Aumentare la trasparenza e la leggibilità delle bollette di elettricità e gas. È l'obiettivo dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas che ha approvato un procedimento che "intende migliorare ulteriormente - informa una nota - la qualità delle informazioni fornite dalla bolletta, anche per rendere più facile il confronto tra le diverse offerte dei diversi venditori, agevolando scelte sempre più consapevoli e convenienti da parte dei consumatori". Saranno coinvolti operatori, consumatori e associazioni anche attraverso focus group.

La bolletta, rileva l'Autorità, rappresenta il fondamentale canale di comunicazione fra cliente ed aziende e "la tendenza sempre più diffusa alla sottoscrizione da parte dei clienti finali di offerte congiunte per la fornitura di energia elettrica e di gas (dual fuel) rende necessario - scrive l'Autorità - armonizzare i contenuti dei documenti di fatturazione relativi ai due servizi, per assicurare livelli equivalenti di trasparenza e leggibilità". L'Autorità intende inoltre sottoporre il nuovo procedimento all'Analisi di Impatto della Regolazione, che permette di valutare le ricadute della decisione attraverso il confronto con consumatori, operatori e parti interessate.

 

Soddisfatti della copertura farmaceutica pubblica ma con differenze territoriali fra Nord e Sud. Fedeli alla propria farmacia e al farmacista ma aperti ai nuovi canali distributivi e alla vendita dei medicinali nei supermercati. Fiduciosi nelle possibilità offerte dalla ricerca biotecnologica nel campo della salute. E convinti che per stare bene sia importante anche l'ambiente.

È l'identikit del rapporto fra italiani e farmaci secondo i risultati delle ricerca del Censis e del Forum per la ricerca biomedica "Trent'anni di ricerca biomedica e di lotta alle malattie" presentata oggi a Roma.

Gli italiani sono soddisfatti della copertura farmaceutica pubblica: quasi il 61% ritiene sufficiente la disponibilità di farmaci mutuabili rispetto alle proprie esigenze di salute.

La percentuale, però, cambia a seconda del territorio: si passa da oltre il 60% dei cittadini nel Nord-ovest al 62,5% nel Nord-est, a più del 78% al Centro, per poi scendere sotto il 49% tra i residenti del Sud.

L'indagine evidenzia la fiducia verso il proprio farmacista e, al tempo stesso, l'atteggiamento di apertura delle vendita dei farmaci nelle grande distribuzione. Emerge una persistente fedeltà dei cittadini alla farmacia di fiducia (il 67% degli intervistati si rivolge di solito alla stessa farmacia) e alla figura del farmacista che (77%) segue il medico di medicina generale (97%) come soggetto che, secondo gli intervistati, deve dare informazioni sui farmaci. Allo stesso tempo, oltre il 69% degli italiani è favorevole alla possibilità di vendere i farmaci in luoghi diversi dalle farmacie, anche se per il 56,6% deve avvenire sempre e comunque in presenza di un farmacista nel punto vendita.

Il 65% degli intervistati ritiene che debba essere sviluppata la ricerca biotecnologica limitatamente al campo della salute e per il 66% va potenziata l'ingegneria genetica purché sia usata per correggere geni che provocano malattie, mentre solo il 10% la indica come mezzo di potenziamento delle caratteristiche estetiche.

Diminuiscono gli italiani che individuano nello stile di vita una fonte di buona salute mentre aumentano coloro che segnalano l'importanza delle condizioni ambientali, indicate dal 22,2% degli intervistati, con un aumento del 10% rispetto al 1998, e di coloro che chiamano in causa ifattori ereditari (8,9%, +6%).

Gli italiani seguono quasi alla lettera le prescrizioni dei medici sui farmaci. Ritengono che nel futuro il compito della ricerca sui medicinali dovrà concentrarsi sulla lotta alle patologie incurabili (68%) e ridurre i rischi e gli effetti collaterali rispetto agli attuali medicinali (28,8%).

Gli italiani ritengono inoltre di avere una maggiore consapevolezza nell'uso dei farmaci: rispetto ai propri genitori, rileva il Censis, il 54% degli intervistati afferma di avere maggiore capacità di raccogliere informazioni utili per la corretta assunzione dei farmaci, oltre il 52% si attribuisce una maggiore dimestichezza sul quando e come utilizzarli, più del 51% ritiene di avere maggiore conoscenza degli effetti collaterali e dei rischi connessi a una eccessiva assunzione di farmaci, il 45,5% ha più fiducia nell'efficacia delle medicine e il 44,7% maggiore capacità di dialogare con il medico sui farmaci da prendere.

E quando si esagera nel consumo dei farmaci, per gli italiani la responsabilità non è tanto dei medici o dell'industria ma soprattutto della singola persona (74,7% degli intervistati) che per rassicurarsi contro ansia e stress finisce per rivolgersi al farmaco.

LINK: Leggi la sintesi della ricerca sul sito del Censis


 

Il 13% della popolazione italiana è costretto a sopravvivere con meno di 500-600 euro al mese, cioè meno della metà del reddito medio italiano (dati Istat). Tantissimi sono poi i quasi poveri, cioè quelli che superano la soglia di povertà soltanto di pochissimo.

Ad aggravare la situazione italiana c'è il fatto che i servizi sociali non hanno un forte impatto nel ridurre la società; in questo l'Italia è seconda, nell'area euro, solo alla Grecia. In Svezia, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Germania e Irlanda i trasferimenti sociali riescono a ridurre del 50% il rischio di povertà, mentre in Italia questa percentuale è del 4%.

Sono alcuni dei dati evidenziati dal Rapporto presentato oggi a Roma da Caritas Italiana e Fondazione Zancan di Padova. "Ripartire dai poveri", è questo il titolo del Rapporto di quest'anno che pone due questioni da affrontare con urgenza: il passaggio da trasferimenti monetari a servizi e la gestione decentrata della spesa sociale.

