Giuseppe Vito Forese
Direttore Ufficio VI - Direzione IV - Sistema Bancario e Finanziario Affari Legali Dipartimento del Tesoro - Ministero dell'Economia e delle Finanze

L’Italia è ancora il popolo del contante. Non ci sono stime ufficiali a riguardo ma è facile desumere - sulla base dei dati disponibili e delle numerose ricerche sul fenomeno, non ultima quella presentata da Consumers’Forum – che attualmente almeno il 90% dei pagamenti avviene in contanti. Ciò nonostante il fatto – come dimostrato dal recente “Rapporto statistico sulle frodi con le carte di pagamento” elaborato dal Dipartimento del Tesoro – che in Italia l’utilizzo delle carte di pagamento risulti più sicuro che in altri paesi..

Perché allora i consumatori sono così restii a pagare con strumenti alternativi al contante? Innanzitutto è un problema di consapevolezza: in molti ignorano le opportunità connesse all’utilizzo delle carte di credito. Ad esempio, in quanti sanno che facendo un bonifico online piuttosto che allo sportello della propria banca si risparmiano tre euro? Questo è solo uno dei tanti vantaggi, ma la lista è lunga.

Che fare per incentivare l’uso delle carte di pagamento? Si povrebbe pensare ad una soluzione tipo do ut des, simile a quella realizzata per il conto corrente di base: lo Stato concede qualcosa, come l’abolizione dell’imposta di bollo per talune categorie sociali, ed in cambio gli intermediari si impegnano a contenere i costi per l’utilizzo di certi strumenti di pagamento. In effetti, il conto corrente di base è stato il punto di arrivo di un processo già iniziato nel 2007, con l’avvio dei lavori per l’adeguamento dei pagamenti della PA ai nuovi standard SEPA (Area unica dei pagamenti in euro) : si tratta di conti correnti a costi contenuti, trasparenti e facilmente comparabili, offerti senza spese alle fasce più disagiate della popolazione. Duplice l’obiettivo che si è posto il decreto SalvaItalia: risolvere il problema dei pensionati che non possono più incassare in contanti il proprio assegno, ma più in generale, avvicinare un maggior numero di italiani, che ancora non ne fanno uso, ai mezzi di pagamento elettronico. Si può ritenere che entrambi questi obiettivi siano stati raggiunti.

Continua invece a persistere il problema, lamentato dalle imprese, di un costo eccessivo delle commissioni a loro carico: da questo punto di vista la risposta non può essere drastica. E’ vero che il contante costa, ma anche i pagamenti elettronici non sono ‘un pasto gratis’: il punto medio tra l’esigenza di contenere i costi e un servizio efficiente è dato da due elementi: la trasparenza, ovvero far emergere tutti gli elementi di costo in maniera chiara, e la confrontabilità, un indicatore sintetico di costo, da costruire sulla falsariga di quanto già previsto per i conti correnti, potrebbe essere la soluzione.

Ultima annotazione sulla semplificazione: in questo settore è necessario semplificare le procedure. Troppe volte si è confusa la tutela dei consumatori con un aggravio di informazioni. Se c’è la consapevolezza che una categoria sociale ha più difficoltà nella comprensione di certi prodotti bisognerebbe ideare un prodotto specifico, idoneo alle esigenze di questa categoria.

 

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