Regole più stringenti per assicurare la massima tempestività nella gestione dei reclami e nella rettifica di ogni eventuale errore di fatturazione, prevedendo anche indennizzi automatici a favore dei consumatori in caso di violazione delle nuove norme. Sono alcune delle principali novità del Testo integrato della regolazione della qualità dei servizi di vendita (TIQV) emanato dall'Autorità per l'energia per migliorare le tutele dei consumatori di elettricità e gas naturale, nei diversi momenti del rapporto commerciale con il venditore di energia elettrica e di gas (reclami, fatturazioni, richieste di informazioni, etc).

Il rimborso automatico è di 20 euro e scatta se il venditore non risponde entro 40 giorni dal reclamo del cliente o se l'errore di doppia fatturazione non viene rettificato entro 20 giorni dalla richiesta, oppure se la rettifica della fatturazione non viene fatta entro 90 giorni dalla richiesta.

Il nuovo provvedimento è stato approvato al termine di una procedura di consultazione pubblica che ha consentito di recepire anche indicazioni delle Associazioni di consumatori e degli operatori del settore.  Il nuovo Testo integrato accorpa in modo organico la precedente regolazione sulla qualità della vendita; ad esempio anche quella per i call center dei venditori che ha fissato obblighi di servizio riguardanti la semplicità del risponditore automatico, l'orario di apertura, la gratuità delle chiamate, l'informazione ai clienti, nonché precisi standard per il tempo medio di attesa, il livello di servizio e l'accessibilità.

In dettaglio, il Testo integrato (delibera ARG/com 164/08, disponibile sul sito www.autorita.energia.it ) prevede:

  • regole più stringenti per migliorare il trattamento dei reclami: l'Autorità ha introdotto l'obbligo per il venditore di indicare la persona ed il riferimento organizzativo ai quali rivolgersi dopo aver presentato il reclamo; inoltre, le risposte fornite al cliente dovranno essere adeguatamente motivate;
  • un unico interlocutore anche per effettuare reclami di tipo tecnico, sia per l'energia elettrica che per il gas. Il venditore farà da tramite con il distributore, qualora sia necessario, semplificando le procedure a carico del consumatore che effettua il reclamo. Questa semplificazione è stata ritenuta opportuna a seguito della separazione tra distributori e venditori, avvenuta con la liberalizzazione dei mercati;
  • maggiore tempestività nelle verifiche di fatturazione: sono stati introdotti il diritto ad una risposta motivata entro 40 giorni alle richieste di verifica della fatturazione.

Gli indennizzi automatici stabiliti dal Testo integrato sono:

  • un indennizzo automatico di 20 euro, a carico del venditore, se le risposte ai reclami supereranno il tempo limite di 40 giorni per sua responsabilità. L'indennizzo, che potrà essere corrisposto (non più di una volta l'anno allo stesso cliente per lo stesso motivo, onde evitare eventuali abusi) si propone di assicurare tempi certi e la massima tempestività nella risposta ai clienti;
  • una disciplina specifica per ritardi di rettifica dei casi di "doppia fatturazione" a seguito del cambio di fornitore: l'errore di doppia fatturazione deve essere rettificato entro 20 giorni dalla richiesta, pena il pagamento di un indennizzo automatico di 20 euro al consumatore;
  • un indennizzo automatico di 20 euro in caso di mancato rispetto del termine di 90 giorni per la rettifica di fatturazione, quando dovuta. Le richieste di rettifica potranno essere inoltrate non solo per le fatture già pagate, ma anche per quelle per le quali è prevista la possibilità di rateizzazione.

Le principali disposizioni del Testo integrato entrano in vigore già dall'1° gennaio 2009.

L'Autorità ha inoltre avviato una seconda consultazione (DCO 35/08, disponibile sul sito www.autorita.energia.it) per arrivare a definire ulteriori regole di maggior dettaglio entro fine anno.

In particolare:

  • sulla gestione dei reclami per i quali il venditore dovesse necessariamente richiedere dati tecnici in possesso del distributore;
    sui reclami multipli, per esempio originati da disservizi di vaste dimensioni;
  • sulla pubblicazione comparativa dei dati di qualità del servizio dei venditori, per promuovere una scelta sempre più consapevole del fornitore di energia elettrica o di gas;
  • sugli obblighi di tempestività nelle comunicazioni tra venditori e distributori.

I soggetti interessati ad inviare le proprie osservazioni su queste nuove proposte possono inviarle all'Autorità entro il 12 dicembre 2008.


Nel 2007 la Commissione Ue ha assunto più donne che uomini in tutte le categorie di personale.

Le donne hanno costituito il 50,6% delle nomine a funzioni di amministratore e il 74% delle nomine a funzioni di assistente. I progressi sono particolarmente significativi a livello delle nomine a incarichi di amministratore: il 54,2% delle nomine a funzioni non dirigenziali (contro il 44% nel 2004), il 31,5 % a funzioni dirigenziali intermedie (contro il 23,2% nel 2004) e il 35,1% a funzioni dirigenziali superiori (contro il 12,8% nel 2004).

Nello stesso tempo i servizi della Commissione si stanno adoperando per sensibilizzare il personale, conciliare vita privata e professionale, nonché incentivare la progressione della carriera.

