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La terza edizione di Consumeeting è stata l’occasione per affrontare il tema della contraffazione. In una società sempre più interconnessa, il mercato delle merci taroccate ha trovato nuovi e potenti sbocchi che istituzioni, esperti e associazioni dei consumatori non possono sottovalutare. Il giro d’affari a livello mondiale del mercato delle merci contraffatte ammonta a
1.000-1.300 miliardi di euro e l’Europa è uno dei principali mercati di vendita di prodotti non conformi agli standard produttivi, la cui provenienza principale è la Cina. Ad essere sotto assedio non sono le merci fisiche ma anche la proprietà intellettuale dei brevetti.
“Molte violazioni al diritto di proprietà intellettuale”, ha spiegato Stéphanie Martin, Policy officer European Commission Directorate General Internal Market, Industry, Entrepreneurship, dipendono dal fatto che complessivamente la catena dei fornitori è particolarmente complessa e il livello di trasparenza e conoscenza dei vari passaggi è tendenzialmente molto basso. Ciò pregiudica l’integrità della catena stessa e la rende vulnerabile alla contraffazione”.
Le proposte avanzate per migliorare e tutelare l’integrità della catena e proteggere la proprietà intellettuale seguono tre vie: azioni volontarie rivolte all’adozione di buone prassi in tema di responsabilità aziendale e trasparenza; best-practices volontarie sostenute da un quadro normativo di riferimento; norme che obbligano all’adozione di determinati comportamenti. Dall’Europa fanno sapere che “la via più percorribile e che potrebbe dare i risultati migliori in tema di tutela della proprietà intellettuale e lotta alla contraffazione è quella che mescola le buone pratiche aziendali al rispetto di norme di riferimento”, spiega ancora Martin. Vale la pena intervenire quanto prima su questo aspetto dal momento che il 39% del Pil europeo è generato da settori produttivi interessati dai diritti di proprietà intellettuale.
Fortunatamente, il processo di digitalizzazione in corso permetterà nel breve periodo di trasformare e migliorare alcuni dei servizi di base della nostra vita quotidiana. È il caso della cosiddetta “Farmacia 2.0”. Oggi, più mai, le farmacie rappresentano il presidio sanitario più prossimo a cui in cittadino può rivolgersi per avere accesso ad una serie di servizi, secondo quelle che sono le linee di politica sanitaria nazionale e regionale. Il Patto per la salute ha sottolineato il ruolo che le farmacie possono avere nell’ambito della prevenzione e della gestione della cronicità. “Non possiamo fare a meno di prendere in considerazione il quadro demografico all’interno del quale il SSN deve operare”, spiega Rossella Miracapillo, responsabile nazionale Osservatorio farmaci e salute Movimento Consumatori. “Il progressivo invecchiamento della popolazione implica dover fare i conti con un aumento della cronicità, una riduzione della capacità economica e della capacità di assistenza”.
Per contro, il SSN, che per lungo tempo ha vissuto economicamente al di sopra delle sue oggettive possibilità, ha oggi bisogno di ottimizzare le risorse a sua disposizione”. Spesso questo significa la chiusura di molti ospedali “di provincia” che lasciano il posto ai grandi centri sanitari, a volte troppo lontani dai paesini dove risiedono la maggior parte degli anziani italiani. La “farmacia dei servizi” va effettivamente incontro ad esigenze diverse, sia dal lato dell’ottimizzazione delle risorse del SSN, sia dal lato della vicinanza al cittadino. Il Ministero della Salute ha infatti previsto che le farmacie, oltre ad occuparsi dell’erogazione dei farmaci, potranno offrire nuovi servizi come test diagnostici di prima istanza; servizi di telemedicina; prenotazione per via telematica di prestazioni ambulatoriali, ecc.
“È evidente che la tecnologia digitale in tutto questo svolge un ruolo fondamentale”, aggiunge Daniele D’Angelo, direttore generale di Profarma. “Grazie alle piattaforme informatiche l’attuazione delle novità previste dalla sanità digitale - ricetta elettronica, fascicolo sanitario elettronico, dossier farmaceutico - saranno di più facile attuazione”. Tutto questo nell’ottica di offrire ai cittadini un servizio accessibile e soprattutto uguale per tutti su tutto il territorio nazionale”, conclude Miracapillo.
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