Parlando di farmaci contraffatti non si può non ricordare il caso scoperto a maggio scorso a seguito dell’indagine condotta dall’Agenzia Italiana del Farmaco insieme con i Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri: una grande rete creata da organizzazioni criminali italiane e dell’Est Europa che gestiva un traffico di farmaci anticancro rubati o contraffatti, quindi inefficienti o persino letali. Uno scandalo che ha messo in luce come alla base di numerosi furti di farmaci registrati nei primi mesi del 2014 in varie zone d’Europa ci fosse una vera strategia internazionale. Secondo fonti dell’inchiesta, svelate dal Wall Street Journal, i farmaci venivano rubati negli ospedali o dai camion utilizzati per la distribuzione per poi essere passati a un grossista italiano: durante l’inchiesta è emerso che fino a 5 camion al mese carichi di farmaci anticancro sarebbero stati trafugati in Italia e gli autisti avrebbero fornito giustificazioni insufficienti sulla sparizione della merce. Il business consisteva nel modificare i principi attivi dei farmaci, diluendoli in più fiale o sostituendoli con altre sostanze più economiche, lucrando così sulla vendita della “seconda tranche” dei prodotti.
Due anni fa ci fu un caso simile negli Stati Uniti con il farmaco Avastin. Questa volta i farmaci rubati, come annunciato dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), sono stati l’Alimta (Eli Lilly), il Remicade (Johnson & Johnson e Merck), l’Avastin, il MabThera e l’Herceptin della Roche. Quest’ultimo medicinale, ad uso ospedaliero indicato nel trattamento del carcinoma mammario e gastrico, è ricomparso contraffatto in Regno Unito, Germania e Finlandia dopo il furto in Italia: al posto del suo ingrediente attivo, è stato rilevato un antibiotico.
Le case farmaceutiche coinvolte hanno garantito massima collaborazione con le autorità mediche per capire gli autori dei furti, ma un punto debole della filiera è stato individuato nei cosiddetti “distributori paralleli” che in alcuni paesi hanno facoltà di comprare un farmaco direttamente dal produttore, a un prezzo più competitivo, per poi cambiarne l’etichetta e rivenderlo altrove a costi più elevati. Una pratica, seppur limitata, che permette ai governi di risparmiare e ai distributori di guadagnare, ma che può anche favorire organizzazioni criminali. Le autorità hanno attuato le misure per proteggere la salute dei cittadini, ponendo in quarantena le scorte di farmaci implicate, e l’EMA ha pubblicato una lista aggiornata dei lotti coinvolti.
Sempre sul fronte della sicurezza dei farmaci, di recente il Consiglio dei Ministri ha approvato alcuni decreti legislativi(in attuazione delle direttive europee) che conferiscono al Ministero della Salute il potere di oscurare i siti che commercializzano illegalmente farmaci con obbligo di prescrizione o in violazione di legge. Le segnalazioni possono arrivare dai Nas, dagli altri organi di polizia, dall’Aifa e anche dai cittadini. I decreti prevedono nuovi obblighi sulle autorizzazioni per l’immissione in commercio e sulle sospensioni della commercializzazione di un medicinale. Viene inoltre inserito un codice comunitario per impedire la vendita di farmaci contraffatti.

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