Conciliazioni: riconoscimento presente, prospettive future

Nel panorama delle conciliazioni c’è una novità:  è  il  decreto  legislativo  130  del 2015 che ha recepito la direttiva europea 2013/11/UE e che dà un riconoscimento esplicito alle conciliazioni paritetiche, esperienza di eccellenza tutta italiana che ha permesso la risoluzione di tante controversie di consumo. Quale sarà la portata di questo decreto? E quale il futuro delle conciliazioni? Il tema è stato affrontato a Consumeeting in un tavolo dedicato cui hanno preso parte rappresentanti di Consumers’ Forum, aziende, istituzioni e associazioni dei consumatori. Un incontro in cui sono stati diffusi anche i dati del sesto rapporto sulle conciliazioni paritetiche realizzato da Consumers’ Forum. Il bilancio parla di oltre 21 mila domande di conciliazione arrivate nel 2014, con un aumento del 17% rispetto all’anno precedente. Sono in maggioranza legate alle telecomunicazioni, che contano il 65% delle domande complessive, seguite a distanza da energia e gas (15%) e da tutti gli altri settori. Una percentuale elevata, pari al 77%, riguarda domande complessivamente conciliate. I settori che stentano a decollare sono assicurazioni e servizi bancari e finanziari.

“Quest’anno è stato finalmente raggiunto l’obiettivo del riconoscimento normativo della negoziazione paritetica – scrive il presidente di Consumers’ Forum Lamberto Santini nel rapporto La negoziazione si è dimostrata un efficace e valido strumento che, cogliendo l’opportunità fornita dal decreto legislativo n. 130 del 6 agosto 2015, va ora rafforzata, rilanciata e sviluppata per mettere a disposizione dei cittadini uno strumento ancora più efficace. Il decreto legislativo 130 delinea uno scenario nel quale interagiscono una varietà di strumenti per la risoluzione delle controversie, da quelli di tipo aggiudicativo ai modelli di tipo facilitativo e negoziale. L’auspicio è che tutte queste possibili soluzioni alternative alla giustizia ordinaria siano messe nelle condizioni di competere ad armi pari e sarà poi il mercato, ovvero i cittadini, a scegliere quelle più efficaci ed efficienti”.

Alcuni settori si sono dimostrati particolarmente efficaci nelle conciliazioni. È il caso delle telecomunicazioni, dove il sistema è consolidato e dove si contano (insieme al sistema Corecom) oltre 105 mila conciliazioni nel 2014 per un valore di 30 milioni di rimborsi e indennizzi ai consumatori/ utenti. Percentuali elevate di accordi raggiunti ci sono nelle tlc, nella telefonia, nei servizi ferroviari. Il decreto 130 dà un riconoscimento alla conciliazione come vera e propria ADR (Risoluzione alternativa delle controversie) e prevede una serie di adeguamenti sui quali Consumeeting si è interrogato. Fra i punti su cui sollevare attenzione, c’è quanto previsto dall’art. 141ter per il quale l’organismo di risoluzione delle controversie “deve essere dotato di sufficiente autonomia e di un organo paritetico di garanzia privo di collegamenti gerarchici o funzionali con il professionista, deve essere chiaramente separato dagli organismi operativi del professionista ed avere a sua disposizione risorse finanziarie sufficienti, distinte dal bilancio generale del professionista, per lo svolgimento dei suoi compiti”. L’attenzione è alta da parte di tutti. Dice Pietro Praderi, presidente Lega Consumatori: “Le associazioni dei consumatori si sono battute per affermare la pluralità di modelli ADR e la pari dignità della conciliazione paritetica. La pluralità dei modelli si riferisce alla pluralità di situazioni. La conciliazione è un modello di ADR che deve puntare sulla qualità e non sulla banalizzazione”. Quello che serve è dunque un ruolo delle associazioni dei consumatori nella gestione delle controversie e allo stesso tempo la capacità di studiare modi per prevenire il contenzioso.

 

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