La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha dato il via libera alla limitazione delle emissioni nell’atmosfera di inquinanti originati da impianti di combustione medi. Il testo, curato dall’eurodeputato polacco Andrzej Grzyb (Ppe), intende principalmente ridurre gli oneri amministrativi per le Pmi, fissando valori massimi di emissioni di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx) e delle polveri degli impianti di combustione esistenti, che entreranno in vigore nel 2020 per gli impianti di combustione con potenza termica nominale superiore a 15 MW, nel 2022 per quelli con un ingresso tra 5 e 15 MW e nel 2027 per quelli con un ingresso di 5 MW o inferiore.

Nel corso della stessa tornata di votazioni, la commissione Envi ha dato il via libera al prolungamento dell'impegno del protocollo di Kyoto fino al 2020. Ad essere votato è stato il cosiddetto “emendamento di Doha”, che per l'Ue implica una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020, già fissata dall'Ue con il pacchetto clima-energia, e rappresenta soprattutto un segnale significativo in vista dei negoziati Onu per la lotta contro i cambiamenti climatici. Firmato nel 1997 e ratificato dall'Ue nel 2002, il protocollo di Kyoto aveva fissato un limite annuale vincolante alle emissioni di gas serra per i firmatari - una riduzione dell'8% rispetto ai livelli del 1990 - per il periodo 2008-2012. Il secondo periodo di impegno, dal 2013 al 2020, è stato concordato alla conferenza sul clima di Doha a dicembre del 2012 e serve a coprire il gap fino alla data in cui dovrebbe entrare in vigore l'accordo attualmente in fase di negoziazione, atteso dalla conferenza Onu di Parigi di quest'anno. La plenaria si esprimerà sul testo a giugno e poi la palla passa al Consiglio e agli Stati membri. Si auspica che i processi nazionali di ratifica abbiano luogo entro la prima parte del 2015 e che gli Stati membri e l'Unione depositino i propri strumenti di accettazione prima della Conferenza di Parigi.

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