Più concorrenza e tutela dei consumatori, regolazione e controlli a favore della qualità e della economicità dei servizi. Promozione della concorrenza, tutela ambientale, semplificazione delle norme. Sono alcuni degli obiettivi del Piano strategico triennale 2009-2011 approvato con la prima delibera dell'anno dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Nel piano c'è il programma delle iniziative più rilevanti con tempi e responsabilità organizzative.

"Con questa iniziativa - informa una nota - l'Autorità intende non solo disporre di un adeguato strumento interno di gestione e programmazione, ma anche rendere noti preventivamente gli orientamenti della sua futura azione; ciò per consolidare ulteriormente l'interlocuzione trasparente ed il processo di consultazione con tutti i soggetti interessati. Infatti, lo stesso Piano sarà pure oggetto di un'audizione generale a consultazione pubblica, subito dopo la presentazione al Parlamento ed al Governo della prossima Relazione annuale".

Fra gli obiettivi del Piano c'è quello di promuovere lo sviluppo di mercati concorrenziali e dunque "sviluppare e armonizzare i mercati dell'elettricità e del gas; promuovere l'adeguatezza dell'offerta e contenere il potere di mercato degli operatori dominanti; promuovere la formazione di mercati transnazionali dell'elettricità e del gas; garantire un accesso trasparente e non discriminatorio alle infrastrutture regolate". Il piano intende inoltre sostenere e promuovere efficienza ed economicità dei servizi infrastrutturali; tutelare i clienti dei servizi energetici ("gestire la completa apertura dei mercati lato domanda; garantire il servizio universale e tutelare specifiche categorie di clientela; sviluppare i livelli di qualità e sicurezza dei servizi"), promuovere l'uso razionale dell'energia e la tutela ambientale.

L'Autorità per l'energia elettrica ed il gas ha disposto un programma annuale di controlli documentali e di verifiche ispettive nei confronti delle società iscritte all' "elenco venditori" del mercato libero dell'energia elettrica. L'obiettivo è quello di mantenere adeguati livelli di affidabilità per le forniture ed i servizi, a beneficio dei consumatori ed a tutela degli stessi operatori che hanno inteso partecipare ad una concorrenza qualificata e trasparente.

I controlli e le ispezioni riguarderanno l'effettivo possesso dei requisiti di affidabilità dichiarati dagli operatori e saranno svolti in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza.

Dal luglio 2007, ovvero da quando il mercato dell'energia è stato liberalizzato, è infatti consultabile sul sito internet dell'Autorità (www.autorita.energia.it) un elenco di società che svolgono l'attività di vendita di energia elettrica ai clienti finali, domestici e non, connessi in bassa tensione. L'iscrizione all'elenco è volontaria ma, per ottenerla, le società di vendita devono possedere determinati requisiti e rispettare obblighi, sia formali che sostanziali, definiti dalla delibera n. 134/07. Attualmente risultano iscritte 85 imprese.

Nel dettaglio, con il programma di controlli si intende accertare:

  • il possesso effettivo dei requisiti ed il rispetto degli obblighi comunicati con le dichiarazioni sostitutive rese dagli operatori all'atto di presentazione dell'istanza per l'iscrizione all'elenco;
  • eventuali violazioni delle disposizioni dell'Autorità in materia di vendita di energia elettrica, nonché possibili ulteriori cause che possano comportare la cancellazione dall'elenco (ad esempio: il mancato invio dei bilanci di esercizio redatti secondo gli schemi di unbundling previsti dall'Autorità, il mancato invio di informazioni richieste nell'ambito di istruttorie sui mercati al dettaglio, ecc.).

Più di 800mila elettrodomestici a basso consumo, circa 21 milioni di lampadine ad "alta efficienza" e oltre 230mila mq di pannelli solari per produrre acqua calda. E' questo il bilancio delle apparecchiature installate nelle case degli italiani nel periodo gennaio 2005-maggio 2008 che hanno assicurato l'80% del risparmio energetico totale ottenuto con i "certificati bianchi" o "titoli di efficienza energetica".

Sono dati del Terzo Rapporto Annuale dell'Autorità per l'energia, pubblicato il 2 gennaio 2009, sul sistema dei "certificati bianchi" che sta offrendo grandi incentivi a sostegno di un utilizzo sempre più efficiente ed intelligente dell'energia.

Nei primi quattro anni di applicazione (dal gennaio 2005 al dicembre 2008) il risparmio complessivo ha già superato i 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep). Un risparmio che equivale alla produzione elettrica di una centrale da più di 1.100 MW ed ai consumi domestici di più di 2,5 milioni di abitanti, evitando più di 5 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

A fronte di incentivi per circa 110 milioni di euro erogati dall'Autorità, il costo energetico evitato dai consumatori (presso i quali sono stati realizzati gli interventi) è stato dalle 9 alle 14 volte il costo degli stessi incentivi (per ogni unità di energia risparmiata).

