Da oggi diminuzione per la bolletta elettrica e rincari per il gas. I prezzi di riferimento dell'energia elettrica diminuiscono dello 0,5% mentre aumentano del 3,2% quelli del gas: su entrambi i settori incide l'aumento delle quotazioni petrolifere (oltre il 25% negli ultimi 12 mesi), ma l'asimmetria tra le variazioni elettricità e gas è legata alla permanente differenza tra le efficienze dei due mercati, in crescita per l'elettrico, ancora insoddisfacente per il gas. È quanto ha comunicato l'Autorità per l'energia elettrica e il gas.

Per l'energia elettrica, la diminuzione è dello 0,5%: "La spesa media di una famiglia tipo si riduce ulteriormente di circa di 2 euro su base annua; questa nuova riduzione si somma a quelle di 39 euro del 2009 e di 23 euro dei primi due trimestri del 2010. L'ultima riduzione (-0,5%) - informa però l'Autorità - sarebbe stata superiore se non si facesse sentire il crescente impatto degli oneri per i sussidi alle fonti rinnovabili che, per legge, fanno parte della bolletta".

Per il gas naturale, invece, sull'aumento del 3,2% pesano la scarsa concorrenza e l'incremento delle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi: rispetto al giugno 2009, infatti, il petrolio è aumentato di oltre il 25% in euro. Per una famiglia tipo così si determina una maggior spesa di 32 euro, su base annua. Per fronteggiare tutto questo, l'Autorità ha deciso una modifica della formula di aggiornamento trimestrale prezzi, applicabile dal 1° ottobre, che determinerà un contenimento delle bollette prima dei maggiori consumi invernali delle famiglie.

Prima edizione della Giornata nazionale anticontraffazione in calendario per il prossimo 7 luglio, quando istituzioni, associazioni e rappresentanti del commercio si confronteranno sul tema. L'evento ha come obiettivo "la sensibilizzazione di imprese e cittadini sul crescente fenomeno della contraffazione ed intende gettare le basi per imminenti e concrete iniziative mirate al contrasto del mercato del falso".

A organizzare la Giornata è Confindustria con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio e il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri.

La Giornata si articolerà in una serie di interventi e tavoli di confronto, fra i quali una tavola rotonda sull'impatto sulle imprese, sul lavoro e sui consumatori e una su politiche e azioni di contrasto.

La Commissione Europea ha lanciato ieri una campagna informativa in 23 lingue sui diritti dei passeggeri del trasporto aereo e ferroviario. Sebbene la Commissione negli ultimi anni abbia adottato delle norme per garantire che tutti gli utenti del trasporto ferroviario e aereo possano beneficiare degli stessi livelli di trattamento in tutta l'Unione europea, non tutti i passeggeri sono informati sui loro diritti. La campagna informativa ha l'obiettivo di colmare questo gap.

A supporto della campagna è stato lanciato un sito internet all'indirizzo: http://ec.europa.eu/transport/passenger-rights/index.html dove è possibile conoscere i diritti di cui ci si può avvalere per ogni modalità di trasporto. Saranno inoltre disponibili opuscoli e manifesti che specificano i diritti fondamentali dei passeggeri. Tutte le informazioni saranno disponibili in tutte le lingue ufficiali dell'UE in modo che sarà possibile essere informati nella propria lingua. I diritti del passeggero stabiliscono a cosa si ha diritto qualora sorgano dei problemi durante il viaggio.

Circa 600 provvedimenti collegiali adottati, oltre 4.000 quesiti, reclami e segnalazioni, cui si è dato risposta, 43 le violazioni segnalate all'Autorità giudiziaria. E' questo il bilancio dell'attività svolta nel 2009 dal Garante Privacy che oggi ha presentato a Roma, presso la Camera dei Deputati, la sua relazione annuale. Un bilancio tutto sommato positivo, ha sottolineato il Presidente Francesco Pizzetti, soprattutto perché nel Paese è aumentata la consapevolezza dell'importanza della tutela dei dati personali.

Il momento è sicuramente delicato: siamo ad un crocevia in cui tutte le relazioni umane si intrecciano in uno scambio di informazioni che è reso sempre più complesso dallo sviluppo delle nuove tecnologie. In queste parole c'è la sintesi del presente contemporaneo, dove presente, passato e futuro perdono distinzione e dove tutto rischia di diventare un eterno presente. E' proprio da questo e dai rischi che ciò comporta, che il Garante Privacy intende salvaci.

