Il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, l’AI Act, pone l’Unione europea all’avanguardia della regolazione sui sistemi di intelligenza artificiale, che promettono di rivoluzionare società, economia, tutela dei dati personali e vita quotidiana (e già lo stanno facendo). Intelligenza artificiale, tutela dei consumatori e Autorità indipendenti sono state al centro dell’evento annuale organizzato da Consumers’ Forum sul tema “Governance dell’AI e tutela dei consumatori. Il ruolo delle Autorità indipendenti”, che si è svolto il 27 novembre a Roma.
Introdotto dalla relazione del presidente di Consumers’ Forum Furio Truzzi, l’evento si è dipanato fra la presentazione di Consumerism 2024, il rapporto annuale realizzato in collaborazione con l’Università Roma Tre, e l’intervento delle Autorità indipendenti e di AgID, Agenzia per l’Italia digitale. Quello che è emerso, il filo rosso che ha unito relazioni e interventi dal palco, è stato il richiamo alla collaborazione e al coordinamento fra le diverse Autorità indipendenti nell’applicazione dell’AI Act e nella regolamentazione di tutti gli aspetti che riguardano l’intelligenza artificiale.
TRUZZI (CONSUMERS’ FORUM): SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, OGGI
Furio Truzzi ha esordito sottolineando l’attualità del tema che riguarda appunto «la governance dell’intelligenza artificiale e la tutela dei consumatori nell’era digitale. Un argomento che non solo coinvolge gli esperti di tecnologia e diritto, ma che tocca la vita quotidiana di ogni cittadino europeo e globale».
Il richiamo alla collaborazione e al coordinamento fra Agenzie e Autorità arriva anche dal presidente di Consumers’ Forum, che evidenzia: «La XIX edizione dell’appuntamento annuale con le Authority ha rappresentato un momento alto per affrontare il tema della collaborazione e del coordinamento tra Agenzie e Autorità. Tra chi, ai sensi dell'art. 70 del regolamento AI, viene chiamato a svolgere la funzione di autorità competente, sia questa di notifica o di vigilanza sul mercato dell'AI e chi, ai sensi dell'art. 77, eserciti poteri a tutela dei diritti fondamentali. Non è escluso che si renda necessaria una migliore definizione legislativa che aiuti anche normativamente questo modus operandi».
«Il 13 Giugno 2024, l’Unione Europea ha approvato il tanto atteso Regolamento sull’Intelligenza Artificiale (AI Act), che ha segnato un punto di svolta nella regolamentazione di questa tecnologia, di crescente importanza e sempre più presente nella nostra vita quotidiana – ha spiegato Truzzi – Con l’entrata in vigore di questo regolamento, l’Europa ha voluto porre delle solide basi normative per gestire i rischi legati all’uso dell’IA, garantendo nel contempo che i benefici di questa tecnologia possano essere pienamente sfruttati dalle imprese e dalle istituzioni, senza compromettere la sicurezza, la privacy e i diritti fondamentali dei cittadini consumatori e utenti».
Dal presidente di Consumers’ Forum sono allora arrivate una serie di proposte per la gestione dell’Intelligenza artificiale.
«Perché non prevedere, così come è stato fatto, per la tutela della privacy, una precisa responsabilizzazione, una accountability dell'AI che sappia organizzare, superando ogni formalismo, un idoneo sistema documentale di gestione che assicuri la conformità al regolamento e una esplicita motivazione delle scelte effettuate?" - ha detto Truzzi – "Perché non introdurre la figura del responsabile dell'AI, con il compito di mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate a soddisfare la conformità ai requisiti, la gestione del rischio, la governance dei dati e la sorveglianza umana dell'AI e a garantire la tutela dei diritti del consumatore finale sia ad opera del fornitore che del “professionista”? Infine, laddove siano utilizzati sistemi AI ad alto rischio, perché non prevedere l'AIPO (Artificial Intelligence Protection Officer)?».
L'INTERVISTA
CONSUMERISM 2024: IPOTESI PER UN COORDINAMENTO
Consumerism 2024 è il rapporto annuale presentato in collaborazione con l’Università Roma Tre, che ha analizzato l’applicazione dell’AI Act in Italia e la tutela del consumatore a partire dal ruolo delle Autorità indipendenti. Secondo il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale i singoli Stati devono designare delle “autorità competenti” in materia di notifica e di vigilanza sul mercato. In Italia, il ddl presentato dal Governo (1146, Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale) intende designare come autorità competenti AgID, Agenzia per l’Italia digitale, e ACN, Agenzia per la cybersicurezza nazionale. L’AgID è responsabile di promuovere l’innovazione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e provvede a definire le procedure a esercitare funzioni e compiti in materia di notifica, valutazione, accreditamento. L’ACN è responsabile per la vigilanza, incluse attività ispettive e sanzionatorie, dei sistemi di intelligenza artificiale, ed è responsabile per la promozione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale relativamente ai profili di cybersicurezza. Si tratta, come evidenzia la ricerca Consumerism 2024, di Agenzie, non di Autorità indipendenti.
«Condizione del Regolamento" – ha detto durante il convegno Maddalena Rabitti, professore ordinario di Diritto dell’economia Università Roma Tre, fra gli autori della ricerca – "è che sia garantito l’esercizio del potere in modo indipendente e imparziale. Diventa necessaria la relazione fra le Agenzie e le Autorità indipendenti».