Nel nostro Paese risulta povero il 30,2% delle famiglie con 3 o più figli, e il 48,9% di queste famiglie vive nel Mezzogiorno (al 2006, ultimi dati disponibili). Sembra che avere più figli in Italia comporti un maggiore rischio di povertà, con una penalizzazione non solo per i genitori che si assumono questa responsabilità ma soprattutto per i figli, costretti a una crescita con meno opportunità. Eppure in altri Stati non accade così. Ad esempio, effettuando un confronto con la Norvegia, si evidenzia che in quel Paese non solo vi è un tasso di povertà notevolmente inferiore, ma anche una relazione esattamente opposta, ovvero più bambini si hanno (a meno di non averne più di 3), più basso è il tasso di povertà.

"Come evidenziano i dati - afferma Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan - i Paesi che investono di più in servizi piuttosto che in trasferimenti monetari sono gli stessi Paesi che riescono a incidere sul fenomeno della povertà del 50%. Una strada chiara, da percorrere anche nel nostro Paese".

Altri problemi si evidenziano nella gestione della spesa: nel nostro Paese l'assistenza sociale è tuttora erogata a livello centrale, sia dalle amministrazioni centrali che dagli enti di previdenza, piuttosto che a livello locale, diversamente da quanto prevedono le recenti modifiche costituzionali. Solo l'11% della spesa per assistenza sociale è gestita a livello locale. Si tratta di una contraddizione su cui è urgente intervenire, collegando strutturalmente il passaggio da trasferimenti a servizi e da gestione centrale a gestione locale.

Mentre il Rapporto del 2007 poneva l'interrogativo se rassegnarsi alla povertà, quello di quest'anno cerca di dare una risposta: basterebbe riallocare una parte delle risorse destinate alla spesa sociale. Ad esempio la spesa per indennità di accompagnamento e quella per assegni familiari vengono messe tra le aree di azione specifica per un piano di lotta alla povertà, ipotizzando forme parziali di riconversione dei 10.175 milioni di euro e dei 6.427 milioni di euro che rispettivamente compongono le due voci di spesa.

Da un approccio per categoria si dovrebbe passare ad un approccio basato sulla persona trovando soluzioni perché almeno una parte del trasferimento monetario possa essere fruita in termini di servizi accessibili, come prestazioni di sostegno alla domiciliarità, attività di socializzazione, servizi per l'inserimento lavorativo, ecc.

"Occorre applicare seriamente il principio di equità sociale e di universalismo selettivo - sottolinea Tiziano Vecchiato -, ponendo fine alle rendite di posizione, agli interventi a pioggia, mettendo al centro le persone".

Da un monitoraggio effettuato nel 2007 da Isfol in collaborazione con Upi, centrato su 346 casi di ambiti sociali appartenenti a 16 territori regionali, è emerso che sono i servizi domiciliari e gli interventi di promozione sociale le tipologie prevalenti di attività finanziarie. Seguono i sussidi economici, i servizi semiresidenziali. Le tipologie di servizio che più immediatamente possono riferirsi alla lotta all'esclusione possono identificarsi con i sussidi economici e con gli interventi volti a fronteggiare le emergenze sociali, entrambi presenti in più di 6 piani su 10. Per quanto concerne i trasferimenti monetari, il primato di una maggiore diffusione è detenuto dalle zone del Veneto (82,4%), dell'Emilia Romagna (80,8%) e della Liguria (77,8%).

Strategie territoriali integrate, è quello su cui bisogna puntare in futuro: piani di azione a lungo termine con cui accostarsi alle questioni sociali, facendo perno sui territori e promuovendo l'integrazione, ovvero selezionando sul territorio le risorse attivabili e le condizioni migliori per l'attuazione degli interventi nel superamento della logica dell'emergenza.

Mons.Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, in conclusione ha ribadito: " La politica - quella vera e non serva del dio denaro - deve fare la sua parte. Riaffermando il bene comune e il primato della persona umana".

 
LINK: Leggi il Rapporto


 

Porto di Napoli al setaccio da parte del Corpo Forestale dello Stato che ha sequestrato 10 quintali di latte cinese ad alto rischio melamina e alimentari fra i quali mozzarella, prodotti caseari e tè cinese al latte.

Sono i risultati dell'operazione "Lanterne Rosse" sulla sicurezza alimentare, che ha visto impegnati questa mattina a Napoli più di cento forestali. Sono stati setacciati numerosi container di provenienza asiatica e quasi tutti "made in China".

L'operazione, effettuata fra il porto e il centro del capoluogo campano, ha portato a un maxi sequestro di 10 quintali di latte sospetto di essere contaminato da melamina, insieme a carni e pesce che non potrebbero essere commercializzati. Si tratta, ha detto il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, del più ingente quantitativo di prodotti "made in China" mai posto sotto sigilli in Italia.

Il bilancio finale dei sequestri è di 10 quintali di latte cinese ad alto rischio melamina, 300 chili di mozzarella cinese, 50 chili di prodotti caseari, più di 100 chili di tè cinese al latte, 90 chili di papaia cinese al latte e 7 chili di zampe di gallina, la cui importazione è vietata per l'elevato rischio di influenza aviaria.

La Forestale ha inoltre sequestrato 40 chili di datteri di mare di provenienza locale e destinati all'esportazione in Cina, 10 chili di carne bianca, molluschi, pesci, circa 100 chili di funghi lavorati privi di qualunque etichetta e 500 chili di uova lavorate, per un totale del 70% dei prodotti rinvenuti senza alcuna etichettatura. Circa 20 mila kg di alimenti non conformi alle norme europee sulla tracciabilità sono stati confiscati e avviati a distruzione.

Sono sette le persone denunciate all'Autorità Giudiziaria. Sono state inoltre spiccate multe per centomila euro e sequestrati due esercizi commerciali totalmente abusivi.

