csrSecondo l’indagine annuale di Edelman il nostro Paese è al primo posto in Europa per fiducia verso le aziende. La Corporate social responsibility è un driver primario. Se è vero che, come conferma anche il recente survey di Nielsen, la fiducia degli italiani sta complessivamente riguadagnando quota, è altrettanto importante comprendere come quest’ultima si stia evolvendo e spostando in termini qualitativi. A fornire dati rilevanti in materia arriva la 16° edizione annuale dell’Edelman Trust Barometer, che analizza il sentiment dei consumatori rispetto ad aziende, Ong, Governo e apparato mediale in 28 Paesi diversi.

L’Italia, che negli ultimi due anni ha migliorato il proprio indice complessivo di 15 punti, resta comunque nel gruppo dei meno fiduciosi, in dodicesima posizione con gli Stati Uniti. In testa alla classifica compaiono invece Cina, Emirati Arabi e India.

Vediamo ora nello specifico le tendenze in corso nel nostro Paese, con successivo focus sulle aziende. Va premesso che il campione totale della ricerca è stato diviso tra informed public, un’élite di età compresa tra i 25 e i 64 anni con alto reddito e grado d’istruzione universitario e mass population, ovvero il segmento di popolazione restante.

Il gap di fiducia tra élite e mass population è alto in tutto il mondo, con 19 punti negli Usa, 17 in Regno Unito e 16 in Francia. L’Italia in questo è più omogenea e sotto la media, con 11 punti di differenza tra i due insiemi. A intravedere prospettive economiche favorevoli è 55% per le élite e il 47% dela mass population. A livello globale 45% contro il 33%.


Il primato della fiducia va alle organizzazioni non governative che riscuotono il grado più alto (58%, +5% rispetto al 2015), mentre il Governo cresce di 3 punti rispetto allo scorso anno, confermando il trend ascendente iniziato nel 2014.


Il rapporto con le aziende. L’Italia è al primo posto in Europa per fiducia nei confronti delle aziende con il 57% del campione, 9 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno.

L’85% degli italiani è d’accordo con l’affermazione che le aziende possano attuare azioni specifiche mirate sia ad incrementare i profitti che a migliorare la condizione sociale ed economica della realtà in cui operano, una percentuale in crescita rispetto al 79% dello scorso anno.
Il 78% degli italiani chiede alle aziende di accrescere la propria dimensione sociale prendendo posizione sui temi di rilievo, come confermano anche le 10 linee guida della comunicazione per il 2016.


Il 43% del campione ritiene che esibire comportamenti aperti e trasparenti sia il primo fattore per riporre fiducia nei confronti di un top manager ma solo il 29% pensa che questo avvenga effettivamente.


L ’80% pensa che avere informazioni sui valori personali di un Ceosia l’elemento fondamentale per guadagnare fiducia.


Gli italiani, nel formarsi un’opinione relativa ad un’azienda, ritengono più credibile in assoluto il parere di amici e familiari, addirittura in misura maggiore rispetto a quello di tecnici e accademici.
Si tratta di tendenze che sottolineano ancora una volta la rilevanza del passaparola e del fattore interpersonale per brand reputation e identity. Non solo. Ad essere confermata è anche la centralità di una Csr agita concretamente come driver primario per la fiducia.

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