Parlamento europeo e Consiglio ora devono validare l’intesa. Inserito il principio “chi perde paga” per arginare azioni legali abusive. Prima intesa tra Consiglio europeo e Parlamento sui ricorsi legali collettivi per quei consumatori che si ritengono danneggiati nei loro diritti. Si tratta delle prime norme che dovrebbero superare la direttiva del 2009, ritenuta inefficace dalla Commissione che ne ha proposto la revisione. Gruppi di cittadini europei potranno avviare provvedimenti giudiziari collettivi per ottenere un risarcimento dalle imprese.

I settori coperti sono quelli dei servizi finanziari, protezione dei dati, viaggi e turismo, energia e telecomunicazioni, l’ambiente e la salute, e i diritti dei passeggeri del trasporto aereo e dei treni. L’accordo raggiunto dai tavoli tecnici ora dovrà essere ratificato dall’Eurocamera e dal Consiglio europeo.

Il negoziato è stato fino ad ora (al 24 giugno 2020) particolarmente lungo per la difficoltà nel combinare le azioni ‘domestiche’ e quelle transnazionali, con gli Stati membri che volevano mantenere il pieno controllo delle azioni giudiziarie all’interno dei propri confini. Per altre ragioni anche l’azione di pressing delle imprese aveva rallentato la trattativa.

La soluzione trovata prevede che ciascuno Stato individui almeno un’entità qualificata (pubblica o ONG) che potrà avviare azioni collettive per conto di un gruppo di consumatori. I criteri per le azioni interne dovranno essere adeguati e coerenti con la direttiva delle azioni transfrontaliere. Gli organismi devono dimostrare di aver svolto almeno 12 mesi di attività nella protezione dei consumatori al momento della nomina a ente qualificato. Devono inoltre avere carattere non-profit, indipendenti da terzi, i cui interessi economici contrastino con quelli dei cittadini che dovranno tutelare.

Per bilanciare l’accesso alla giustizia per i consumatori e al tempo stesso evitare azioni legali abusive si è scelto di adottare l’introduzione del “principio che chi perde paga”, che garantisce che la parte sconfitta risarcisca i costi del procedimento. I tribunali nazionali potranno poi archiviare nella fase iniziale le azioni per manifesta infondatezza delle richieste di risarcimento. In base all’accordo raggiunto, i negoziatori suggeriscono infine la nomina da parte della Commissione di un mediatore europeo per i ricorsi collettivi.

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