Nel corso degli ultimi 12 mesi analizzati nel Rapporto, il sistema dei "certificati bianchi" si è andato progressivamente e ulteriormente rafforzando e consolidando rispetto ai 2 anni precedenti. Infatti:

  • i risparmi energetici certificati hanno continuato a crescere e a superare ampiamente gli obiettivi nazionali predefiniti;
  • i prezzi di scambio dei certificati e, dunque, l'incentivo allo sviluppo di interventi di risparmio energetico, hanno registrato una marcata ripresa, soprattutto per gli interventi sugli usi elettrici;
  • il settore delle società di servizi energetici conferma ed accresce ulteriormente il proprio sviluppo e la propria attività nell'ambito del meccanismo;
  • si evidenzia una preferenza crescente per lo scambio di "certificati bianchi" in borsa, con una conseguente maggiore trasparenza e funzionalità del mercato;
  • l'entità degli incentivi e degli investimenti sostenuti dagli operatori, per conseguire i risparmi energetici certificati, rimangono ampiamente inferiori al costo evitato per l'acquisto di energia dagli utenti finali.

Analizzando complessivamente i circa 1,8 milioni di tep certificati dall'Autorità dal gennaio 2005 al 31 maggio 2008 (a fine 2008 sono stati superati i 2 milioni di tep), emerge una ripartizione percentuale (degli interventi di efficienza energetica realizzati) che conferma la prevalenza delle misure per il risparmio di energia elettrica in ambito civile, con un aumento del 4% rispetto al secondo anno di attuazione.

Di 5 punti percentuali è cresciuta anche la quota relativa agli interventi per la riduzione dei fabbisogni termici in ambito civile; gli interventi sugli usi di illuminazione pubblica e sui sistemi di produzione e distribuzione di energia in ambito civile segnano quindi una minor quota percentuale; rimane invece ancora sostanzialmente stabile il contributo relativo agli interventi per la riduzione dei fabbisogni energetici nel settore industriale.

Al 31 maggio 2008 gli operatori iscritti al Registro dei titoli di efficienza energetica, quindi con possibilità di compra-vendita di certificati, erano 215, dei quali 46 distributori, 160 società di servizi energetici e 8 traders. Dei 215 operatori iscritti al Registro, cresciuti del 23% rispetto all'anno precedente, 175 hanno richiesto ed ottenuto dal GME anche la qualifica di "operatori di mercato".

Con una delibera del 15 dicembre 2008, l'Autorità ha anche fissato i nuovi obiettivi di risparmio energetico 2009 per 75 distributori per raggiungere i quali le imprese potranno sia realizzare interventi di risparmio energetico presso i consumatori finali, sia acquistare "certificati bianchi" che dimostrino il conseguimento di risparmi energetici da parte di altri soggetti.

Sempre più famiglie italiane usano internet, telefono o cellulare per le operazioni bancarie di tutti i giorni: dai bonifici al pagamento di tasse e bollette, dalla ricarica del telefonino alla compravendita di titoli, o anche solo per consultare il proprio estratto conto. Ma qual è il canale "preferito" dalle famiglie italiane e quali le operazioni più frequenti via internet o telefono? Ecco, in sintesi, la fotografia che emerge dall'indagine dell'e-Committee, svolta su di un campione di 273 banche.

Internet banking: raddoppiati i bonifici e più che quadruplicati i pagamenti online
Con quasi 12,2 milioni di conti correnti abilitati ad operare online (il 39% del totale dei conti correnti delle famiglie) ed un incremento del 17% rispetto al 2006, internet si conferma anche per il 2007 il canale "preferito" dai clienti delle banche italiane. Anche quest'anno - con oltre un miliardo di informazioni su saldo, movimenti e condizioni di conto corrente richieste alle banche, contro i 462 milioni dell'anno passato - la consultazione dell'estratto conto è l'operazione più "cliccata", con una media di oltre due volte a settimana. Al secondo posto, invece, si confermano i bonifici: nel 2007 ne sono stati fatti 42 milioni via internet, pari al 35% del totale, per un valore complessivo di oltre 82 miliardi di euro (contro i 19 milioni, pari ad un quarto del totale, per un valore complessivo di oltre 30 miliardi di euro del 2006). Sul fronte dei pagamenti, invece, quelli online crescono di oltre quattro volte rispetto al 2006, con oltre 22 milioni di operazioni pari al 12% del totale contro 5 milioni di operazioni pari al 2% del totale dell'anno precedente. In particolare, tra i più frequenti via internet si confermano il pagamento delle tasse con F24 (oltre 14 milioni contro 1,6 milioni del 2006), i pagamenti Riba per le bollette (oltre 6 milioni contro 721 mila) e le ricariche del cellulare (oltre 14 milioni contro quasi 11 milioni).

Phone banking: per 9,7 milioni di famiglie informazioni e trading anche al telefono
I conti correnti abilitati al Phone Banking raggiungono quota 9,7 milioni, pari al 31% del totale dei conti correnti delle famiglie e con un incremento del 6% rispetto al 2006. Nella gran parte dei casi il cliente usa il telefono per chiedere informazioni sul proprio conto corrente (oltre 17 milioni di richieste) o sull'attività di trading (circa 4 milioni di richieste). Complessivamente gli italiani utilizzano il Phone Banking 17 volte l'anno, con una media di circa un contatto al mese. Nel 2007, hanno fatto circa un milione di operazioni in borsa, 727 mila delle quali solo sul mercato azionario italiano, per un valore complessivo di quasi 6 miliardi di euro, in linea con il 2006.