Sono alcuni dati della Relazione annuale pubblicata oggi dalla Commissione Ue sul "Quarto programma d'azione per la parità di opportunità tra uomini e donne presso la Commissione europea (2004-08)", adottato nel 2004. Il programma prevedeva:

  • Progressione della carriera; la Commissione si è prefissa obiettivi annui di assunzione e di nomine di donne per funzioni di amministratore. Gli obiettivi per il 2007 prevedevano il 25% di prime nomine a funzioni dirigenziali superiori, il 30% a funzioni dirigenziali intermedie e il 50% a funzioni non dirigenziali di amministratore. Il 2007 è stato il primo anno in cui si è riusciti a centrare tutti gli obiettivi (rispettivamente con 35,1%, 31,5% e 54,2%);
  • Dal 2007 sono state poste in essere misure vincolanti che hanno facilitato i progressi raggiunti in materia di prime nomine di donne a funzioni dirigenziali intermedie;
  • Uno studio è stato condotto nel 2007 per comprendere meglio i motivi all'origine dello scarso numero di donne candidate a funzioni di dirigenza.
  • Per risolvere il problema del limitato numero di candidature femminili, vengono organizzate specifiche formazioni.

Per conciliare meglio vita privata e vita professionale, dal 2005 è stato istituito un meccanismo che permette una più efficace sostituzione del personale assente per congedo di maternità o per congedo parentale, o ancora per coloro che scelgono di lavorare a tempo parziale. Dal 2007 sono stati istituiti orari flessibili e sistemi di telelavoro. Vengono organizzate inoltre azioni di sensibilizzazione del personale, sotto forma di seminari, tutorato o formazione.

Nonostante i progressi realizzati, le donne continuano a essere insufficientemente rappresentate nella categoria degli amministratori, soprattutto nelle funzioni dirigenziali (18,5% di donne al livello superiore, 20,4% al livello intermedio, oltre al 38,4% nelle funzioni non dirigenziali di amministratore; nel 2004 le rispettive percentuali erano 12,8%, 18,3% e 32,5%).

I principali temi sui quali la Commissione dovrà continuare a lavorare saranno la scarsa rappresentanza delle donne, il numero ridotto delle loro candidature a funzioni dirigenziali, la lentezza nell'evoluzione delle mentalità, la cultura dei lunghi orari di lavoro e il problema dell'efficace sostituzione del personale assente.

La Commissione controllerà rigorosamente l'attuazione dei parametri fissati e si sforzerà, nei limiti del possibile, di combattere qualsiasi discriminazione fondata sul sesso in sede di procedure di selezione, sulla scorta di uno studio condotto dall'Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO).

Per favorire inoltre l'equilibrio fra vita professionale e vita privata, sono in fase di esame tre strategie, e le conclusioni sono attese per l'inizio del 2009: si tratta del meccanismo di sostituzione del personale assente, della politica relativa agli orari flessibili e della politica in materia di telelavoro.

 

Inaugurato ufficialmente oggi dal Commissario Ue per la protezione dei consumatori Meglena Kuneva il primo master europeo in questioni consumeristiche. In 13 università di altrettante città europee verrà offerto un programma di diploma promosso dall'Ue che ha il fine di introdurre una formazione professionale per quegli operatori che si occupano del mondo del consumerismo in diversi ambiti: quello aziendale, quello politico e quello delle stesse organizzazioni dei consumatori.

Finora non esisteva una qualifica professionale europea in questo ambito e questi nuovi master intendono colmare la lacuna. I curricola comprenderanno la normativa a tutela dei consumatori, l'analisi dei comportamenti e della psicologia dei consumatori, nozioni di economia, marketing, tecnologie orientate ai consumatori e/o consumo sostenibile. Imprese, governi e organizzazioni dei consumatori hanno già dimostrato interesse ad assumere questi operatori qualificati.

La Commissione europea ha contribuito alla creazione di questi corsi e li sostiene finanziariamente: ogni università interessata riceverà un contributo di 50mila euro all'anno, per 3 anni e ci saranno borse di studio di 3mila euro ciascuna per gli studenti.

Le università coinvolte sono suddivise in 3 consorzi che si occupano ciascuno di un ambito tematico diverso. Il Gruppo 1 si occupa di marketing/management, tecnologia orientata ai consumatori, consumo sostenibile, alimenti e nutrizione, studi consumeristici e sviluppo della filiera della fornitura; il Gruppo 2 si occupa dei comportamenti dei consumatori, delle questioni legali e delle relazioni imprese/consumatori, il terzo Gruppo di economia, marketing, diritto e psicologia. I nuovi corsi di master inizieranno nell'autunno del 2009 e gli studenti possono chiedere di partecipare a questi corsi rivolgendosi direttamente all'università in questione come per qualsiasi altro corso universitario.

Avviando il programma presso l'Università della Haute Alsace a Colmar (Francia) il Commissario Kuneva ha affermato: "Se guardiamo a ciò che accade davanti ai nostri occhi, come ad esempio la crisi finanziaria e l'aumento dei prezzi, non si può sopravvalutare l'importanza di tutelare e promuovere i diritti e gli interessi dei consumatori. Sono quindi particolarmente compiaciuta che l'emancipazione dei consumatori rientri oggi appieno nella formazione universitaria in Europa".

