Tra le novità del disegno di legge sulla Concorrenza che interessano i consumatori ci sono il tetto del 5% per le commissioni sui buoni pasto richieste da chi li emette (si applicherà solo dal 1° settembre) e l’obbligo di apporre un’etichetta ai prodotti di largo consumo per segnalare la riduzione del contenuto, qualora ad esso non corrisponda un calo del prezzo (fenomeno della shrinkflation). Sul fronte assicurativo ci sono nuove misure per incentivare la portabilità delle scatole nere. Ancora poco, forse, per avere effetto sulle tasche del consumatore, oggi sempre più protagonista “debole“ e insieme “forte” del mercato. 

 

Come l’Antitrust vede i consumatori
Lo ha spiegato bene l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), conosciuta anche come Antitrust. Recentemente Roberto Rustichelli, il presidente, intervenendo a Bologna al convegno “Riparte Italia” organizzato dall’Università, ha ricordato che «attraverso la tutela del consumatore, l’Agcm protegge in via diretta il soggetto debole per eccellenza, il consumatore appunto, che si trova in posizione di svantaggio e vulnerabile per carenza di informazioni. Il che si traduce, principalmente, in due elementi di debolezza: nella limitata capacità di negoziare le condizioni contrattuali e nella difficoltà di valutare pienamente le implicazioni economiche e legali delle proprie scelte».

Rustichelli ha quindi rimarcato, per contrasto, la centralità invece del consumatore/cittadino nella società odierna: «Il punto di approdo largamente condiviso oggi è che il consumatore è un protagonista essenziale del mercato, e la possibilità che egli possa esercitare con consapevolezza le proprie scelte economiche costituisce, al pari della libertà di iniziativa economica, un pilastro fondamentale dell’economia. Nonostante non manchi un acceso dibattito critico, il benessere del consumatore costituisce il principio alla base dell’interpretazione del diritto della concorrenza e il criterio di riferimento ultimo per consentire o vietare determinati tipi di condotta, sia che si tratti di un accordo, del comportamento di un’impresa dominante o di una operazione di concentrazione».

Dall’impalcatura teorica alle azioni a tutela del consumatore. Giovanni Calabrò, capo di gabinetto dell’Antitrust, spiega a Consumatori in che modo l’autorità interviene per arginare il moltiplicarsi di pratiche commerciali scorrette e altre insidie del mercato. Come sono stati gli ultimi anni, gli chiediamo, sotto questo aspetto?

L’evoluzione delle pratiche commerciali scorrette
«Le situazioni in cui il consumatore necessita di tutela sono purtroppo sempre nuove e in evoluzione, che segue quella costante dei mercati», risponde Calabrò. «Tra esse vi sono le pratiche di greenwashing, con cui le aziende danno di sé una distorta immagine di attenzione all’ambiente e alle tematiche ecologiche. Qui gli interventi nel 2024 hanno riguardato per esempio il settore delle auto elettriche e quello della moda con l’istruttoria su Shein. Vi sono poi le condotte rivolte a target di destinatari ritenuti particolarmente sensibili, quali bambini e adolescenti: l’intervento più importante riguarda i comportamenti di TikTok su contenuti pericolosi veicolati ai minori, attraverso un sistema di raccomandazione basato sulla profilazione e volto ad accrescere le interazioni e il tempo speso online. Particolare attenzione deve essere dedicata al mondo online; alle condotte scorrette tradizionali sulla chiarezza del prezzo e delle condizioni a cui viene fornito il bene o il servizio; alla negazione dei diritti dei consumatori, in particolare in materia di garanzia legale e di diritto di recesso e rimborso; alle nuove minacce, in particolare le false recensioni e il ruolo degli influencer. L’azione dell’Autorità si è concentrata sia su soggetti che utilizzavano recensioni fittizie per i propri prodotti e servizi, sia su coloro che offrono sul web recensioni a terzi. Per quanto riguarda gli influencer, il caso più rilevante riguarda la scorrettezza delle modalità di pubblicizzazione del “Pandoro Pink Christmas” (il caso Chiara Ferragni), risultate tali da indurre in errore i consumatori su una iniziativa benefica legata alle vendite del prodotto».

In quali ambiti, nel 2025, vede più necessario l’intervento dell’Antitrust? «Poiché, come detto, le pratiche scorrette evolvono e sfruttano gli sviluppi tecnologici e di mercato, un punto di attenzione potrebbe essere quello delle pratiche scorrette generate o agevolate proprio dall’intelligenza artificiale. È evidente, infatti, che nella misura in cui l’IA, come molti prevedono, è destinata a diffondersi nel mondo produttivo, se non a rivoluzionarlo, anche le tecniche di marketing e di relazione con i consumatori ne saranno coinvolte, e potranno essere messi in atto nuovi tipi di comportamenti a loro danno».

Chi è e che cosa fa l’Autorità
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato è una Authority indipendente le cui competenze abbracciano i campi della tutela della concorrenza, del conflitto d’interessi, del rating di legalità (riconosciuto alle imprese che rispettano elevati standard di legalità ed eticità) e non ultimo della tutela del consumatore. I singoli cittadini, e le stesse imprese, possono facilmente segnalare una pratica commerciale che ritengono scorretta o una pubblicità ingannevole, tramite una mail pec all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., o compilando e inviando online il modulo cui si accede tramite il link segnalato online. Altre info sono sul sito agcm.it

https://consumatori.coop.it/consumi/pratiche-commerciali-scorrette/

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