soltanto agli acquisti domestici, quelli cioè destinati ai consumi in casa.
Al primo posto nelle preferenze degli italiani ci sono gli ortofrutticoli freschi e trasformati che registrano gli aumenti più significativi: +19,8% nel 2008 e +37,8% nella prima metà di quest'anno. Seguono le bevande e le uova, mentre gli acquisti di lattiero-caseari, dopo il +1,5% del 2008, hanno fatto segnare in questo primo semestre una contrazione del 3,9%.
Il biologico non rientra, invece, nella prima colazione degli italiani: caffè, tè, biscotti e dolciumi registrano un andamento negativo sia nel 2008, sia nel primo semestre del 2009 (-13,8% e -2,8%).
Più della metà dei siti web che vendono prodotti elettronici mettono in atto pratiche commerciali sleali e pubblicità ingannevoli. E' quanto è emerso da un'indagine su scala europea, che ha interessato 26 Stati membri più Norvegia e Islanda, realizzata nel mese di maggio su 369 siti internet che vendono apparecchi fotografici digitali, telefoni cellulari, lettori MP3, lettori DVD, computer e console per videogiochi.
L'indagine ha preso di mira 200 dei principali siti web che vendono apparecchiature elettroniche e oltre 100 siti web su cui i reclami dei consumatori avevano richiamato l'attenzione. Dunque il 55% dei siti indagati ha presentato le seguenti irregolarità: informazioni fuorvianti quanto ai diritti dei consumatori, informazioni fuorvianti sul costo totale del prodotto oppure indicazioni incomplete per contattare il commerciante.
I controlli effettuati dalle autorità nazionali di forza pubblica (coordinate dalla Commissione europea) hanno verificato l'ottemperanza a tre normative comunitarie in materia di consumatori: la direttiva sulle vendite a distanza, la direttiva sul commercio elettronico e la direttiva sulle pratiche commerciali sleali.
Il 55% dei 369 siti web indagati presentava irregolarità che sono oggetto di ulteriori indagini. Il 13% dei siti problematici richiederà una cooperazione transfrontaliera tra le autorità nazionali.
I problemi più comunemente riscontrati sono:
Secondo le rilevazioni di Finalta presso 29 banche europee, il livello di soddisfazione della clientela (customer satisfaction) nel retail banking è calato in Europa in media del 2,2% negli ultimi 12 mesi. Il calo si combina con un altro risultato dell'indagine: a diminuire è anche l'indicatore di fedeltà dei clienti misurato con il referral rate (disponibilità a consigliare la propria banca a conoscenti), sceso del 6%, e cioè di 3 volte rispetto alla customer satisfaction.
Non tutte le banche hanno sofferto allo stesso modo: un quarto di esse non ha lamentato problemi. Le banche che hanno sofferto di più sono quelle che hanno avuto i maggiori problemi di reputazione e di capacità di assicurare fiducia ai clienti. Un'altra preoccupazione viene dal fatto che i clienti più importanti sono quelli più insoddisfatti. I clienti "affluent" (con disponibilità superiori ai 50-100.000 euro) mostrano un calo della soddisfazione verso il loro Istituto (-4%) doppio rispetto alla media, triplo rispetto alle famiglie (-1,4%) e doppio rispetto alle piccole imprese (-2,2%).
Consumi in leggera ripresa: a giugno e luglio, per la prima volta dopo un anno e mezzo, si rilevano infatti due variazioni positive consecutive sia rispetto ai mesi precedenti sia rispetto al 2008. E il miglioramento segnala una crescita della domanda sia per i beni che per i servizi. È quanto registra l'odierno Indicatore dei Consumi di Confcommercio (ICC) che segnala in particolare, per il mese di luglio 2009, un incremento dello 0,5% su base annua e dello 0,2% rispetto a giugno.
Segnali di miglioramento arrivano anche dal clima di fiducia delle famiglie, mentre i prezzi relativi al paniere dei beni e servizi che compongono l'ICC hanno evidenziato, anche nel mese di luglio 2009, una significativa tendenza al ridimensionamento con un meno 1,6% complessivo.
La stima della domanda delle famiglie per prodotti alimentari, bevande e tabacchi - registra ancora l'ICC - segnala però una diminuzione del 3,1% in termini di volumi acquistati e questo viene interpretato come fattore che richiede prudenza: "Questa evidenza - precisa Confcommercio - è uno degli elementi che obbligano alla massima cautela nell'interpretazione dei dati, certamente positivi, del bimestre giugno-luglio 2009".
Dai Nas nuovi sequestri a tutela della salute. Il Comando Carabinieri del Nas a Cerea, in provincia di Verona, ha infatti sequestrato 1300 confezioni e tre cisterne con prodotti fitosanitari non registrati in Italia e non autorizzati. L'operazione è stata accolta con apprezzamento dal Sottosegretario con delega alla sicurezza alimentare Francesca Martini, che annuncia per la prossima settimana una riunione ad hoc: "Esprimo ancora una volta apprezzamento all'azione svolta dai Carabinieri del Nas nella lotta contro l'uso illegale di prodotti fitosanitari commercializzati da operatori senza scrupoli che mettono a repentaglio la salute pubblica - ha detto Martini - Ho convocato all'inizio della settimana prossima una apposita riunione con il Comando Generale del Nas e con la Direzione competente in materia di sicurezza alimentare per verificare ulteriori interventi, anche di natura legislativa, per rendere ancora più rigorose le norme di commercializzazione di questi prodotti, nel rispetto della normativa comunitaria, e sanzionare penalmente coloro che agiscono illegalmente".
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