digitale copyPorre fine al geoblocking che limita l’accesso online dei consumatori ai servizi. Assicurare una protezione a prescindere che il contenuto digitale sia acquistato online o offline. Cogliere tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e tutelare i consumatori nella sharing economy, che ancor oggi è più o meno regolamentata diversamente a seconda dei diversi Stati. Queste alcune delle richieste che vengono dal Parlamento europeo. I deputati hanno chiesto di discutere senza ritardo le proposte europee sul mercato unico digitale.

Le raccomandazioni del Parlamento per sostenere il mercato unico digitale sono state approvate con 551 voti favorevoli, 88 contrari e 39 astensioni. Per i deputati le 16 iniziative sul mercato unico digitale annunciate lo scorso maggio dalla Commissione europea devono essere discusse senza ritardo. L’obiettivo è arrivare a un mercato unico digitale entro la fine del 2016 e a maggio la Commissione ha adottato una strategia che poggia su tre pilastri (e 16 iniziative): migliorare l’accesso a beni e servizi digitali per consumatori e imprese; creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché reti digitali e servizi innovativi possano svilupparsi; massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale. Fra gli ostacoli da eliminare c’è appunto il geoblocking, pratica che limita l’accesso ai contenuti internet in base alla posizione geografica del consumatore, e che finisce ad esempio per impedire agli europei che viaggiano nell’Unione di seguire film, trasmissioni sportive o ebook che hanno pagato nel proprio paese di origine.

Quali dunque le richieste del Parlamento europeo? I deputati chiedono proposte da parte della Commissione per “porre termine alle pratiche di geo-blocking non giustificate, in modo da migliorare l’accesso ai beni e servizi”, e in questo senso “accolgono la proposta sulla portabilità transfrontaliera del contenuto online dei servizi “come primo passo” verso questa direzione”. Chiedono di assicurare una equivalente protezione a prescindere se il contenuto digitale sia acquistato online o offline. Altra richiesta è quella di trovare soluzioni innovative per la consegna transfrontaliera dei pacchi e di rimuovere le barriere per le piccole e medie imprese e le start-up, cogliendo le opportunità che si basano sulle nuove tecnologie TIC, come i “Bg Data”, il “cloud computing”, l’internet delle cose o le stampanti 3D.

Non manca il riferimento alla sharing economy e ai nuovi modelli d’impresa che vendono prodotti e servizi online: il Parlamento europeo è infatti preoccupato per l’approccio nazionale finora seguito nei confronti di queste realtà ormai non più emergenti ma affermate, come Uber, eBay e Airbnb. Così i deputati “chiedono alla Commissione di valutare la necessità di proteggere i consumatori nella sharing economy e, quando un chiarimento è richiesto, di assicurare l’adeguatezza delle norme che riguardano i consumatori nella sfera digitale”. Le proposte contenute nella risoluzione approvata contribuiranno alla preparazione delle 16 iniziative che la Commissione presenterà entro la fine dell’anno.

DIALOGO APERTO
LA NEWSLETTER
Archivio