"Sono orgoglioso - ha detto Zaia - del lavoro svolto dal Corpo Forestale dello Stato a difesa dei cittadini e consumatori italiani. Il sistema dei controlli nel nostro Paese funziona e funziona bene: non è mai stato così evidente. Con questa brillante operazione, che non ha eguali nel passato, è stato impedito che sulle tavole degli italiani arrivassero prodotti tossici o di illecita importazione e commercializzazione". L'operazione Lanterne Rosse, ha proseguito, "è l'esito coerente della politica che abbiamo scelto di avviare e che si muove su due binari: tolleranza zero e lotta senza quartiere a truffe, illeciti, sofisticazioni e frodi alimentari".

"La comunità cinese non tema: le attività criminali non hanno etnie o colori di sorta - ha detto Zaia - Ma è bene che tutti sappiano che chiunque trasgredisca la legge e cerchi di avvelenare i consumatori italiani, sarà severamente perseguito e punito".

I sequestri sono stati eseguiti dal Comando Provinciale di Napoli, dal Nucleo Agroalimentare e Forestale e della Sezione Investigativa Cites di Roma del Corpo forestale dello Stato e con la collaborazione della Polizia Provinciale di Napoli, della Polizia veterinaria dell'Azienda Sanitaria Locale e di alcuni esperti di prodotti ed etichettature riportanti scritte cinesi.

Su risparmio ed efficienza energetica l'innovazione arriva dal basso. E può arrivare dal settore edilizio, dalle esperienze innovative di riscaldamento domestico e dalle azione previste dai Regolamenti edilizi per il risparmio energetico. È quanto evidenzia il primo Rapporto dell'Osservatorio Nazionale Regolamenti Edilizi per il risparmio energetico, presentato a Bologna da Legambiente e dall'Istituto di ricerca Cresme.

L'indagine di Cresme e Legambiente sul regolamento edilizio come motore del cambiamento ha preso in considerazione un campione di 1000 comuni e ha raccolto ed esaminato 188 regolamenti edilizi, che, attraverso l'obbligo (104) o con i soli incentivi (85), promuovono un diverso modo di costruire che guarda alla sostenibilità ambientale.

Il principale indirizzo che emerge dall'analisi dei 188 regolamenti edilizi è quello che riguarda l'obbligo di progettare e realizzare l'impianto di produzione di energia termica in modo di coprire con fonti rinnovabili almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia per la produzione di acqua calda e di prevedere l'installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica non inferiore a quantità definite con valori diversi per unità abitativa dai vari regolamenti.

In 104 Comuni i regolamenti condizionano il rilascio del permesso di costruire, e a volte di ristrutturare, a interventi legati alla produzione di energia da fonti alternative. Ci sono poi 24 Comuni che hanno inserito nei regolamenti edilizi obblighi di risparmio energetico con prescrizioni che vanno oltre la produzione di energia solare. Si tratta di indicazioni che valgono per le nuove costruzioni e prevedono l'adozione di sistemi di recupero di acque piovane e grigie da utilizzare per gli scarichi del water, la realizzazione di pavimenti drenanti nelle superfici lasciate libere o nei giardini, l'utilizzo di materiali naturali e di tecniche costruttive per incrementare l'efficienza energetica, l'installazione di rubinetterie con miscelatore acqua e aria, il controllo automatizzato dell'illuminazione delle parti comuni, il posizionamento e orientamento degli edifici per utilizzare al meglio il rapporto luce-ombra.

La maggior parte delle iniziative si concentra nel Nord Italia con oltre 132 regolamenti su 188, rispetto ai 48 del centro, mentre risulta assente la risposta del sud con solo 8 regolamenti.

Quali gli esempi di buone pratiche? Fra gli altri c’è il riscaldamento domestico a Dobbiaco, in Provincia di Bolzano, dove tutte le utenze sono collegate a un impianto di teleriscaldamento da biomasse. Ci sono esempi di riduzione del fabbisogno di riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni a Bolzano. Nel comune di Prato allo Stelvio sono installati oltre 1.110 kW di solare fotovoltaico che riesce a soddisfare oltre il 76% del fabbisogno elettrico delle famiglie residenti. E a Varese Ligure i fabbisogni elettrici dei cittadini sono completamente soddisfatti da fonti rinnovabili.  

"Un prezzo da amico". Questo è lo slogan scelto dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi  per lanciare l'iniziativa contro il caro vita presentata questa mattina a Roma. In sostanza, nei bar che aderiscono alla Fipe l'intero listino rimarrà bloccato a partire dal 1 novembre prossimo. Facendo leva sul fattore prezzo e avviando nel contempo altre iniziative promozionali, il canale bar vuole così facilitare il rilancio dei consumi.

Contestualmente sarà avviato un osservatorio per studiare le reazioni della clientela, della filiera e degli stessi baristi. Alcuni bar, infatti, vogliono però andare oltre e intendono abbinare al blocco dei listini anche altre offerte promozionali le cui modalità sono lasciate alla libera iniziativa degli esercenti e soprattutto alle peculiarità di ogni singolo mercato.

"La recessione a cui si sta avviando tutto il mondo - ha affermato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe - impone una riflessione e un contributo da parte di tutti, esercenti compresi. È evidente che questa iniziativa non basterà da sola a risollevare le sorti dell'economia. Tuttavia Fipe, come sistema, si è posta il problema di fare qualcosa per offrire un po' di serenità ad un consumatore che tra annunci drammatici, titoli eclatanti e una politica ancora "convalescente", si va chiudendo sempre di più in se stesso, modificando di conseguenza in senso restrittivo i propri comportamenti di acquisto. È il momento di effettuare politiche per ridare potere d'acquisto ai lavoratori, senza dimenticare le politiche destinate agli investimenti anticiclici, anche se questo dovesse comportare un ulteriore taglio alle spese".

"L'iniziativa della Fipe è pienamente apprezzabile - ha commentato Antonio Lirosi, Mr Prezzi - perché offre un contributo al contenimento dell'inflazione. Un messaggio positivo per la fiducia dei consumatori e perché crea condizioni virtuose per favorire promozioni e riduzioni di prezzi fornendo così un'immediata risposta alle conclusioni del tavolo di confronto che abbiamo tenuto il 3 ottobre".

