Tra i paesi più ricchi e quelli più poveri ci passano almeno 40 anni di differenza di speranza di vita. Alla fine di quest'anno saranno circa 136 milioni le donne che avranno partorito, ma di queste 58 milioni non avranno beneficiato di alcuna assistenza medica né prima né dopo il parto, con seri rischi per la loro vita e per quella del neonato.

Questi sono soltanto alcuni dei dati inquietanti del Rapporto sulla salute nel mondo nel 2008, pubblicato oggi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). "Le cure di salute primarie - ora più che mai" è il titolo del Rapporto che vuol celebrare anche il trentesimo anniversario della Conferenza Internazionale d'Alma-Ata sulle cure di salute primarie, che si è tenuta nel 1978. Quest'evento fu un primo passo verso l'uguaglianza in materia di salute, come progetto politico internazionale.

Il Rapporto pone la necessità di un ritorno alle cure di salute primarie che, così come sono state concepite originariamente, hanno rivoluzionato il modo di percepire la sanità, modificando i modelli prevalenti in materia di organizzazione e prestazione delle cure. Le cure primarie rappresentano, dunque, un agrande sforzo per andare contro quelle tendenze che hanno provocato grandi ineguaglianze nello stato di salute delle popolazioni.

"Il Rapporto sulla salute nel mondo descrive l'ineguaglianza e l'inefficacia delle cure sanitarie e le sue raccomandazioni devono essere prese in considerazione" ha commentato Margaret Chan, Direttore generale dell'OMS, durante la presentazione del Rapporto. "Un mondo fortemente disequilibrato in materia di salute non è né stabile né sicuro" ha detto Chan. L'analisi dell'OMS mette in evidenza le troppe e crescenti differenze in materia di risultati sanitari, di accesso alle cure e di costi delle cure per i pazienti. Per 5,6 miliardi di abitanti dei paesi a basso e medio reddito più della metà delle spese di sanità è costituita dal pagamento diretto. La spesa per la salute pubblica può variare dai 20 dollari annuali a persona e i 6mila dollari. Con l'aumento dei costi della sanità e la disorganizzazione dei sistemi di protezione finanziaria, le spese personali per la salute fanno precipitare ogni anno almeno 100 milioni di persone sotto la soglia della povertà.

Anche all'interno di uno stesso paese e a volte di una stessa città ci sono differenze considerevoli: a Nairobi, per esempio, il tasso di mortalità dei minori di 5 anni è inferiore al 15 per mille nei quartieri ad alto reddito, mentre raggiunge il 254 per mille nelle zone povere.

"L'elevata mortalità delle partorienti e di quella infantile sono il sintomo di una mancanza di accesso ai servizi di base come l'acqua potabile, la vaccinazione e un'appropriata alimentazione" ha dichiarato la Direttrice generale dell'UNICEF, Ann M. Veneman. "Le cure di salute primarie che includono servizi integrati a livello della comunità possono contribuire a migliorare la sanità e a salvare le vite".

Queste cure, inoltre, riescono a contrastare almeno 3 malesseri del ventunesimo secolo: la diffusione mondiale dei modi di vita malsani, l'urbanizzazione rapida e anarchica, l'invecchiamento della popolazione. Queste tendenze contribuiscono all'aumento delle malattie croniche, come quelle cardiopatiche e vascolari, il cancro, il diabete, che creano nuove domande di cure di lunga durata, che pesano sull'intera collettività. E' prioritario quindi un approccio multisettoriale alla prevenzione, visto che i principali fattori di rischio di queste malattie sono esterne al settore della salute. Un miglior ricorso alle misure preventive esistenti potrebbe ridurre il peso mondiale delle malattie fino al 70%.

LINK: Scarica il Rapporto (PDF)

Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini esprime soddisfazione per i risultati del Comitato Permanente della catena alimentare, svoltosi venerdì a Bruxelles, che ha rivisto le misure già adottate dalla Commissione lo scorso mese di settembre in merito ai controlli sui prodotti alimentari cinesi sospetti di contaminazione da melamina.

La decisione approvata dal Comitato venerdì scorso, invece, contiene le garanzie addizionali richieste dalla delegazione italiana in linea con le misure già adottate a livello nazionale:

  • il mantenimento del divieto di importazione di latte e prodotti derivati, nonché di tutti gli alimenti per la prima infanzia che contengono latte o prodotti a base di latte;
  • un controllo, al momento dell'importazione, su tutte le partite di alimenti che contengono latte o prodotti a base di latte in punti ben identificati da ciascun Stato membro;
  • controllo degli alimenti per gli animali che contengono latte e prodotti a base di latte;
  • possibilità per gli Stati membri di poter effettuare i controlli su altri alimenti ad alto contenuto proteico che presentino un possibile rischio per la melamina.

