La contraffazione mondiale ammonta a circa 1.000-1.300 miliardi di euro l’anno. E l’Europa è uno dei mercati  principali  per  la  destinazione di  merci  taroccate. Parliamo di cifre che danno la misura di un vero allarme sociale, anche perché il giro d’affari della contraffazione è quasi tutto in mano alla criminalità organizzata, che ci vede meno rischi e più vantaggi economici rispetto ad altri traffici. Basti pensare che un euro speso nel traffico di eroina ne rende 2.700, mentre un euro speso nella contraffazione di farmaci ha un vantaggio economico di 500.000 euro.

Sono noti, ad esempio, i legami tra la camorra e il network cinese della contraffazione. Il porto di Napoli è molto usato dalle società di spedizione cinesi ed è uno dei principali punti di ingresso dei prodotti contraffatti, siano essi beni finiti da immettere sul mercato oppure materiali usati per porre in essere la contraffazione.

Spesso vengono importati prodotti non recanti alcun marchio (cosa che non costituisce reato) su cui vengono aggiunte successivamente etichette contraffatte per essere distribuiti e circolare in Europa.

L’EUROPOL e l’INTERPOL hanno stabilito un chiaro nesso tra il traffico di merci illecite e la criminalità organizzata: entrambi gli organismi riconoscono la necessità di affrontare i problemi legati alle merci contraffatte, che mettono in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori e violano i diritti di proprietà intellettuali, mettendo a rischio anche molti posti di lavoro. I contraffattori hanno spesso legami con altre aree del crimine organizzato.

Il principale paese d’origine è la Cina, da cui provengono oltre i due terzi delle merci contraffatte che circolano in Europa. Ma ci sono molti altri Paesi produttori di falsi: l’India per i prodotti farmaceutici, l’Egitto per i prodotti alimentari, la Turchia per profumi e cosmetici. La merce taroccata generalmente arriva in Europa transitando attraverso l’Egitto, Hong Kong, Marocco, Singapore e gli Emirati Arabi Uniti. Una parte delle merci contraffatte viene, tuttavia, prodotta direttamente nei Paesi europei.

Un fattore importante per la distribuzione e la vendita delle merci contraffatte è l’e-commerce, anche grazie all’introduzione dei nuovi “generic Top level Domains” come .sport, .fashion, .market ecc. che possono confondere i consumatori circa la reale provenienza della merce, inducendoli ad acquistare online – talora consapevolmente, talora no – merci contraffatte.

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