Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la proposta Omnibus “stop-the-clock” che prevede il rinvio dell’applicazione della CSRD e della CSDD. A questo punto sarà sufficiente l’approvazione formale del Consiglio europeo per rendere ufficiali le nuove scadenze e dare alle aziende maggiori certezze sulle tempistiche da rispettare.
Da notare che la maggioranza con cui è stato approvato il provvedimento (531 voti favorevoli, 69 voti contrari e 17 astenuti) è molto superiore a quella con cui era passata la procedura di urgenza che aveva registrato 221 voti contrari. Il consenso lascia sperare che anche la definizione delle nuove coordinate dell’applicazione della rendicontazione sulla sostenibilità possa procedere senza troppi ostacoli.
Se molte aziende, investitori e associazioni sottolineano l’importanza di mantenere un monitoraggio dei dati di sostenibilità e quindi di non allargare eccessivamente il numero di aziende esentate da obblighi, c’è da registrare una tendenza opposta da parte di gruppi di estrema destra. È il caso del gruppo “Patriots for Europe” che 2 aprile ha presentato un emendamento, non passato, che proponeva la cancella zione del 90% dei data point dell’ESRS, il posticipo al 2030 della CSRD e al 2024 della CSDD.