"E' un'azione concreta contro il carovita - ha detto, invece, Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino - che dimostra la volontà degli esercenti di fare la loro parte per stimolare i consumi e venire incontro alle difficoltà dei consumatori. Siamo sicuri che la campagna avrà successo tra i consumatori e ci auguriamo che sia presa da esempio anche da altre categorie. Commercianti e consumatori, grazie anche all'intervento e all'essenziale supervisione di Mister Prezzi, devono necessariamente diventare alleati per superare la crisi dei consumi e il carovita che sta mettendo in ginocchio il nostro Paese".

Nei primi 6 mesi del 2008 la spesa delle famiglie italiane si è contratta dello 0,3% rispetto all'anno precedente. Nello stesso periodo il reddito disponibile è cresciuto di un modesto 0,5%, metà che nel 2007, a causa dei rincari dei prezzi al consumo, influenzati dalle quotazioni internazionali delle materie di base. Questo influisce negativamente sulle aspettative rendendo prudenti le decisioni di spesa e stimolando il risparmio.

Le famiglie italiane restano fra le meno indebitate del mondo avanzato, ma si è appesantito l'onere per il servizio del debito, dato l'aumento dell'esposizione degli anni passati e i rialzi dei tassi d'interesse.

L'occupazione ha continuato a crescere nel secondo trimestre del 2008, ma è cresciuto molto il numero di persone che hanno perso recentemente il posto di lavoro tra quelle in cerca di occupazione, specie nel Centro-Nord.

E' quanto evidenzia il Bollettino mensile di ottobre 2008 pubblicato oggi dalla Banca d'Italia. Nel secondo trimestre 2008 si sono ridotti gli investimenti delle imprese: nel settore residenziale si è registrata una drastica contrazione delle compravendite e un rallentamento dei prezzi, che peraltro hanno continuato a salire, mentre in molti altri paesi scendevano, anche rapidamente.

Si sono contratte anche le esportazioni, a causa dell'indebolimento della domanda mondiale e la redditività delle banche italiane ha risentito della crisi finanziaria globale, ma in misura contenuta, data l'esposizione relativamente modesta al settore dei mutui subprime e Alt/A americani, a titoli collegati e a "veicoli" attivi nel comparto. In generale gli indicatori congiunturali italiani sono negativi. Nel secondo trimestre il prodotto si è contratto rispetto al primo; l'inflazione flette per il ribasso dei corsi petroliferi e la debolezza della domanda.

Le misure di sostegno del sistema finanziario appena decise dal Governo, non determineranno necessariamente un aggravio della spesa pubblica: la garanzia statale sulle passività delle banche accrescerebbe la spesa solo nella misura in cui fosse effettivamente utilizzata. Eventuali operazioni di ricapitalizzazione delle banche o di scambio di titoli pubblici con altri strumenti non incidono sul saldo di bilancio; potranno influire temporaneamente sul livello del debito lordo senza modificare il debito netto.

La politica di bilancio è volta a raggiungere un sostanziale pareggio nel 2011 e a condurre nello stesso anno il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto al di sotto del 100%. Il conseguimento degli obiettivi è in larga misura affidato al contenimento della spesa; saranno cruciali le modalità di attuazione degli interventi disposti negli scorsi mesi.

LINK: leggi il Bollettino della Banca d'Italia

 

Tra i paesi più ricchi e quelli più poveri ci passano almeno 40 anni di differenza di speranza di vita. Alla fine di quest'anno saranno circa 136 milioni le donne che avranno partorito, ma di queste 58 milioni non avranno beneficiato di alcuna assistenza medica né prima né dopo il parto, con seri rischi per la loro vita e per quella del neonato.

Questi sono soltanto alcuni dei dati inquietanti del Rapporto sulla salute nel mondo nel 2008, pubblicato oggi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). "Le cure di salute primarie - ora più che mai" è il titolo del Rapporto che vuol celebrare anche il trentesimo anniversario della Conferenza Internazionale d'Alma-Ata sulle cure di salute primarie, che si è tenuta nel 1978. Quest'evento fu un primo passo verso l'uguaglianza in materia di salute, come progetto politico internazionale.

Il Rapporto pone la necessità di un ritorno alle cure di salute primarie che, così come sono state concepite originariamente, hanno rivoluzionato il modo di percepire la sanità, modificando i modelli prevalenti in materia di organizzazione e prestazione delle cure. Le cure primarie rappresentano, dunque, un agrande sforzo per andare contro quelle tendenze che hanno provocato grandi ineguaglianze nello stato di salute delle popolazioni.

"Il Rapporto sulla salute nel mondo descrive l'ineguaglianza e l'inefficacia delle cure sanitarie e le sue raccomandazioni devono essere prese in considerazione" ha commentato Margaret Chan, Direttore generale dell'OMS, durante la presentazione del Rapporto. "Un mondo fortemente disequilibrato in materia di salute non è né stabile né sicuro" ha detto Chan. L'analisi dell'OMS mette in evidenza le troppe e crescenti differenze in materia di risultati sanitari, di accesso alle cure e di costi delle cure per i pazienti. Per 5,6 miliardi di abitanti dei paesi a basso e medio reddito più della metà delle spese di sanità è costituita dal pagamento diretto. La spesa per la salute pubblica può variare dai 20 dollari annuali a persona e i 6mila dollari. Con l'aumento dei costi della sanità e la disorganizzazione dei sistemi di protezione finanziaria, le spese personali per la salute fanno precipitare ogni anno almeno 100 milioni di persone sotto la soglia della povertà.

Anche all'interno di uno stesso paese e a volte di una stessa città ci sono differenze considerevoli: a Nairobi, per esempio, il tasso di mortalità dei minori di 5 anni è inferiore al 15 per mille nei quartieri ad alto reddito, mentre raggiunge il 254 per mille nelle zone povere.

