Nella sua ultima relazione sul mercato delle teleco
municazioni, relativa al periodo gennaio 2012 - dicembre 2013), la Commissione europea ha affrontato una
serie di questioni normative, alla luce degli sviluppi
del mercato, della competitività e degli obiettivi fissa
ti dall’Agenda Digitale.
La relazione ha analizzato i piani e i finanziamenti per
la banda larga, la situazione delle autorità nazionali di
regolamentazione, le autorizzazioni, la gestione dello
spettro, i diritti di passaggio e l’accesso all’infrastrut
tura passiva, l’interconnessione, le questioni relative
ai consumatori, il servizio universale e la neutralità
della rete.
Ecco quali sono state le principali conclusioni:
La vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes ha commentato: “Il cammino verso la re
alizzazione di un vero mercato unico è certamente
ancora lungo. Bisogna tagliare l’onere burocratico e
occorre un’azione normativa più coerente a livello sia
nazionale che comunitario per costruire finalmente
questo mercato unico. L’attuazione in tempi brevi della
direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga con
tribuirà a centrare l’obiettivo, ma bisogna fare di più”.
Infrastruttura. Dalla relazione risulta che l’accesso
a un’infrastruttura passiva di telecomunicazione è
frammentato, complesso e pesante in alcuni Sta
ti membri, tra cui Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca,
Francia, Lussemburgo, Malta e Polonia.
Consumatori. Esistono notevoli differenze tra gli Sta
ti membri per quanto riguarda le tariffe all’ingrosso
per la portabilità del numero, ossia il costo addebita
to a un operatore concorrente per trasferire il nume
ro di un abbonato.
Banda larga. La maggior parte dei Paesi europei ha
definito piani nazionali per la banda larga, ad eccezio
ne di Grecia, Romania e Cipro, che stanno tuttavia per
finalizzarli; i progetti nazionali per la banda larga sono
finanziati nei modi più disparati (ad esempio median
te fondi pubblici nazionali sotto forma di aiuti di Stato
o attraverso i fondi strutturali dell’UE).
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