La Commissione inoltre ha informato che le Autorità cinesi si sono impegnate ad effettuare i controlli pre-esportazione.

Liberalizzazioni , servizi locali, criteri di rappresentatività delle associazioni e tutela transfrontaliera. Questi i temi al centro del dibattito della IX Sessione Programmatica del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU) conclusasi sabato 11 a Saint Vincent, in Valle D'Aosta.

La sessione, intitolata "Dieci anni di attività del CNCU. L'incidenza del consumerismo sul territorio", è durata due giorni e ha visto la partecipazione di molti esponenti del Governo, degli Enti locali e delle Associazioni dei Consumatori.

"Costruire un sistema di diritti e tutela di rappresentanza di interessi sulla base della figura emergente del cittadino consumatore". Così il Capo dipartimento per la regolazione del mercato del Ministero dello Sviluppo Economico (Mse), Andrea Bianchi, che, aprendo la sessione inaugurale, ha sottolineato l'importanza delle liberalizzazioni e del funzionamento dei mercati nella tutela dei diritti dei consumatori.

Era presente anche Antonio Lirosi Garante per la sorveglianza dei prezzi che ha dichiarato: "L'Italia è l'unico Paese che ha introdotto un Garante dei prezzi perché abbiamo un deficit di natura culturale che risale a oltre 20 anni quando c'era ancora un regime di prezzi controllati. Noi italiani siamo figli della cultura del prezzo amministrato e per questo riusciamo anche a farci male da soli con un'informazione deformata".

Lirosi ha parlato di come le Associazioni dei Consumatori possono difendere gli interessi dei cittadini sul tema prezzi e potere d'acquisto. "Il diritto del consumatore ha a disposizione vari strumenti di difesa: quelli di natura strutturale che spettano al Governo, quelli di vigilanza che spettano alle Autorità indipendenti e ai pubblici poteri e quelli congiunturali, di sostegno al reddito e ai consumi su cui si può intervenire, a livello delle associazioni e del monitoraggio".

Il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha spiegato come "il monitoraggio non sia meno importante di una proposta di legge, ma faccia parte di quelle azioni positive da affiancare al mercato". "Rispetto a questo tema - ha detto Lirosi - io vi chiedo, è meglio lasciar fare al mercato o è meglio intervenire come soggetti attivi visto che abbiamo avuto la prova che da solo il mercato non tende alla perfezione, anzi degenera. Non per questo, però - ha continuato Antonio Lirosi - bisogna dare un alibi per tornare indietro sulle liberalizzazioni, soprattutto su quelle dei servizi pubblici. Occorre proseguire su queste liberalizzazioni intese come eliminazione di privilegi di alcune categorie. Però di fronte alle dinamiche della globalizzazione il consumatore da solo non può fare nulla e in questo deve avere l'appoggio delle associazioni".

Il tema di discussione del venerdì pomeriggio ha riguardato i criteri di rappresentatività delle associazioni dei consumatori a livello locale e i Presidenti delle associazioni hanno detto la loro.

"Questa assemblea è un momento importante perché è un momento di riflessione tra le associazioni e le autorità e non va sprecato". Ha iniziato così il suo intervento Paolo Landi, Presidente di Adiconsum che ha fatto una valutazione degli ultimi 10 anni di lavoro e dei risultati ottenuti.

"L'azione collettiva, - ha proseguito Landi - che rappresentava l'avvio di un'importante misura è stata congelata presso la Presidenza del Consiglio e rischia di essere cancellato. Vogliamo che quella normativa, almeno così com'è, dal 1° gennaio 2009 entri in vigore".

"Il grande obiettivo per il futuro è il consumerismo sul territorio; dietro questo slogan ci sono una serie di contenuti importanti per affrontare le conseguenze che avremo nel prossimo futuro, frutto della crisi".

Il Presidente del Movimento Difesa del Cittadino Antonio Longo ha invece tracciato un bilancio dell'utilizzo dei fondi destinati alle associazioni dei consumatori. "C'è da sottolineare che i risultati dell'utilizzo dei fondi del Map1 Map2 e Map3 sono positivi. Con queste risorse abbiamo costruito strutture sul territorio, abbiamo formato igiovani, dato ai cittadini materiali, strumenti web, consulenze, fatto conciliazioni . E' quindi assolutamente con una punta di orgoglio che rivendichiamo i risultati ottenuti in questi anni. Allo stesso tempo però ci sono dei problemi sulle modalità di assegnazione ed utilizzo di questi fondi.

