Membro del Comitato Economico e Sociale Europeo

Secondo lei quali sono i principali progressi compiuti dalla legislazione europea sulla protezione dei consumatori? Quali sono le battaglie vinte e quelle perse dal punto di vista del Cese?
La costruzione europea è all’origine dei progressi più significativi compiuti per i cittadini dell’UE. Il trattato di costituzione dell’Unione prevede che i Paesi che desiderano entrare nella Comunità europea debbano rispettare un certo numero di principi. Tra questi c’è l’indicazione ad assicurare un alto livello di protezione dei consumatori. Il CESE è estremamente sensibile alla presa in carico degli interessi dei consumatori nelle politiche europee : lo ricorda sistematicamente, anche perché viene regolarmente ascoltato dalla Commissione o dal Parlamento sui progetti di legge. Si pronuncia attraverso pareri che vertono sulle diverse proposte. Rispetto alle ultime battaglie vinte, voglio citare ad esempio l’agenda europea che fissa il programma di protezione dei consumatori per i prossimi anni, ma anche le indicazioni per migliorare le relazioni bancarie (diritto ad avere un conto di base, trasparenza, mobilità), o sul credito ipotecario. Nel caso del credito ipotecario le osservazioni espresse dal CESE sono state tutte prese in considerazione. Il CESE porta avanti anche alcune iniziative importanti che rispondono alle preoccupazioni sociali ed economiche dei cittadini europei. Attualmente, infatti, stiamo lavorando sull’indebitamento eccessivo degli Stati. Le osservazioni formulate dal CESE permettono di arricchire e di far avanzare la legislazione europea.

Qual è il messaggio che volete mandare ai cittadini in occasione della Giornata europea del consumatore?
Ognuno di noi sa che la fiducia è la pietra miliare della costruzione europea, e questo vale per tutti i settori che essa ricopre. Di fronte alle difficoltà, purtroppo, lo spirito europeo si indebolisce mentre è proprio allora che abbiamo più bisogno di lui. La costruzione europea ha dimostrato di portare i suoi frutti. Dobbiamo ricordare che i consumatori europei hanno dei diritti e le istituzioni comunitarie hanno cercato di armonizzarli quanto più possibile senza che questi abbia ostacolato lo sviluppo dei diritti a livello nazionale. Le istituzioni europee operano anche insieme agli Stati membri affinché i consumatori possano beneficiare di vantaggi economici. Possiamo citare, ad esempio, le misure adottate sui mezzi di pagamento all’interno dello spazio unico oppure le azioni portate avanti nel settore della telefonia, che hanno prodotto un notevole abbassamento delle tariffe.

Quali sono le azioni sulla protezione dei consumatori che l’Unione Europea può fare per contribuire ad uscire dalla crisi ? E’ necessario cambiare il modo di consumatore o di produrre?
I cittadini europei si aspettano che l’Europa garantisca loro una sicurezza giuridica, economica e sociale. L’Unione Europea deve dunque rispondere a tutti i loro bisogni tenendo conto delle evoluzioni sociali, economiche e tecnologiche. Le mode di consumo non cessano di evolversi e i modi di produrre devono rispondere alle aspirazioni dei consumatori. A tal proposito, il CESE ha avuto l’occasione di pronunciarsi diverse volte a favore di un inquadramento delle pratiche di produzione, di commercializzazione e di consumo affinché esse diventino sostenibili e responsabili nell’interesse generale.

Quali sono le prossime battaglie che avete intenzione di portare avanti?
La battaglia principale che abbiamo già iniziato a portare avanti da tempo attraverso numerosi pareri a suo favore è quella dell’azione di gruppo. Sembra incomprensibile che il dossier sull’azione di gruppo non proceda rapidamente visto che diversi attori del mercato hanno sottolineato la necessità per i consumatori e per le piccole imprese di beneficiare di questa procedura. Il fatto di prevedere un’azione di gruppo a livello europeo che permetta a tutte le persone vittime di una prassi scorretta di ottenere un risarcimento per il danno subito, che si tratti del settore della salute, dell’ambiente, della concorrenza o del consumo, è molto più importante del fatto che uno strumento del genere ci sia nella maggior parte degli Stati membri. La diversità dei sistemi adottati dai diversi Paesi, infatti, potrebbe consentire all’operatore scorretto di scegliere la procedura più favorevole per lui. L’integrazione del mercato europeo e l’aumento delle transazioni transfrontaliere hanno bisogno inevitabilmente di un meccanismo di ricorso comune a livello comunitario, senza considerare il fatto che una procedura del genere avrebbe un ruolo importante di dissuasione a monte delle pratiche sleali.

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