DIRITTI, MERCATO E IMPRESE: L’AI VISTA DALLE AUTORITÀ INDIPENDENTI
I due panel dell’evento hanno analizzato Intelligenza artificiale, tutela dei consumatori e azione delle Autorità in relazione a diritti della persona, mercato e imprese.
Il primo panel ha visto alternarsi gli interventi di Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali (Privacy); Giacomo Lasorella, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID).
Al secondo panel hanno partecipato Stefano Besseghini, presidente dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), Nicola Zaccheo, presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART), Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) e Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac).
LE AUTORITÀ RISPONDONO (GUARDA LE VIDEO PILLOLE)
Sul tavolo diverse sfide: come ricorrere all’intelligenza artificiale, come disciplinare la sua applicazione, come districarsi fra norme ed evoluzione tecnologica e garantire che la Ue risponda alla produzione di innovazione e allo stesso tempo tuteli i consumatori nei molteplici settori che cambiano con l’applicazione di sistemi di intelligenza artificiale (concorrenza, energia, mobilità, tutela dei dati personali e quant’altro).
“Ci troviamo nella fase della weak AI”, ha esordito nel suo intervento il direttore generale dell’AgID Mario Nobile, ma ci sarà una “super AI”. “L’AI Act è nato cercando di disciplinare tutto”, ha detto Nobile ripercorrendo la governance e i gruppi di lavoro previsti. “Nel piano strategico triennale, entro fine anno licenzieremo tre linee guida per l’adozione, lo sviluppo e il procurement dell’intelligenza artificiale”.
Per Lasorella “l’intelligenza artificiale è una tecnologia orizzontale che vale per tutti i settori”, destinata dunque a trasformarli tutti. “L’intelligenza artificiale è già tra noi, si tratta di regolarne concretamente l’uso”.
Stanzione ha ricordato che “sulla governance nazionale l’AI Act riconosce un ampio margine di discrezionalità al legislatore interno”. Si è soffermato sulla necessità di coordinamento fra le Autorità, sulle competenze del Garante Privacy (che aveva suggerito di attribuire alla Privacy la designazione di autorità competente in tema di AI) e sulla peculiarità dell’approccio europeo all’intelligenza artificiale. “La via europea all’intelligenza artificiale”, ricorda Stanzione, "si articola su “un modello di bilanciamento fra innovazione e diritti. La sfida europea è tentare di governare l’innovazione imprimendo una direzione compatibile con la tutela dei diritti fondamentali. Più che di larvato protezionismo, si tratta della proiezione extraterritoriale di tutele a vocazione universalistica”.
Un secondo panel si è occupato di AI, mercato e imprese, con le ripercussioni (e i rischi per i consumatori) dell’intelligenza artificiale su energia, trasporti, concorrenza. "Quello che è cambiato", ha detto il presidente Arera Stefano Besseghini, “è la pervasività di questa tecnologia. Tutte le tecnologie non sono nate tre anni fa, sono diventate pervasive tre anni fa”. E manca una comprensione profonda dei meccanismi che vi stanno alla base.
“I trasporti sono uno degli ambiti più dinamici in cui l’intelligenza artificiale può esprimere il suo potenziale. L’AI sta ridisegnando il modo in cui ci muoviamo”, ha detto il presidente dell’Autorità dei Trasporti Nicola Zaccheo, che ritiene i tempi maturi per “proporre un tavolo di collaborazione ampio aperto a tutte le Autorità competenti. I tempi sono maturi per pensare a un coordinamento nazionale con un tavolo che potrebbe essere presieduto dall’ACN”.
L’intelligenza artificiale veicola però anche trappole e rischi per i consumatori. Spiega allora il presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli: “L’IA offre strumenti potenti, tuttavia l’uso distorto e improprio dell’intelligenza artificiale può favorire condotte scorrette” nei confronti dei consumatori."
C’è poi il richiamo ai principi di fondo sui quali dovrebbero basarsi gli algoritmi. La trasparenza, la non discriminazione, il controllo umano. Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), ha spiegato: “L’intelligenza artificiale può essere uno strumento per dare più poteri ai cittadini-consumatori rispetto alle decisioni che vengono prese. L’IA può essere uno strumento per creare più trasparenza nella Pubblica amministrazione e favorire la partecipazione, che sarà on demand, resa adeguata ai bisogni informativi”. Emerge allora l’esigenza della “trasparenza algoritmica”, quella di “capire l’algoritmo” che prende decisioni con un impatto reale sulla vita delle persone. Inoltre, “l’algoritmo non deve discriminare”. C’è poi la domanda relativa alla necessità di “lasciare alle persona" – spiega Busia – la responsabilità della decisione ultima: ma nel concreto, il funzionario sarà in grado di distaccarsi dalla decisione algoritmica?”. Una possibile risposta la offre Besseghini (Arera): “Contrasteremo l’intelligenza artificiale con l’intelligenza artificiale”.
L’idea: scrivere gli algoritmi in modo da integrarvi e innervarvi proprio quei principi.
a cura di Help Consumatori in collaborazione con Consumers' Forum