Tra le criticità c'è la diminuzione dei contributi delle Regioni con il loro fondi diretti, presi dal bilancio regionale. Queste hanno fatto affidamento sui fondi trasferiti dalle multe antitrust e hanno di conseguenza abbandonato quasi del tutto il finanziamento. Altro lato negativo sono i vincoli posti sul piano dei bandi dal ministero, ad esempio quello che impedisce di fare contratti ai dirigenti nazionali e locali delle associazioni. Si tratta di un vincolo che contrasta con una prassi consolidata da sempre sia della Commissione Europea nel finanziamento dei fondi dei progetti europei realizzati dalle associazioni consumatori, sia anche con ciò che prevedono i bandi del ministero del welfare, dell'ambiente della salute.

Questi ultimi favoriscono infatti il coinvolgimento dei dirigenti delle associazioni perché ritengono che siano loro poi che possano meglio di tutti realizzare i progetti. Questo limite va assolutamente rimosso. Gli impegni che richiede un'associazione dei consumatori sono diventati sempre più pressanti, importanti e quotidiani.

Il Presidente del Movimento Consumatori, Lorenzo Miozzi si è espresso sui criteri di rappresentatività delle associazioni dei consumatori.

"Senz'altro fondamentale è che le organizzazioni siano forti e diffuse nel territorio, che abbiamo un rapporto diretto con i cittadini dal momento che sempre più questi ultimi oggi cercano nelle organizzazioni dei consumatori i loro rappresentanti. Bisogna quindi essere all'altezza di dare loro risposta. Come Movimento Consumatori riteniamo che anche le normative conseguenti sia a livello regionale, sia a livello nazionale, debbano riconoscere quei soggetti che sono davvero in grado di far crescere questo movimento di rappresentanza e di tutela dei consumatori.

Oggi abbiamo un quadro completo sia a livello nazionale sia a livello regionale però questi due mondi hanno delle normative che non sono forse allineate. A distanza di dieci anni riteniamo che debba esserci un allineamento , che vengano valorizzate le normative regionali perchè sono quelle che più sono a contatto diretto con le organizzazioni e quindi capiscono anche qual è il livello di presenza da riconoscere a livello regionale e una associazione nazionale conseguentemente sia considerata nazionale se un tot numero di Regioni riconosca quelle associazioni.

La conclusione dei lavori della Sessione Programmatica del CNCU è stata affidata ad Ugo Martinat, Sottosegretario allo Sviluppo Economico. Martinat ha ripercorso l'attività del CNCU, ricordando che dieci anni fa una consulta ha iniziato ad operare e ad essere attiva in tutti i sensi, facendosi portatore dei bisogni del cittadino. Un piccolo parlamentino ha portato sicuramente, nel corso di questi anni, dei risultati, ha posto le basi per una forte collaborazione tra le associazioni. Ricordo che nel 2004-2005 sono stati presentati i primi due rapporti sulle politiche regionali a tutela dei consumatori.

Al termine della due giorni di lavoro le 17 Associazioni dei Consumatori hanno firmato un documento programmatico con i seguenti punti cardine: class action, farmaci, criteri di rappresenanza e risorse per i progetti. Per quel che riguarda la class action le associazioni chiedono che la normativa approvata dal parlamento entri in vigore al 1 gennaio 2009. Sui farmaci l'assemblea ritiene che il processo di liberalizzazione non debba essere rimesso in discussione, poiché "grazie alla riforma e alla concorrenza la spesa farmaceutica si è ridotta ed il servizio è migliorato con oltre 2000 parafarmacie e corner". I consumatori chiedono quindi che debba essere mantenuto l'obbligo del farmacista a garanzia di un servizio qualificato.

In merito alle risorse per i progetti svolti dalle associazioni e dalle regioni per garantire ai consumatori informazioni e servizi adeguati, "l'assemblea chiede al Parlamento che le risorse finalizzate alla tutela dei consumatori non siano dirottate ad altre finalità". Infine, il CNCU condivide l'esigenza di rafforzare i criteri di rappresentanza previsti dalla legge per evitare eccessiva frammentarietà e allo stesso tempo "garantire e salvaguardare la nascita e lo sviluppo dell'associazionismo".

La protezione europea contro la pirateria dei sistemi ad accesso condizionato resta indispensabile per la sicurezza dei servizi di televisione a pagamento ed è una condizione essenziale per lo sviluppo di nuovi servizi di distribuzione di contenuto come i video su richiesta, le offerte in internet e la televisione mobile.

E' quanto conclude un Rapporto pubblicato dalla Commissione Ue che ha riunito un gruppo di esperti per lo scambio delle informazioni e delle buone pratiche ed ha invitato l'Ue a ratificare la Convenzione europea sulla protezione giuridica dei servizi ad accesso condizionato del Consiglio d'Europa.