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Nucleare e rinnovabili sono le chiavi di svolta per ridurre la dipendenza energetica dell'Italia e promuovere l'efficienza di un sistema produttivo che ha ancora carenze strutturali. E' questa la sintesi dell'intervento del Ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, nell'ambito della giornata organizzata oggi a Roma dal Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) sul "problema delle reti" nella politica europea dell'energia.

"La politica energetica è stata uno dei pilastri su cui si è fondata l'Europa: nel '51 è stata il fondamento del Trattato della CECA, nel '57 dell'Euratom. Nel tempo l'attenzione all'energia è calata, ma oggi è di nuovo una priorità assoluta per l'Unione Europea a 27" ha dichiarato il Ministro.

"Sono tre le sfide che si pongono di fronte al mercato energetico interno dell'Europa e queste sono: la sostenibilità ambientale, la sicurezza dell'approvvigionamento e la competitività del sistema produttivo. Purtroppo i margini di manovra a disposizione dell'Europa per rispondere a queste sfide non sono ampi". E qui Scajola ha fatto un quadro della situazione energetica mondiale e italiana.

Oltre il 50% dell'energia utilizzata nel mondo viene ricavata dal petrolio e dal gas; i paesi industrializzati dipendono da un numero molto ristretto di paesi esportatori: soltanto i paesi Opec possiedono l'80% delle riserve petrolifere mondiale, il 64% di queste sono concentrate nel Medio-Oriente. Per il gas la situazione è analoga: l'Europa da sola consuma il 20% del gas mondiale e ne detiene il 2%; tre paesi, Russia, Iran e Qatar, ne possiedono da soli il 60%.

La conseguenza è che l'Europa dipende dall'estero per il 50% del proprio fabbisogno energetico e nei prossimi 20 anni questa percentuale è destinata a crescere fino al 65%.

"In una situazione come questa è evidente - ha affermato Scajola - come ormai la politica energetica sia diventata politica estera. I paesi produttori sono caratterizzati da un elevato tasso di instabilità e hanno dimostrato in più occasioni di voler usare le loro risorse per fini politici".

Entrando nel merito della situazione italiana il Ministro ha spiegato che le difficoltà sono ancora maggiori. In primo luogo la dipendenza energetica elevata: oggi è dell'85%, tra 20 anni potrebbe arrivare al 95%; non meno problematiche sono le carenze infrastrutturali che rendono pesante il trasporto; per finire Scajola ha parlato di uno "squilibrio del mix di generazione elettrica, che è caratterizzato dalla prevalenza dell'utilizzo del gas, dalla totale assenza del nucleare, dal modesto ricorso al carbone e da una quota di rinnovabili che è addirittura in flessione: l'idroelettrico che nel dopoguerra è stata la principale fonte di energia del nostro Paese, fino al 70% della produzione totale, è arrivata oggi al 13%".

"Tutte queste debolezze - ha spiegato Scajola - poi si riversano sulle bollette dei cittadini e rendono ancora più problematico e oneroso il rispetto degli obiettivi europei".

Il Ministro ha ribadito che l'Italia condivide gli obiettivi generali del Pacchetto sull'energia dell'Ue e la volontà di concludere l'iter per la sua adozione entro la fine di questa legislatura europea, ma ritiene che sia necessario fare dei correttivi per rendere più flessibile l'applicazione per attenuarne i pesanti riflessi economici e conciliare le esigenze dei paesi, visto che non partiamo tutti dalle stesse condizioni.

"Sono le tre le aree su cui il Governo italiano cercherà di ottenere i maggiori risultati - ha detto il Ministro - la prima è la creazione di reti e corridoi energetici; la seconda è la diversificazione delle fonti; la terza è la promozione dell'efficienza energetica, attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili e al nucleare".

La produzione di energia nucleare copre attualmente il 15% del fabbisogno europeo e per svilupparsi ha bisogno del forte consenso delle popolazioni. Secondo Scajola la maggioranza degli italiani, come dimostrano recenti sondaggi, ha capito l'importanza del nucleare, ma "bisogna ancora far cadere i pregiudizi ideologici, facendo parlare gli esperti che danno informazioni chiare e non di parte".

"Il nostro obiettivo - ha concluso il Ministro - è inoltre quello di innalzare al 25% il contributo delle fonti rinnovabili al fabbisogno energetico italiano e per far questo stiamo promuovendo la realizzazione di impianti più efficienti".

 

In arrivo nuove regole per ridurre i costi, promuovere la concorrenza e diminuire il numero di tariffe presenti sul territorio nazionale: è quanto ha annunciato l'Autorità per l'energia elettrica e il gas che ha approvato un insieme di nuove regole tariffarie per i servizi di distribuzione e misura del gas. Queste andranno applicate nel periodo 2009-2012.

Obiettivo dell'iniziativa è quello razionalizzare il sistema normativo e dunque di favorire lo sviluppo della concorrenza fra venditori a tutela dei consumatori finali, attravero la riduzione dei costi complessivi dei distributori, investimenti per la sicurezza della rete e la riduzione del numero di tariffe applicate sul territorio nazionale - saranno infatti individuati solo sei ambiti tariffari.

