
Giuseppe Leonardo Carriero
Componente Arbitro Bancario Finanziario designato da Banca d’Italia
Federico Flaviano
Direttore Direzione Tutela dei Consumatori Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
Gabriella Facchetti
Responsabile dell’Unità Conciliazioni dell’Autorità
per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico
Gianfrancesco Vecchio
Direzione generale per il mercato, la concorrenza,
il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica
Ministero dello Sviluppo Economico
Oreste Calliano
Professore Associato di Diritto privato dell’Unione
Europea all’Università di Torino, Direttore CEDIC
(Centro Europeo Diritto di Informatica e del Consumo) |
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni,
l’Arbitro Bancario e Finanziario
e l’Autorità per l’energia elettrica, il gas
e il sistema idrico prevedono, ognuna
nel proprio settore, meccanismi di risoluzione
alternativa delle controversie.
Nel corso del convegno organizzato da
Consumers’ Forum ne hanno discusso,
facendo un bilancio delle attività, Federico
Flaviano (Agcom), Giuseppe Leonardo
Carriero (Abf) e Gabriella Facchetti
(Aeegsi).
L’ Abf – ha raccontato Giuseppe Leonardo
Carriero - è nato sulla scia dei
tanti scandali finanziari: in quell’occasione
il legislatore si era proposto di
tutelare i risparmiatori attraverso un
meccanismo che garantisse rapidità,
economicità ed effettività. A distanza di
anni l’obiettivo è stato raggiunto almeno
per quel che riguarda l’economicità
e l’effettività. Sul primo punto non vi è
dubbio che il ricorso all’Abf sia economico
laddove si richiede un contributo di
20 euro che viene restituito in caso di
accoglimento dell’istanza del ricorrente.
Sull’effettività anche non ci sono dubbi,
dal momento che i casi di inadempimento
della decisione da parte di un istituto
bancario sono davvero marginali, dal
momento che in questo settore la reputazione
è fondamentale e il mancato
adempimento comporta la pubblicità
- sul sito dell’Abf e su due quotidiani a
tiratura nazionale - dell’inadempiente.
La rapidità merita, invece, un discorso
a parte perché attualmente i ricorsi si
definiscono in media entro 215 giorni
mentre la legge istitutiva il limite medio a
105 giorni. Aumentano i ricorsi (nel 2013
7.862 domande, +39% rispetto al 2012)
e aumentano anche i tempi di definizione
perché i collegi pur lavorando tanto
non riescono ad assicurare tempi più
celeri. È su questo aspetto che occorre
intervenire.
Se questo è il suggerimento dell’Abf,
dall’Agcom giunge un invito a prendere
in considerazione il motivo dell’improcedibilità
di un gran numero di domande
di conciliazione: Federico Flaviano ha
suggerito di aprire alla possibilità di prevedere
la procedibilità di istanze multiple,
come avviene per il Corecom.
Dal 1 aprile 2013 anche l’Aeegsi ha
un meccanismo di risoluzione alternativa
delle controversie che si affianca
alla conciliazione paritetica prevista da
protocolli che le aziende stipulano volontariamente
con le associazioni dei
consumatori. Tuttavia, come ha spiegato
Gabriella Facchetti, il Servizio di
Conciliazione online prevista dall’Autorità
è aperta a tutti i clienti del mercato del
gas e del servizio elettrico (anche pmi e
professionisti) e in quanto tale colma il
limite delle paritetiche. In un anno l’Autorità
ha contato più di mille richieste di
intervento (con un aumento del 158%
negli ultimi sei mesi) fatte soprattutto da
clienti domestici per richieste che hanno riguardato in prevalenza il settore
elettrico, seguito dal gas e da forniture
congiunte. Nella metà dei casi il valore
della controversia non ha superato i
mille euro ma ci sono state conciliazioni
anche per importi fino a 200.000 euro.
Sono già 260 le conciliazioni andate a
buon fine con la stipula di transazioni
per rateizzazioni, rettifiche di fatturazione,
restituzione di importi ed anche
- ed è questa un’ulteriore caratteristica
del servizio - compensazioni ai clienti
finali. Oltre il 60% delle domande ha
riguardato controversie sulla fatturazione,
come ad esempio doppie bollette o
maxi-conguagli, consumi stimati, letture
di switching e, in seconda battuta, problematiche
contrattuali come morosità,
distacchi e volture. Nel 50% dei casi il
valore della controversia non ha superato
i mille euro, ma ci sono state conciliazioni
per importi fino a 200.000 euro. Al
Servizio si sono rivolti soprattutto clienti
domestici (79%) per richieste che hanno
riguardato in prevalenza il settore elettrico
(57%), per il 35% il settore gas e l’8%
a forniture congiunte di luce e gas.
Tuttavia, se è vero – come dimostrano
queste tre esperienze – che i sistemi di
risoluzione alternativa delle controversie
funzionano soprattutto per sopperire ai
noti problemi della giustizia ordinaria, è
anche vero che ci sono nodi da sciogliere
e non riguardano tutti l’imminente (9
luglio 2015) recepimento della direttiva
11/2013 sulla risoluzione alternativa delle
controversie dei consumatori (ADR).
Oreste Calliano, professore associato
di Diritto Privato dell’Unione Europea
all’Università di Torino e Direttore del
Cedic, ha fatto notare come “la diffusione
della cultura della mediazione si sta
sviluppando molto in determinati settori,
quelli a basso valore, mentre ci sono
più resistenze nei settori dove il valore
delle controversie è più elevato: occorre
chiedersi il motivo e a chi è imputabile
questo ritardo”. Tuttavia, il futuro della
mediazione è certamente roseo dal momento
che ci saranno sempre più settori
dove la mediazione diverrà strategica. Il
professore ha fatto esplicito riferimento
al settore della responsabilità medica.
Diventa fondamentale migliorare la formazione
paritetica: la presenza di soggetti
diversi è un ottimo presupposto per
negoziare ma occorre che il rapporto tra
associazioni e aziende sia altamente
professionale.
Il Ministero dello sviluppo Economico,
dal canto suo, ha sempre sostenuto la
conciliazione paritetica fornendo supporto
materiale (finanziando i progetti)
e normativo. Adesso è atteso il recepimento
della direttiva UE e anche in quel
caso il Ministero e il Consiglio Nazionale
dei Consumatori e degli Utenti daranno
il proprio contributo: “Se è vero che nella
direttiva non ha trovato riconoscimento
formale la nostra best practice (le conciliazioni
paritetiche), è anche vero che il
Legislatore europeo ha aperto uno spazio
prevedendo la possibilità che gli Stati
membri possano riconoscere anche
gli strumenti di ADR che prevedono il
sostegno finanziario di una delle controparti”
ha spiegato Gianfrancesco Vecchio,
Direttore generale per il mercato,
la concorrenza, la vigilanza e la normativa
tecnica del Ministero dello Sviluppo
Economico |