Il 3 ed il 4 ottobre 2024 l’AGCM ha ospitato il Competition Summit del G7 dedicato all’intelligenza artificiale, al quale hanno partecipato le delegazioni delle Autorità di concorrenza di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e della Commissione.
Ad esito dei lavori, i membri del G7 hanno stilato una dichiarazione congiunta con la quale richiamano i principi guida e le posizioni di policy (impegni e azioni) che intendono assumere o promuovere per garantire la contendibilità e la promozione dell’innovazione.
La dichiarazione congiunta ha declinato i principi guida più rilevanti dal punto di vista antitrust, volti a creare e mantenere mercati dell’AI equi, contendibili e aperti all’innovazione quali: i principi di concorrenza non falsata, accesso al mercato e opportunità, scelta per i consumatori/utenti, interoperabilità, innovazione, trasparenza e responsabilità (accountability).
I Membri del G7 hanno evidenziato una serie di criticità concorrenziali, quali:
• l’eccessiva concentrazione nel controllo dei principali fattori per lo sviluppo di soluzioni AI.
• Il rischio che le imprese con un potere significativo nei mercati digitali e attive anche nell’AI possano attuare pratiche anticoncorrenziali, come il self-preferencing e la vendita abbinata o aggregata (tying or bundling).
• Il rischio che le imprese con un potere significativo nei mercati digitali adiacenti all’AI possano consolidare o estendere tale potere anche nei mercati dell'AI, rischio amplificato dagli effetti di rete, dall’uso di dati generati dai modelli di fondazione AI come input per affinarli (data feedback loop) e dall'integrazione in ecosistemi non contendibili e scarsamente competitivi.
• Partnership e accordi di licenza tra le grandi piattaforme digitali e gli sviluppatori indipendenti di AI, acquisizione di talenti (forza lavoro qualificata) e alleanze strategiche, potrebbero favorire il consolidamento di posizioni dominanti nei mercati dell'AI.
• La possibilità che algoritmi potenziati dall’AI facilitino la collusione tra le imprese, consentendo loro di coordinare i prezzi e/o attuare forme di discriminazione di prezzo, a danno dei consumatori e di dinamiche concorrenziali nei mercati.
La dichiarazione congiunta evidenzia anche che le condotte anticoncorrenziali delle imprese dominanti possono esacerbare i rischi dell’AI in altri ambiti del diritto, quali la tutela della proprietà intellettuale, la tutela dei consumatori e la protezione dei dati.
A tal fine i membri del G7 si impegnano a promuovere un’applicazione vigorosa e tempestiva del diritto antitrust e, in caso di violazioni, a considerare l’imposizione di rimedi che, per esser efficaci, tengano conto delle caratteristiche specifiche dei mercati in questione, come gli effetti di rete, in modo da ristabilire la concorrenza in un’ottica prospettica e dinamica. Inoltre, le autorità e i governi G7 puntano a approfondire e migliorare la comprensione delle tecnologie di AI e dei modelli di business sottostanti e ribadiscono il proprio impegno a monitorare costantemente gli sviluppi della filiera dell’AI, per anticipare e affrontare i potenziali rischi per la concorrenza, consapevoli delle possibili ricadute su consumatori, lavoratori e sulla società nel suo complesso. Estremamente significativo è l’impegno a dotarsi delle competenze e degli strumenti tecnologici necessari e a favorire un dialogo più intenso tra loro e con altri Paesi, anche nell’ambito dei network internazionali ICN, OECD e UNCTAD.