"L'elevata mortalità delle partorienti e di quella infantile sono il sintomo di una mancanza di accesso ai servizi di base come l'acqua potabile, la vaccinazione e un'appropriata alimentazione" ha dichiarato la Direttrice generale dell'UNICEF, Ann M. Veneman. "Le cure di salute primarie che includono servizi integrati a livello della comunità possono contribuire a migliorare la sanità e a salvare le vite".

Queste cure, inoltre, riescono a contrastare almeno 3 malesseri del ventunesimo secolo: la diffusione mondiale dei modi di vita malsani, l'urbanizzazione rapida e anarchica, l'invecchiamento della popolazione. Queste tendenze contribuiscono all'aumento delle malattie croniche, come quelle cardiopatiche e vascolari, il cancro, il diabete, che creano nuove domande di cure di lunga durata, che pesano sull'intera collettività. E' prioritario quindi un approccio multisettoriale alla prevenzione, visto che i principali fattori di rischio di queste malattie sono esterne al settore della salute. Un miglior ricorso alle misure preventive esistenti potrebbe ridurre il peso mondiale delle malattie fino al 70%.

LINK: Scarica il Rapporto (PDF)

Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini esprime soddisfazione per i risultati del Comitato Permanente della catena alimentare, svoltosi venerdì a Bruxelles, che ha rivisto le misure già adottate dalla Commissione lo scorso mese di settembre in merito ai controlli sui prodotti alimentari cinesi sospetti di contaminazione da melamina.

La decisione approvata dal Comitato venerdì scorso, invece, contiene le garanzie addizionali richieste dalla delegazione italiana in linea con le misure già adottate a livello nazionale:

  • il mantenimento del divieto di importazione di latte e prodotti derivati, nonché di tutti gli alimenti per la prima infanzia che contengono latte o prodotti a base di latte;
  • un controllo, al momento dell'importazione, su tutte le partite di alimenti che contengono latte o prodotti a base di latte in punti ben identificati da ciascun Stato membro;
  • controllo degli alimenti per gli animali che contengono latte e prodotti a base di latte;
  • possibilità per gli Stati membri di poter effettuare i controlli su altri alimenti ad alto contenuto proteico che presentino un possibile rischio per la melamina.

La Commissione inoltre ha informato che le Autorità cinesi si sono impegnate ad effettuare i controlli pre-esportazione.

Liberalizzazioni , servizi locali, criteri di rappresentatività delle associazioni e tutela transfrontaliera. Questi i temi al centro del dibattito della IX Sessione Programmatica del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU) conclusasi sabato 11 a Saint Vincent, in Valle D'Aosta.

La sessione, intitolata "Dieci anni di attività del CNCU. L'incidenza del consumerismo sul territorio", è durata due giorni e ha visto la partecipazione di molti esponenti del Governo, degli Enti locali e delle Associazioni dei Consumatori.

"Costruire un sistema di diritti e tutela di rappresentanza di interessi sulla base della figura emergente del cittadino consumatore". Così il Capo dipartimento per la regolazione del mercato del Ministero dello Sviluppo Economico (Mse), Andrea Bianchi, che, aprendo la sessione inaugurale, ha sottolineato l'importanza delle liberalizzazioni e del funzionamento dei mercati nella tutela dei diritti dei consumatori.

Era presente anche Antonio Lirosi Garante per la sorveglianza dei prezzi che ha dichiarato: "L'Italia è l'unico Paese che ha introdotto un Garante dei prezzi perché abbiamo un deficit di natura culturale che risale a oltre 20 anni quando c'era ancora un regime di prezzi controllati. Noi italiani siamo figli della cultura del prezzo amministrato e per questo riusciamo anche a farci male da soli con un'informazione deformata".

Lirosi ha parlato di come le Associazioni dei Consumatori possono difendere gli interessi dei cittadini sul tema prezzi e potere d'acquisto. "Il diritto del consumatore ha a disposizione vari strumenti di difesa: quelli di natura strutturale che spettano al Governo, quelli di vigilanza che spettano alle Autorità indipendenti e ai pubblici poteri e quelli congiunturali, di sostegno al reddito e ai consumi su cui si può intervenire, a livello delle associazioni e del monitoraggio".

Il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha spiegato come "il monitoraggio non sia meno importante di una proposta di legge, ma faccia parte di quelle azioni positive da affiancare al mercato". "Rispetto a questo tema - ha detto Lirosi - io vi chiedo, è meglio lasciar fare al mercato o è meglio intervenire come soggetti attivi visto che abbiamo avuto la prova che da solo il mercato non tende alla perfezione, anzi degenera. Non per questo, però - ha continuato Antonio Lirosi - bisogna dare un alibi per tornare indietro sulle liberalizzazioni, soprattutto su quelle dei servizi pubblici. Occorre proseguire su queste liberalizzazioni intese come eliminazione di privilegi di alcune categorie. Però di fronte alle dinamiche della globalizzazione il consumatore da solo non può fare nulla e in questo deve avere l'appoggio delle associazioni".

Il tema di discussione del venerdì pomeriggio ha riguardato i criteri di rappresentatività delle associazioni dei consumatori a livello locale e i Presidenti delle associazioni hanno detto la loro.

"Questa assemblea è un momento importante perché è un momento di riflessione tra le associazioni e le autorità e non va sprecato". Ha iniziato così il suo intervento Paolo Landi, Presidente di Adiconsum che ha fatto una valutazione degli ultimi 10 anni di lavoro e dei risultati ottenuti.

"L'azione collettiva, - ha proseguito Landi - che rappresentava l'avvio di un'importante misura è stata congelata presso la Presidenza del Consiglio e rischia di essere cancellato. Vogliamo che quella normativa, almeno così com'è, dal 1° gennaio 2009 entri in vigore".