Sono innumerevoli i settori in cui intervenire. A cominciare, ad esempio, dal credito al consumo: le centrali dei rischi che, attraverso la raccolta e conservazione dei dati relativi ai comportamenti dei debitori rispetto al credito al consumo, consentono da un lato di ridurre il rischio di impresa, ma dall'altro incidono direttamente sui cittadini che potrebbero vedersi negato l'accesso al credito a seguito di un temporaneo momento di difficoltà. Secondo il Garante questi problemi sono oggi acuiti dalla crisi e dalle difficoltà in cui vivono persone e aziende e dunque bisogna intervenire.

Come bisogna intervenire rispetto alla profilazione dei consumatori a fini commerciali: sono sempre di più gli operatori radicati in Paesi con legislazioni più permissive che danno vita, in Italia, ad una concorrenza sleale e infrangono le regole sul rispetto della privacy. Per quanto riguarda i dati sensibili, negli anni, si sono raggiunti risultati positivi, ma continuano comportamenti gravemente lesivi, soprattutto in materia sanitaria.

Insoddisfacenti i risultati raggiunti nella lotta al telemarketing: "Malgrado l'aumento delle sanzioni - si legge nella relazione - questo settore continua a non rispettare le regole e persiste senza pudore in una competizione selvaggia". Il Garante ha ricordato che il legislatore ha deciso di passare dal sistema di consenso preventivo da parte dell'utente, ad uno, meno garantista, che consente il telemarketing se il cittadino non vi si oppone.

Purtroppo, in Italia, ci sono ancora gravissime carenze strutturali, di fronte alle quali la privacy nulla può. E la prima accusa del Garante Privacy va al settore della giustizia. Non è da meno il settore sanitario , a cominciare da quello ospedaliero: "A causa di carenze organizzative, strutturali ed edilizie, le linee guida dell'Autorità rivolte alle strutture sanitarie per la tutela della dignità del malato, hanno trovato applicazione a macchia di leopardo".

Nella relazione del Garante anche il ddl intercettazioni, in discussione alla Camera. Pizzetti ha sottolineato più volte che il rapporto tra libertà di stampa e riservatezza deve sempre essere valutato caso per caso, essendo in continua tensione. "E' sicuramente una scelta impegnativa quella del ddl intercettazioni perché vieta la pubblicazione degli atti giudiziari, soltanto rispetto al mezzo dell'indagine, che è l'intercettazione. E per giustificare questi limiti rispetto a questo specifico mezzo di indagine si fa riferimento alla privacy. Si tratta in realtà di una difesa anticipata e non di una concreta tutela della privacy. Così facendo si sposta oggettivamente il punto d'equilibrio tra libertà di stampa e tutela della riservatezza, tutto a favore della riservatezza". Ma, anche quella della libertà di stampa è una questione così complessa che non si può ridurre tutta a questo ddl. Infatti se passasse il ddl ogni violazione da parte della stampa sarebbe sanzionata penalmente e la responsabilità sarebbe condivisa con l'editore. Per tutto il restante ambito nel quale si dispiega la libertà di informazione si ripropone il delicato equilibrio tra diritto a informare e tutela della riservatezza.

Dal 1° luglio 2010 i consumatori che "navigano" in roaming, non dovranno più temere bollette stratosferiche. Scatta, infatti, l'eurotariffa per il roaming di dati, fissata automaticamente a 50 euro IVA esclusa (a meno che gli utenti stessi non abbiano optato per un limite diverso - inferiore o superiore). E gli operatori saranno tenuti a comunicare agli utenti il raggiungimento dell'80% dell'importo limite previsto per il roaming di dati e, a quel punto dovranno bloccare la connessione all'internet mobile, a meno che l'utente non abbia comunicato di voler continuare il roaming di dati nel mese in questione.

Inoltre, i prezzi massimi all'ingrosso per il roaming di dati scenderanno da un euro a 80 cent per megabyte. Il prezzo massimo per effettuare chiamate in roaming passerà dagli attuali 43 cent al minuto a 39 cent al minuto (IVA esclusa) e quello per ricevere chiamate in roaming dagli attuali 19 cent al minuto a 15 cent al minuto (IVA esclusa). Fare e ricevere chiamate in roaming nella UE costerà d'ora in poi il 73% in meno che nel 2005, anno in cui la UE ha cominciato ad adottare provvedimenti per frenare le tariffe di roaming eccessive.