A distanza di 10 anni dall'entrata in vigore della direttiva comunitaria relativa ai servizi ad accesso condizionato non si può non considerare che il panorama economico e tecnologico sia mutato profondamente. Allo stesso tempo la Commissione ha constatato il debole sviluppo delle offerte transfrontaliere dei servizi ad accesso condizionato e ha deciso di raccogliere tutte le informazioni sulle potenzialità dei mercati transfrontalieri, visto l'elevato grado di mobilità degli europei all'interno dell'Ue.

Il Rapporto evidenzia in primo luogo che la repressione della pirateria dei sistemi ad accesso condizionato è stata messa in atto in modo disuguale nei vari Stati membri. In alcuni Paesi gli attori del settore hanno applicato sanzioni troppo moderate e molto spesso si è riscontrata una mancanza di conoscenza tecnica da parte delle amministrazioni nazionali.

Il Rapporto ha constatato, inoltre, che un gran numero di nuovi servizi che si stanno sviluppando godono della protezione della direttiva: video a richiesta, la tv mobile, la diffusione su internet sono tutti servizi che utilizzano i sistemi ad accesso condizionato per filtrare i clienti che hanno pagato. Il Rapporto conclude che sono necessarie delle informazioni addizionali, sia per la protezione del diritto d'autore, sia dei diritti esclusivi di ritrasmissione di eventi sportivi.

LINK: Scarica il Rapporto (PDF)

La sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato ha espresso parere contrario al regolamento del Tesoro per l'attivazione del fondo per le vittime di frodi finanziarie alimentato dai cosiddetti conti dormienti. Nel parere vincolante i giudici chiedono una "integrale riscrittura del testo" in quanto questo "stravolge il disegno organizzativo del Dpr 116/2007" che istituì il Fondo previsto dalla Finanziaria del 2006.

Il Consiglio di Stato, in particolare, ha bocciato la norma che affida la gestione operativa del Fondo alla Consap, concessionaria del Tesoro per i servizi assicurativi pubblici, anzichè alla Commissione prevista dal decreto del 2007. Il testo tornerà ora al ministero per le opportune modifiche.

I prezzi sempre più “bollenti” hanno fatto scendere i consumi delle famiglie: per la prima volta dopo diversi anni, le vendite della Grande distribuzione organizzata hanno subito una flessione dello 0,3% tra luglio e agosto scorsi rispetto allo stesso periodo del 2007, mentre il costo della spesa è aumentato del 4,8%, facendo così raggiungere ad alcuni prodotti di largo consumo, come la pasta, ben il 40% di aumento in un anno. Lo afferma Unioncamere nell'inchiesta “Vendite Flash” relativa al quarto bimestre 2008.

La contrazione delle vendite si fa sentire di più nel Nord-Ovest (-1%) e nel Mezzogiorno (-0,5%), dove peraltro i prezzi registrano un incremento maggiore che nelle altre regioni. I fatturati di iper e supermercati, comunque, tengono (+4,5%), malgrado siano solo gli andamenti dei nuovi insediamenti commerciali e tenere alte le performance.

Nonostante la crescita più intensa dei prezzi rimanga concentrata nei reparti alimentari, tra luglio e agosto sono stati i beni per la cura della persona ad accelerare maggiormente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’alimentare ha registrato un aumento del costo della spesa del 5.7%.

 

Tra le categorie di prodotti che registrano i maggiori aumenti negli ultimi 12 mesi si ritrovano la pasta di semola (+40.1%), gli oli di semi (+37.4%) e i biscotti (7.6%), merceologie che fanno parte della drogheria alimentare. Altri aumenti rilevanti sono quelli relativi a latte Uht (+10.3%) e mozzarelle (+8.7%) che si collocano nel fresco. Si contraggono, invece, i prezzi di vendita dei primi piatti pronti (-6,2%), dell’olio di oliva (-2,9%) e del bagno-doccia schiuma (-1,3%).

 

LINK: Il Rapporto di Unioncamere

 

Il consumatore attento sa scegliere cosa acquistare. Per aiutare l'ambiente ed i diritti umani, dal 18 al 26 ottobre riparte l'iniziativa "Io faccio la spesa giusta". Per la Settimana Nazionale per il commercio equosolidale, ideata da Fairtrade Italia in collaborazione con Legambiente, Banca Etica e La Feltrinelli, sono previsti molteplici eventi: incontri culturali ed enogastronomici, promozioni, letture a tema. Saranno inoltre ben 3000 i punti vendita che offriranno degustazioni e proposte del mercato responsabile.

