Che gli italiani siano consapevoli di questo e dell’urgenza di un’azione, lo conferma l’indagine “L’immagine della Donna tra vecchi e nuovi media”, secondo cui l’87% degli italiani ritiene che i media abbiano il potere di creare narrazioni e alimentare (o abbattere) stereotipi, mentre il 58% ritiene che i media trattino le tematiche di genere in modo inadeguato.

Secondo l’indagine sui giovani consumatori realizzata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato tramite il portale Skuola.net, su un campione di 2.000 persone, si diventa consumatori in età sempre più precoce, ma senza un’adeguata consapevolezza dei propri diritti: solo 1 adolescente su 3 dichiara di conoscere i principali pilastri del Codice del Consumo.

Tra incertezze geopolitiche, inflazione e ambiente, i consumatori stanno ripensando le loro scelte di spesa. In questo scenario, le aziende sono chiamate a rispondere con prodotti più convenienti e focalizzati su qualità, aspetti salutistici e di sostenibilità
L’incertezza geopolitica ed economica e la tematica climatica spingono i consumatori italiani a ripensare i loro stili di vita e le loro scelte di spesa. Tra le priorità: il risparmio, il benessere fisico e mentale e l’ambiente.

In Inghilterra cresce il mercato dei discount. Come nel nostro Paese. Il punto con Antonio Russo di Alleanza contro la povertà.

Per gli italiani l’attenzione all’ambiente è diventato un elemento fondamentale nelle scelte di acquisto. E sono anche disposti a pagare di più per i prodotti che offrono i valori che cercano.  Se fino a qualche anno fa la sostenibilità dei prodotti era considerata un valore aggiunto che solo alcune aziende erano in grado di offrire, adesso è diventata un pre-requisito su cui i consumatori non intendono transigere. L’attenzione all’impatto ambientale è infatti diventata un tema molto presente nelle scelte di acquisto e le imprese produttrici hanno immediatamente colto la sfida. Si è così innescato un circolo virtuoso che, soprattutto nei Paesi occidentali, sta iniziando a dare i propri frutti. Si è infatti arrivati a un vero e proprio cambio di mentalità nelle scelte quotidiane, dalle abitudini alimentari alla selezione di prodotti di consumo.

È urgente ridurre i danni della crisi climatica, rivedere le politiche di coesione e istituire un’Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile. Analisi e proposte dal Rapporto dell'Alleanza.

 

Per l’88% delle imprese italiane intervistate la sostenibilità ambientale dovrebbe orientare tutte le scelte aziendali ma solo una su 10 calcola le proprie emissioni.

Il Consumers’ Forum promuove la figura del “consumatore attivo”, un consumatore responsabile, orientato a scelte di mercato sempre più sostenibili. Qui la video intervista del Tg di Poste Italiane a Sergio Veroli Presidente di Consumers' Forum, dedicata all’edizione 2023 dell’appuntamento annuale con le principali Authority, dal titolo “Sostenibilità: un obiettivo irrinunciabile per cittadini, imprese e Authority”.

Il consumatore dovrebbe essere formato e informato adeguatamente. Le Authority dovrebbero partecipare ancora più attivamente alla sua formazione, insieme alle imprese e alle associazioni dei consumatori.

Per ridurre l’impronta ecologica europea delle PMI (pari al 70%) è fondamentale implementare programmi di procurement o approvvigionamento sostenibile. I risultati emersi dall’indagine “Procurement sostenibile e decarbonizzazione” condotta da EY per gli Stati generali della Green Economy che si sono svolti nell’ambito di Ecomondo – Fiera di Rimini, confermano come le imprese del Paese siano sempre più in prima linea nell’integrare la sostenibilità all’interno del proprio business e delle proprie catene di fornita.

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