La Commissaria europea per l'agenda digitale e vicepresidente della Commissione Neelie Kroes ha dichiarato: "È finita l'epoca delle bollette astronomiche per i turisti e gli uomini di affari che si collegano a internet in un altro paese della UE utilizzando smart phones o computer portatili. La UE sta inoltre riducendo i costi delle chiamate in roaming. Quanto a me, sono determinata a rendere più competitivi i mercati UE delle telecomunicazioni."

Un seno più pieno fino a una taglia superiore. Zigomi più alti e gote rimpolpate. Glutei arrotondati fino a due centimetri in più. Il tutto senza ricorrere alla chirurgia ma seguendo solo i trattamenti cosmetici proposti. Che non fanno male, ma certo non sono miracolosi. Per questo l'Antitrust ha sanzionato per tre distinte pratiche commerciali scorrette la società Micys Company S.p.A., che produce e commercializza profumi, cosmetici, prodotti di bellezza in generale ed è titolare, tra gli altri, del marchio "Pupa". La segnalazione veniva da Altroconsumo e riguardava la promozione, attraverso stampa, spot radiofonici, internet, folders e diciture inserite sulle confezioni, dei prodotti cosmetici "Volumizzante Seno", "Volumizzante Zigomi" e "Volumizzante Glutei" a marchio Pupa. Pratiche scorrette per le promesse contenute e per la mancanza di adeguata scientificità, che si sono "guadagnate" tre distinte multe per un totale di 185 mila euro.

Secondo l'Antitrust, per il prodotto relativo al seno (valutazione sostanzialmente simile per gli altri due cosmetici) "si rileva come dalle risultanze istruttorie non emergano elementi di scorrettezza della pratica sotto il profilo della tollerabilità e della sicurezza del prodotto nel suo impiego cosmetico, in quanto queste ultime appaiono supportate dai relativi test condotti dal professionista. Di contro, - aggiunge l'Antitrust - la documentazione e le informazioni acquisite consentono di ritenere che la prospettazione dell'efficacia del prodotto nei termini assertivi ed enfatici con cui è effettuata, tra l'altro con l'indicazione di percentuali riferite a specifici prestazioni, non trovi sostegno scientifico adeguato e sia pertanto da censurarsi in quanto fuorviante ed ingannevole e tale da indurre il consumatore a fraintendere le proprietà, le caratteristiche e le possibilità di impiego del prodotto, alterando in tal modo le sue scelte".

Da qui la decisione delle sanzioni: 70 mila euro per la pubblicità di Seno Push-Up, 55 mila euro per Zigomi Push-Up e 60 mila euro per Glutei Push-Up.

Due titoli su 100 entro la fine dell'anno saranno eBook in Italia. E' uno dei dati emersi a Editech 2010, la Giornata internazionale di studio e approfondimento organizzata a Milano dall'Associazione Italiana Editori (AIE) per far conoscere agli operatori, ancor prima che al grande pubblico, le tendenze in atto e le prospettive nell'ambito dell'innovazione tecnologica nel settore editoriale. Secondo la fotografia della situazione elaborata dall'Ufficio studi AIE , il segmento coprirà entro la fine dell'anno lo 0,1% del mercato trade (pari a circa 3,4milioni di euro) e i titoli prodotti in formato eBook saranno destinati a raddoppiare, passando dallo 0,7% di giugno 2010 al 2% di quelli "commercialmente vivi" per dicembre 2010 (elaborazione ufficio studi AIE su dati IE).

Dal 1° luglio chi consumerà elettricità dalle 19 alle 8 di mattina nei giorni feriali, oppure durante il weekend e i giorni festivi, avrà una bolletta più leggera. Lo prevedono i nuovi prezzi biorari, stabiliti dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, che differenziano la tariffa in base all'orario del consumo. Così ogni consumatore potrà pagare in modo più equo l'energia che consuma, avvicinandosi al vero costo di produzione dell'elettricità che varia a seconda dei diversi momenti.