Mobile banking: ricariche e bonifici le operazioni più frequenti col cellulare
Resta invariato il numero delle famiglie che utilizzano anche il cellulare per fare un bonifico o verificare il proprio estratto conto. Nel 2007 i conti attivi su questo canale sono 1,1 milioni, in linea con il 2006, mentre i conti abilitati sono 5,1 milioni, pari al 17% del totale dei conti correnti delle famiglie. I servizi più diffusi via cellulare sono le richieste di informazioni (circa 15 milioni, quasi 250 mila delle quali relative alle operazioni di trading) e quelli cosiddetti "di allerta" (oltre 9 milioni). Le ricariche telefoniche (1,2 milioni) ed i bonifici (120 mila) tra le operazioni effettuate più spesso col cellulare.

 

Secondo l'Autorità per l'energia elettrica ed il gas, dal 1° gennaio, le bollette di energia elettrica e gas naturale diminuiranno rispettivamente del 5,1% e dell'1% con un risparmio complessivo di 36 euro su base annua. Infatti, la spesa su base annua della famiglia tipo diminuirà di circa 25 euro per l'energia elettrica e di 11 euro per il gas naturale. In forte calo anche il Gpl (gas di petrolio liquefatto) , distribuito in rete: -14,2%, con una minore spesa di 115 euro su base annua, sempre per una famiglia tipo.

"Le forti riduzioni delle bollette di gas e luce annunciate dall'Autorità per l'energia, addirittura superiori alle previsioni comunicate alcune settimane fa, rappresentano un sollievo per i bilanci delle famiglie". Lo ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. "Il calo delle tariffe energetiche, che proseguirà anche in primavera, dei carburanti, calati di oltre il 30% rispetto ai picchi dell'estate, e dei tassi d'interesse sui mutui immobiliari, rappresenta l'altra faccia della crisi economica.

Nel 2009 - ha proseguito il Ministro - grazie a queste riduzioni di tariffe, prezzi e mutui, aumenterà il potere d'acquisto dei cittadini, che dunque non dovranno modificare i propri stili di vita e di consumo. Ciò conferma che il Governo ha fatto bene a concentrare le risorse pubbliche sul sostegno alle famiglie più disagiate e, attraverso l'estensione degli ammortizzatori sociali, sui lavoratori che rischiano di perdere il posto".


 

In generale un vettore aereo non può rifiutarsi di rimborsare pecuniariamente i passeggeri, nel caso in cui il volo sia stato cancellato per motivi tecnici del vettore; tuttavia se questi problemi derivano da eventi che, per loro natura od origine, non sono inerenti al normale esercizio dell'attività del vettore aereo e sfuggono al suo effettivo controllo, il rimborso può essere rifiutato.

Lo ha deciso oggi la Corte di giustizia Ue emettendo una sentenza in cui precisa che "problemi tecnici emersi in occasione della manutenzione degli aeromobili, o a causa di una carenza di manutenzione, di per sé non possono costituire "circostanze eccezionali"; inoltre il rispetto dei requisiti minimi di manutenzione non è di per sé sufficiente per dimostrare che il vettore abbia adottato tutte le misure, dunque non è sufficiente a liberarlo dall'obbligo del rimborso.

 

Il 5,3% delle famiglie italiane ha dichiarato di aver avuto "momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo" nel 2007. Erano il 4,2% l'anno precedente. Il 15,4% delle famiglie ha dichiarato di "arrivare con molta difficoltà alla fine del mese". Erano il 14,6% nel 2006. Una spesa imprevista di 700 euro crea disagio in un terzo delle famiglie italiane: il 32,9% ha infatti dichiarato di "non essere in grado di far fronte a una spesa imprevista" pari a quella cifra. La fotografia sul disagio economico delle famiglie nel 2007 è scattata dall'Istat nell'analisi "Distribuzione del reddito e condizioni di vita in Italia" resa nota oggi.

Alla fine del 2007, il 15,4% delle famiglie ha infatti dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese e il 32,9% di non essere in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 700 euro. Le quote di famiglie che hanno avuto difficoltà nel provvedere regolarmente al pagamento delle bollette sono l'8,8%, percentuale che sale al 10,7% per quanto riguarda l'adeguato riscaldamento della propria abitazione. Sul versante dei beni di prima necessità - alimentari, spese mediche e vestiario indispensabile - nel 2007 il 5,3% delle famiglie ha dichiarato di aver avuto, negli ultimi dodici mesi, momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo. La percentuale sale per farmaci e abbigliamento: è pari al 11,1% per le spese mediche e al 16,9% per l'acquisto di abiti necessari.

Disagi marcati si registrano soprattutto al Sud e nelle Isole, che denunciano percentuali di difficoltà maggiori. Così il 22% delle famiglie meridionali e insulari arriva con grande difficoltà alla fine del mese e il 46,4% dichiara di non poter far fronte ad una spesa imprevista di 700 euro. Inoltre, il 19,4% ha avuto difficoltà a pagare le spese mediche e il 7,3% ha dichiarato di non aver avuto i soldi per le spese alimentari.

