Fabio Piccolini
Presidente
Consumers' Forum |
Cari lettori e lettrici,
questo secondo numero
della newsletter
Dialogo Aperto
è dedicato al tema
della Conciliazione
Paritetica, oggetto
di un recente convegno
organizzato
da Consumers’ Forum quale occasione
per presentare ad un’ampia platea di
attori interessati lo stato dell’arte delle
procedure di conciliazione.
L’edizione 2014 del Rapporto sulle
Conciliazioni, appuntamento fisso della
nostra organizzazione, ha evidenziato
che nel corso del 2013 le Segreterie di
Conciliazione hanno ricevuto 18.395, in
aumento rispetto alle 17.626 domande
pervenute nel 2012 ed alle 16.895 del
2011. L’indagine è stata effettuata prendendo
in considerazione i 23 protocolli
di conciliazione nazionali. Quanto ai
settori, il 71% delle domande ricevute
ha avuto ad oggetto un contenzioso nel
settore delle telecomunicazioni, il 16%
a quello dell’energia e gas, il 4,8% a
quello dei servizi postali, il 5% a quello
dei trasporti e mobilità, l’1,3% a quello
dei servizi bancari e finanziari e l’1,7%
al settore dei Servizi Idrici. Anche nello
scorso anno, la conciliazione si è dimostrata
efficace a risolvere il contenzioso:
l’80% delle domande, infatti, sono state
conciliate.
Alla Conciliazione Paritetica si affianca
la mediazione civile e commerciale
gestita dalle Camere di Commercio: anche
in questo caso i numeri sono quelli
di un successo. Da marzo 2011 a maggio
2014 le 102 Camere di Commercio
iscritte all’albo hanno gestito circa
50mila mediazioni, in buona parte nel
settore delle telecomunicazioni.
Resta l’incognita sul futuro di questa
preziosa esperienza: a fronte di una Direttiva
(verrà recepita in Italia il 9 luglio
2015) che pone molti limiti alla procedura
di Conciliazione, anche le posizioni
di istituzioni, imprese e associazioni dei
consumatori sono diversificate. Chi si è
già di fatto adattato al “nuovo”, come ad
esempio l’Autorità per l’energia elettrica
il gas e il servizio idrico, con la creazione
di uno specifico organismo presso
l’Acquirente unico, e chi, invece, vuole
difendere la struttura procedurale utilizzata
sino a oggi. L’aspetto fondamentale
non è però nelle diverse interpretazioni
della normativa, ma nell’univoca volontà
di non disperdere il patrimonio che da
oltre venti anni consente nel nostro Paese
una forma innovativa, specifica e di
successo, di risoluzione stragiudiziale
delle controversie. È quindi necessario
trovare un momento di sintesi delle varie
posizioni per riprendere il percorso
affinché la Conciliazione Paritetica continui
a essere un patrimonio comune
per imprese e consumatori, passando
dall’essere una best practice a norma,
in Italia ed anche nel resto d’Europa. |