Dal punto di vista della regolazione di sistema, informa l'Aeeg, il provvedimento definisce nuovi criteri per:

  • l'allocazione dei costi, in particolare di quelli di impianto, in modo da adeguarsi alla dinamica delle nuove concessioni e dare indicazioni certe sul valore riconosciuto alle reti e sui livelli della loro remunerazione;
  • individuare in modo univoco quali siano i soggetti deputati al servizio di misura e quali siano i valori rilevanti per le transazioni economiche del servizio di fornitura del gas naturale;
  • stabilire precise responsabilità relativamente ai tratti di rete, particolarmente critici dal punto di vista della sicurezza, che vanno dai confini di proprietà ai punti di misura.

Dal punto di vista strettamente tariffario, il provvedimento definisce nuovi criteri per:

  • ridurre drasticamente il numero di tariffe presenti sul territorio nazionale, individuando solo 6 ambiti tariffari, in cui viene applicata la medesima tariffa (contro una situazione attuale di circa 2000 tariffe diverse);
  • definire un percorso di recupero delle inefficienze dei costi di gestione (peraltro definiti con maggior aderenza ai costi reali) sia imponendo una riduzione graduale di tali costi verso i livelli di maggior efficienza rilevati a livello nazionale, sia definendo meccanismi incentivanti per le aggregazioni delle piccole e medie imprese;
  • valutare una più puntuale incidenza dei contributi pubblici e privati a detrazione del capitale investito e della conseguente remunerazione riconosciuta in tariffa;
  • incentivare alcuni investimenti connessi alla sicurezza delle reti (ad esempio l'ammodernamento dei sistemi di odorizzazione, la sostituzione delle condotte in ghisa con giunti canapa e piombo).

Anche in automobile si possono ridurre gli sprechi. Una guida attenta e responsabile può far risparmiare fino al 10-15% dei consumi con un risparmio di carburante fino a 150 euro l'anno. È quanto afferma il Ministero dello Sviluppo economico che ha pubblicato la "Guida annuale 2008 al risparmio di carburante ed alle emissioni di anidride carbonica delle automobili", che sarà diffusa in 35 mila copie attraverso concessionari automobilistici, Camere di Commercio, operatori del settore nonché sul sito internet del Ministero.

Quali le accortezze? Fra le più semplici, quella di evitare brusche frenate e cambi di marcia inutili, spegnere il motore ai semafori e tutte le volte che è possibile, evitare di viaggiare con i finestrini aperti perché questo  determina un effetto negativo sull'aerodinamica del veicolo aumentando i consumi di carburante.

"La Guida vuole stimolare un comportamento responsabile degli automobilisti attraverso piccole azioni quotidiane che sembrano banali, ma che possono contribuire in modo significativo  alla riduzione dei consumi e dell'inquinamento - ha commentato il Ministro Claudio Scajola - In questo momento di difficoltà economiche, con i prezzi dei carburanti elevati, con l'esigenza di ridurre l'inquinamento ciascuno di noi può contribuire a ridurre gli sprechi, non solo in automobile, ma anche in casa o in uffici, con poca fatica e con un rilevante beneficio all'ambiente".

La Guida riporta i dati dei consumi nei vari cicli (urbano, extraurbano e misto) e delle emissioni di tutti i modelli di automobile in vendita al 31 marzo 2008, nonché una graduatoria dei modelli che emettono meno anidride carbonica, divisi per alimentazione a benzina o a gasolio.

LINK: Guida annuale 2008 al risparmio di carburante ed alle emissioni di anidride carbonica delle automobili (PDF)

I più piccoli prediligono bambole, trenini, automobiline. Ma bambini e ragazzi diventano sempre più tecnologici e usano sempre più spesso le opportunità offerte dalla tecnologia. Così cresce l'uso del cellulare, che raggiunge la quasi totalità (92%) dei minori. Aumenta la percentuale di coloro che usano il personal computer: sono il 59,8% dei minori fra 3 e 17 anni. Un terzo dei bambini e dei ragazzi riceve la paghetta e quasi il 40% dispone delle chiavi di casa.

È la fotografia dei giovanissimi italiani che emerge dal rapporto "La vita quotidiana di bambini e ragazzi" presentato oggi dall'Istat.

In testa alla graduatoria dei giochi preferiti dai bambini da 3 a 5 anni, rileva la ricerca dell'Istat, si trovano i giocattoli più tradizionali: le bambole per le femmine (85,6%) e le automobiline, i trenini e simili per i maschi (76,1%).

In questa fascia d'età sono molto amate le costruzioni e i puzzle, il disegno, i giochi di movimento, la manipolazione di materiali come la plastilina, anche se emerge qualche lieve differenza nei gusti: le bambine preferiscono matite e colori in misura superiore ai coetanei maschi (78,8% contro 70,9%), mentre sono meno interessate a costruzioni e puzzle (56,8% contro 68,9%).