Le difficoltà sono legate alla tipologia familiare. A vivere uno stato di disagio sono più spesso le famiglie monoreddito (fra le quali il 18,5% dichiara di arrivare con difficoltà alla fine del mese), le famiglie numerose con tre o più figli, le famiglie composte da un solo genitore e quelle di anziani soli. L'11,1% delle coppie con figli e, tra queste, il 21% di quelle con tre o più figli dichiara di essersi trovata in arretrato con il pagamento delle bollette (contro il 5,3% di quelle senza figli). La situazione di maggiore vulnerabilità delle coppie con almeno tre figli è confermata anche da altri dati: il 25% dichiara di arrivare a fine mese con molta difficoltà, l'8,1% di aver avuto insufficienti risorse per le spese alimentari e il 25,3% per le spese di vestiario.

Nel pomeriggio di ieri l'Antitrust ha incontrato le principali associazioni di categoria dei panificatori per esaminare i problemi concorrenziali del settore e gli accordi restrittivi esistenti. "Ho chiesto alle associazioni di categoria - ha detto il Presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà al termine dell'incontro - di fare uno sforzo per evitare che gli associati si mettano d'accordo sui prezzi. Mi sembra che la richiesta sia stata accolta positivamente".

Nel corso della riunione Catricalà ha chiarito che l'obiettivo dell'Autorità "è fare moral-suasion" alla luce delle molte segnalazioni ricevute da cittadini, associazioni dei consumatori, Guardia di Finanza e dal Garante dei Prezzi Antonio Lirosi. Si tratta di segnalazioni che danno conto di una prassi, estremamente diffusa in vari Comuni e aree del territorio nazionale, consistente nella fissazione concordata tra panificatori, talvolta anche con l'ausilio di associazioni di categoria, del livello dei prezzi del pane, nonché della tempistica e dell'entità degli aumenti.

"Sulla base della normativa a tutela della concorrenza - ha ribadito Catricalà - sono vietate tutte le intese volte a fissare i prezzi di vendita. Le iniziative concertate tra gli operatori, con il dichiarato obiettivo di abbassare i prezzi di vendita, potrebbero risultare suscettibili di essere singolarmente autorizzate dall'Antitrust solo se aventi carattere meramente temporaneo e promozionale".

Il Presidente ha invitato tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria ad astenersi dal porre in essere qualsiasi comportamento che possa favorire il coordinamento delle politiche di prezzo tra operatori concorrenti e ha chiesto di attivarsi per ottenere lo stesso risultato anche presso i loro associati.

"L'obiettivo - ha spiegato Catricalà - è attivare un circuito virtuoso per evitare che l'Antitrust sia costretta a intervenire sulle singole realtà con lo strumento sanzionatorio, che potrebbe colpire non solo le associazioni ma anche le singole aziende".

 

Oltre 65 milioni di prodotti contraffatti, adulterati o pericolosi. E una recrudescenza di tutti i fenomeni che riguardano la sofisticazione o contraffazione dei prodotti agroalimentari di qualità e di fascia alta come olio d'oliva a denominazione protetta, vino doc e formaggi. È quanto emerge dal Bilancio dell'attività operativa svolta nel 2008 dalla Guardia di Finanza, presentato oggi a Roma nel corso della tradizionale cerimonia di fine anno.

La tutela del made in Italy ha dunque visto il sequestro di oltre 65 milioni di prodotti contraffatti, alterati o pericolosi, tra capi di abbigliamento, articoli di pelletteria, supporti audiovisivi e giocattoli.

Sul fronte della lotta all'evazione fiscale, sono state constatate - al 30 novembre 2008 - basi imponibili sottratte a tassazione per 27,5 miliardi di euro ed IVA evasa per 4,3 miliardi di euro, dati ancora superiori a quelli dell'anno scorso, che già hanno rappresentato il massimo storico dell'ultimo decennio; inoltre, sono state rilevate violazioni all' I.R.A.P. Per 19,4 miliardi di euro, pari a quasi il 30% in più di tutto il 2007.

L'attività operativa nei confronti dei soggetti che sfruttano il lavoro nero ed irregolare e che non presentano affatto le dichiarazioni dei redditi ed IVA ha portato a scoprire quest'anno 6.414 evasori totali e redditi evasi che ammontano a 8,8 miliardi di euro. Il contrasto all'evasione e all'elusione fiscale internazionale ha fatto scoprire infine basi imponibili evase per 5,1 miliardi di euro, quasi tre volte superiori a quelle di tutto il 2007 (pari a 1,9 miliardi di euro).

La lotta ai traffici illeciti ha visto il sequestro di 19,8 tonnellate di stupefacenti e 198 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di contrabbando, con un aumento del 60% rispetto allo scorso anno. Nel settore giochi, scommesse e lotterie, sono aumentati i sequestri delle strumentazioni informatiche usate per le scommesse clandestine, pari al 44% in più rispetto allo scorso anno, e sono aumentati anche i sequestri di tagliandi di manifestazioni a premi falsi o illegali (oltre 3 milioni 200 mila) con un aumento del 166% rispetto ai sequestri del 2007.

Nell'ambito del mercato dei capitali, sono stati sequestrati patrimoni e capitali pari a 582 milioni di euro che rappresentano prodotto, profitto o reinvestimento di riciclaggio, usura e altri reati finanziari e societari. I sequestri fatti nei confronti delle criminalità di stampo mafioso sono stati pari a 2,1 miliardi di euro, tre volte in più rispetto al 2007.