 

"Sovranità alimentare, - ha dichiarato Maurizio Gubbiotti coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente - rispetto del lavoro, difesa dell'ambiente, tutela dei diritti e sostenibilità: queste sono le basi del commercio equo e solidale che in questi anni ha saputo affermarsi a tal punto nel mondo da rappresentare davvero la risposta agli effetti devastanti di questa cattiva globalizzazione. La scommessa di ‘Io faccio la spesa giusta’ è proprio quella di voler dare la possibilità ad un numero sempre maggiore di consumatori di conoscere altre modalità di acquisto responsabile, fondamentali per i produttori del sud del mondo, che possono in questo modo riconquistare dignità e una possibilità di futuro, ma anche per i consumatori che possono acquistare a prezzi accessibili prodotti di alta qualità disponibili nelle maggiori insegne della grande distribuzione italiana sapendo di fare una cosa giusta".

 

Anche il mondo della cultura sarà strettamente coinvolto per l'occasione. Le librerie Feltrinelli di nove città italiane ospiteranno una serie di incontri con personaggi dello spettacolo, dello sport, del teatro e della letteratura: Patrizio Roversi, Pino Cacucci, Massimo Carlotto, Raymond Dassi, Lino Angiuli, Saverio Tommasi, Pino Petruzzelli, Franca Rame, Amanda Sandrelli, Andra de Carlo, Riccardo Sardonè, solo per fare alcuni nomi.

 

Hanno aderito all'idea anche diverse catene della Grande Distribuzione, quali Coop, Crai, Lidl, Dico, B'io, Naturasì, Carrefour e Auchan. Ma per assaggiare le specialità equosolidali, sarà anche possibile recarsi presso numerosi ristoranti e self service, che presenteranno menù a base di prodotti Fairtrade. Simpatica anche l'idea di mettere a disposizione un kit completo per coloro che vorranno cucinare a casa propria una cenetta etica. Per conoscere tutte le iniziative di “Io faccio la spesa giusta 2008”, contatta il numero 049 875082 o clicca qui

Nuovi diritti per gli acquisti dei consumatori. Delle nuove tutele in arrivo dall'Unione Europea in una proposta di direttiva potranno beneficiare sia i consumatori che si affidano allo shopping tradizionale sia quelli che acquistano su internet.

Quanto proposto oggi dalla Commissione Ue intende ottenere che tutti i consumatori europei dispongano di informazioni chiare sui prezzi e sui costi addizionali prima di sottoscrivere un contratto, indipendentemente dal Paese dell'Ue in cui fanno i loro acquisti.

Le nuove misure hanno l'obiettivo di rafforzare la tutela dei consumatori contro i ritardi e le mancate consegne e fissano in modo rigoroso i diritti dei cittadini rispetto ai periodi di recessione del contratto, di restituzione, di rimborso e di riparazione e verso le clausole vessatorie. La nuova direttiva unifica le 4 direttive attuali che sono: la direttiva sulle clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, quella sulle vendite e garanzie dei beni di consumo, quella sui contratti a distanza, quella sui contratti negoziati fuori dei locali commerciali.

Negli anni gli Stati membri hanno aggiunto ai requisiti minimi contenuti in queste legislazioni ulteriori regole creando così un panorama molto caotico del diritto contrattuale comunitario. Obblighi divergenti in materia di informazione, diversi tempi di rimborso o di recesso, hanno gettato ancora più confusione attorno al consumatore europeo.

Una serie di standard di termini contrattuali in materia di consumo ridurranno di molto i costi di applicazione della normativa, con risparmi fino al 97% per chi commercia su scala Ue. In poche parole la Commissione ha voluto adattare la legge per la tutela del consumatore alle nuove tecnologie e ai nuovi metodi di vendita. Internet è sicuramente lo strumento che più ha cambiato le abitudini di acquisto dei cittadini; già 150 milioni di europei, cioè un terzo della popolazione, fa acquisti online; 30 milioni di loro fa acquisti transfrontalieri in rete, con un totale di spesa di 24 miliardi di euro (una media di 800 euro a testa). Nonostante questo il potenziale del commercio transfrontaliero è ancora inespresso.

La nuova direttiva impone requisiti più rigorosi per le aste on line, che devono rispettare le regole dell'informazione. In generale la legislazione sui diritti dei consumatori riguarda i contratti relativi a vendite di beni e servizi tra imprese e consumatori e copre tutti i contratti, cioè gli acquisti fatti in negozio, a distanza o lontano dai locali dell'azienda. I punti principali della proposta sono:

  • Informazione precontrattuale. La direttiva obbliga il commerciante a fornire al consumatore un insieme di informazioni chiare per tutti i contratti di consumo in modo da consentire al consumatore di fare una scelta informata. Ad esempio gli si devono comunicare le caratteristiche principali del prodotto, l'indirizzo geografico e l'identità del commerciante, il prezzo tasse comprese, tutti i costi addizionali, le spese di consegna o postali.
  • Regole in materia di consegna e di passaggio del rischio al consumatore (aspetto attualmente non disciplinato a livello Ue): il commerciante disporrà di un massimo di 30 giorni di calendario per consegnare il bene al consumatore a decorrere dalla firma del contratto. Il commerciante sostiene il rischio e i costi legati al deterioramento o alla perdita del bene fino al momento in cui il consumatore lo riceve. In caso di consegna tardiva o di mancata consegna il consumatore avrà il diritto, cosa nuova nella maggior parte degli Stati membri, a un indennizzo nei tempi più brevi possibile e comunque entro 7 giorni dalla data prevista della consegna.
  • Periodo di riflessione (vendite a distanza, vale a dire vendite tramite Internet, telefono mobile, catalogo o vendite aggressive): è previsto un periodo di ripensamento valido su scala Ue pari a 14 giorni di calendario nel caso cambiaste idea. Introduzione di un modello standard di recesso di facile uso.
  • Riparazione, sostituzione, garanzie. Per dare ai consumatori maggiore certezza vi sarà un unico gruppo standard di strumenti di ricorso disponibili per tutti i consumatori che hanno acquistato un prodotto difettoso (vale a dire riparazione o sostituzione in primo luogo, seguite poi dalla riduzione del prezzo o dal rimborso dell'importo versato).
  • Clausole contrattuali inique: è prevista una nuova lista nera di clausole contrattuali abusive vietate in tutta l'Ue in tutti i casi nonché una lista grigia su scala comunitaria di clausole contrattuali ritenute inique fintanto che il commerciante non provi il contrario.

"Con i bilanci delle famiglie sottoposti a forti pressioni e con i cittadini inquieti per il loro potere d'acquisto, è più importante che mai consentire ai consumatori di comparare i prezzi e di guardarsi attorno per trovare delle migliori offerte a prezzo concorrenziale".

E' quanto ha detto in conferenza stampa il Commissario Ue responsabile della tutela dei consumatori Meglena Kuneva. "Queste nuove regole - ha spiegato il Commissario - sono destinate a rafforzare la protezione e a chiudere le lacune in ambiti chiave che rischiavano di minare la fiducia dei consumatori. Il mercato unico ha le potenzialità per offrire ai consumatori un maggior numero di scelte e di opportunità. Ma a tal fine abbiamo bisogno di una rete di sicurezza su scala Ue costituita da chiari diritti dei consumatori affinché questi possano fare i loro acquisti in qualsiasi punto dell'Ue in modo sicuro e in piena tranquillità di spirito".

Per entrare in vigore la direttiva deve essere approvata dal Parlamento Ue e dai Governi dell'Ue in sede di Consiglio dei Ministri.

Per saperne di più: http://ec.europa.eu/consumers/strategy/index_en.htm

Anche gli aeroporti europei, sull'esempio di quelli americani, avranno il "body scanner" per il controllo "totale" dei passeggeri, anche se passare sotto allo strumento elettronico non sarà un obbligo ma un'opzione aggiuntiva, nel rispetto della privacy. Ieri sera la commissione Trasporti del Parlamento europeo, presieduta da Paolo Costa, ha detto sì all' introduzione dei sofisticati strumenti che al metal detector consentono di visualizzare una persona praticamente nuda.

L'ok dell'Europarlamento è arrivato, però, solo dopo le rassicurazioni scritte del Commissario Ue ai Trasporti Antonio Tajani, che ha spiegato che questa è "una misura di sicurezza non solo contro il terrorismo, ma anche per contrastare il traffico di droga". Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla privacy e alla salute dei passeggeri sarà necessaria un'analisi più accurata, prima dell'entrata in vigore del regolamento.

 

Tuttavia, il Gruppo liberaldemocratico (Alde) del Parlamento Ue non è stato d'accordo con la decisione e lunedì presenterà una proposta di interrogazione orale in commissione Libertà pubbliche.

 

In arrivo nuovi strumenti per facilitare il commercio dei prodotti biologici e aiutare i coltivatori bio dei paesi in via di sviluppo. Si tratta di due iniziative lanciate questa settimana: una guida per la valutazione dei requisiti del bio, chiamata Equitool, e una lista minima di requisiti perché un prodotto possa essere certificato come biologico.

I nuovi strumenti sono frutto della collaborazione fra la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura), la Conferenza ONU sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) e la Federazione Internazionale Movimenti per un'Agricoltura Biologica (IFOAM), l'organizzazione che raccoglie il settore biologico a livello mondiale. I due strumenti intendono semplificare le procedure per l'accettazione dei prodotti biologici commerciati a livello internazionale. E dunque i coltivatori biologici dei paesi in via di sviluppo, informa la FAO, avranno un maggior accesso ai mercati mondiali.