"Con i prezzi biorari ognuno di noi potrà pagare l'elettricità in modo più equo, senza più sopportare, con un prezzo unico indifferenziato, i maggiori costi generali indotti da chi concentra i consumi negli orari di punta e di maggior costo - ha sottolineato il Presidente dell'Autorità per l'energia Alessandro Ortis - Potremo sfruttare questa novità per risparmi individuali, dando allo stesso tempo un contributo alla tutela dell'ambiente, con minori emissioni, ed all'economicità del sistema energetico nazionale, con vantaggi collettivi per l'insieme dei consumatori".

Le prime famiglie italiane che riceveranno la prima bolletta calcolata con i prezzi biorari saranno circa 4 milioni e mezzo e gradualmente il sistema verrà esteso a tutte le famiglie che hanno già un contatore "intelligente", in grado di leggere i consumi nelle diverse ore. Ad agosto le famiglie italiane saranno 11 milioni, ad ottobre 15,5, a dicembre 20 milioni, fino a coinvolgere tutte quelle che non hanno cambiato contratto scegliendo fra altre offerte sul mercato libero.

Per dare alle famiglie, in particolare a quelle che consumano molto di più nei momenti meno favorevoli, il tempo di abituarsi al nuovo sistema, ci sarà un periodo di transizione, come hanno chiesto le Associazioni dei consumatori: per i primi 18 mesi la differenza fra maggiore o minor prezzo sarà soltanto del 10%, da gennaio 2012 verranno applicati prezzi biorari che rispecchieranno realmente il diverso costo dell'elettricità all'ingrosso nei diversi momenti; le differenze di prezzo saranno quindi più accentuate, con maggiori possibilità di risparmi in bolletta e viceversa.

In una lettera indirizzata al Presidente dell'Autorità dell'Energia Elettrica e il Gas, Adiconsum, Federconsumatori e Movimento Difesa del Cittadino hanno chiesto all'Autorità di "assumere tutte le iniziative volte ad introdurre forme di garanzia di continuità del servizio per i clienti domestici che possono trovarsi in situazioni di momentanee difficoltà economiche dovute alla crisi, tenendo conto di quanto previsto nelle Direttive Europee del c.d. 3° pacchetto Energia in corso di recepimento". Secondo le Associazioni, infatti, il fenomeno della morosità dei clienti, in questo particolare momento di crisi economica, "sta conoscendo una crescita davvero preoccupante che rischia, se non adeguatamente gestita, di andare a discapito proprio della fascia più debole dei consumatori, cioè le famiglie che correttamente e con grande sforzo onorano il pagamento del servizio elettrico e gas".

Allo stesso tempo, le Associazioni sono consapevoli del fatto che "sempre più piccole e medie aziende, approfittando delle regole di routine sulla gestione della morosità in caso di switching ad altro operatore, utilizzano il mancato pagamento delle forniture elettriche e gas come mezzo alternativo di finanziamento offerto dal mercato". Per combattere questo fenomeno, Adiconsum, Federconsumatori e Movimento Difesa del Cittadino hanno espresso all'Autorità l'intenzione di "appoggiare tutte le decisioni che l'Autorità vorrà assumere per combattere chi, sfruttando la possibilità di switchare fra diversi operatori, ne approfitta per non pagare le bollette, tenendo conto dei pronunciamenti delle Associazioni dei consumatori espressi in occasione del documento di consultazione DCO 23/09".

L'Italia, imponendo il prezzo minimo di vendita delle sigarette al dettaglio, crea distorsione della concorrenza, pregiudicando la libertà di alcuni produttori e importatori garantita dalla direttiva comunitaria 95/59/CE. E' quanto ha dichiarato la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, in una sentenza pubblicata oggi. La direttiva comunitaria, relativa alle imposte diverse dall'imposta sul volume d'affari che gravano sul consumo dei tabacchi lavorati, prevede che i produttori e gli importatori di paesi terzi stabiliscono liberamente i prezzi massimi di vendita al dettaglio per ciascuno Stato membro.

In Italia, la legge finanziaria 2005 ha disposto, invece, che, per il perseguimento di obiettivi di pubblico interesse, compresi quelli di difesa della salute pubblica, possono essere individuati criteri e modalità di determinazione di un prezzo minimo di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati. Così, con decreto del 2005, il Ministero dell'Economia ha stabilito un prezzo minimo di vendita al dettaglio delle sigarette al di sotto del quale è vietata la commercializzazione dei prodotti: nel 2007 il prezzo minimo del pacchetto da venti sigarette era di 3,40 euro. Nella sentenza di oggi la Corte dichiara che la Repubblica italiana, prevedendo un prezzo minimo di vendita per le sigarette, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza della direttiva 95/59/CE.