Oltre al Rapporto Annuale 2008, la Finanza ha presentato il Calendario Storico 2009: parte del ricavato delle vendite sarà devoluto all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) per sostenere la lotta contro la fame nel mondo.

I giocattoli e gli imballaggi di quelli contenuti negli alimenti non dovranno presentare il rischio di asfissia, né danneggiare l'udito; dovranno presentare livelli molto più bassi di metalli pesanti e, quelli cosmetici, non potranno contenere un lungo elenco di fragranze allergizzanti. E' quanto prevede la direttiva approvata oggi dal Parlamento Ue, con 481 voti favorevoli e 73 contrari, che integra le attuali norme sulla sicurezza dei giocattoli, per garantirne la circolazione nell'Ue e tutelare meglio i bambini al di sotto dei 14 anni.

Per evitare incidenti, si dovrà apporre delle avvertenze sui giocattoli in modo chiaro, visibile e leggibile, in una lingua facilmente compresa dai consumatori. Non sono ammesse avvertenze che contraddicono l'uso cui è destinato il giocattolo, in particolare la menzione "non adatto a bambini di età inferiore ai 36 mesi" su giocattoli chiaramente previsti per questa fascia di età. I giocattoli contenuti negli alimenti o incorporati ad essi devono recare la dicitura: "Contiene un giocattolo; si raccomanda la sorveglianza degli adulti".

La direttiva si applicherà ai prodotti concepiti o destinati, in tutto o in parte, a essere utilizzati per fini di gioco da bambini di età inferiore a 14 anni. Un allegato elenca una serie di prodotti che non rientrano in questa definizione, tra cui figurano decorazioni e addobbi per festività e feste, prodotti destinati a collezionisti adulti, attrezzature sportive come pattini a rotelle o skateboard, biciclette con un'altezza massima alla sella di oltre 435 millimetri, monopattini e altri mezzi di trasporto destinati allo sport o a essere utilizzati per spostamenti sulla pubblica via, puzzle di oltre 500 pezzi, attrezzature subacquee, sedili gonfiabili e braccioli, fucili e pistole a gas compresso (escluse le pistole ad acqua), fuochi d'artificio, prodotti e giochi con proiettili appuntiti (quali giochi di freccette con punte metalliche).

Ma non sono considerati giocattoli nemmeno i prodotti educativi funzionali, quali forni, ferri da stiro o altri prodotti elettrici venduti esclusivamente per essere utilizzati a fini didattici sotto sorveglianza di un adulto, apparecchiature elettroniche quali PC e console di gioco o accessori di moda per bambini. Inoltre, la direttiva non si applicherà alle attrezzature per aree da gioco aperte al pubblico, alle macchine da gioco automatiche, a moneta o no, destinate al pubblico, ai veicoli-giocattolo con motore a combustione o a vapore, nonché alle fionde e alle catapulte.

Sono previsti molti più obblighi per fabbricanti e importatori di giocattoli. Prima che un fabbricante controlli se il suo giocattolo rispetta i requisiti di sicurezza della direttiva, deve effettuare una valutazione di sicurezza del giocattolo e stabilire informazioni tecniche più complete per tutti i suoi prodotti, incluse le informazioni sui prodotti chimici utilizzati, al fine di consentire la rintracciabilità dalle autorità di sorveglianza del mercato.

Gli importatori devono controllare se i fabbricanti hanno effettuato una valutazione di conformità dei giocattoli ed eventualmente devono svolgere personalmente prove casuali.

Gli Stati membri devono garantire che le autorità di controllo del mercato effettuino controlli adeguati ai confini esterni dell'Ue e all'interno dell'Ue, comprese visite a stabilimenti di tutti gli operatori economici per garantire che i giocattoli pericolosi siano immediatamente vietati o ritirati. Le autorità di vigilanza del mercato possono anche distruggere giocattoli che presentano un serio rischio.

Grazie al rafforzamento delle disposizioni di sorveglianza del mercato sono state rafforzate anche le disposizioni relative alla marcatura CE. È ora necessario apporla sempre sull'imballaggio se il marchio sul giocattolo non è visibile dall'esterno dell'imballaggio. La direttiva potrà entrare in vigore poco dopo la sua pubblicazione ma, per consentire agli operatori di adattarsi alle nuove regole, diventerà applicabile solo due anni dopo.

"La proposta di direttiva approvata dal Parlamento europeo per introdurre regole più severe sulla sicurezza dei giocattoli appare priva di ambizioni e orientata più verso gli interessi dell'industria che verso quelli dei bambini". E' quanto sostiene l'Organizzazione europea dei consumatori (Beuc), che sottolinea comunque i passi avanti fatti nell'introduzione delle nuove norme.

In particolare sono due i punti che, secondo l'associazione, andrebbero rivisti: nonostante il no ai prodotti chimici presenti nei giocattoli, rimarrebbero ancora troppe le sostanze nocive per la salute dei bambini, come gli allergenici, permesse nel processo di fabbricazione del prodotto.

