consumeeting web 1Consumeeting è giunta a conclusione. Il punto d’arrivo è: la tutela del consumatore deve andare di pari passo con la concorrenza che è necessaria soprattutto in questo periodo, per tornare a crescere. Un’altra autorità? Non è necessaria, ma bisogna essere chiari su chi fa cosa.

“Noi oggi rappresentiamo una parte fondamentale della societa’ – ha esordito Lamberto Santini, presidente dell’Adoc – Non siamo il sindacato, ma cerchiamo di portare la rappresentanza e non la rappresentazione dei consumatori. La sfida e’ proprio quella di innovare il nostro ruolo, attraverso un rapporto conciliativo con tutti gli altri attori, completamente diverso dal passato. Io credo che negli anni il consumerismo italiano si sia rinnovato molto. Dobbiamo avere la forza e la capacità di trovare strumenti nuovi che aiutino anche la legislazione europea ad introdurre nuove leggi. Dobbiamo usare in termini positivi la forza della liberalizzazione. Come movimento consumerista vogliamo mandare un segnale forte al nostro Paese e cioe’ di salvare ciò che c’e’ di buono”.

“Le attese di una maggiore concorrenza e una diminuzione dei prezzi generata dalla liberalizzazione andrebbero prese in modo piu’ laico. Se confrontiamo questo tipo di attese rispetto alla realtà italiana notiamo che si intrecciano luci e ombre,ad esempio nei medicinali, nell’energia, nei servizi telefonici dove i costi sono diminuiti molto. Ma se usciamo da questi settori fortunati, secondo gli artigiani di Mestre i risultati dell’apertura del mercato sono stati abbastanza deludenti, si pensi alle assicurazioni che sono cresciute oltre quattro volte il tasso di inflazione e così via. Le luci e le molte ombre inducono ad abbandonare gli atteggiamenti fideistici, ma a ricercare alcune ragioni come il fatto che ogni liberalizzazione va regolata. Mi limito ad alcune brevi proposte. Prima di tutto bisogna garantire merito e trasparenza nelle nomine delle Autorità, negli Stati Uniti ad esempio c’è un metodo trasparente. Bisogna irrobustire i compiti delle autorità, misurandone in modo oggettivo le prestazioni,come fanno in altri paesi. Bisognerebbe poi fissare dei parametri antitrust”: è quanto dichiara Gustavo Ghidini, professore di diritto industriale all’universita di Milano e alla Luiss Guido Carli di Roma.

“Nel suo articolo 31 la legge Salva Italia dice agli operatori che possono decidere quando essere aperti e quando stare chiusi – ha precisato Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione – più dei due terzi dei consumatori italiani hanno gradito le aperture domenicali, ma è stato anche indirettamente gradito dai nostri dipendenti che hanno fatto lavoro straordinario e ci sono state 2500 nuove assunzioni evitando il grande rischio della disoccupazione. La Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi di 10-12 Regioni che si sono opposte. Il 45% del dettaglio ha iniziato a dirsi a favore delle aperture domenicali e si tratta di giovani. In questi giorni in Parlamento si sta ridiscutendo perché alcune forze politiche vogliono cancellare questo articolo. Io auspico che la maggioranza prenda delle decisioni per continuare sulla strada delle liberalizzazioni, che vanno a tutto vantaggio del consumatore”.

Sostiene Fabio Picciolini, presidente di Consumers’ Forum: “Già nel 1992 ci fu una ricerca che diceva: attenzione, le liberalizzazioni non sono privatizzazioni. Possiamo avere situazioni di monopolio anche nel privato e quella è una finta liberalizzazione.  Quando la liberalizzazione passa attraverso la privatizzazione, la privatizzazione non può essere la Cassa Depositi e Prestiti. Allora possiamo pensare che questo sia un consumerismo giusto, cioè è veramente ex ante o solo ex post? Il consumerismo di domani non può prescindere da un dialogo che porta però ad una sintesi. Tante associazioni sono state capaci di farlo, ma in molti casi sono più attente alla rappresentazione rispetto alla rappresentanza. In alcuni casi è necessario andare in tribunale, ma in altri casi bisogna costruire e seguire un percorso, lungo ma necessario.

Spiega Giovanni Pitruzzella, presidente Antitrust: “La tutela del consumatore, ne sono convinto da sempre, è un fatto collegiale e dobbiamo sforzarci sempre di più di creare sinergie. Molte volte si segue l’approccio che vede da una parte la concorrenza e dall’altra la tutela del consumatore. La vera sfida oggi è la ripresa della crescita e in questo contesto tutti siamo convinti che la concorrenza sia un forte stimolo. Ma la concorrenza deve essere vista non solo dal punto di vista delle imprese, ma la principale pressione verso la concorrenza deve arrivare dal consumatore che però deve avere una serie di strumenti per farlo. Il problema della tutela del consumatore è soprattutto un problema culturale e bisogna unire insieme le forze per realizzare una trasformazione culturale, altrimenti è una battaglia persa. Senza concorrenza non c’è tutela del consumatore, i due elementi vanno tenuti insieme. Recentemente l’Antitrust ha oscurato diversi siti che vendono prodotti contraffatti, queste sono diventate pratiche pilota in Europa. E dobbiamo ragionare sempre più rispetto al mercato europeo. E’ lì che si gioca la partita, ma tutti i mercati devono essere aperti. Ma c’è un altro aspetto: se vogliamo autorità di tutela della concorrenza dobbiamo tenere conto delle risorse con cui queste operano. Se c’è un’assunzione di responsabilità da parte di tutti sono sicuro che riusciremo a dare al Paese il futuro che si merita“.

Vai alla pagina di Consumeeting 2013 , dove puoi scaricare le ricerche, vedere le foto e i video degli interventi.

 

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