no violenza su donne“Say no! Stop violence against women”: è il tema delle azioni che domani saranno formalmente lanciate dall’Unione europea in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La Commissione europea dedicherà un intero anno, il 2017, all’impegno di fermare la violenza contro le donne. Sostengono i rappresentanti dell’Unione: “Dobbiamo unire le forze con gli Stati membri per porre fine alla violenza sulle donne. Tutte le donne e ragazze dovrebbero avere la possibilità di condurre una vita priva di paura e violenza, nell’Unione europea e ovunque nel mondo”.


L’impegno dell’Europa in favore delle donne è contenuto in una dichiarazione comune sottoscritta fra gli altri da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, altro rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, Dimitris Avramopoulos, commissario per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza e Věra Jourová, commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere. “Donne e ragazze all’interno e all’esterno dell’UE continuano a subire diverse forme di violenza. In tutto il mondo le donne e le ragazze sono picchiate a casa, sfruttate sessualmente ed economicamente, aggredite in strada o sul lavoro, molestate online o quando praticano sport, rapite, mutilate o costrette a sposarsi. Attualmente nell’UE una donna su tre ha subito una qualche forma di violenza di genere. Non possiamo ignorarne le gravi conseguenze per le famiglie, le comunità, la società e l’economia”.
I rappresentanti della Commissione Ue sottolineano che bisogna fare di più all’interno dell’Europa per eliminare le diverse forme di violenza sulle donne. Anche perché il fenomeno è allarmante: “Nell’UE quasi il 25% delle donne hanno subito violenza fisica e/o sessuale da parte del partner dall’età di 15 anni. Più di un europeo su quattro ritiene che un rapporto sessuale non consensuale possa essere giustificato, mentre più di uno su cinque pensa che le donne tendano ad inventarsi o a esagerare presunti abusi o stupri. Le vittime di violenza spesso non denunciano il reato. I testimoni dimostrano a volte una certa riluttanza ad intervenire. Insieme dobbiamo ribellarci a tutto ciò e combattere gli stereotipi che affievoliscono le voci delle donne, dimostrare che la violenza sulle donne è inaccettabile e non sarà più tollerata da nessuno”.
Ci sono poi tutte le donne che fuggono da situazioni di guerra o violenze. “Le donne e le ragazze sono particolarmente vulnerabili in situazioni di conflitto e di emergenza, quando la violenza, le estorsioni, la tratta, lo sfruttamento e diverse altre forme di violenza di genere si moltiplicano. Di conseguenza, milioni di donne e ragazze sono costrette a lasciare le loro case – ricordano i rappresentanti della Ue – Eppure, quando scappano o cercano rifugio in campi profughi, queste donne e ragazze sono confrontate a rischi aggiuntivi di violenza da parte di altri migranti, dei trafficanti, e persino, in alcuni paesi terzi, da parte delle autorità. Nell’UE quasi tutte le vittime della tratta per sfruttamento sessuale sono donne e ragazze provenienti da paesi terzi che giungono in Europa dopo aver affrontato viaggi particolarmente pericolosi”.
L’impegno dell’Europa è di cambiare tutto questo, attraverso progetti contro la violenza di genere che riguarderanno quasi 3,4 milioni di persone. Nel 2017 sarà fornito un sostegno specifico alle vittime di violenza nelle aree più remote e fragili. L’impegno sarà rivolto anche alle donne migranti: “L’Unione europea sta anche intensificando gli sforzi per garantire che le donne e ragazze che giungono nell’UE perché fuggono da conflitti, persecuzioni e incertezze derivanti dalla povertà abbiano accesso all’assistenza medica, ad un sostengo giuridico, ad un’adeguata consulenza post-traumatica e psicosociale se sono vittime di discriminazione e violenza”.
“Oggi la Commissione europea vara una serie di azioni da realizzare nel 2017 per combattere ogni forma di violenza su donne e ragazze – promettono i rappresentanti dell’Unione – Abbiamo il dovere di dire, una volta per tutte, di no a questa lampante violazione dei nostri diritti fondamentali”.

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