"Il grande obiettivo per il futuro è il consumerismo sul territorio; dietro questo slogan ci sono una serie di contenuti importanti per affrontare le conseguenze che avremo nel prossimo futuro, frutto della crisi".

Il Presidente del Movimento Difesa del Cittadino Antonio Longo ha invece tracciato un bilancio dell'utilizzo dei fondi destinati alle associazioni dei consumatori. "C'è da sottolineare che i risultati dell'utilizzo dei fondi del Map1 Map2 e Map3 sono positivi. Con queste risorse abbiamo costruito strutture sul territorio, abbiamo formato igiovani, dato ai cittadini materiali, strumenti web, consulenze, fatto conciliazioni . E' quindi assolutamente con una punta di orgoglio che rivendichiamo i risultati ottenuti in questi anni. Allo stesso tempo però ci sono dei problemi sulle modalità di assegnazione ed utilizzo di questi fondi.

Tra le criticità c'è la diminuzione dei contributi delle Regioni con il loro fondi diretti, presi dal bilancio regionale. Queste hanno fatto affidamento sui fondi trasferiti dalle multe antitrust e hanno di conseguenza abbandonato quasi del tutto il finanziamento. Altro lato negativo sono i vincoli posti sul piano dei bandi dal ministero, ad esempio quello che impedisce di fare contratti ai dirigenti nazionali e locali delle associazioni. Si tratta di un vincolo che contrasta con una prassi consolidata da sempre sia della Commissione Europea nel finanziamento dei fondi dei progetti europei realizzati dalle associazioni consumatori, sia anche con ciò che prevedono i bandi del ministero del welfare, dell'ambiente della salute.

Questi ultimi favoriscono infatti il coinvolgimento dei dirigenti delle associazioni perché ritengono che siano loro poi che possano meglio di tutti realizzare i progetti. Questo limite va assolutamente rimosso. Gli impegni che richiede un'associazione dei consumatori sono diventati sempre più pressanti, importanti e quotidiani.

Il Presidente del Movimento Consumatori, Lorenzo Miozzi si è espresso sui criteri di rappresentatività delle associazioni dei consumatori.

"Senz'altro fondamentale è che le organizzazioni siano forti e diffuse nel territorio, che abbiamo un rapporto diretto con i cittadini dal momento che sempre più questi ultimi oggi cercano nelle organizzazioni dei consumatori i loro rappresentanti. Bisogna quindi essere all'altezza di dare loro risposta. Come Movimento Consumatori riteniamo che anche le normative conseguenti sia a livello regionale, sia a livello nazionale, debbano riconoscere quei soggetti che sono davvero in grado di far crescere questo movimento di rappresentanza e di tutela dei consumatori.

Oggi abbiamo un quadro completo sia a livello nazionale sia a livello regionale però questi due mondi hanno delle normative che non sono forse allineate. A distanza di dieci anni riteniamo che debba esserci un allineamento , che vengano valorizzate le normative regionali perchè sono quelle che più sono a contatto diretto con le organizzazioni e quindi capiscono anche qual è il livello di presenza da riconoscere a livello regionale e una associazione nazionale conseguentemente sia considerata nazionale se un tot numero di Regioni riconosca quelle associazioni.

La conclusione dei lavori della Sessione Programmatica del CNCU è stata affidata ad Ugo Martinat, Sottosegretario allo Sviluppo Economico. Martinat ha ripercorso l'attività del CNCU, ricordando che dieci anni fa una consulta ha iniziato ad operare e ad essere attiva in tutti i sensi, facendosi portatore dei bisogni del cittadino. Un piccolo parlamentino ha portato sicuramente, nel corso di questi anni, dei risultati, ha posto le basi per una forte collaborazione tra le associazioni. Ricordo che nel 2004-2005 sono stati presentati i primi due rapporti sulle politiche regionali a tutela dei consumatori.

Al termine della due giorni di lavoro le 17 Associazioni dei Consumatori hanno firmato un documento programmatico con i seguenti punti cardine: class action, farmaci, criteri di rappresenanza e risorse per i progetti. Per quel che riguarda la class action le associazioni chiedono che la normativa approvata dal parlamento entri in vigore al 1 gennaio 2009. Sui farmaci l'assemblea ritiene che il processo di liberalizzazione non debba essere rimesso in discussione, poiché "grazie alla riforma e alla concorrenza la spesa farmaceutica si è ridotta ed il servizio è migliorato con oltre 2000 parafarmacie e corner". I consumatori chiedono quindi che debba essere mantenuto l'obbligo del farmacista a garanzia di un servizio qualificato.

In merito alle risorse per i progetti svolti dalle associazioni e dalle regioni per garantire ai consumatori informazioni e servizi adeguati, "l'assemblea chiede al Parlamento che le risorse finalizzate alla tutela dei consumatori non siano dirottate ad altre finalità". Infine, il CNCU condivide l'esigenza di rafforzare i criteri di rappresentanza previsti dalla legge per evitare eccessiva frammentarietà e allo stesso tempo "garantire e salvaguardare la nascita e lo sviluppo dell'associazionismo".

La protezione europea contro la pirateria dei sistemi ad accesso condizionato resta indispensabile per la sicurezza dei servizi di televisione a pagamento ed è una condizione essenziale per lo sviluppo di nuovi servizi di distribuzione di contenuto come i video su richiesta, le offerte in internet e la televisione mobile.

E' quanto conclude un Rapporto pubblicato dalla Commissione Ue che ha riunito un gruppo di esperti per lo scambio delle informazioni e delle buone pratiche ed ha invitato l'Ue a ratificare la Convenzione europea sulla protezione giuridica dei servizi ad accesso condizionato del Consiglio d'Europa.

A distanza di 10 anni dall'entrata in vigore della direttiva comunitaria relativa ai servizi ad accesso condizionato non si può non considerare che il panorama economico e tecnologico sia mutato profondamente. Allo stesso tempo la Commissione ha constatato il debole sviluppo delle offerte transfrontaliere dei servizi ad accesso condizionato e ha deciso di raccogliere tutte le informazioni sulle potenzialità dei mercati transfrontalieri, visto l'elevato grado di mobilità degli europei all'interno dell'Ue.