Inoltre i consumatori contestano il fatto che molti giocattoli stanno per essere messi sul mercato senza essere stati sottoposti al controllo, obbligatorio con le nuove norme, di un'autorità esterna. In particolare, sottolinea l'Organizzazione, "giochi che hanno già causato seri incidenti nel passato". "Abbiamo fatto dei test e sappiamo che molti giocattoli venduti in questi giorni sui mercati europei sono illegali e poco sicuri", ha commentato Stephen Russell, segretario generale dell'Organizzazione.

 

I cittadini europei fanno una valutazione pessimistica, molto più negativa rispetto allo scorso anno, dell'attuale contesto economico dell'Ue. E' quanto emerge dall'indagine "Eurobarometro Standard" che, tra il 6 ottobre e il 6 novembre 2008 ha intervistato 30.130 persone per fare una quadro dell'autunno 2008.

Il 69%, cioè il 20% in più dell'autunno 2007, ritiene che la situazione della propria economia nazionale sia difficile, rispetto al 58% (+31) che considera l'economia europea in una situazione difficile. La valutazione dell'attuale situazione economica mondiale - una domanda introdotta per la prima volta in questa indagine - rispecchia la valutazione dell'economia nazionale, che il 71% considera altrettanto difficile.

Gli europei sono anche molto pessimisti riguardo alle prospettive a breve termine. Più della metà ritiene che la situazione economica nel proprio paese peggiorerà nei prossimi dodici mesi, mentre il 41% esprime questo parere per quanto riguarda la situazione economica dell'Ue e il 49% per la situazione economica mondiale. Il 37% dei cittadini Ue considera la situazione economica (+17) una delle due questioni più importanti che il proprio paese deve affrontare in questo momento, questione che è diventata la principale preoccupazione nazionale allo stesso livello dell'inflazione.

I tre principali indicatori degli atteggiamenti generali nei confronti dell'Unione europea - il sostegno al fatto di essere membri dell'Ue (53%, +1), i vantaggi percepiti risultanti dall'essere membri dell'Ue (56%, +2) e l'immagine dell'Ue (45%, -3) - rimangono stabili o indicano una leggera diminuzione dalla primavera del 2008.

Anche la fiducia nelle istituzioni europee rimane piuttosto stabile - Commissione europea, 47%, Parlamento europeo 51% Banca centrale europea 48% - ma c'è un leggero aumento nella tendenza alla mancanza di fiducia. Per quanto riguarda il conflitto in Georgia, l'Unione europea è considerata dal 26% dei cittadini europei come l'attore che ha avuto uno dei più importanti ruoli nel porre fine al conflitto e il 60% ritiene che tale conflitto avrebbe potuto avere un impatto sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico nell'Ue.

Circa la metà dei cittadini dell'Ue (48%) ritiene che l'ampliamento abbia rafforzato l'Ue e i due terzi circa (65%) che la caduta del muro di Berlino è stata positiva per l'Ue. Sviluppare l'economia e favorire la crescita nell'Ue sono considerati attualmente gli obiettivi principali per costruire l'Europa (23%) ma il 23% ritiene che migliorare il livello di vita di tutti i cittadini dell'Ue dovrebbe essere l'obiettivo principale del processo di costruzione europea.

"Il nuovo Eurobarometro - ha dichiarato Margot Wallstrom, Vicepresidente della Commissione Ue - riflette i tempi difficili in cui viviamo attualmente. I cittadini sono profondamente preoccupati dalla crisi economica. La sfida per l'Ue è mettere in atto il pacchetto destinato alla ripresa che è stato adottato recentemente. Sottolineo che le cifre relative al sostegno al fatto di essere membri dell'Ue e i vantaggi percepiti non sono in diminuzione. Questo fa pensare che l'Ue sia considerata una componente fondamentale della soluzione".

Frode milionaria nel settore del commercio delle pelli. E' quanto individuato dall'operazione "Dirty Leather" conclusa oggi dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza. Questi i numeri: oltre 130 finanzieri hanno perquisito 51 aziende e abitazioni, di cui 36 nella sola provincia di Vicenza, hanno denunciato 72 soggetti e 54 società coinvolte in un giro di fatture soggettivamente false, per un valore complessivo di 308 milioni di euro e una frode sull'Iva di oltre 62 milioni di euro. Le pelli erano destinate all'industria conciaria del distretto di Arzignano-Chiampo, polo manifatturiero di fama nazionale.

Nelle operazioni risultano coinvolte numerose società filtro/cartiere, a responsabilità limitata, amministrate da prestanomi nullatenenti, che si interpongono, tra il cedente (quasi sempre straniero extracomunitario) e l'effettiva impresa acquirente, ultima utilizzatrice della materia prima. Queste società estraggono, in genere, le pelli importate dai depositi Iva senza pagamento dell'imposta, per effetto dell'emissione di autofatture - risultano, per effetto della successiva fatturazione nazionale interna (in vendita), debitrici dell'imposta sul valore aggiunto, che, naturalmente, non versano. Le società acquirenti, invece, portano la stessa iva in detrazione. Il valore delle merci formalmente acquistate dalle società filtro ammonta, invece, a circa 70 milioni di euro.