Ai primi posti nella graduatoria dei maschi ci sono i giochi con automobiline e trenini (76,1%), disegnare (70,9%), fare costruzioni e puzzle (68,9%), giocare a pallone (63,4%). I videogiochi si collocano al decimo posto (18,7%). Le bambine amano soprattutto le bambole (85,6%), disegnare (78,8%), giocare con le costruzioni e i puzzle (56,8%). I videogiochi si collocano al 15° posto.

Nelle attività di gioco dei più piccoli emerge una differenza: la tecnologia continua a essere preferita dai maschi. Già nella fascia di età fra i 3 e i 5 anni i bambini che amano giocare con videogiochi e computer sono il doppio rispetto alle bambine (18,7% contro 9,5%). Tra i 6 e i 10 anni, questa tipologia di gioco sale decisamente, toccando il 70,4% dei bambini e soltanto il 39,9% delle bambine.

Per l'Istat differenze così accentuate sembrerebbero indicare che il processo di superamento dalle barriere culturali che hanno ostacolato l'accesso delle donne alla conoscenza e all'uso della tecnologia non sia ancora concluso, sebbene l'utilizzo del computer tende ad essere più paritario e le ragazze abbiano praticamente raggiunto i maschi nell'uso del pc e superato i loro coetanei nella maggior parte delle attività.

Il 31% dei bambini e dei ragazzi tra 6 e 17 anni riceve regolarmente la paghetta dai genitori, il 34,6% riceve a volte un regalo o un premio. Ma - evidenzia lo studio dell'Istat - i bambini ricevono più denaro delle bambine: il 32,7% dei primi riceve, infatti, regolarmente la paghetta settimanale a fronte del 29,2% delle seconde.

Fra i 14 e i 17 anni i ragazzi che ricevono regolarmente la paghetta sono il 57,2% mentre tra le ragazze della stessa età la quota scende al 48%. E mentre per le ragazze il denaro è un regalo, un premio, per i ragazzi si connota maggiormente come un flusso più continuo.

L'importo medio della paghetta è di 14 euro a settimana: si passa dai 7 euro dei bambini di 6-10 anni, ai 10 euro dei bambini di 11-13 anni, ai 17 euro dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Nel 2008 il 38,7% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni dispone delle chiavi di casa (era il 37,8% nel 1998).

Aumenta l'uso del cellulare che raggiunge la quasi totalità di minori: considerando gli 11-17enni, tra il 2000 e il 2008 si è passati dal 55,6% al 92%. La crescita maggiore si è verificata tra i più piccoli: la quota di ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che utilizza il cellulare è passata, infatti, dal 35,2% al 83,7%, mentre tra i 14 e i 17 anni dal 70,4% al 97,8%.

Nel 2008 il 68,9% dei bambini e ragazzi di 6-17 anni possiede e usa il cellulare. E non solo per telefonare. Tra il 2000 e il 2008 diminuisce la quota di bambini e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni che utilizza il cellulare solo per telefonare, passando dal 20,3% al 3,8%.

Mentre si affermano tutte le altre funzioni: se al primo posto ci sono le telefonate (93,6%), a brevissima distanza segue l'invio/ricezione messaggi (81,3%). Oltre la metà dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni gioca con il cellulare, il 47,3% fa squilletti, il 46,9% cambia suonerie e il 42,7% fa uso della rubrica telefonica. Al settimo posto tra le funzioni utilizzate si colloca il fare/ricevere foto (38,8%), seguito dall'ascolto della musica (33,3%). E non mancano inviare e ricevere filmati (15,2%), registrare conversazioni (10,3%), utilizzare l'agenda diario (11,2%) e collegarsi ad internet (4,2%).

Giovani più tecnologi anche perchè aumenta, dal 2000 al 2008, la quota di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni che usa il pc (dal 41,7% al 59,8%). E cresce anche l'uso di Internet è cresciuto e così, fra i ragazzi dagli 11 ai 17 anni, l'uso della Rete è passato dal 28,5% del 2000 al 66,9% del 2008.

Nel 2008 sono complessivamente 5 milioni e 135 mila i bambini e i ragazzi tra i 3 e i 17 anni che usano il pc a casa o in altro luogo. Tra i 6 e i 17 anni i bambini e ragazzi che si collegano ad Internet sono 3 milioni e 386 mila (il 49,2% della popolazione di questa età). I bambini e i ragazzi che usano tv, radio e pc leggono di più nel tempo libero, vanno più frequentemente al cinema, praticano di più sport: lo sviluppo delle nuove tecnologie, evidenzia l'istat, fa diminuire il tempo dedicato alla televisione.

La ricerca dell'Istat evidenzia inoltre come le ragazze abbiano raggiunto i maschi nell'uso del pc e superato i loro coetanei nella maggior parte delle attività: lettura (62,3% contro il 51,9% ), fruizione di cinema (79,5% contro il 77,2%), teatro (33,5% contro il 27%) e altre manifestazioni culturali.

 

Entro la fine dell'anno partirà la sperimentazione del progetto "Vetro indietro" per reintrodurre la vendita delle bevande in "vetro a rendere" nei bar e nei ristoranti italiani. Il progetto unisce federazioni di categoria, associazioni ambientaliste e grandi aziende del settore delle bevande con l'obiettivo di promuovere il ritorno all'uso dei contenitori a rendere per le bevande del canale Horeca - acronimo che sta per Hotellerie, Restaurant e Café, il circuito che comprende i consumi di alimenti e bevande fuori casa.