Il Rapporto evidenzia in primo luogo che la repressione della pirateria dei sistemi ad accesso condizionato è stata messa in atto in modo disuguale nei vari Stati membri. In alcuni Paesi gli attori del settore hanno applicato sanzioni troppo moderate e molto spesso si è riscontrata una mancanza di conoscenza tecnica da parte delle amministrazioni nazionali.

Il Rapporto ha constatato, inoltre, che un gran numero di nuovi servizi che si stanno sviluppando godono della protezione della direttiva: video a richiesta, la tv mobile, la diffusione su internet sono tutti servizi che utilizzano i sistemi ad accesso condizionato per filtrare i clienti che hanno pagato. Il Rapporto conclude che sono necessarie delle informazioni addizionali, sia per la protezione del diritto d'autore, sia dei diritti esclusivi di ritrasmissione di eventi sportivi.

LINK: Scarica il Rapporto (PDF)

La sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato ha espresso parere contrario al regolamento del Tesoro per l'attivazione del fondo per le vittime di frodi finanziarie alimentato dai cosiddetti conti dormienti. Nel parere vincolante i giudici chiedono una "integrale riscrittura del testo" in quanto questo "stravolge il disegno organizzativo del Dpr 116/2007" che istituì il Fondo previsto dalla Finanziaria del 2006.

Il Consiglio di Stato, in particolare, ha bocciato la norma che affida la gestione operativa del Fondo alla Consap, concessionaria del Tesoro per i servizi assicurativi pubblici, anzichè alla Commissione prevista dal decreto del 2007. Il testo tornerà ora al ministero per le opportune modifiche.

I prezzi sempre più “bollenti” hanno fatto scendere i consumi delle famiglie: per la prima volta dopo diversi anni, le vendite della Grande distribuzione organizzata hanno subito una flessione dello 0,3% tra luglio e agosto scorsi rispetto allo stesso periodo del 2007, mentre il costo della spesa è aumentato del 4,8%, facendo così raggiungere ad alcuni prodotti di largo consumo, come la pasta, ben il 40% di aumento in un anno. Lo afferma Unioncamere nell'inchiesta “Vendite Flash” relativa al quarto bimestre 2008.

La contrazione delle vendite si fa sentire di più nel Nord-Ovest (-1%) e nel Mezzogiorno (-0,5%), dove peraltro i prezzi registrano un incremento maggiore che nelle altre regioni. I fatturati di iper e supermercati, comunque, tengono (+4,5%), malgrado siano solo gli andamenti dei nuovi insediamenti commerciali e tenere alte le performance.

Nonostante la crescita più intensa dei prezzi rimanga concentrata nei reparti alimentari, tra luglio e agosto sono stati i beni per la cura della persona ad accelerare maggiormente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’alimentare ha registrato un aumento del costo della spesa del 5.7%.

 

Tra le categorie di prodotti che registrano i maggiori aumenti negli ultimi 12 mesi si ritrovano la pasta di semola (+40.1%), gli oli di semi (+37.4%) e i biscotti (7.6%), merceologie che fanno parte della drogheria alimentare. Altri aumenti rilevanti sono quelli relativi a latte Uht (+10.3%) e mozzarelle (+8.7%) che si collocano nel fresco. Si contraggono, invece, i prezzi di vendita dei primi piatti pronti (-6,2%), dell’olio di oliva (-2,9%) e del bagno-doccia schiuma (-1,3%).

 

LINK: Il Rapporto di Unioncamere

 

Il consumatore attento sa scegliere cosa acquistare. Per aiutare l'ambiente ed i diritti umani, dal 18 al 26 ottobre riparte l'iniziativa "Io faccio la spesa giusta". Per la Settimana Nazionale per il commercio equosolidale, ideata da Fairtrade Italia in collaborazione con Legambiente, Banca Etica e La Feltrinelli, sono previsti molteplici eventi: incontri culturali ed enogastronomici, promozioni, letture a tema. Saranno inoltre ben 3000 i punti vendita che offriranno degustazioni e proposte del mercato responsabile.

 

"Sovranità alimentare, - ha dichiarato Maurizio Gubbiotti coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente - rispetto del lavoro, difesa dell'ambiente, tutela dei diritti e sostenibilità: queste sono le basi del commercio equo e solidale che in questi anni ha saputo affermarsi a tal punto nel mondo da rappresentare davvero la risposta agli effetti devastanti di questa cattiva globalizzazione. La scommessa di ‘Io faccio la spesa giusta’ è proprio quella di voler dare la possibilità ad un numero sempre maggiore di consumatori di conoscere altre modalità di acquisto responsabile, fondamentali per i produttori del sud del mondo, che possono in questo modo riconquistare dignità e una possibilità di futuro, ma anche per i consumatori che possono acquistare a prezzi accessibili prodotti di alta qualità disponibili nelle maggiori insegne della grande distribuzione italiana sapendo di fare una cosa giusta".

 

Anche il mondo della cultura sarà strettamente coinvolto per l'occasione. Le librerie Feltrinelli di nove città italiane ospiteranno una serie di incontri con personaggi dello spettacolo, dello sport, del teatro e della letteratura: Patrizio Roversi, Pino Cacucci, Massimo Carlotto, Raymond Dassi, Lino Angiuli, Saverio Tommasi, Pino Petruzzelli, Franca Rame, Amanda Sandrelli, Andra de Carlo, Riccardo Sardonè, solo per fare alcuni nomi.

