Edison ha donato 1,5 milioni di euro a Regione Lombardia per la costruzione del nuovo ospedale di Fiera Milano. Coronavirus, Edison: massima sicurezza per garantire la produzione di energia. Coronavirus, Edison: la continuità della produzione energetica è garantita. “L’emergenza ha confermato il nostro approccio al lavoro a distanza, ma parlare di smart working in questa situazione è concettualmente errato”, ha detto ad Affaritaliani.it Giorgio Colombo, Executive Vice president HR & ICT Edison Edison, operatore leader del settore energetico in Italia, ha reagito fin da subito all’emergenza Coronavirus mettendo a punto un’organizzazione del lavoro che garantisse le massime condizioni di sicurezza sanitaria nelle sue sedi, come in quelle dei suoi clienti, assicurando tutti i servizi essenziali di produzione di energia elettrica.
Con lo stesso spirito l’azienda ha deciso di contribuire alla costruzione del nuovo ospedale di Fiera Milano con 400 posti di terapia intensiva, donando 1,5 milioni di euro alla Regione Lombardia, la più colpita dalla crisi sanitaria.
Giorgio Colombo, Executive Vice president HR & ICT Edison, ha spiegato ad Affaritaliani.it come si è organizzata l’azienda in merito alle politiche del lavoro in seguito all’emergenza Coronavirus e come Edison stia riuscendo a garantire operatività e continuità del servizio offerto.
Edison è pienamente operativa e sta garantendo tutti i servizi essenziali di produzione di energia – ha detto Giorgio Colombo, Executive Vice president HR & ICT Edison. La società ha reagito all’emergenza Covid-19 immediatamente e in modo organizzato attivando il Comitato di crisi centrale, incaricato di intraprendere le azioni e le misure necessarie, in coordinamento e a fianco del Comitato esecutivo dell’azienda.
Questo ci ha permesso di affrontare i giorni della crisi con tempestività, omogeneità e attenzione alle specificità operative, garantendo la continuità della produzione energetica e del servizio offerto a tutti i nostri clienti, compreso quello negli ospedali e nelle fabbriche per consentire la continuità operativa.
Quali misure cautelari sono state adottate per scongiurare il rischio di diffusione interna del virus?
Abbiamo innanzitutto organizzato il lavoro per assicurare condizioni di assoluta sicurezza per le nostre persone, sia nelle centrali produttive, sia nei siti che gestiamo per conto dei nostri clienti. I turni del personale degli impianti sono stati strutturati in maniera tale da garantire il rispetto delle distanze di sicurezza e le persone dispongono dei necessari dispositivi di sicurezza – comprese le mascherine, essenziali per chi presta servizio negli ospedali –, avendo in mente che il nostro lavoro, la produzione di energia, è essenziale per “tenere in moto” il Paese. Allo stesso tempo abbiamo esteso lo smart working a tutta la popolazione aziendale e previsto la sua applicazione per tutta la settimana lavorativa. Una misura questa introdotta già a inizio marzo per aiutare le famiglie nella gestione dei figli.
Avete introdotto o aumentato, se già istituita in precedenza, la politica di smart working? State rilevando una maggior produttività dei dipendenti che hanno adottato tale pratica?
Edison ha introdotto la modalità dello smart working nel 2017 ottenendo ottime risposte sia in termini di adesione da parte dei dipendenti sia in termini di produttività. Sicuramente sta contribuendo all’efficace gestione di questa emergenza. Siamo passati da circa 1.000 persone in smart working su base volontaria una volta a settimana, a quasi il doppio che in queste particolari circostanze stanno lavorando da remoto, facendo uso degli applicativi digitali.
Tuttavia, parlare di smart working in questa situazione è concettualmente errato. Questo perché l’elemento della possibilità di pianificare le proprie attività per lavorare in remoto è una componente del concetto di smart working, ma non è l’unica. E quella che stiamo vivendo non è una scelta ma un obbligo. Detto ciò, questa condizione necessaria ha sicuramente ampliato le competenze digitali delle persone e confermato il nostro approccio al lavoro a distanza. Stiamo avviando un sondaggio tra i nostri dipendenti e i nostri manager per raccogliere i primi feed-back.
Una volta rientrata l'emergenza Covid-19, lo smart working verrà mantenuto e/o incrementato?
Immaginiamo che il ritorno alla normalità potrà avvenire per step successivi, anche in considerazione delle norme che verranno emesse in futuro. In tal senso, il lavoro a distanza avrà un ruolo molto importante nella fase di ripartenza, poi si tornerà progressivamente alle modalità iniziali, ma con una consapevolezza più matura circa la sua efficacia.
Avete istituito una persona di riferimento che coordini le questioni relative alla sicurezza?
La nostra azienda ha una profonda e matura cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, come testimoniano i nostri indicatori di prestazione infortunistici. Uno dei punti di forza di questo approccio è la presenza di una strutturata famiglia professionale che è coordinata centralmente da un responsabile incaricato di indirizzare le relative funzioni all’interno delle Divisioni operative. Anche in questa occasione le competenze e l’impegno delle persone di questa famiglia professionale hanno e stanno giocando un ruolo fondamentale nella conduzione della gestione della crisi.