Il Protocollo d'Intesa che sancisce la nascita del progetto "Vetro indietro" è stato siglato in questi giorni, dopo due anni di lavoro, e unisce le maggiori associazioni di categoria del mercato italiano delle bevande consumate fuori casa, Italgrob (Federazione Italiana Grossisti Distributori Bevande), Fipe-Confcommercio, Legambiente, le aziende Sanpellegrino, Peroni e Pago, e Savno (Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale, il consorzio che da 7 anni si occupa della gestione dei servizi di igiene ambientale nel trevigiano).

Entro la fine dell'anno prenderà il via la prima fase della sperimentazione, con un progetto pilota che coinvolgerà città campione di tutta Italia dove bar e pubblici esercizi introdurranno la vendita di bevande "in vetro a rendere" predisposte dai marchi aderenti. Ci sarà la collaborazione dei consorzi di raccolta e smaltimento rifiuti delle città aderenti.

A dare il via alla sperimentazione sarà la provincia di Treviso (capofila il comune di Conegliano Veneto) ma entro pochi mesi il progetto verrà esteso ad altre città, come Ancona e Salerno, mentre è in fase di trattativa l'attivazione del progetto in alcuni quartieri di Roma. Obiettivo è dunque quello di valutare la fattibilità di un progressivo ritorno al "vetro a rendere" nel canale del fuori casa. I dati raccolti, sulle vendite, sui costi, sui rifiuti prodotti, saranno analizzati ed elaborati dal Centro Interdipantimentale IDEAS per lo Sviluppo Sostenibile dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

Da oggi i consumatori italiani potranno godere di offerte più trasparenti per le connessioni ad Internet, con indicazioni chiare sulla velocità minima che è la "banda disponibile in download nel 95% dei casi" e non la velocità massima teorica che attualmente si è soliti pubblicizzare. Gli utenti stessi, poi, potranno verificare, gratuitamente, le reali prestazioni della propria linea di accesso. Tutto questo rientra in un provvedimento approvato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sulla qualità del servizio di accesso a Internet a larga banda da postazione fissa.

Il provvedimento introduce un nuovo sistema per permettere al singolo consumatore di conoscere, in totale trasparenza, sia le prestazioni relative all'offerta di connessione ad Internet di ciascun operatore, al fine di effettuare una scelta consapevole anche sul piano della qualità dei servizi, sia le effettive prestazioni del proprio accesso una volta attivato il servizio.

Gli utenti potranno confrontare meglio le diverse offerte pubblicizzate, in quanto gli operatori dovranno indicare nelle informazioni, con qualunque mezzo diffuse, la velocità minima risultante dalle misurazioni effettuate. Sarà messo a disposizione dei singoli utenti, in una fase successiva, un servizio gratuito di verifica delle reali prestazioni della propria linea di accesso (velocità di trasmissione, ritardo e tasso di perdita di pacchetti dati, durante le fasi di uploading e downloading).

Entro 30 giorni l'Agcom individuerà un soggetto indipendente che, sotto il proprio coordinamento, avrà il compito di condurre l'attività di misurazione.

Nuovo aggiornamento della lista nera delle compagnie aeree europee, pubblicato oggi dalla Commissione Ue. Oltre alle restrizioni esistenti è stato imposto il divieto di volo alla compagnia cambogiana Siem Reap Airways International. La compagnia non rispetta né i regolamenti relativi all'aviazione civile della Cambogia, né le norme dell'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale (OACI). L'OACI ha inoltre espresso seri dubbi sulla propensione da parte delle autorità cambogiane dell'aviazione civile a mettere in atto e far rispettare le norme di sicurezza internazionali.

La Commissione ha poi esteso il divieto di volo a tutte le compagnie aeree dell'Angola. Restano ferme le compagnie Ukraine Mediterranean Airlines e Ukraine Cargo Airways, che non hanno attestato la messa in atto di misure correttive sufficienti.

"La lista nera è soprattutto uno strumento che garantisce la sicurezza dello spazio aereo europeo - ha dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue e responsabile dei trasporti - Grazie a questa lista i passeggeri aerei europei e non solo, che viaggiano in Europa sanno che è garantito loro un grado di sicurezza. La Commissione proseguirà nel suo dialogo con tutti gli Stati, sia all'interno sia all'esterno dell'Ue, con le autorità dell'aviazione civile e con le compagnie aeree per assicurare un rispetto continuo dei livelli di sicurezza aerea fissati nell'ambito internazionale" ha concluso Tajani.

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Il Bureau Européen des Unions de Consommateurs, organismo europeo che riunisce 42 associazioni indipendenti di trentuno Paesi, ha eletto nella serata di ieri il nuovo presidente: è Paolo Martinello, di Altroconsumo, che guiderà l'associazione per i prossimi due anni. Al suo fianco, nel ruolo di vicepresidente dell'organismo, Breda Kutin, dell'associazione slovena ZPS.

Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo dal 1995, è dal 2000 membro dell'Esecutivo dell'organismo con sede a Bruxelles, e ne ha ricoperto la vicepresidenza dal 1996 al 1998.
 
"Gli effetti della crisi finanziaria ed economica che oggi si stanno ripercuotendo così pesantemente sui consumatori, in termini di potere d'acquisto, qualità della vita e possibilità di scelta, conferiscono al BEUC responsabilità e impegni maggiori che nel passato - ha dichiararto Martinello - La precarietà dell'attuale scenario economico internazionale dimostra la necessità di realizzare al più presto riforme nel settore dei servizi finanziari, sui fronti del credito al consumo, della trasparenza e dell'informazione. Tali misure non sono solo indispensabili per la tutela degli interessi dei consumatori ma per tutto il sistema economico e la società nella sua accezione più globale".

LINK: Bureau Européen des Unions de Consommateurs

Il sistema sanitario italiano si piazza al 16° posto nella classifica annuale europea che comprende 31 paesi. Oggi a Bruxelles è stato presentato l'indice dei consumatori Euro Health Consumer Index (EHCI), edizione 2008 del sondaggio annuale sulla sanità europea. Dal sondaggio risulta che l'Italia ha fatto qualche piccolo passo avanti rispetto all'anno scorso, ma ottiene comunque un risultato mediocre simile a quelli di Spagna e Grecia, restando indietro rispetto a paesi dell'Europa dell'Est come Estonia e Ungheria.

I Paesi Bassi sono in testa alla classifica con 839 punti su un potenziale punteggio teorico di 1.000. Seconda classificata la Danimarca, che vince il Diabetes Index 2008, l'Austria che aveva vinto nell'EHCI 2007 arriva terza, a seguire Lussemburgo e Svezia.

L'Euro Health Consumer Index è suddiviso in sei aree: Diritti e informazione dei pazienti, e Sanità, Tempi di attesa per il trattamento, Risultati, Gamma e ambito dei servizi forniti e Farmaci. L'Index è il prodotto di statistiche pubbliche e ricerche indipendenti ed è realizzato dall' organizzazione di analisi e informazione Health Consumer Powerhouse.

Nelle sei categorie, che coprono 34 indicatori della performance, l'Italia ottiene 640 punti. "Abbiamo osservato alcuni miglioramenti per quanto riguarda l'accesso e i tempi di attesa, che indicano una volta tanto una positiva controtendenza dell'Italia," si legge in una nota del Dr. Arne Björnberg, Direttore della ricerca dell'Euro Health Consumer Index. "Ciononostante - conclude il Dr. Bjornberg - in linea generale il sistema sanitario italiano è mediocre e deve migliorare in tutte le subcategorie".

Che cosa si può fare meglio in Italia? "Come già osservavamo l'anno scorso, il sistema sembra essere ancora governato da Dei in camice bianco e questo non è certo il modo migliore di garantire al paziente la conformità con gli ordinamenti per il trattamento. Il sistema sanitario italiano ha bisogno di un passaggio di potere dai medici ai pazienti," afferma il presidente della Health Consumer Powerhouse, Johan Hjertqvist, nell'analizzare i risultati dell'Index per l'Italia.

"La sanità italiana ha urgente bisogno di una modernizzazione: non è un caso se il nostro paese si colloca al sedicesimo posto tra i sistemi sanitari europei, dietro a paesi come Estonia e Ungheria". Così Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, ha commentato in una nota questi dati.

"A tal fine ho presentato un disegno di legge che mira all'introduzione di un'agenzia di valutazione super partes così come esiste in molti altri paesi moderni, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, poiché il Sistema Sanitario italiano ha bisogno dell'introduzione immediata di criteri di valutazione e verifica basati su indicatori scientifici, che ci aiutino a premiare il merito e ad eliminare sprechi e inefficienze.

I dati parlano chiaro. Il nostro paese - ha concluso Marino - è indietro in importanti settori come l'informatizzazione dei sevizi e l'accesso alle medicine, anche se non dobbiamo dimenticarci dell'enorme risorsa positiva costituita da una sanità universalistica e gratuita come la nostra".

Sulla home page di VendereSicuro c'è una cassaforte.

E accanto, si spiega: "La combinazione per vendere sicuro è semplice. Più vendiamo sicurezza e più venderemo. Seguiamo quattro semplice regole e aumenteremo la fiducia e i profitti".

Le regole? Sincerità, apertura, flessibilità ed efficienza, che insieme formano l'acronimo SAFE - in inglese, sicuro. Questo lo spirito che sta alla base della campagna di educazione alla vendita su web, intitolata Venderesicuro.it, presentata da Polizia Postale e eBay.

Venderesicuro.it è un sito realizzato per spiegare quali sono, nel mondo del commercio elettronico, le regole di base per aumentare la fiducia degli acquirenti e i propri profitti. Sul sito internet è infatti possibile trovare tutte le informazioni per impostare una vendita corretta e sicura. E si può scaricare la "cassaforte della sicurezza", verificare con un semplice test on-line la propria conoscenza delle regole di base e ricevere consigli su come aumentare e migliorare la sicurezza della vendita.

