Secondo i dati Istat, l’economia sommersa nel 2014 valeva 211 miliardi di euro, pari al 13% del Pil. Il valore aggiunto derivante dall’economia sommersa ammonta a 194,4 miliardi di euro, mentre quello connesso alle attività illegali all’1% del  prodotto

interno lordo. L’incidenza sul valore aggiunto dei flussi generati dall’economia sommersa è molto elevata nei settori delle attività dei servizi, del commercio, dei trasporti, attività di alloggio e ristorazione e delle costruzioni, mentre la componente di valore

aggiunto generata dall’impiego di lavoro irregolare è particolarmente rilevante nel settore degli altri servizi alle persone (23,3% nel 2014), dove è principalmente connessa al lavoro domestico, nell’agricoltura, nella silvicoltura e nella pesca (16,3%).

La natura della shadow economy (economia sommersa) varia a seconda del contesto economico, amministrativo e sociale dei vari Paesi e viene, inoltre, definita in modo diverso dalle normative nazionali. Per questo risulta difficile recuperare dati precisi sul fenomeno; tuttavia, secondo le stime, il lavoro sommerso costituisce comunque una parte significativa dell’economia dell’Ue. Recentemente l’Unione Europea è intervenuta per arginare il fenomeno, creando, con decisione del Parlamento e del Consiglio UE n. 2016/344, la Piattaforma per il contrasto del lavoro sommerso. La decisione è entrata in vigore il 12 marzo 2016, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione volta a contrastare il lavoro non dichiarato. Questo organismo è composto da un rappresentante ad alto livello nominato da ciascuno Stato membro, un rappresentante della Commissione e quattro rappresentanti delle parti sociali intersettoriali a livello di Unione. Possono inoltre assistere alle riunioni come  osservatori, massimo 14 rappresentanti delle parti sociali dei settori con un elevato tasso di lavoro non dichiarato, un rappresentante di Eurofound (Fondazione dell’Ue per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro), uno dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezzasullavoro(Eu-Osha), unodell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil-Ilo) e uno di ciascun Paese terzo aderente allo Spazio economico europeo.

Una piattaforma creata per affiancare le Autorità che, in ogni Stato Membro, sono preposte al contrasto del lavoro nero o sommerso, per rafforzare l’azione comunitaria anche con riferimento al lavoro transfrontaliero, migliorare le capacità e conoscenze delle Autorità nazionali preposte, anche attraverso lo scambio dei dati rilevanti e delle best practices nazionali, e l’elaborazione di campagne di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza comunitaria. Sono, quindi, centrali nel lavoro della Piattaforma le attività di raccolta dati, di analisi comparativa e comprensione dei sistemi e delle prassi, di monitoraggio dell’efficacia delle misure di contrasto, di circolazione delle informazioni e di sensibilizzazione.

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