Nella contraffazione rientra anche la violazione dei diritti di proprietà intellettuale, contro cui la Commissione europea è impegnata da diverso tempo: nel 2004 ha adottato la “Strategia per il rafforzamento dei diritti sulla proprietà intellettuale nei paesi terzi”; di recente ha istituito un Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale che raccoglie dati e informazioni più dettagliate per chiarire il problema di questo commercio illegale diffuso. Nel 2012 le dogane dell’UE hanno sequestrato quasi 40 milioni di prodotti (per un valore di 1 mld di euro) sospettati di violazione dei diritti di proprietà intellettuale. La principale categoria di merci intercettate era costituita da sigarette (31%), articoli vari come bottiglie, lampade, colla, batterie, detersivi (12%) e materiali da imballaggio (10%): quasi il 70% degli interventi doganali ha riguardato pacchi inviati per posta o per corriere (che è la modalità utilizzata da chi vende prodotti falsi su Internet); il 23% dei sequestri effettuati nel traffico postale riguardava medicinali. La Cina è il principale paese di provenienza dei prodotti contraffatti, ma per alcune categorie di prodotti prevalgono altri paesi, ad esempio il Marocco per i prodotti alimentari, Hong Kong per CD, DVD e prodotti del tabacco (in particolare le sigarette elettroniche e le loro ricariche liquide) e la Bulgaria per i materiali da imballaggio. Algirdas Šemeta, Commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, ha messo le dogane europee in prima linea contro i prodotti contraffatti, rafforzando la collaborazione con i partner internazionali e gli esponenti del settore. Lo sviluppo di strategie su misura per monitorare pacchi e traffico postale è una delle priorità del Piano d’azione doganale dell’Unione europea per il periodo 2013-2017: vengono rafforzati i controlli sui prodotti nel mercato interno, consentendo alle autorità di ritirare immediatamente dal mercato i prodotti non a norma e pericolosi; c’è una maggiore condivisione delle risorse, migliori strumenti, controlli esterni più rigorosi e mirati alle frontiere dell’UE e sanzioni accresciute.

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