"Mai come in una transazione online è fondamentale il rapporto di fiducia tra chi vende e chi acquista - ha spiegato Domenico Vulpiani, direttore del servizio polizia postale e delle comunicazioni - Sta alla responsabilità e professionalità del venditore avviare la vendita nel rispetto della sicurezza, dando garanzie ai compratori e dimostrando la propria affidabilità".

La campagna si fonda sulle quattro regole Sincerità-Apertura-Flessibilità-Efficienza che formano l'acronimo 'Safe':

  • Sincerità. Quando metti in vendita un oggetto descrivilo in modo dettagliato. Mostra fotografie fedeli senza nascondere eventuali difetti. E ricorda: non vendere oggetti contraffatti;
  • Apertura. Renditi reperibile quando qualcuno s'interessa al tuo oggetto. Rispondi prontamente a tutte le richieste cercando di essere il più chiaro e trasparente possibile;
  • Flessibilità. Cerca sempre un punto di incontro con le esigenze del compratore. Proponi diversi metodi di pagamento e spedizione, assicurandoti che siano tutti sicuri e a norma;
  • Efficienza. Quando hai venduto l'oggetto, spediscilo prontamente e cerca di essere il più accurato possibile nell'imballare e proteggere l'oggetto. Infine segui la spedizione sino alla consegna.

Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha esaminato oggi uno schema di provvedimento relativo alla proposta Telecom Italia di un aumento di 1,26 euro del canone di abbonamento mensile per i clienti residenziali. Il canone passerebbe così da 12,14 a 13,4 euro al mese, a decorrere dal 1° febbraio 2009.

Tale aumento mira a recuperare parzialmente l'inflazione che, dall'ultima manovra di adeguamento del canone telefonico attuata dall'azienda a luglio 2002, ha fatto crescere i prezzi al consumo del 14,6%. I prezzi dei servizi di accesso residenziale di Telecom sono, invece, rimasti fermi a 6 anni fa.

L'Agcom ha chiesto all'azienda di impegnarsi, a fronte dell'aumento, a migliorare la qualità del servizio e ha precisato che per i clienti residenziali in condizioni di particolare disagio economico, ossia per coloro i quali possono accedere alla social card, il canone rimarrà invariato. Rimarrebbe inoltre in vigore la riduzione del 50% del canone per i clienti appartenenti alle fasce sociali agevolate.

Nei prossimi giorni le associazioni dei consumatori saranno consultate su questo schema di provvedimento.

La Commissione Ue ha presentato nuove regole per le agenzie di rating del credito per garantire una qualità più elevata ed evitare condizionamenti da conflitti di interessi. La proposta della Commissione stabilisce condizioni per l'emissione di rating del credito che sono necessarie per ripristinare la fiducia dei mercati ed aumentare la tutela degli investitori.

Essa introduce una procedura per la registrazione delle agenzie di rating del credito intesa a consentire alle autorità di vigilanza europee di controllare le attività delle agenzie i cui rating sono utilizzati dagli enti creditizi, dalle imprese di investimento, dalle imprese di assicurazioni del settore vita e non vita e dalle imprese di riassicurazione, dagli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari e dai fondi pensione all'interno dell'Ue.

Le agenzie di rating del credito dovranno rispettare norme rigorose per garantire:

  • che i rating non siano condizionati dai conflitti di interesse;
  • che le agenzie di rating del credito sorveglino la qualità della metodologia di rating e dei rating;
  • che le agenzie di rating del credito operino in modo trasparente;
  • la proposta pone inoltre in essere un regime efficace nell'ambito del quale le autorità europee di regolamentazione vigilano sulle agenzie di rating del credito.

Le nuove regole prevedono che le agenzie di rating del credito:

  • non prestino servizi di consulenza;
  • non siano autorizzate a valutare strumenti finanziari se non dispongono di informazioni di qualità sufficiente sulle quali basare tali rating;
  • debbano comunicare i modelli, le metodologie e le ipotesi di base sui quali basano i loro rating;
  • siano tenute a pubblicare una relazione di trasparenza annuale;
  • debbano creare una funzione interna per rivedere la qualità dei loro rating;
  • debbano avere nei loro consigli almeno 3 membri indipendenti la cui retribuzione non dipenda dal risultato economico dell'agenzia di rating.

Il loro incarico, non rinnovabile, non potrà superare i cinque anni e potrà essere revocato soltanto in caso di condotta professionale scorretta. Almeno uno di essi dovrebbe essere un esperto in materia di cartolarizzazione e di finanza strutturata.

Alcune delle norme proposte si basano sugli standard stabiliti nel codice della International Organisation of Securities Commissions (IOSCO). La proposta conferisce a tali norme un carattere giuridicamente vincolante. Inoltre, nei casi in cui gli standard della IOSCO non sono sufficienti per ripristinare la fiducia dei mercati e garantire la tutela degli investitori, la Commissione ha proposto norme più severe.

"Voglio che l'Europa adotti un ruolo guida in questo settore. La nostra proposta va oltre le regole che si applicano in altri paesi. Si tratta di norme molto severe che sono necessarie per ripristinare la fiducia del mercato nell'attività di rating nell'Unione europea", è quanto dichiarato dal commissario per il Mercato interno e servizi Charlie McCreevy.


 

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