Sono stati riscontrati elementi comuni a tutte queste società: mancanza di professionalità imprenditoriale dei rappresentanti legali; fase di start up estremamente brillante (talune società conseguono, sin dal primo anno di vita, un volume d'affari elevato e certamente del tutto incongruo con le potenzialità economiche/patrimoniali/finanziarie dei soci, in un mercato connotato, peraltro, da rilevante competitività e dall'elevata professionalità); non adeguata solidità patrimoniale delle società; omissione, in alcuni casi, da parte delle società stesse, della presentazione delle dichiarazioni ai fini delle imposte dirette e indirette; indicazione (in qualche caso) di un oggetto sociale non rispondente a quello effettivo; omesso versamento, sempre, dell'Iva e delle altre imposte (in taluni casi, ad esempio, le imprese non versano l'iva a debito; in altri, evidenziano, con artifizi contabili, addirittura un'inesistente iva a credito).

Complessivamente risultano effettuate 111 perquisizioni in aziende, abitazioni ed altri luoghi, interventi presso istituti bancari con sequestro di conti corrente e sequestri cautelari di beni, tra cui autovetture di grossa cilindrata ed imbarcazioni di pregio (anche di 15 metri, con motori entrobordo di 850 cavalli), container di pelli grezze importate dalla Nuova Zelanda); sono state individuate frodi aventi ad oggetto pelli per un valore di 155 milioni di euro.

Pochi giorni fa il Tribunale di Vicenza - Sezione Fallimentare - ha dichiarato il fallimento della GRIFO TRADING S.r.l., altra società filtro/cartiera, individuata nella prima fase dell'indagine. Questa sentenza ha riconosciuto insolvente la predetta GRIFO TRADING S.r.l. in relazione ai milioni di euro di Iva che la stessa deve versare al Fisco, emergente dalle fatture emesse: ciò ad ulteriore riprova, appunto, del preordinato meccanismo frodatorio che la Guardia di Finanza di Vicenza ha così interrotto.

L'incisività degli interventi e la risolutezza della stessa Autorità Giudiziaria stanno avendo un'indubbia efficacia deterrente ed è stato avviato un efficace coordinamento con l'Agenzia delle Entrate e delle Dogane, per aggredire trasversalmente ed efficacemente il fenomeno, che non pochi danni ha generato all'economia vicentina.

 

Troppo traffico e smog, ancora troppo poche le misure di mobilità sostenibile. E' questa la realtà delle città italiane presentata dal Rapporto di Euromobility e Kyoto Club.
 
La città più eco-mobile d'Italia è Parma, che guida la classifica delle 50 principali città, con più di 100mila abitanti, stilata da Euromobility e Kyoto Club che oggi hanno presentato a Roma il secondo Rapporto "Mobilità sostenibile in Italia", realizzato in collaborazione con Assogasliquidi e Consorzio Ecogass e il patrocinio del Ministero dell'Ambiente. Parma dunque è la migliore città per il trasporto pubblico, per la gestione della mobilità, per la quantità di auto a basso impatto e per il controllo dello smog.

La seguono Bologna, Firenze Venezia e Padova. Sesta è arrivata Torino e solo al settimo posto c'è una città del Sud: Bari. In coda alla classifica troviamo Taranto, L'Aquila e Campobasso.

Le città italiane sono comunque sempre più assediate da traffico e smog. L'auto privata resta padrona incontrastata delle strade con un indice di motorizzazione che in tutte le città è molto superiore alla media europea, con una punta di circa il 73% a Latina. La media italiana è comunque di 62 veicoli ogni 100 abitanti.

Stentano dunque a decollare le misure di mobilità sostenibile efficienti. Le auto "euro IV" a basso inquinamento sono ancora poche nella città italiane, con livelli bassissimi ad Andria (11,8%); la presenza di mezzi ecologici, cioè alimentati a Gpl e metano, è in leggero aumento rispetto allo scorso anno, ma non riesce a raggiungere a livello provinciale la media del 5%; aumenta anche l'offerta di bike sharing e di car sharing, ma è ancora problematica l' efficienza del servizio.

I trasporti pubblici non riescono a far fronte alla domanda. Alcune città, come, ad esempio, L'Aquila, poi, non hanno avviato alcun esperimento in mobilità sostenibile (car o bike sharing, taxi collettivo, mobility manager ecc) e in molte città lo smog è ancora fuori controllo: a Siracusa, ad esempio, ci sono stati, in un anno, 282 giorni di superamento del Pm10.

LINK: Il Rapporto

"Fare cultura al fine di far comprendere a tutti i cittadini e ai soggetti coinvolti nell'alimentazione che la sana alimentazione e l'educazione alimentare sono delle sfide che dobbiamo saper cogliere". E' quanto ha dichiarato il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, alla presentazione dei risultati dell'iniziativa Frutta Snack. Si tratta di un progetto pilota nazionale di educazione al gusto e alla salute rivolto agli studenti delle scuole superiori avviato oltre un anno fa dai ministeri della Pubblica Istruzione e della Salute. In particolare, sono stati introdotti negli istituti distributori automatici di spuntini a base di frutta: macedonie, frutta secca, confezioni monofrutto, succhi e yogurt.