Equitool è una guida realizzata per aiutare gli organi decisionali a valutare se la produzione biologica e le norme di trasformazione alimentare applicate in una regione corrispondano alla normativa in materia di produzione biologica vigente altrove. Significa non devono essere identici ma ugualmente validi.

Il secondo strumento, chiamato IROCB (Requisiti Internazionali per gli Organismi di Certificazione Biologica), è una lista minima di requisiti perché un prodotto possa essere certificato come biologico, per rendere possibile l'importazione di prodotti nell'ambito di sistemi di controllo di paesi stranieri.

I due strumenti sono stati approvati nella riunione conclusiva del Gruppo Internazionale di esperti per l'armonizzazione e l'equipollenza dell'agricoltura biologica (ITF).

Il mercato del biologico è in crescita. Il commercio di prodotti bio si sta espandendo a un ritmo del 15-20% annuo e sono più di cento i paesi che esportano prodotti certificati. Ma nel mercato mondiale operano più di 400 organismi per la certificazione. "Il mercato biologico è in piena espansione, con nuove questioni emergenti e con normative e procedure di certificazione in costante sviluppo - ha detto Alexander Müller, Vice Direttore Generale della FAO - Piuttosto che perdere tempo, soldi e mercati in questa giungla di norme e regolamentazioni, l'ITF ha posto le basi per una cooperazione armonica tra tutti coloro interessati alla crescita del biologico mantenendo al tempo stesso l'integrità del sistema".

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Il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, nel corso del convegno organizzato a Roma da Consumers'Forum, ha parlato di un taglio di 8 milioni di euro.

 "Il Governo faccia un deciso passo indietro, dando prova inequivocabile di essere dalla parte dei cittadini consumatori". Così Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino commenta l'annuncio del Presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Catricalà circa i tagli all'Antitrust previsti in Finanziaria.

"Si tratta di un grave danno alla tutela dei consumatori che fa pensare a una vera e propria resa del Governo alle lobbies delle imprese, in questi anni costantemente nell'occhio dell'Autorità Antitrust. Il taglio previsto porterà l'Autorità a ridurre drasticamente il personale della Direzione Generale Tutela del Consumare e a chiudere il servizio al cittadino offerto dal call center 800166661".

Sui tagli è intervenuta anche l'Unione Nazionale Consumatori. "Sarebbe un fatto grave se si riducesse da 22 a 14 milioni di euro lo stanziamento previsto per l'Autorità Antitrust, la cui funzione è fondamentale per la salvaguardia dei diritti dei consumatori - ha detto Massimiliano Dona, segretario nazionale UNC - Oggi più che mai il ruolo di vigilanza e controllo dell'Antitrust è fondamentale - soprattutto quando si tratta di banche, assicurazioni e grandi monopolisti - per assicurare un mercato libero ed autenticamente concorrenziale. Privare il Garante delle risorse necessarie significa ridurre la tutela dei diritti dei consumatori".

 

La Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati ha approvato nei giorni scorsi un emendamento al decreto1441 ter che disciplina la legge annuale per il mercato e la concorrenza, al fine di rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo.

Due mesi dopo la Relazione annuale al Parlamento - ha spiegato Antonio Catricalà nel corso del convegno organizzato questa mattina da Consumers'Forum - il Governo è tenuto ad adottare questa Legge per evitare che nel contempo vengano approvate dagli Enti locali delle norme restrittive della concorrenza. Quindi - ha continuato il Presidente - il Comune X non potrà più adottare una disciplina che prevede un numero chiuso per gli ottici, per le pizzerie e via dicendo".

L'emendamento approvato porta il nome di Della Vedova, il deputato che l'ha proposto, ma è bene ricordare che la proposta di una Legge Annuale sulle Liberalizzazioni era stata già avanzata da Bersani nel cd terzo pacchetto: in quell'occasione Della Vedova aveva però votato contro la Bersani ter

È partito il 1° ottobre il blocco automatico delle telefonate ai numeri a sovrapprezzo, tutti quelli (come 144 e affini) particolarmente costosi e critici per le ripercussioni che possono avere sulle bollette. È quanto ha stabilito l'Autorità Garante per le Comunicazioni. 

 

Come deciso lo scorso giugno, dal 1° ottobre scatta dunque sulle linee di telefonia fissa il blocco permanente e gratuito delle telefonate verso i numeri a sovrapprezzo: il provvedimento intende ridurre il rischio di ricevere bollette gonfiate e bollette con addebiti per telefonate mai effettuate o servizi non richiesti.

Chi vorrà disporre del servizio a sovrapprezzo dovrà dunque chiedere esplicitamente al gestore telefonico l'attivazione e dunque la rimozione del blocco o la sostituzione di uno a Pin. Già lo scorso giugno l'Agcom aveva inoltre deciso una capillare campagna di informazione destinata ai consumatori attraverso spot, annunci sulla stampa e sul web e informazioni in bolletta.