 

Hanno aderito all'idea anche diverse catene della Grande Distribuzione, quali Coop, Crai, Lidl, Dico, B'io, Naturasì, Carrefour e Auchan. Ma per assaggiare le specialità equosolidali, sarà anche possibile recarsi presso numerosi ristoranti e self service, che presenteranno menù a base di prodotti Fairtrade. Simpatica anche l'idea di mettere a disposizione un kit completo per coloro che vorranno cucinare a casa propria una cenetta etica. Per conoscere tutte le iniziative di “Io faccio la spesa giusta 2008”, contatta il numero 049 875082 o clicca qui

Nuovi diritti per gli acquisti dei consumatori. Delle nuove tutele in arrivo dall'Unione Europea in una proposta di direttiva potranno beneficiare sia i consumatori che si affidano allo shopping tradizionale sia quelli che acquistano su internet.

Quanto proposto oggi dalla Commissione Ue intende ottenere che tutti i consumatori europei dispongano di informazioni chiare sui prezzi e sui costi addizionali prima di sottoscrivere un contratto, indipendentemente dal Paese dell'Ue in cui fanno i loro acquisti.

Le nuove misure hanno l'obiettivo di rafforzare la tutela dei consumatori contro i ritardi e le mancate consegne e fissano in modo rigoroso i diritti dei cittadini rispetto ai periodi di recessione del contratto, di restituzione, di rimborso e di riparazione e verso le clausole vessatorie. La nuova direttiva unifica le 4 direttive attuali che sono: la direttiva sulle clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, quella sulle vendite e garanzie dei beni di consumo, quella sui contratti a distanza, quella sui contratti negoziati fuori dei locali commerciali.

Negli anni gli Stati membri hanno aggiunto ai requisiti minimi contenuti in queste legislazioni ulteriori regole creando così un panorama molto caotico del diritto contrattuale comunitario. Obblighi divergenti in materia di informazione, diversi tempi di rimborso o di recesso, hanno gettato ancora più confusione attorno al consumatore europeo.

Una serie di standard di termini contrattuali in materia di consumo ridurranno di molto i costi di applicazione della normativa, con risparmi fino al 97% per chi commercia su scala Ue. In poche parole la Commissione ha voluto adattare la legge per la tutela del consumatore alle nuove tecnologie e ai nuovi metodi di vendita. Internet è sicuramente lo strumento che più ha cambiato le abitudini di acquisto dei cittadini; già 150 milioni di europei, cioè un terzo della popolazione, fa acquisti online; 30 milioni di loro fa acquisti transfrontalieri in rete, con un totale di spesa di 24 miliardi di euro (una media di 800 euro a testa). Nonostante questo il potenziale del commercio transfrontaliero è ancora inespresso.

La nuova direttiva impone requisiti più rigorosi per le aste on line, che devono rispettare le regole dell'informazione. In generale la legislazione sui diritti dei consumatori riguarda i contratti relativi a vendite di beni e servizi tra imprese e consumatori e copre tutti i contratti, cioè gli acquisti fatti in negozio, a distanza o lontano dai locali dell'azienda. I punti principali della proposta sono:

  • Informazione precontrattuale. La direttiva obbliga il commerciante a fornire al consumatore un insieme di informazioni chiare per tutti i contratti di consumo in modo da consentire al consumatore di fare una scelta informata. Ad esempio gli si devono comunicare le caratteristiche principali del prodotto, l'indirizzo geografico e l'identità del commerciante, il prezzo tasse comprese, tutti i costi addizionali, le spese di consegna o postali.
  • Regole in materia di consegna e di passaggio del rischio al consumatore (aspetto attualmente non disciplinato a livello Ue): il commerciante disporrà di un massimo di 30 giorni di calendario per consegnare il bene al consumatore a decorrere dalla firma del contratto. Il commerciante sostiene il rischio e i costi legati al deterioramento o alla perdita del bene fino al momento in cui il consumatore lo riceve. In caso di consegna tardiva o di mancata consegna il consumatore avrà il diritto, cosa nuova nella maggior parte degli Stati membri, a un indennizzo nei tempi più brevi possibile e comunque entro 7 giorni dalla data prevista della consegna.
  • Periodo di riflessione (vendite a distanza, vale a dire vendite tramite Internet, telefono mobile, catalogo o vendite aggressive): è previsto un periodo di ripensamento valido su scala Ue pari a 14 giorni di calendario nel caso cambiaste idea. Introduzione di un modello standard di recesso di facile uso.
  • Riparazione, sostituzione, garanzie. Per dare ai consumatori maggiore certezza vi sarà un unico gruppo standard di strumenti di ricorso disponibili per tutti i consumatori che hanno acquistato un prodotto difettoso (vale a dire riparazione o sostituzione in primo luogo, seguite poi dalla riduzione del prezzo o dal rimborso dell'importo versato).
  • Clausole contrattuali inique: è prevista una nuova lista nera di clausole contrattuali abusive vietate in tutta l'Ue in tutti i casi nonché una lista grigia su scala comunitaria di clausole contrattuali ritenute inique fintanto che il commerciante non provi il contrario.

"Con i bilanci delle famiglie sottoposti a forti pressioni e con i cittadini inquieti per il loro potere d'acquisto, è più importante che mai consentire ai consumatori di comparare i prezzi e di guardarsi attorno per trovare delle migliori offerte a prezzo concorrenziale".

E' quanto ha detto in conferenza stampa il Commissario Ue responsabile della tutela dei consumatori Meglena Kuneva. "Queste nuove regole - ha spiegato il Commissario - sono destinate a rafforzare la protezione e a chiudere le lacune in ambiti chiave che rischiavano di minare la fiducia dei consumatori. Il mercato unico ha le potenzialità per offrire ai consumatori un maggior numero di scelte e di opportunità. Ma a tal fine abbiamo bisogno di una rete di sicurezza su scala Ue costituita da chiari diritti dei consumatori affinché questi possano fare i loro acquisti in qualsiasi punto dell'Ue in modo sicuro e in piena tranquillità di spirito".

Per entrare in vigore la direttiva deve essere approvata dal Parlamento Ue e dai Governi dell'Ue in sede di Consiglio dei Ministri.

Per saperne di più: http://ec.europa.eu/consumers/strategy/index_en.htm

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