"Nono dobbiamo sottovalutare- ha proseguito il Sottosegretario - il problema dell'obesità infantile perché un bambino obeso oggi è un bambino privato di fattori di salute. Frutta Snack ha rappresentato un apripista positivo per la predisposizione di alimenti a base di frutta nelle scuole. In questi ultimi 20 anni l'alimentazione delle giovani generazioni è stata molto influenzata dall'import statunitense. Con questo progetto vogliamo riavvicinare i più piccoli a quel modello alimentare che prevede 5 porzioni di frutta al giorno. Desideriamo inoltre educare il loro palato a questi cibi sani".

Frutta Snack ha previsto non solo la presenza dei distributori automatici di merendine "sane" nelle scuole ma anche molte altre azioni come attività di formazione nei confronti di ben 119 insegnanti; una campagna di informazione e sensibilizzazione agli studenti e alle loro famiglie; una campagna di comunicazione istituzionale e la diffusione di materiale promozionale. E' stato infine realizzato un concorso dove gli studenti sono stati invitati a creare uno spot radiofonico sul tema "Comunica ai tuoi coetanei l'importanza del consumo di frutta e verdura".

"Il progetto - ha aggiunto Martini - proseguirà rifinanziato. A gennaio è previsto un vertice con le direzioni competenti per aprire la strada alla creazione di un Piano su alimentazione e nutrizione che coinvolgerà le istituzioni, tutto il mondo scientifico, il territorio e gli enti locali con una campagna informativa importante".

La giornata di oggi è stata soprattutto l'occasione per presentare i risultati di questo progetto. Nel corso dell'iniziativa sono stati realizzati focus group e monitoraggio proprio per valutare lo sviluppo di Frutta Snack. Il professore Salvatore Zappalà, della facoltà di psicologia dell'Università di Bologna, ne ha illustrato i risultati: "Abbiamo distribuito 2100 questionari e ne sono stati restituiti 1500. Dal monitoraggio è emerso che il consumo medio di frutta e verdura da parte dei ragazzi è di 3 porzioni. In particolare le ragazze mangiano in 2 giorni 5,6 porzioni rispetto alle 5,2 dei ragazzi: in media occorrono due giorni per raggiungere i consumi giornalieri raccomandati".

L'indagine ha riguardato anche i consumi e la soddisfazione da parte degli studenti. Dei 1004 ragazzi delle scuole aderenti al progetto Frutta Snack, il 60% ha dichiarato di aver provato i prodotti del distributore. Di questi il 58% li ha usati 1 o 2 volte al mese, il 18% li ha usati un paio di volte a settimana e un 11% li ha usati più volte. "E' la macedonia - ha aggiunto Zappalà - il prodotto più gradito. E' stata assaggiata dal 50% dei soggetti seguita dalle fette di mele essiccate, dagli spicchi di mela fresca, yogurt e succhi di frutta".

Qualche critica è giunta sul fronte dei prezzi considerati troppo alti. Si va da un minino di 0,50 centesimi a un massimo di 1,50 euro ovvero il costo della macedonia. Ad ogni modo Zappalà ha sottolineato come "il 54% degli intervistati abbia dichiarato di aver aumento i propri consumi di frutta e verdura proprio grazie al progetto".

Aumenta il consumo di farmaci: confezioni, dosi assunte e ricette. Aumenta la prescrizione dei farmaci equivalenti, che rappresentano a oggi il 42,4% dei consumi. La spesa territoriale del Sistema Sanitario Nazionale resta però stabile grazie a provvedimenti di contenimento dei prezzi che hanno portato a una diminuzione complessiva del 7,2%. I dati si riferiscono ai primi nove mesi del 2008 e sono stati resi noti dall'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (OSMED) nel "Rapporto sull'uso dei farmaci in Italia", curato dall' Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

Aumentano del 5,3% le confezioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per ogni singolo cittadino, passate dalle 16 del 2007 alle 19 del 2008; le dosi assunte quotidianamente ogni mille abitanti salgono dalle 875 dello scorso anno alle 931 di quest'anno, con un aumento del 6,4%, e la tendenza al rialzo riguarda anche le prescrizioni farmaceutiche che aumentano del 6%.

Cresce inoltre del 51% la prescrizione dei farmaci equivalenti e del 34,3% la spesa relativa. In particolare, gli equivalenti rappresentano il 42,4% dei consumi e il 26,2% della spesa totale del SSN, grazie alla perdita di protezione del brevetto di alcune molecole, quali l'amlodiplina, il ramipril, l'omeprazolo e la claritromicina.

Quali i medicinali più prescritti? Ai primi posti del consumo ci sono i farmaci cardiovascolari che rappresentano il 36% della spesa e il 49% delle dosi prescritte. Aumentano le ricette per farmaci gastrointestinali (+11%), per quelli del sistema nervoso centrale (+ 6,2%), in particolare gli antidepressivi, e per gli antibatterici (+ 5,6%).

La spesa farmaceutica territoriale totale, rileva il Rapporto, è stimata in 14.529 milioni di euro. Il 58,7% è per i farmaci di classe A a totale carico del SSN, il 4,9% per i farmaci di classe A acquistati privatamente, il 16% per i farmaci di classe C con ricetta, il 10,7% è destinato ai farmaci di automedicazione, il 9,7% ai farmaci della distribuzione diretta e per conto, ossia gratuita per il paziente ed erogata attraverso le farmacie ospedaliere e i distretti ASL.

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