La Commissione Europea ha inflitto oltre 622 milioni di euro di multa a 17 aziende che hanno fatto cartello sul prezzo di vendita di attrezzature e accessori per sale da bagno, in 6 Paesi dell'Ue, tra cui l'Italia. Tra le imprese multate ci sono 5 italiane: Cisal, Mamoli, RAF, Teorema e Zucchetti. Il cartello, che ha funzionato per 12 anni, dal 1992 al 2004, ha riguardato prodotti come lavabi, vasche da bagno, rubinetteria ed accessori da bagno e si è concretizzato nella fissazione degli aumenti di prezzo, dei prezzi minimi e degli sconti e nello scambio di informazioni commerciali sensibili. Tali pratiche rappresentano violazioni molto gravi delle norme comunitarie in materia di concorrenza e sono vietate dall'articolo 101 del trattato UE.

Nel 2009 il credito alle famiglie cresce, ma meno rispetto all'anno precedente, con segnali di ripresa a partire dai primi mesi del 2010. Fra il 2006 e il 2008 "la percentuale di famiglie che hanno fatto ricorso al credito al consumo è aumentata tra gli anziani, tra le famiglie con un basso grado di istruzione e tra quelle con redditi non elevati". È quanto rilevato, in occasione della giornata del credito di ieri, dal Direttore Centrale Area Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia Stefano Mieli, in un intervento centrato su "Il credito e la crisi: problemi e prospettive", che analizza l'andamento del credito alle imprese e alle famiglie.

Nel 2009 la crescita dei prestiti alle famiglie per l'acquisto di casa è stata dell'1,8 per cento, inferiore di tre punti rispetto all'anno precedente. Segnali di accelerazione ci sono stati nei primi mesi di quest'anno, per una moderata ripresa della domanda dei mutui. In generale, "l'espansione del credito al consumo è stata, nell'anno, del 4,7 per cento, leggermente inferiore rispetto all'anno precedente (5,4 per cento); la decelerazione è continuata nei primi mesi del 2010; il calo della domanda di beni durevoli ha determinato una contrazione del credito finalizzato al loro acquisto. Sono invece aumentati i finanziamenti senza finalità specifica, in particolare quelli nella forma tecnica della cessione del quinto dello stipendio".

L'analisi si sofferma anche sul profilo di chi fa ricorso al credito: emerge dunque che "tra il 2006 e il 2008 la percentuale di famiglie che hanno fatto ricorso al credito al consumo è aumentata tra gli anziani, tra le famiglie con un basso grado di istruzione e tra quelle con redditi non elevati. Vi ha contribuito l'estensione della possibilità di ottenere finanziamenti attraverso la cessione del quinto ai pensionati, ai lavoratori assunti a tempo determinato e a quelli autonomi. Considerando anche le carte di credito con rimborso rateale e lo scoperto di conto corrente, poco meno di una famiglia italiana su cinque ha fatto ricorso a una forma di credito al consumo".

Alla fine del 2009 l'indebitamento finanziario complessivo delle famiglie ha superato il 60 per cento del reddito disponibile, in aumento di quattro punti rispetto al 2008 ma ancora inferiore ai livelli dell'area euro, che si attestano al 95 per cento, e ai paesi anglosassoni, dove l'indebitamento finanziario delle famiglie supera il 100 per cento.

Un cittadino europeo su sei, durante lo scorso anno, almeno una volta non ha avuto i soldi per pagare le bollette o per fare la spesa e uno su cinque ha avuto difficoltà nel continuare a pagare le bollette e le rate del mutuo, a maggio 2010. Il 3% si trova in situazione di morosità per quanto riguarda alcune fatture e rate del mutuo ed il 2% ha seri problemi finanziari ed è in mora per molti di tali pagamenti. Più in generale, tre quarti degli europei ritengono che la povertà sia aumentata nel proprio paese durante l'ultimo anno.