LINK: Agcom

Oltre 20 miliardi di euro, pari al 2,2% dei consumi annuali delle famiglie o all'1,3% del Prodotto interno lordo: è quanto costano in Italia il ritardo delle liberalizzazioni e la mancata apertura di settori quali commercio, assicurazioni, banche, carburanti e farmaci.

Questo il risultato dell'Osservatorio sulle liberalizzazioni presentato a Milano da Federdistribuzione, l'organizzazione che raggruppa la Grande Distribuzione Organizzata in Italia, in collaborazione con Cermes, il Centro di Ricerche sui Mercati e sui Settori Industriali dell'Università Bocconi di Milano.

Le voci analizzate riguardano commercio al dettaglio alimentare e non, distribuzione carburanti, distribuzione farmaci, servizi bancari e servizi assicurativi. Una maggiore apertura del mercato, rileva l'indagine, avrebbe un impatto rilevante nel settore del commercio e dei servizi bancari e assicurativi, mentre l'impatto sarebbe minore ma psicologicamente rilevante sulla distribuzione di farmaci e carburanti, sui quali sarebbero pressoché immediate le ripercussioni della riduzione dei prezzi.

"L'Osservatorio si pone l'obiettivo di definire e monitorare nel tempo il grado di concorrenza e di apertura dei mercati presenti in Italia, verificando lo stato di avanzamento delle liberalizzazioni", ha commentato Paolo Barberini, Presidente di Federdistribuzione, per il quale a fronte di consumi fermi e "crescita zero" "l'Italia deve recuperare il gap che ha accumulato nei confronti delle realtà estere in termini di efficienza e produttività, mettendosi nelle condizioni di avere aziende moderne e in grado di ravvivare la concorrenza interna e sostenere quella internazionale. In questo processo - continua Barberini - non c'è dubbio che mantenere settori molto rilevanti della nostra economia ancora protetti dai venti della concorrenza non può che rappresentare un danno per cittadini e imprese, e quindi per l'intera comunità".

PDF: Osservatorio sulle liberalizzazioni in Italia - Sintesi del Rapporto

 

La fiducia dei consumatori rispetto all'acquisto di prodotti e servizi transfrontalieri aumenta sempre di più ma il potenziale del commercio transfrontaliero è ancora inespresso.

 

La percentuale dei consumatori che si fida di comprare on line da un altro Paese è aumentata dell'8% rispetto al 2006, raggiungendo il valore del 40%. Mentre però cresce la fiducia degli europei verso il commercio oltre confine, soltanto pochi commercianti al dettaglio offrono questa possibilità.

Attualmente il 75% dei commercianti vende soltanto ai consumatori del proprio Paese, ma se ci fosse un'armonizzazione di regole quasi la metà di questi sarebbero interessati alla vendita transfrontaliera. Anche il livello della pubblicità transfrontaliera è relativamente limitato; solo il 21% dei commercianti pubblicizza oltreconfine e oltre la metà dei consumatori europei non ha accesso a questo tipo di pubblicità. Ovviamente sono quelli che ne hanno accesso a fare più facilmente acquisti transfrontalieri.

Sono dati annunciati dalla Commissaria Ue alla tutela dei consumatori Meglena Kuneva che ha pubblicato i risultati di 2 inchieste Eurobarometro sulle attitudini di imprenditori e consumatori nei confronti del commercio transfrontaliero. Lo studio ha raccolto dato tra febbraio e marzo 2008 intervistando oltre 26mila consumatori e 7.200 imprenditori nei 27 Stati membri e in Norvegia.

Soltanto il 33% degli imprenditori e il 21% dei consumatori sa dove prendere le informazioni sulle vendite e sugli acquisti oltre confine.

Il 13% dei consumatori con una connessione internet domestica ha utilizzato il commercio transfrontaliero attraverso la rete; il 36% degli europei ha utilizzato la rete per fare una comparazione dei prezzi. La maggior parte di coloro i quali hanno fatto acquisti on line pensano che, in generale, i commercianti hanno rispettato i loro diritti e si sono sentiti abbastanza protetti dalle leggi a tutela dei consumatori.

"Il nostro obiettivo è che i consumatori siano in grado di beneficiare dell'acquisto delle migliori qualità a prezzi moderati. Il potenziale per un'ulteriore integrazione del mercato interno comune, in questo campo, è considerevole. Per questo è necessario assicurare che le barriere legali e pratiche non ostacolino il commercio transfrontaliero" ha dichiarato Meglena Kuneva.

LINK: Synthesis report on consumer and business attitudes to cross-border sales and consumer protection in the internal market

 

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