La Commissione Ue ha pubblicato un documento di riflessione, con tre ipotesi condizionate dal grado di integrazione dell’Unione. Giovannini: "solo il primo scenario corrisponde alle nostre proposte". È stato lanciato dalla Commissione Ue il documento, già annunciato dal presidente Jean-Claude Juncker durante il discorso sullo stato dell'Unione del 2018, in cui viene formalizzato l’impegno dell'Unione a rispettare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, incluso l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
Esaminando l'ampiezza delle sfide per l'Europa e presentando scenari illustrativi del futuro, il documento cerca di indirizzare la discussione su come gli Obiettivi possano essere raggiunti nel modo migliore e su come l'Unione europea possa contribuire al raggiungimento dell’Agenda 2030. Basandosi su quanto è stato realizzato negli ultimi anni, gli scenari proposti evidenziano la necessità di ulteriori interventi per garantire un futuro sostenibile nell'interesse del benessere dei cittadini.
Il documento propone tre scenari per stimolare la discussione su come dare seguito agli Obiettivi di sviluppo sostenibile all'interno dell'Ue. I tre scenari rispecchiano anche visioni diverse dell’Unione e del suo ruolo rispetto agli Stati membri. I tre scenari sono:
- una strategia dell'Ue in materia di SDGs che guidi le azioni dell'Unione e dei suoi Stati membri con obiettivi concreti e delimitati nel tempo;
- l’assunzione degli SDGs come criterio ispiratore per tutte le politiche comunitarie, senza vincolare le azioni degli Stati membri;
- una maggiore attenzione all'azione verso il resto del mondo, in vista del fatto che già ora l’Europa è più avanti di molti altri Paesi nella realizzazione dell’Agenda 2030.
È evidente che solo il primo scenario rispecchia la visione di una Europa forte e unita, come quella auspicata nella lettera appello di SDG Watch Europe sottoscritta anche dall’ASviS, mentre gli altri due rispecchiano la prudenza della Commissione uscente di fronte alle incertezze delle prossime elezioni europee.
Come sottolinea il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini: “Siamo molto contenti che il 'sesto scenario' che avevamo proposto l’anno scorso, insieme ad altre organizzazioni della società italiana ed europea, sia diventato il 'primo scenario' della Commissione per fare dell’Agenda 2030 l’architrave delle politiche Ue dei prossimi anni, l’unico scenario che consente di assicurare un futuro all’Europa”. La volontà dell’Alleanza di porre l’Agenda 2030 al centro delle strategie europee era anche contenuta nel decimo punto del decalogo sottoposto dall’ASviS ai partiti prima della campagna elettorale e accolto da molte forze politiche.
Il Reflection Paper si concentra sui fondamenti politici per la transizione alla sostenibilità, che include il passaggio dall'economia lineare a quella circolare, correggendo gli squilibri nel nostro sistema alimentare e assicurando che questa transizione sia equa, lasciando nessuno e nessun luogo indietro. Si concentra inoltre sui fattori trasversali a sostegno della transizione sostenbile, quali istruzione, scienza, tecnologia, ricerca, innovazione e digitalizzazione; finanza, tassazione e concorrenza; responsabilità sociale delle imprese e nuovi modelli di business; commercio aperto e basato su regole; governance e coerenza delle politiche a tutti i livelli. Il documento si conclude sottolineando l'importanza di dare il via alla transizione per la sostenibilità a livello globale, poiché le nostre politiche avranno un impatto limitato sul pianeta se altri perseguiranno politiche opposte.
Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: "Lo sviluppo sostenibile inizia e finisce con le persone; si tratta di rendere la nostra economia e la nostra società allo stesso tempo sostenibili e prospere. […] Il nostro compito non è altro che proteggere il nostro pianeta per tutte le persone. L'Europa può e dovrebbe guidare questo cambiamento".