E' il quadro che emerge dall'indagine Eurobarometro sulle conseguenze sociali della crisi, effettuata nel mese di maggio e presentata oggi dalla Commissione europea. Ovviamente è la crisi, con i conseguenti inviti ad adottare misure di austerità, a riflettersi nella percezione della povertà da parte dei cittadini. L'85% dei greci intervistati ritiene che la povertà sia aumentata nel proprio paese, ma i francesi non sono da meno con l'83% dei cittadini; è di questa idea il 75% degli italiani. In alcuni paesi, addirittura, la gente pensa che le difficoltà aumenteranno: in Grecia e Romania 7 cittadini su 10 pensa che la propria situazione finanziaria peggiorerà.

Per 3 europei su 10 le difficoltà maggiori sono state nel sostenere i costi dell'assistenza sanitaria, ai bambini o di lunga durata per loro o per i loro familiari negli ultimi sei mesi: per l'11% la situazione è diventata "molto più difficile" e per il 18% "un po' più difficile". Un europeo su 6 non è molto sicuro o non lo è per nulla, di non perdere il lavoro e quasi la metà dei cittadini pensa che sia abbastanza improbabile o assolutamente improbabile ritrovare un nuovo posto entro sei mesi in caso di licenziamento.

Nel 2009 l'erogazione del credito al consumo ha visto una battuta d'arresto dell'11,2%. Nel primo trimestre 2010, è diminuito del 4,9%. Nel 2009 sono diminuiti anche i mutui immobiliari, che segnano un meno 14,2%, con una tendenza che comincia a migliorare solo a partire dal 4° trimestre 2009. È quanto rileva l'Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.

"Il mercato del credito alle famiglie in Italia - segnala lo studio - ha continuato a manifestare segnali di fragilità anche nella seconda parte del 2009, riflettendo la debolezza della domanda su cui ha indubbiamente pesato l'incertezza delle prospettive economiche derivante dalla flessione del reddito disponibile e dei consumi e dalle tensioni sul mercato del lavoro. In tale contesto, inoltre, le strategie degli operatori si sono mantenute prudenti, privilegiando il contenimento del rischio, a discapito dell'aumento dei volumi". Di conseguenza, le erogazioni di credito alle famiglie nel 2009 sono diminuite sia per i prodotti di credito al consumo che per i mutui.

In particolare, il credito al consumo chiude il 2009 con un valore di finanziamenti in calo dell'11,2% rispetto all'anno precedente, anche se si osserva un miglioramento, con una mitigazione del calo delle erogazioni nel quarto trimestre 2009, che prosegue anche nel primo trimestre 2010 (meno 4,9%). La diminuzione interessa tutti i prodotti, dai finanziamenti per acquisti di auto e moto, che si sono ridotti di oltre il 16%, ai finanziamenti per acquisti di altri beni, come arredamento, elettronica, elettrodomestici. Diminuisce la concessione di prestiti personali e di credito attraverso carte rateali/opzione e cala la cessione del quinto dello stipendio. Segno negativo anche per l'andamento dei mutui immobiliari: nel 2009 le erogazioni di mutui alle famiglie sono diminuite del 14,2% mentre sono aumentate le operazioni di surroga e sostituzione, favorite dalla portabilità dei mutui. Nel 2009 diminuisce anche la corsa al tasso fisso e si segnala il ritorno ai mutui a tasso variabile.

Sono le mozzarelle blu l'ultimo attacco alla salute e alla sicurezza alimentare dei consumatori italiani. "Il tempestivo intervento dei Carabinieri dei NAS attesta la capacita' di reazione del sistema italiano nel garantire la tutela dei consumatori". Così il ministro della Salute, Ferruccio Fazio ha commentato il sequestro di 70 mila "mozzarelle blu" provenienti dalla Germania e vendute in un grande discount presente in diverse regioni del nostro Paese. Nella stessa occasione il Ministro ha annunciato che è stato" immediatamente attivato il sistema di "Allerta rapido" comunitario con la segnalazione alla Commissione Europea e alle Autorità tedesche della contaminazione delle mozzarelle. Sono state altresì informate le Autorità sanitarie delle Regioni dove le mozzarelle provenienti dallo stabilimento tedesco potrebbero essere state destinate".

Il portavoce della Commissione Europea, Frederique Vincent, ha fatto sapere che Bruxelles seguirà da vicino la vicenda inviando un ispettore sanitario europeo in Germania: "Al momento i Paesi interessati in Europa in base alle informazioni a disposizione sono l'Italia e la Slovenia, in quanto una parte delle mozzarelle giunte in Italia dalla Germania sono state riesportate in Slovenia" ha detto Vincent.

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