Sarà forse la sfida energetica a ridare forza all’Europa dopo la lunga crisi economica? E’ presto per dirlo, ma intanto il 2015 a Bruxelles è partito con un’iniziativa importante: la Commissione Europea ha lanciato la strategia per realizzare un’Unione energetica in grado di ridurre la nostra dipendenza dall’estero e sostenere la sfida del cambiamento climatico. L’energia sarà la vera sfida, anche politica, del futuro dell’Unione Europea. E da qui si parte per riunire tutti gli Stati membri e cercare di stimolare la crescita economica, la competitività e l’occupazione. Perché oggi abbiamo sempre più bisogno di un’energia stabile, sostenibile, accessibile e competitiva. Ma nessuno Stato membro in grado di soddisfare queste caratteristiche da solo. Per questo bisogna attuare una politica energetica integrata, che completi finalmente quel mercato unico dell’energia ancora troppo frammentato. La frammentazione dei mercati e la mancanza di un coordinamento delle politiche dei vari Stati membri impediscono ai consumatori, alle famiglie e alle imprese di beneficiare di una scelta più vasta o di prezzi dell’energia meno elevati. In un’Unione dell’energia i protagonisti sono i cittadini, che devono beneficiare di prezzi accessibili e competitivi. L’approvvigionamento energetico deve essere sicuro e la produzione sostenibile, con più concorrenza e più scelta per tutti i consumatori.

Una delle prime azioni dellaCommissione europea a guida Junckerè stata quella di illustrare, come priorità del programma politico, una strategia per realizzare un’Unione dell’energia resiliente e coniugata a una politica per il clima lungimirante.

L’Unione dell’energia, in particolare, comporterà:

  • una clausola di solidarietà per ridurre la dipendenza da singoli fornitori potendo fare pieno affidamento ai paesi vicini, soprattutto in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento energetico. Gli accordi conclusi dai paesi dell’UE per acquistare energia o gas da paesi terzi saranno caratterizzati da una maggiore trasparenza;
  • flussi di energia equiparati a una quinta libertà: la libertà dell’energia di attraversare le frontiere, applicando rigorosamente le regole attuali in ambiti come la separazione (unbundling) dell’energia e l’indipendenza dei regolatori, anche agendo in giudizio se necessario. Il mercato dell’elettricità sarà riorganizzato per renderlo più interconnesso, più rinnovabile e più reattivo. Gli interventi dello Stato nel mercato interno saranno sostanzialmente rivisti e i sussidi che hanno ripercussioni negative sull’ambiente gradualmente eliminati;
  • l’efficienza energetica al primo posto: sarà ripensata radicalmente e considerata una fonte di energia a sé stante, in grado di competere alla pari con la capacità di generazione;
  • una transizione verso una società a basse emissioni di CO2 costruita per durare: l’energia prodotta a livello locale, anche da fonti rinnovabili, dovrà essere assorbita nella rete in modo agevole ed efficiente; si promuoverà la leadership tecnologica dell’UE, sviluppando la prossima generazione di tecnologie dell’energia da fonti rinnovabili e raggiungendo una posizione di leadership nell’elettromobilità, mentre le imprese europee aumenteranno le esportazioni e saranno competitive a livello globale.

“Per troppo tempo l’energia non ha beneficiato delle libertà fondamentali della nostra Unione – ha dichiarato Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europa - L’attualità non fa che confermare quale sia la posta in gioco: molti europei temono che venga a mancare l’energia per scaldare le loro case. Con quest’iniziativa l’Europa si muove unita, in un’ottica di lungo termine. Auspico che l’energia che alimenta la nostra economia sia resiliente, affidabile, sicura e sempre più rinnovabile e sostenibile.”

Secondo Maroš Šefčovič, Vicepresidente responsabile per l’Unione dell’energia, si tratta del “progetto europeo in materia di energia più ambizioso dopo la Comunità del carbone e dell’acciaio”. “Un progetto che integrerà i nostri 28 i mercati europei dell’energia in un’Unione, renderà l’Europa meno dipendente dalle forniture energetiche esterne e offrirà agli investitori quella prevedibilità di cui hanno assolutamente bisogno per creare occupazione e crescita”. Si è avviata quindi “una profonda transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2 e rispettosa del clima, verso un’Unione dell’energia che metta i cittadini al primo posto, offrendo loro un’energia più accessibile, più affidabile e più sostenibile”.

Miguel Arias Cañete, Commissario per l’Azione per il clima e l’energia, ha precisato che “si sono poste le basi per un mercato dell’energia connesso, integrato e sicuro in Europa”. “La strada che porta a un’autentica sicurezza dell’approvvigionamento energetico e un’effettiva tutela del clima inizia qui, a casa nostra, e dopo decenni di ritardi, non ci faremo sfuggire quest’opportunità di costruire un’Unione dell’energia”.

L’unione energetica è stata anche al centro dell’appuntamento organizzato il 15 maggio a Roma da Consumers’ Forum, in collaborazione con il Consiglio Italiano del Movimento Europeo, dal titolo  “Un trio a metà percorso. L’Unione europea nelle riflessioni e proposte delle tre Presidenze semestrali a guida del Consiglio (2014 - 2015)”. Il convegno è stata occasione per fare il punto sui temi maggiormente caldi nelle agende della presidenza del Consiglio europeo, dall’emergenza immigrazione al completamente del mercato unico digitale. Passando appunto per l’unione energetica. “La costruzione dell’Europa politica passa attraverso la costruzione dell’Europa dei Cittadini, nonché dei Consumatori – ha detto Fabio Picciolini Presidente di Consumers’ Forum, a conclusione del convegno - Quanto al tema energetico, il Consiglio europeo nel 2014 ha invitato gli Stati membri a realizzare entro il  2020 l’interconnessione di almeno il 10% della loro capacità di produzione dell’energia elettrica. Un buon collegamento transfrontaliero delle reti porterebbe infatti a risparmi diretti per tutti i consumatori. Inoltre, le nuove elettriche non dovranno impattare sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, così come stabilito dal pacchetto clima che prevede entro il 2030 il taglio del 40% delle emissioni di CO2 di tutta l’UE.”

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