1seatUEL'iniziativa SingleSeat punta ad avere un'unica sede del Parlamento europeo. Lo scopo è risparmiare un miliardo di euro a legislatura. Lara Comi: la spending review riguardi anche le istituzioni. Prevale Bruxelles contro Strasburgo. Nel corso dell'ultima plenaria una buona fetta di deputati europei si è nuovamente espressa contro il regime della doppia sede del Parlamento europeo: Bruxelles, sede di lavoro quotidiano e Strasburgo, sede delle plenarie mensili (e a queste due andrebbero aggiunti gli uffici amministrativi di Lussemburgo). 
 
 
Sono stati approvati due emendamenti in cui si esorta i 27 Stati membri a riconsiderare la questione relativa alla sede del Parlamento e ai suoi luoghi di lavoro, nel quadro della prossima revisione del trattato, viste le spese aggiuntive che comportano le tre sedi dell'Assemblea. 
 
Le stime ufficiali indicano che circa 1 miliardo di euro a legislatura vanno sprecati perché i Governi dell'Ue obbligano, in virtù del Trattato, a trasferire la sede di lavoro da Bruxelles a Strasburgo ogni mese per quattro giorni di sessione. 
 
Tutto ciò costa 180 milioni di euro l'anno e, si è calcolato, produce annualmente 19.000 tonnellate di Co2. 
 
Il 23 ottobre scorso il 77% dei deputati ha votato una posizione che invita i Governi dell'Unione a risolvere questo problema. 
 
E all'interno del Parlamento si è costituito un direttivo al riguardo, il gruppo Single Seat (QUI il sito dell'iniziativa), di cui fa parte Lara Comi.
 
Interpellata da Europarlamento24 all'uscita da un convegno a Bruxelles sul tema, Comi ha confermato che sono stabilite le tappe d'azione: «scrivere ai primi ministri dei 27, supportare i parlamentari che si impegnano sul tema, attendere una risposta da parte della Presidenza irlandese (entro la sua scadenza, il 30 giugno - ndr), attendere la pronuncia al riguardo del Consiglio».
 
La fase odierna, quindi, è fatta più di azioni preparatorie e di attese. Ma l'iniziativa sta prendendo corpo: «il parere favorevole dei deputati sta crescendo - ha detto Comi - A noi tocca una campagna di sensibilizzazione efficace, perché non si può applicare la politica del rigore senza fare una spending review interna alle istituzioni»
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