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Nuovi dati mostrano forti livelli di fiducia dei consumatori, ma le minacce online persistono

17 Marzo 2025
In occasione della Giornata mondiale dei diritti del consumatore, la Commissione europea ha pubblicato il quadro di valutazione delle condizioni dei consumatori del 2025, da cui emerge che il 68% dei consumatori europei ha fiducia nella sicurezza dei prodotti che acquista, mentre il 70% ritiene che gli operatori economici rispettino i diritti dei... [continua]

20° anniversario del Codice del Consumo.

17 Marzo 2025
 Il CNCU del MIMIT organizza un convegno in occasione della giornata mondiale dei consumatori.   Oggi si svolge il convegno organizzato dal CNCU del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in occasione della giornata mondiale dedicata ai consumatori, per celebrare la nascita del Codice del Consumo nel 2005.     [continua]

Il Pacchetto Omnibus: le novità delle norme UE sulle ESG.

10 Marzo 2025
La Commissione Europea ha annunciato l’adozione del pacchetto “Omnibus”, una serie di misure per semplificare le normative in materia di sostenibilità e investimenti. L’obiettivo dichiarato è quello di semplificare la complessità regolamentare, alleggerendo il peso degli oneri amministrativi per le imprese del 25% e fino al 35%, senza... [continua]

Diritti dei consumatori: il Consiglio adotta una posizione sulle misure volte ad agevolare la risoluzione delle controversie

25 Febbraio 2025
Il Consiglio ha adottato il suo mandato negoziale su un pacchetto di misure volto ad adeguare il quadro per la risoluzione alternativa delle controversie (ADR) alle sfide del mondo digitale. Molti consumatori che si trovano ad affrontare una controversia con un'impresa si rifiutano di avviare contenziosi a causa dell'esiguità delle somme in... [continua]

Una Unione Europea più coraggiosa, più semplice e più agile: il programma di lavoro della Commissione per il 2025

12 Febbraio 2025
La Commissione ha adottato il programma di lavoro per il 2025, che delinea l'ambizione di promuovere la competitività, rafforzare la sicurezza e migliorare la resilienza economica nell'UE. Il programma concretizza gli impegni illustrati negli orientamenti politici e nelle lettere di incarico inviate dalla presidente von der Leyen.   [continua]

Consiglio e Parlamento Ue hanno trovato un accordo per la revisione della direttiva quadro sui rifiuti, a lungo atteso. Le modifiche alla norma, che è in vigore dal 2008, riguarderanno in particolare il settore alimentare e quello tessile-moda: l’accordo (che dovrà essere rivotato per l’ok finale) stabilisce norme armonizzate sulla responsabilità estesa del produttore per i produttori tessili e i marchi di moda: le aziende saranno ritenute responsabili dei loro rifiuti e saranno tenute a pagare una tassa per contribuire a finanziare la raccolta e il trattamento dei rifiuti, in proporzione al livello di circolarità delle loro produzioni.

 

Obbligo esteso anche alle micro imprese: avranno un anno di tempo in più I co-legislatori hanno concordato di affrontare la sovrapproduzione di rifiuti tessili e le pratiche di fast fashion per impedire lo smaltimento di prodotti tessili prima che raggiungano la loro potenziale durata. Gli Stati membri possono adattare le tasse pagate dai produttori in base alla durata di utilizzo dei prodotti tessili e alla loro durata.L’accordo provvisorio include tutte le aziende - comprese le più piccole - nell’ambito dei regimi di responsabilità estesa del produttore. Per ridurre l’onere amministrativo, le microimprese avranno un anno in più - e quindi tre anni e mezzo dall’entrata in vigore - per conformarsi a questi obblighi dopo che saranno stabiliti i regimi di responsabilità estesa del produttore.

Il caso Italia: obbligo in vigore dal 2022 ma manca la norma attuativa
Il regime Epr per il settore tessile-moda in Italia è già stato introdotto dal Dlgs 116/2020 e dovrebbe essere già obbligatorio dal 1°gennaio 2022, così come al raccolta differenziata dei prodotti tessili che, seppure in crescita, è ancora marginale: secondo i dati Ispra nel 2023 i prodotti tessili raccolti con il sistema differenziato sono stati 172mila tonnellate, in aumento del 7,1%, ma «In Italia la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è intorno al 19%, un valore leggermente inferiore alla media Ue del 22%», come ha detto Massimiliano Lanz, direttore del Centro nazionale rifiuti e economia circolare dell’Ispra in Commissione Ambiente della Camera. L’Epr, di fatto, è ancora in fase di stallo perché manca un decreto interministeriale che dia concreta attuazione alle regole. Il decreto, la cui prima bozza era girata a marzo 2023, potrebbe arrivare - dopo una lunga attesa - nell’estate di quest’anno. Intanto i produttori si sono organizzati in consorzi di raccolta e riciclo dei prodotti tessili: nel nostro Paese ne esistono attualmente (Retex.Green; Re-Crea; Cobat Tessile; Erp Italia Tessile; Erion Textile; Unirau) ma non possono lavorare sul riciclo di prodotti tessili post consumo in mancanza di regole chiar.

La Commissione in una nota ha accolto con favore l’accordo provvisorio raggiunto: « La direttiva quadro sui rifiuti modificata - si legge - promuoverà un’economia circolare in tutta la Ue, in particolare promuovendo l’innovazione e il passaggio a pratiche industriali e di consumo più sostenibili. Si tratta di un significativo passo avanti nell’affrontare gli sprechi tessili e alimentari, rafforzando nel contempo la competitività dell’Unione».

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